Stop alla guerra a Gaza, ora!
Le operazioni militari israeliane iniziate a Gaza mercoledì 14 novembre 2012, sono il risultato di quattro anni di tempo perso da parte del governo di destra di Netanyahu. Il governo di Netanyahu ha persistentemente rifiutato di negoziare con i palestinesi il ritiro dalla West Bank e da Gerusalemme Est. Ha continuato ad espandere gli insediamenti nei territori palestinesi, consentendo lo sviluppo di bande fasciste in questi insediamenti.
Con il processo di pace in coma profondo, giungiamo oggi ad un nuovo ciclo di violenza che non risolverà nulla. I leader israeliani dichiarano che stanno difendendo i loro cittadini nel sud, ma tutti sanno, in realtà, che l’attuale conflitto non può produrre altro che una tregua temporanea. Il piano di Israele è mantenere Gaza separata dalla West Bank, cancellando ogni prospettiva di soluzione e annettendo de facto la West Bank. Hamas è un partner che Netanyahu accetta fin quando acconsente a questa separazione per mantenere Gaza sotto il suo controllo. Questa guerra ha lo scopo di terrorizzare la popolazione e spingere Hamas nell’angolo che va bene ad Israele.
Inoltre, sotto la copertura di questa guerra, il governo di Netanyahu cerca di distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dai bisogni sociali dei cittadini israeliani, in particolare quelli del sud, bisogni diventati ancora più urgenti dopo la vendita dei beni della nazione ad una ventina di famiglie abbienti.
In alcune zone di Tel Aviv sembra di essere a Beverly Hills, ma ciò che si può vedere oggi nelle città ebraiche e arabe del Negev è povertà, disoccupazione e riduzione dei servizi pubblici. È risaputo che Netanyahu sta progettando un programma draconiano di austerità. Timoroso di perdere voti alle prossime elezioni, sta cercando di capovolgere l’ordine del giorno perseguendo un’inutile guerra che ha già provocato decine di morti ed è lungi dal concludersi.
Come sindacato indipendente che unisce i lavoratori arabi ed ebrei in condizioni di parità, non possiamo restare indifferenti davanti a questa guerra sanguinosa che trascina i lavoratori a sostenere il loro vero nemico di classe. Oggi siamo dalla parte dei nostri fratelli e sorelle palestinesi – i lavoratori e i poveri di Gaza e della West Bank – che stanno pagando il prezzo più alto di questa guerra.
Tutti noi sappiamo che gli unici beneficiari della guerra sono il governo di destra israeliano e il governo di Hamas a Gaza, e che entrambi rifiutano di negoziare. L’estremismo continua a prosperare mentre i lavoratori di entrambi i lati dei confini del 1967 stanno soffrendo.
È nella tradizione del movimento dei lavoratori schierarsi contro la guerra e a favore della fratellanza dei lavoratori palestinesi e israeliani. Facciamo appello al movimento internazionale dei lavoratori affinché prenda l’iniziativa nel chiedere il cessate il fuoco a Gaza, prenda una posizione ferma contro l’occupazione israeliana e chieda progressi verso una soluzione pacifica basata sulla costituzione di una Palestina indipendente con Gerusalemme capitale. Solo quando queste richieste saranno accolte saremo in grado di costruire i nostri due paesi, fornendo alla popolazione lavori dignitosi, istruzione, servizi sanitari, senza più spendere miliardi in guerre che non portano da nessuna parte.
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