Gli abitanti hanno nuovamente affrontato l’esercito israeliano per affermare il diritto a restare sulle proprie terre
Qui infatti, come anche negli altri villaggi a Ovest di Ramallah, sara’ innalzato il muro. L’esercito ha aperto il fuoco sui manifestanti utilizzando proiettili di gomma. Oggi a Deir Quadis, il piu’grave dei feriti Moneser Faris, 12 anni, e’ in condizioni critiche. Anche un altro palestinese, Osama Ahmed, 28 anni, e’ stato colpito al volto. Altri tre palestinesi ed una donna del gruppo degli internazionali, sono stati feriti in modo meno grave. Anche lo scorso martedi’, durante una manifestazione presso Al Midya, l’esercito ha sparato ad altezza d’uomo sugli abitanti del villaggio e gli internazionali (in maggioranza italiani partecipanti alla carovana per la pace in Medio Oriente). Durante gli scontri ad Al Midya, Kathem Alkawaja e’ stato copito ad un occhio e Tassir Abo Saif al volto. Inoltre sono stati usati lacrimogeni e bombe assordanti.
E’ opportune ricordare che i cosiddetti rubber bullets sono fatti di metallo rivestito da una sottile membrana di plastica, che a seconda della distanza e della traiettoria puo’ penetrare nel corpo, causando danni irreversibili, infermita’ e morte. I soldati erano vicinissimi ed hanno dunque deliberatamente mirato alla testa.
La manifestazione di oggi, come quelle dei giorni scorsi e’ partita dal centro del villaggio dove un corteo di donne, uomini, bambine, bambini ed anziani si e’ avviato in corteo verso le terre su cui scavano le ruspe israeliane. Le bandiere che si vedevano sventolare, come nelle altre manifestazioni dei villaggi della zona, erano in prevalenza di Hamas, seguite da Fatah ed Al Mubadara (National Palestinian Initiative).
In questi giorni stiamo assistendo ad una massiccia mobilitazione degli abitanti dei villaggi ove ancora non sorge il muro alto otto metri che vediamo nelle zone intorno a Qualquilia, Tulkarm, ed in tutti i luoghi in cui e’ statao gia’ innalzato. Nelle zone ad Ovest di Ramallah sono per ora in azione le ruspe, che scavano ogni giorno dalle 08.00 alle 15.00 il solco su cui saranno sistemate le pareti di cemento della cella che cicondera’ intere comunita’ e che separera’ le stesse dalla terra e da persone e luoghi al li la’ del muro. La manifestazione di martedi’ scorso, svoltasi tra Na’lin e Al Midya, ha assunto un’impronta internazionale. Oltre a Taha Kawaja, portavoce degli abitanti della zona, hanno preso la parola, in ordine di intervento, anche il Dr. Mustafa Barguti, segretario di Al Mubadara (National Palestinian Initiative), Roberto Giudici, in rappresentanza dei partecipanti all Carovana per la pace in Medio Oriente che in questi giorni e’ presente nei Territori Palestinesi Occupati, Takis Politis, del Grecia Social Forum e Paula Abrhams Hurani, Americana residente in Austria delle Donne in Nero.
La situazione a cui si e’ assistito oggi e’ stata diversa dal solto, l’esercito infatti, dopo aver sparato lacrimogeni ed aperto il fuoco, e’ avanzato facendosi strada a colpi d’arma da fuoco. Si e’ trattato di un’operazione di guerriglia, portata avanti tra donne e uomini disarmati. Ci siamo ritrovati con i soldati a pochissimi metri. Alcune persone, tra cui degli israeliani sono stati fermati. La donna colpita tra gli internazionali e’ stata centrata ad un braccio e, nel cadere ha riportato fratture in diverse parti del corpo. Nei prossimi giorni sono previste altre manifestazioni.
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