Palestina

La Striscia dei blogger

La gente di Gaza sta valutando l'entità dei danni provocati da tre settimane di attacchi e lentamente inizia a ricostruire la propria vita. Alcuni blogger si interrogano sui danni meno visibili, quelli emotivi e psicologici.
30 gennaio 2009
GlobalVoices

 

Sharyn Lock, attivista australiana, su Tales to Tell -  http://talestotell.wordpress.com/

Martedì [20 gennaio]: oggi mi sono svegliata con il sibilo dei proiettili provenienti dalle navi israeliane. Non sono sicura che comprendano il concetto di cessate il fuoco, anche se devo ammettere che non è più come prima. Sabato notte nell'area del porto sono stati lanciati dei volantini che dicevano qualcosa tipo:

A partire dalle 2 di notte di sabato 18 gennaio Israele fermerà in modo unilaterale gli attacchi. Non ci ritireremo dalle nostre posizioni a Gaza e risponderemo a qualsiasi attacco di Hamas. Non avvicinatevi. Non avvicinatevi alle posizioni di Hamas. Noi non attacchiamo i civili, solo Hamas…. Sapete che calma porta calma. Spetta a voi scegliere.

O-oh.

Eva Bartlett, attivista canadese scrive su In Gaza -  http://ingaza.wordpress.com/

Tantissimi palestinesi non hanno i mezzi per affrontare ferite e cicatrici psicologiche. Soprattutto perché molti di loro hanno ripetutamente subìto invasioni e altre cose emotivamente dannose come vivere sotto l'occupazione militare, essere imprigionati, avere dei familiari arrestati e vivere sotto assedio in confinamento, solo per citarne qualcuna.
Abdullah, uno dei nipoti di Abu N, piange praticamente ogni volta che lo vedo. Era un ragazzino vivace di 6 anni quando l'ho incontrato per la prima volta due mesi fa. Adesso sembra intrappolato nei ricordi di bombe esplose e del rumore di droni (i droni che riconosco benissimo: persino adesso, intorno alla mezzanotte del 20 gennaio, due giorni dopo il cessate il fuoco, i droni vanno in giro. Non riesco a dissociare il loro particolare rumore dalle tre settimane di bombardamenti veri e propri e dal carico di morte che hanno provocato). E molto probabilmente non riceverà nessun tipo di terapia per questo, nonostante la sua famiglia sia amorevole, e dovrà portarsi questo bagaglio insieme al suo futuro, così come la maggior parte delle persone. Gli aspetti più visibili della guerra a Gaza sono crateri enormi, case e palazzi demoliti in ogni direzione, in ogni paese e città, magazzini, stanze d'ospedale, scuole e macchine ridotte in cenere…arti amputati, pelle ustionata, e incendi ancora in corso. Ma le profonde ferite emotive sono quelle che sfigureranno maggiormente questa società, anche più dei danni fisici.

Louisa Waugh, che ha vissuto a Gaza fino a poco tempo fa, cura il Gaza Blog - http://blog.newint.org/gaza del New Internationalist:

Gli amici mi dicono che Gaza è cambiata per sempre, affranta e in rovina, e ancora non si intravvede l'immediata apertura delle frontiere in modo che la gente possa uscire da questa prigione a cielo aperto. ‘Abbiamo perso tutto,' mi dice al telefono Mohammed, uno degli amici nel campo profughi di Jabaliya. ‘Il mio quartiere è stato completamente distrutto. Diglielo, dillo al mondo intero, non vogliamo cibo o soldi - rivogliamo semplicemente la nostra vita, vogliamo la nostra libertà.'

Vittorio Arrigoni, attivista italiano, su Guerrilla Radio -  http://guerrillaradio.iobloggo.com/

A Gaza solo i morti hanno visto la fine della guerra. Per i vivi non c'è tregua che tenga alla battaglia quotidiana per la sopravvivenza. Senza più acqua, senza più gas, senza più corrente elettrica, senza più pane e latte per nutrire i propri figli. Migliaia di persone hanno perduto la casa. Dai valichi entrano aiuti umanitari col contagocce, e si ha come la sensazione che la benevolenza dei complici di chi ha ucciso sia solo momentanea.

ISaid Abdelwahed, insegnante di inglese all'Università di Al-Azhar, cura il blog Moments of Gaza - http://gaza08.blogspot.com

Tutta la società di Gaza è depressa per la perdita di anime, lo scempio, la devastazione, le rovine, le vittime e la distruzione! Si registrano enormi perdite nei campi agricoli, nelle case dei contadini e in tutti i dintorni! Depressione, trauma, shock e sofferenza sono comuni tra la popolazione civile! Sono scioccato dalla situazione psicologica qui intorno! Ogni volta che gli isreliani sono entrati in qualche edificio residenziali hanno fatto un macello! Hanno scritto sui muri minacce di morte in ebraico, battute oscene e Stelle di David, imbrattando persino il sacro Corano.

