Palestina

Viaggio al confine con la Striscia

9 febbraio 2009
Laura Conti
Fonte: Inchiostronline

 “Allora come hai detto che funzionano questi allarmi anti-razzo Qassam?” Appena termino la frase una sirena interrompe la quiete surreale della stazione di Ashkhelon, nel sud di La Striscia vista da Sderot

Israele. Sono le 9.45 del tredicesimo giorno di guerra a Gaza e assieme a due colleghi freelance abbiamo deciso di visitare le città obiettivo del lancio di razzi palestinesi. 20 secondi a Ashkelon, 15 a Sderot e circa 45 a Ber Sheva. Questo è il tempo che gli abitanti hanno per correre verso il rifugio più vicino e attendere il cessato allarme. Ognuno lascia la propria attività per trovare un riparo: il retrobottega di un negozio o di un ristorante, una cabina, uno scantinato. Poco dopo cessa l’allarme, il primo della giornata. L’allerta in queste città è una costante ma durante l’assedio a Gaza, le misure di sicurezza si moltiplicano. Uffici Divieto di aggregazione pubblici, scuole, cinema e locali restano chiusi. Sderot, la seconda tappa del viaggio, sembra una sonnolenta città fantasma: “Questo è uno degli effetti della guerra. Vacanza per tutti”, ironizza Yossi, giovane israeliano di Tel Aviv. Lui e Yaiir, un suo amico di Gerusalemme, decidono di accompagnarci in auto vicino al confine di Gaza.

La statale 232 sembra il set di un colossal di guerra: sulla strada piena di checkpoint, le auto civili si alternano ai mezzi corazzati dell’esercito. Giornalisti appostati ovunque con l’obiettivo puntato verso Gaza. Scendiamo lungo un sentiero sterrato, verso un’altura. A destra una fila di carri armati. Poco più in là, sulla sinistra alcune jeep militari. E all’orizzonte la Striscia di Gaza e un rivolo di fumo appena lasciato da una bomba. L’artiglieria spara da chissà dove e sembra invisibile. “Saranno distanti chilometri da qui, nascosti nella boscaglia”, puntualizza Yaiir. Dopo pochi minuti una jeep militare ci raggiunge. “Questa è zona militare è vietato stare qui.”, ci spiega un colonnello. Guardiamo l’ufficiale con sguardo stupito e colpevole cavandocela con un semplice rimprovero. Fine del viaggio. Yossi ci riaccompagna alla stazione di Ber Sheva. Lì, i razzi arrivano molto di rado, ma la paura, nella Striscia per i palestinesi come al confine per gli israeliani, quella è pane quotidiano.

 

 

Articoli correlati

  • Palestina

    L’altra voce di Sderot

    Sderot è una cittadina situata a 1 km dal confine con la Striscia di Gaza, che deve la sua triste fama al lancio di missili Qassam da parte dei miliziani palestinesi, che dura da circa 8 anni. I suoi abitanti vivono sotto la minaccia dei razzi, sono costretti a nascondersi nei bunker. E' quasi logico pensare che tutti loro sostengano la guerra contro Gaza. Abbiamo però scoperto che un gruppo chiamato “Un’altra voce a Sderot” rifiuta la guerra e condanna l’assedio della Striscia.
    4 febbraio 2009 - S.B., E.B
  • Palestina
    Palestina. Un reportage di quotidianità da Sderot

    Sotto l'ombra dei missili

    Vivere tra gli allarmi e il rumore delle bombe che cadono «in risposta». All'interno d'Israele, ma sull'orlo della grande prigione chiamata Gaza. E senza prospettive Il ritiro da Gaza ha creato pericolose illusioni tra i palestinesi e rafforzato la politica di Ariel Sharon Un capro espiatorio La città di Sderot subisce tutte le peggiori conseguenze della cecità israeliana
    1 luglio 2006 - Zvi Schuldiner Sderot
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.21 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)