Palestina

Un'edera secca che mi fa mal di pancia

17 aprile 2004
S.M.

Ciao,
ormai mancano pochi giorni al ritorno e gli incontri, i concerti, i saluti sono tanti e incalzanti.

Ma dell'edera secca vi devo proprio raccontare.

Fin dalla prima volta che ho passato il check-point di Qalandia ho notato che le torrette di guardia israeliane erano come abbandonate. Un'edera secca vi era cresciuta e vi era rimasta impigliata. La cosa mi stupiva ma anche rasserenava.
Ma più mi imbattevo in differenti check-point e più notavo che le torrette e anche certe zone militari erano ricoperte di edera secca.
Anche certi appartamenti ai piani alti di grandi edifici avevano questa particolare escrescenza.
E così mi è venuto il mal di pancia: l'edera secca è finta, ed è una speciale fibra plastica (credo) che riproduce una specie di rete, per coprire i fucili puntati dei militari al controllo. Se non si sa, davvero la cosa passa inosservata: un'edera secca è qualcosa di vecchio e rimasto fermo per molto tempo.
Ecco, qui, una pianta (finta) viene utilizzata come mezzo psicologico per ingannare e ferire, se non uccidere. UNA PIANTA!!!

Che mal di pancia.

E se avete voglia di continuare a leggere, eccovi ancora qualche pensiero di oggi. Scusate la lunghezza, ma scrivo anche per sfogarmi.

Ieri ero a fare Shabbat Shalom (festa ebraica del venerdi sera), dalla famiglia di un'amica in Israele.
E lì ho incontrato alcune sue cugine che stanno facendo servizio militare a Nablus, dove son stata tempo fa: ho così, finalmente, parlato, a cuore aperto, con quelle che di solito incontro come soldatesse armate fino ai denti nei famigerati check-point.

La discussione è stata veramente interessante (tanto che alle 2 di notte i familiari son venuti a dirci che andavano a dormire per farci smettere!), e la cosa che mi ha più colpita è stata che lei (come vari altri soldati) capiscono e vedono la sofferenza dei palestinesi. E non la vorrebbero. "Ma" dicono "per ragioni di sicurezza devono servire il loro Paese, per 'proteggersi' ".

Proteggersi.

- Mi sa che la parola "proteggersi" può giustificare, ormai, qualsiasi azione illegittima. -

"A me sembra che voi stiate schiacciando un sacchetto d'acqua con le mani pretendendo che nessuna goccia o zampillo ne esca" le ho detto. E lei si trovava d'accordo, ma mi ha risposto "What shall we do? We have no choice..." Allora le ho detto che si può dire "No", o prestare servizio in altre zone che non siano i territori occupati. Ma è una cosa difficile per la quale si è perseguiti, ha risposto. "E poi è anche colpa loro se se la vedono così male"...

Ancora una volta ho capito come la gente comune continui a fare cose in cui non crede perchè deve "proteggersi" o perchè "non ha scelta".

In ogni modo, ho passato con loro una splendida serata, in una cara famiglia, celebrando il breve rito ebraico del versare il vino sul calice, e mi son sentita accolta meravigliosamente.
Esattamente come sento quando sono stata nella famiglia musulmana di Hebron.

E allora il mal di pancia diventa la rabbia di sentire come la gente si senta impotente e, soprattutto la popolazione civile israeliana, non faccia nulla per cambiare una situazione che fa male a loro e anche ai "nemici", accettando supinamente gli ordini dall'alto.

"Our biggest problem is that we are not a Democracy, because in Israel Religion, Army and Politics are the same powers and they go on together..
la base della democrazia è la separazione dei poteri, ma questo da noi non avviene". E poi mi ha parlato di come l'odio sia soprattutto religioso, e di come esso derivi addirittura dalla Bibbia, quando Abramo ha cacciato suo figlio Ismaele, fratello di Israele. Da Ismaele son discesi i palestinesi, da israele gli ebrei. Ma da allora si sono odiati.

Sospiro.

La religione senza ragione crea mostruosità terribili.

Prospettive:

Oggi parlavo con una suora che vive qua da più di 30 anni riguardo le prospettive. Mi ha detto che secondo lei presto Gaza diventerà Stato Palestinese, o meglio, Prigione in cui i Palestinesi possono vivere.
Secondo lei a breve Arafat sarà trasferito là di forza. E per il West-Bank continuerà il caos e la recinzione del muro ("anche se il muro è un dettaglio" mi diceva).
E una volta che Arafat non ci sarà più, scoppierà una guerra civile. "Ricordo, quand'ero giovane, che a volte anche i partigiani si ammazzavano tra di loro, e qua succederebbe la stessa cosa". La gerarchia è potente, nel mondo musulmano. La guerra per il potere sempre latente.

E tra pochi giorni me ne torno in Italia. Incapace di afferrare l'ampiezza di questo conflitto. Piena di domande e di dubbi.

L'unica cosa che sento certa è che gran parte dei mass media del mondo occidentale e di quelli del mondo musulmano stanno aizzando la gente una contro l'altra e seminando l'odio reciproco per giustificare le azioni schifose dei propri governi, sia esso Saddam o sia esso Bush.

Sta a noi constatare, vivendo, che musulmani e occidentali sono persone normali, belle e brutte, che possono serenamente convivere se lo vogliono.

Vi saluto senza salami, senza edere secche, senza cappelli neri in testa, nè veli, con un semplice buongiorno.

:)

Sara

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