Ghada Al-Najjar lavora per la ONG Oxfam e scrive sul blog dell'organizzazione  - http://www.oxfam.org.uk/applications/blogs/pressoffice/?p=3236

Da due settimane sono fuggita di casa. Ho dovuto lasciarla dopo una tremenda esplosione nelle vicinanze che ne ha frantumato i vetri delle finestre e distrutto le porte. Anche se avessi riparato le finestre con qualche telo di plastica, cosa mi avrebbe protetto dai proiettili? Dovevo mettermi al riparo, come diceva mia madre, così sono scappata dai parenti. È passato un giorno dall'entrata in vigore del cessate il fuoco, sono tornata a casa e l'ho trovata parzialmente distrutta. […] Alla fine sono contenta di essere sana e salva. Purtroppo, non così per tutti i miei parenti. Quattro di loro sono stati uccisi […] La nostra vita ha subìto danni irreparabili. Potrei anche sostituire le finestre ma non potrò mai riportare in vita i morti.

Abu el Sharif scrive su Shajar El Ba6a6a - http://sharifo.jeeran.com/

Oggi ho fatto un primo giro nella zona del mercato. Non mi sento ancora sicuro ad avventurarmi più lontano. Sembra che un uragano si sia abbattuto sul mercato. I negozi sono stati spazzati via, gli edifici sono completamente distrutti così come altri negozi sventrati. Tutto ciò che rimane è uno spazio vuoto, una volta occupato dai negozi… Tutti quelli nel mercato avevano una domanda in comune, ovvia dovunque si andasse.
Da questo momento in poi, come andremo avanti?
Cosa si può fare per continuare a vivere?
Immagino che ognuno stia cercando la risposta a modo proprio.
Qualcuno stava spazzando via le vetrine rotte dal proprio negozio.
C'era gente in coda alla banca … forse un po' di soldi darà una risposta alle loro domande…
Persino i mendicanti erano tornati al proprio posto.
Riuscite a crederci… sono rimasto al mercato per circa un'ora… e ho visto due incidenti stradali!
Questa potrebbe essere la risposta a quelle domande complicate…
La catastrofe è enorme, la distruzione supera la fantasia e le ferite sono profonde e ingombranti… Ma la vita va avanti… I nostri piccoli problemi ci terranno occupati, lontani da questo tremendo shock che dovremo curare… Tuttavia finiremo per dimenticare tutto ciò, poco alla volta…
Non so cosa sto dicendo… ma le parole mi sono ben chiare in testa… e la tragedia è che sembrano logiche!!

Laila El-Haddad, i cui genitori vivono a Gaza, scrive sul blog Raising Yousuf and Noor  - http://a-mother-from-gaza.blogspot.com/

C'è una strana quiete a Gaza oggi, dice mio padre. Nessun F-16 che solca il cielo. Nessuna esplosione devastante. C'è il tempo per ascoltare i propri pensieri. Una sorta di anestetico. La pausa di una brutalità calcolata – per permettere ai rifiuti imprigionati di ponderare le proprie scelte – creando persino l'illusione di averne.

“Quest'assedio durerà finché non verremo convinti davvero a scegliere una schiavitù inoffensiva e in totale libertà!”

[…]

“Hanno distrutto qualunque cosa sulla loro strada-gente, palazzi, strade…niente è rimasto intatto” ha detto mio padre. “Adesso tutto è calmo. Dormiamo, adesso. Ma l'assedio continua. E non vi sbagliate - Gaza risorgerà.”

In un altro post Sharyn Lock scrive:

La forza della gente di Gaza mi stupisce. Oggi tutti erano fuori per riparare i danni. Ricollegare condotte idriche, rimuovere le macerie. Riescono a mettere da parte i pensieri per i bambini morti, sorridendo a quelli che sono ancora vivi. Come fanno? Dove trovano questo coraggio? Quale sarà il loro premio per essersi rialzati e aver continuato ad andare avanti, ancora una volta?

MaRiAm, autrice del blog A World Called Contradiction, cita un proverbio - http://tnaqowd.blogspot.com/

Siamo come chiodi; ogni colpo di martello, diventiamo più saldi


 

Note: Sharyn Lock ha pubblicato le immagini della devastazione nell'area di Azbet in Jabaliya - http://talestotell.wordpress.com

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