Palestina

l'intervento

La Palestina ambigua e surreale di Abu Mazen e Romano Prodi

14 luglio 2007
Ali Rashid
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

La lettera aperta di Rossana Rossanda al ministro degli esteri ha avuto il merito di segnalare i nodi di fondo e le priorità che un'iniziativa seria della comunità internazionale dovrebbe affrontare, ribadendo un concetto molto caro a Edward Said: «dire la verità». Un compito difficile a causa della disinformazione sistematica ad opera degli organi che al contrario dovrebbero fare informazione e della scarsità, anche internazionale, di uomini di stato di alta statura impegnati ad occuparsi delle cose che vanno veramente fatte e non solo di quelle che conviene fare. Un caso emblematico è la visita del Presidente del Consiglio Romano Prodi in Israele e nei territori palestinesi occupati, che ha svelato due scene surreali. La prima riguarda la non conoscenza del Presidente del Consiglio della lettera inviata dai dieci ministri degli esteri al nuovo inviato del Quartetto per il Medio Oriente, Tony Blair, lettera che ha continuato a ignorare anche dopo avere saputo della sua esistenza. Lo stesso si potrebbe dire sul fatto che il premier sembra non essersi accorto che la Road map è morta e sepolta da tempo e che l'unica sua funzione è stata, per Sharon prima e dopo per Olmert, esclusivamente quella di rinviare a loro piacimento le trattative e trasformare il processo di pace nella pretesa di una resa incondizionata da parte dei palestinesi. Temo che la visita e l'esternazione del Presidente del Consiglio siano il frutto di attività lobbistiche di certi ambienti filoisraeliani, dell'industria militare e dell'informazione e non intendano rafforzare l'iniziativa italiana in Medio Oriente a favore del processo di pace. La dichiarazione di Prodi secondo la quale la politica italiana verso Israele non cambia malgrado cambino i governi è allarmante e incomprensibile. Sembrano giunte novità di cui siamo inconsapevoli.
La seconda scena è emersa dalle dichiarazioni del presidente Abu Mazen rispetto a una certa infiltrazione di Al Qaeda nella Striscia di Gaza sotto la protezione di Hamas. Il presidente è stato troppo incauto, con il rischio concreto di perdere la sua credibilità in tutti gli altri argomenti e quello che rimane della sua autorevolezza, perché non esiste nulla di più falso di questa affermazione. Hamas politicamente e culturalmente, oltre che per metodi e prospettive, è qualcosa di completamente diverso da Al Qaeda e fino ad ora ha rappresentato una barriera contro la sua penetrazione. Invece di svegliarsi, perché forse è ancora in tempo, dall'inganno in cui fu trascinato da americani e israeliani, facendo autocritica per tutte le ingenuità e tutti gli errori commessi, il presidente palestinese sceglie di alzare il tiro e spingersi fin dove molti alleati volenterosi si sono bruciati le dita. Nella stessa direzione va la sua richiesta di una missione militare internazionale dentro la Striscia di Gaza per ripristinare la sua autorità e non per fermare le aggressioni israeliane. Ma davvero Abu Mazen pensa di avere un tale ascendente sugli Stati Uniti e sulla comunità internazionale da spingerli a credere questo? Farebbe bene a ricordarsi che fine hanno fatto molti suoi illustri predecessori che hanno esaurito la loro funzione dopo essersi fatti spremere. A prescindere dai buoni auspici del Presidente del Consiglio italiano rispetto alla liberazione dei 250 detenuti palestinesi, allo scadere della pena, su 11.000 prigionieri di cui 8000 senza un capo di imputazione, e del soldato Shalit, la posizione israeliana rimane molto distante dal minimo indispensabile per avviare il processo di pace. La colonizzazione ebraica del poco territorio che rimane ai palestinesi continua, lo stesso vale anche per il muro, per le uccisioni mirate quotidiane e per tutte le altre forme di violazione, anche dei diritti più elementari.
Mi sembra evidente che la posizione dei dieci ministri degli esteri non solo sia più avanzata ma sia anche completamente diversa da quella assunta da Prodi. Infatti la posizione dei ministri degli esteri si ricollega al piano di pace del mondo arabo, che prevede di porre fine al conflitto nella regione e ridare sicurezza a tutti i suoi popoli, dentro un quadro di legalità internazionale e attraverso rapporti di cooperazione e buon vicinato. Rispetto al nucleare e alle armi di distruzione di massa, il piano prevede la denuclearizzazione della regione, fatta eccezione per gli scopi civili, restituendo in questo modo forza al diritto dopo decenni in cui ha regnato il diritto della forza. Oggi tutti sono consapevoli che l'assenza di una soluzione giusta alla questione palestinese sta alla base della destabilizzazione della regione e del pericolo di nuove guerre e non sono sufficienti le parole di Abu Mazen per rovesciare questa realtà. Mentre l'applicazione di questo piano significa il ritorno al rispetto dell'accordo della Mecca che regola il rapporto tra Hamas e Al Fatah, trovo incomprensibile l'atteggiamento di Abu Mazen nel mendicare trattative con Israele e rifiutare il dialogo con Hamas.
La lettera dei ministri degli esteri europei dimostra anche che la comunità internazionale è impegnata nella ricerca di una soluzione politica, accrescendo la propria autonomia rispetto alla posizione americana e smentendo la visione di Israele di un mondo ancora disposto ad assecondarlo in tutti i suoi capricci passando da una guerra all'altra. Senz'altro i palestinesi non sono soddisfatti della posizione della comunità internazionale, troppo condiscendente e troppo sensibile alle pretese di Israele, ma hanno ormai imparato a rilevare anche i più sottili cambiamenti. Sanno che devono ancora avere pazienza e non rinunciare.

