Perché occuparsi di Palestina? Intervista a Gabriella Grasso
Mi chiedi perché mi interesso della Palestina...
Ti darò una risposta banale.
Ti faccio un domanda: dove sono finite l'etica e la morale nel nostro paese?
Parliamo per esempio del diritto alla vita.
Considera i morti di cancro che abbiamo avuto, e che abbiamo provato a salvare, in Italia tra marzo e maggio 2020: 36.555, In Palestina non ti fanno nemmeno provare a curarti, basta un checkpoint ed hai finito la corsa.
(Gazawi malato di cancro arrestato al valico di Beit Hanoun)(A Gaza si muore di cancro più che nel resto del mondo) (Precluse le cure ai palestinesi malati di cancro)
Oppure pensa alle storie di violenza alle quali assistiamo nelle nostre comunità: finiscono in prima pagina sui giornali e sui media televisivi. In Palestina i civili assassinati dai militari israeliani o dai coloni non fanno notizia, aggressioni non determinate da alcuna motivazione, gli autori non vengono perseguiti dalla legge e se vengono processati, gli assassini diventano eroi nazionali.
(IOF sparano contro contadini ad est di Khan Younis) (Eyad Hallaq, il lutto impossibile)
Oppure parliamo di casa.
Quanti italiani sono senza casa? Ai palestinesi demoliscono le case dal 1948. La Nakba non si è mai fermata, soprattutto dopo gli accordi di Oslo, perfino durante la pandemia. L'esercito ha attaccato anche gli ospedali Covid.
(Israele approva costruzione di 980 unità abitative nella colonia di Efrat, nel sud di Betlemme) (OCHA: Demolizioni illegali in Cisgiordania durante la pandemia)
Trovi che sia difficile decidere da che parte stare?
Anche dalle nostre carceri si è levato un grido d'aiuto durante il periodo dell'epidemia, mentre le istituzioni hanno tentato di nasconderlo. In Palestina: le forze israeliane hanno assaltato il carcere di Ofer e aggredito i prigionieri.
L'elenco delle contrapposizioni è infinito.
Forse a livello politico non si possono fare paragoni...
Davvero? Allora dimmi cosa fanno i nostri politici a Bruxelles? Quanti anni abbiamo impiegato a capire che Oslo per i Palestinesi è stata una trappola? Quanto tempo impiegheremo a capire che cosa sono per noi le regole economiche imposte dall'UE?
(1993, Accordi di Oslo: la colonizzazione della Palestina subì un’accelerata)
In questi ultimi mesi i nostri politici ci hanno dato come non mai la certezza del loro massimo degrado, come non pensare all'ANP sempre pronta a dialogare con Israele sulla base delle risoluzioni internazionali
Abbiamo politici italiani che fanno da controfigura a quelli israeliani: i primi non vogliono la costruzione di luoghi di culto per coloro che professano la religione islamica nel nostro paese, mentre i secondi in Palestina vorrebbero demolire le moschee esistenti (Municipio di Gerusalemme minaccia di demolire moschea). Qui hanno fatto chiudere interi paesi, basta chiedere a Mimmo Lucano - in Palestina la chiusura di intere aree o paesi è una pratica quotidiana dell'occupazione (Le forze di occupazione chiudono cittadina vicino a Jenin)
Beh... là è facile: è occupazione militare!
Nella sostanza non cambia. La Sardegna non è un poligono militare? E anche la Sicilia? E tutto lo stivale pieno di basi e bombe atomiche che non sono nostre?
Esercitazioni militari israeliane nelle aree abitate della Valle del Giordano: in Palestina l'esercito occupante testa sui civili palestinesi le armi che poi vende nelle fiere internazionali; i personaggi coinvolti sono sempre gli stessi, prima fanno i militari, poi i produttori di armi o i venditori o i politici. Almeno questo qui non succede. Il nostro paese non è militarizzato capillarmente. Almeno fino ad ora non lo è stato, anche se le nostre istituzioni spesso criminalizzano il dissenso (Importante astrofisico palestinese in detenzione amministrativa per ordinanza militare di Israele).
