Palestina

Intervista al Parroco di Gaza

Qua dove i bambini muoiono di paura

9 gennaio 2009
Laura Conti

Betlemme - Bambino palestinese e soldato israeliano durante una  manifestazione pacifica

L’assedio militare israeliano a Gaza, dal 27 gennaio a oggi, ha causato oltre 700 vittime tra la popolazione palestinese e secondo una stima delle Nazioni Unite almeno 200 di queste sono bambini. Padre Manwel Musallam unico prete cattolico rimasto nella Striscia di Gaza e preside della scuola cristiana della Sacra Famiglia a Gaza City, racconta in prima persona il dramma di due suoi studenti morti a causa del conflitto e di come la popolazione civile vive sotto i continui bombardamenti.

I bambini sono vittime innocenti del conflitto di Gaza e muoiono non solo per i bombardamenti ma anche per la paura. Domenica scorsa una bambina di 12 anni, figlia di Abu Ras è morta di infarto in seguito a un bombardamento. Non l’hanno potuta nemmeno portare in ospedale perché è troppo lontano. Lo scorso venerdì un'altra studentessa della nostra scuola cristiana, Christine Ouadiah Turk è morta per la paura. I bambini stanno letteralmente impazzendo. Piangono e gridano continuamente e non dormono la notte.

Qual è la situazione generale della popolazione di Gaza city?

Tzipi Livni (il ministro degli Esteri israeliano ndr.) ha il coraggio di dire che non c’è alcuna crisi umanitaria? La gente usa la farina destinata agli animali per cucinare. L’altro giorno un panettiere si vergognava addirittura a darmi il pane perché diceva che era troppo impuro per un prete. Manca la corrente elettrica e l’acqua in tutta la città. In parrocchia c’è uno dei pochi generatori elettrici funzionanti e la gente viene qui per ricaricare il telefonino o cucinare. Molti abbandonano le case per sfuggire ai bombardamenti e quando tornano trovano solo cumuli di macerie. Mi chiedo se si possa vivere in queste condizioni.

Secondo lei di chi sono le principali responsabilità di questo conflitto?

Questa guerra è come un libro. A pagina 80 si trova il lancio di razzi sulle città israeliane da parte di Hamas. A pagina 93 però si leggerà delle persone uccise in questi giorni dall’esercito israeliano. Si leggerà di una Striscia di terra dove la gente è intrappolata da mesi senza possibilità di uscita. Una pagina per uno. Di fatto, pero’, questa terra non è stata mai liberata, nemmeno con il disimpegno delle colonie israeliane del 2005 e questo è da constatare.

Come giudica la presenza di Hamas nella Striscia di Gaza?

E’ vero, ci sono i miliziani fondamentalisti ma la maggior parte degli abitanti di Gaza sono povere semplici civili innocenti. Anche i poliziotti uccisi durante i primi bombardamenti. Loro lavoravano per Hamas ma non appartenevano a quel movimento Anch’io sono un cittadino sotto il governo di Hamas. Sono anch’io un terrorista? Tra l’altro l’attacco israeliano non ha fatto altro che rafforzare il consenso verso il partito di Ismail Haniye. Oggi la gente è più estremista di un tempo. Non è facile parlare di misericordia e perdono né ai cristiani né ai musulmani in queste condizioni.

Allora non c’è possibilità di dialogo o di pace?

La pace è possibile ma come si può raggiungere in una tale condizione di sofferenza e umiliazione per i palestinesi? Mi chiedo perché gli israeliani hanno bombardato le case, il tribunale, il ministero dell’istruzione. Perfino le moschee. Come può esserci la pace se non hanno rispetto per la vita umana?

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