Articoli correlati

  • A norma (per legge) le ecoballe Campane
    Ecologia
    L'ennesimo atto scellerato del moribondo governo Prodi

    A norma (per legge) le ecoballe Campane

    Il governo Prodi intende bruciare le ecoballe campane fuori norma nell'inceneritore di Acerra
    3 marzo 2008 - Vittorio Moccia
  • Kossovo: storia di una repubblica fondata sulla guerra
    Editoriale
    Dieci anni fa le convenzioni di Ginevra morivano a Belgrado. Oggi il diritto Internazionale muore a Pristina

    Kossovo: storia di una repubblica fondata sulla guerra

    Dai tentativi locali di riconciliazione delle etnie all'"indipendenza" pilotata dall'occupazione militare: i passaggi chiave e i retroscena della "guerra umanitaria" che ha creato dal nulla una repubblica amica della Nato.
    24 febbraio 2008 - Carlo Gubitosa
  • CIP6: «si vergogni, Presidente del Consiglio»
    Ecologia
    Gli Italiani pensado di finanziare ricerca sul solare e l'eolico hanno invece pagato le fonti più obsolete ed inquinanti

    CIP6: «si vergogni, Presidente del Consiglio»

    Sotto il governo Prodi la politica era riuscita, con enorme fatica e dopo durissime battaglie dentro la stessa maggioranza, ad abolire la truffa dei Cip 6, ingenti finanziamenti erogati a petrolieri e inceneritori, pagati dai cittadini con un "contributo" nella bolletta della luce sotto la voce: contributo per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili
    2 febbraio 2008 - Tommaso Sodano
  • A Massafra i primi rifiuti dalla Campania
    Taranto Sociale
    L'emergenza De Gennaro emana l'ordinanza: in arrivo all'inceneritore cento tonnellate al giorno di ecoballe

    A Massafra i primi rifiuti dalla Campania

    Con il provvedimento si definiscono modalità di trasporto e quantità di rifiuti da conferire. Si tratta di cento tonnellate al giorno, ovvero tre camion. Si tratta delle note «ecoballe», realizzate con la sola frazione secca del pattume. E non invece i rifiuti solidi urbani (Rsu) che da giorni sono accatastati lungo le strade delle città campane
    20 gennaio 2008
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)