Palestina

La terra di Israele solo agli ebrei. Ma questo non è razzismo?

Alla Knesset una legge che esclude i cittadini arabo-israeliani
20 luglio 2007
Luisa Morgantini (Vice Presidente del Parlamento Europeo)
Fonte: Liberazione (http://www.liberazione.it)

Il Parlamento israeliano ha approvato ieri in prima lettura una legge che autorizza la vendita delle terre demaniali solo agli ebrei. Israele in questo modo ferisce una volta di più la democrazia, all'insegna della discriminazione e dell'Apartheid. Il progetto di legge approvato dalla Knesset, sostenuta dalla destra israeliana , da Kadima e dal Likud, vieta l'assegnazione delle terre del JNF (Jewish National Fund), il 13% delle terre di tutto lo Stato d'Israele, ai cittadini non ebrei.
La legge è stata approvata con una maggioranza schiacciante, 64 deputati a favore e con soli 16 voti contrari. Non ha avuto alcun effetto la discussione preliminare al voto nella Presidenza della stessa Knesset dove varie voci si erano levate contro tale provvedimento e ne aveva chiesto l'annullamento. Richesta respinta dal servizio legale del Parlamento con la giustificazione che "non c'è un esplicito riferimento razzista nella legge".
Come chiamare allora l'esclusione per i cittadini arabo-israeliani dai bandi per l'assegnazione delle terre? Come altro chiamare, se non razzista, questa legge definita proprio da alcuni deputati della Knesset come "abominevole", che serve solo ad istituzionalizzare la discriminazione nei confronti dei non-ebrei e legittima una democrazia su base etnica? Questa legge è solo una delle tante espressioni di razzismo e discriminazione in atto in Israele, che continua a demolire le case dei suoi cittadini arabi, a espropriare illegalmente le loro terre, a sradicare i loro alberi. Glui unici ad opporsi al provvedimento sono stati i rappresentanti di Meretz-Yachad, il partito di sinistra impegnato sul fronte della giustizia sociale. «Quanto approvato ieri dalla Knesset mostra il vero volto del Governo - hanno dichiarato - e getta su Israele lo spettro di uno stato di Apartheid». I partiti arabi Balad e Raam-Taal e di Hadash, arabi e ebrei di sinistra, denunciano il rischio di legalizzare "il furto di terre che dal 1948 è tuttora in corso ai danni degli arabo-israeliani". Il vero volto del Parlamento Israeliano non può essere quello di Uri Ariel, il radicale dei coloni primo sostenitore di questa legge, se non si vuole che l'aumento del livello di razzismo e la conseguente diminuzione del livello di democrazia, portino ad una seria accelerazione verso l'istituzionalizzazione dell'Apartheid e la cancellazione di ogni diritto.

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