Qui non facciamo manifestazioni anticoloniali, i nostri processi storici vengono deviati prima che se ne realizzi il percorso: assassinio di Mattei, strategia della tensione, assassinio di Moro... Invece in Cisgiordania, i feriti e asfissiati durante manifestazioni anti-coloniali non si contano, anche i morti … Se parliamo di Gaza poi è necessario parlare di genocidio. Gaza è un campo di concentramento a cielo aperto.
Politici controfigure e nessuna relazione tra i due paesi?
Assolutamente no! A livello di relazioni internazionali i nostri governi hanno un folto pelo sullo stomaco e il sodalizio guerrafondaio tra Israele e le aziende italiane gode di una ricca agenda, in particolare Italia e Israele hanno un'alleanza strategica per il controllo dello Spazio. Sta per uscire a proposito “Embargo Militare contro Israele”, dossier a cura di BDS Italia con il sostegno di PeaceLink e la collaborazione del Collettivo A Foras.
A qualunque male sociale o individuale assistiamo nel nostro paese possiamo essere certi che in Palestina ne troveremo l'iperbole. Ciò premesso mi sembra sia logicamente banale farsi coinvolgere dalla storia palestinese. Criminale sarebbe stare alla finestra a guardare. Guardare la morte vincere e conquistare il nostro pianeta e far finta di niente non è criminale?
Però mi sembra che non siate in molti a occuparvi di Palestina.
E' vero. Qualche decennio fa i movimenti politici schierati dalla sua parte erano molti e attivi. Me lo spiego attraverso le parole di Z. Bauman, penso faccia parte della “frammentarietà indotta dalla tecnologia, che a un estremo produce l'occultamento della natura sistemica dell'habitat umano, e dall'altro la frammentarietà dell'io morale … In nessuna circostanza il soggetto incontra la totalità del mondo, o dell'altro uomo... il soggetto non agisce mai come persona totale, solo come temporaneo veicolo di uno dei molti problemi che punteggiano la sua vita”. Ci sono fasce della popolazione italiana schierate con chi uccide e colonizza, persone che non credono nel principio di uguaglianza tra gli esseri umani.
I mezzi di comunicazione considerano questo un problema e se ne occupano? No, perché non sono proprietà della popolazione, tanto da provocare da noi la nascita di un Appello pubblico contro la censura e per la libertà di informazione sancita dalla Costituzione italiana, mentre in Israele si arresta troupe TV palestinese. (In Israele facebook è la piattaforma più utilizzata per il razzismo anti-palestinese).
Il mondo dell'istruzione considera questo un problema e se ne occupa? No, il sistema scolastico è stato modificato per diventare uno strumento utile al sistema produttivo. La riforma ha escogitato un piano per mettere "a 90" gli studenti a scuola. Ora più di prima
la scuola italiana è classista. Nel frattempo Israele insegna ai suoi figli a odiare.
Stando alle tue parole stiamo tornando indietro!
Sì. Siamo in molti ad esserne consapevoli ormai. Le riforme sociali vanno in una direzione favorevole allo sviluppo umano? No. Solo il reddito di cittadinanza ha dato un segnale positivo. Non esiste un piano per gli alloggi popolari o un piano per difendere il lavoro. Mentre Israele demolirà decine di case a Gerusalemme per costruire l’“American Road, il rapporto PCBS dice che la disoccupazione in Palestina è al 26.6%.
Così in Italia la casa non è più un diritto, e dopo la pandemia la crisi economica colpirà
tutti i lavoratori: vecchi, giovani, donne e uomini.
Per chiudere i parallelismi vorrei ricordare le oltre 70 risoluzioni ONU che condannano l'occupante, privo di una costituzione e di principi su cui fondare la convivenza dei propri cittadini. L'esito del nostro ultimo referendum ci dice che ci stiamo avviando nella stessa direzione demolendo la nostra di costituzione.
Comunque l'Italia non ha del tutto abbandonato la via della legalità internazionale.
E in questo crediamo.
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