Da ieri sono iniziate le procedure d’espulsione e dunque gli imbarchi dei circa 700 attivisti -a parte quelli ricoverati nei vari ospedali, le cui condizioni non consentono il trasporto- sequestrati illegittimamente dal governo israeliano nelle acque internazionali tra Cipro e Israele. A quanto pare nessuno sarà trattenuto, come invece il governo israeliano sosteneva almeno per 24 passeggeri a bordo della Marmara, accusati di non essere pacifisti preposti a consegnare aiuti umanitari, bensì fiancheggiatori terroristi che trasportavamo armi a Gaza. Netanyahu, a fronte delle critiche del mondo intero, ma soprattutto del diktat che molto probabilmente Obama gli ha lanciato, ha preferito non peggiorare la vergognosa situazione in cui il suo governo, prepotentemente e spudoratamente, s’è reso protagonista.
120 passeggeri sono stati trasferiti ieri sera al valico di frontiera con la Giordania, da dove saranno restituiti ai loro paesi d'origine. Le forze militari israeliane hanno suddiviso le procedure d’espulsione e rimpatrio in scaglioni, partendo dalla Turchia e da 124 attivisti provenienti da 12 nazioni musulmane, a seguire i fermati e/o detenuti degli altri paesi, Italia compresa. Questa la comunicazione ufficiale dei paesi e il numero degli espulsi, escludendo i 9 morti e le persone gravemente ferite, ancora ricoverate nei vari ospedali: Australia 3, Azerbaigian 2; Italia 6; Indonesia 12; Irlanda 9; Algeria 28; Stati Uniti 11, Bulgaria 2, Bosnia 1, Bahrain 4, Belgio 5, lGermania 11; Sud Africa 1, Olanda 2, Regno Unito 31; Grecia 38 , Giordania 30, Kuwait 15; Libano 3; Mauritania 3; Malaysia 11; Egitto 3, Macedonia 3; Marocco 7, Norvegia 3, Nuova Zelanda 1; Siria 3, Serbia 1, Oman 1; Pakistan 3; Repubblica Ceca 4; Francia 9 ; Kosovo 1; Canada 1, Svezia 11, Turchia 380; Yemen 4.
I primi rilasciati e giunti in Giordania, per trasferirsi da qui nei loro Paesi, hanno avuto modo di commentare il trattamento loro riservato. “Gli israeliani hanno malmenato e umiliato tutti noi, donne, uomini e bambini”, ha riferito il parlamentare del Kuwait, Walid al-Tabtabai, che era a bordo di una delle navi con altri attivisti provenienti da paesi musulmani. “Sono stati brutali e arroganti, ma il nostro messaggio ha raggiunto ogni angolo del mondo: il blocco di Gaza è ingiusto e va revocato immediatamente” L’algerino Izzeddine Zahrour ha dichiarato che le autorità israeliane ha privato gli ostaggi di cibo, acqua, di servizi igienici e ha impedito loro di dormire. Venivano spintonati, ammanettati e umiliati. Gholam Mohammed, cittadino della Mauritania, ha riferito che i militari pretendevano di far firmare loro un documento con cui dovevano dichiarare che erano entrati illegalmente in Israele. La risposta, pressoché unanime dei sequestrati, è stato il rifiuto in quanto il loro obiettivo non era certo quello di entrare in Israele illegalmente, dove peraltro sono stati condotti con la forza dalla marina israeliana attuando vero e proprio rapimento, dopo essere stati prelevati in acque internazionali, bensì di portare aiuti a Gaza.
Stante queste premesse ci pare ora ragionevole pensare che potremo abbracciare i nostri italiani se non oggi, domani. A quel punto l’incubo finirà, ma questa volta dovrà essere lo spunto per imporre (imporci) seriamente un determinato “basta!” alle stragi impunite a opera dei soliti noti, cui concediamo, inspiegabilmente, straordinario potere di vita e di morte, oltre a permettere loro di bilanciare da sempre, direttamente e indirettamente, il destino del pianeta
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