Trasferimenti di armi da parte dell'Unione europea verso Israële. Vi è il rispetto del Codice di condotta per le esportazioni di armi?
Mentre Israele continua la sua offensiva militare nella Striscia di Gaza, la politica "positiva" dell' Europa rimane quella di esportare materiale per la difesa. Israele è un paese che si pone drammaticamente fra i primi posti circa la violazione dei diritti umani e l'uso eccessivo della forza. E' un piccolo paese di 7 milioni di abitanti, tuttavia, tra il 2003 e il 2007 è risultato al sesto posto fra i principali paesi importatori al mondo di armi convenzionali, e nel 2006 è risultato al quinto posto fra i paesi esportatori. Le spese per la difesa nel 2005 erano l'8,5 per cento del Pil, mentre il bilancio del 2007 ha registrato un aumento del 10% a causa della guerra israelo-libanese dell'estate 2006. Se è vero che sulla massa delle esportazioni di armi convenzionali che annualmente fluiscono verso Israele quella degli Stati membri della UE, tra cui il Belgio, è una fonte di approvvigionamento molto minore rispetto agli Stati Uniti, per l'industria della difesa europea, Israele, che fa dell'uso eccessivo della forza la pietra angolare della sua strategia per la risoluzione delle controversie, rappresenta una benedizione. Ma l'esportazione di materiale bellico non mancherà di sollevare problemi etici e giuridici di dimensioni che sono incompatibili con il codice di condotta dell'Unione europea circa le esportazioni di armi.
http://www.grip.org/fr/siteweb/images/NOTES_ANALYSE/2009/NA_2009-01-07_FR_C-PAILHE.pdf
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