in memoria di Rachel Corrie
Tra Caino e Abele
L’International Solidarity Movement
dopo il 16 marzo 2003
- Premessa
- Che cosa è l’ISM
- Rachel di Ghassan Andoni — 25 marzo 2003
- Wake Up Israelis (Svegliatevi Israeliani) di Ghassan Andoni — 12 aprile 2003
- We can not be deafeted di Ghassan Andoni — 11maggio 2003
- CALL OUT FOR MATURE AND JEWISH ISMERS di Ghassan Andoni — 22 maggio 2003
- Una discussione sulla strategia futura dell’ISM di Ghassan Andoni — 23 maggio 2003
- Qualche considerazione
- Allegati
- Fact sheet del Palestine Monitor sui caduti palestinesi
- Statistiche dell’IDF sui caduti israeliani
- Israel to bar pro-Palestinian activists from entering country
- Form to be filled out and submitted to IDF authorities prior to entry to the Gaza Strip
- Traduzione in italiano del modulo in all’4
- KIWI
- IL FALLIMENTO GARANTITO DELLA ROAD MAP di Tanya Reinhart
- La Roadmap
Contributo al Forum "Verso
i corpi civili di pace. Per una politica europea non armata"
Bologna, 6 — 8 giugno 2003
a cura di KIWI
In allegato 1 il fact sheet del palestine monitor www.palestinemonitor.org
con i dati, per mese, al 13 maggio 2003, dei 2.458 palestinesi
uccisi
nella seconda Intifada.
In allegato 2 la tabella degli israeliani uccisi nella seconda
Intifada, dal
sito dell’esercito israeliano, www.idf.il,
pari a 781.
Più recentemente, a partire dal 16 marzo l’esercito israeliano
ha cominciato ad attaccare gli internazionali dell’ISM
-
16 marzo 2003, assassinio a Rafah di Rachel Corrie (23 anni), americana
-
5 aprile 2003, ferimento gravissimo a Jenin di Brian Avery (25 anni), inglese
-
11 aprile 2003, ferimento gravissimo, a Rafah, di Thomas Hundall (22 anni), inglese, ora rientrato in coma in Inghilterra (vedi www.tomhurndall.co.uk )
Lo scorso anno, il 22 novembre a Jenin, era stata ferita ad una
gamba Caoimhe Butterly , (23 anni), irlandese, una delle più note
attiviste
dell’ISM.
Lo stesso giorno, sempre a Jenin, era stato ucciso un funzionario inglese
dell’ONU,
Ian Hook (50 anni).
Il governo israeliano all’inizio di maggio ha dato disposizioni per
impedire
l’ingresso in Israele (e quindi in Palestina) degli attivisti
internazionali
(all. 3).
Inoltre per entrare nella striscia di Gaza è necessario sottoscrivere
una dichiarazione che deresponsabilizza l’esercito israeliano per
eventuali
incidenti mortali o non (una vera e propria licenza di uccidere) e di non
appartenenza
all’ISM (all. 4 e 5).
Quanto è accaduto ha determinato una riflessione profonda, se non una
crisi, all’interno dell’International Solidarity Movement, come
indicano
gli scritti riportati nei successivi paragrafi.
Una riflessione che interessa noi tutti e alla quale dobbiamo prendere parte.
KIWI? Una aggregazione in fieri (all. 6).
- Che cosa è l’ISM (dal sito www.palsolidarity.org, "about us")
L’International Solidarity Movement è un movimento
palestinese formato da attivisti palestinesi e internazionali che
lavorano per
far crescere la consapevolezza della lotta per una Palestina libera e per la
fine della occupazione israeliana. Noi utilizziamo i metodi di resistenza non
violenti e di azione diretta per affrontare e sfidare le politiche e le forze
dell’occupazione illegale israeliana.
Come deriva dalle leggi internazionali e dalle risoluzioni dell’ONU, noi
riconosciamo il diritto dei palestinesi di resistere alla violenza e
all’occupazione
israeliana attraverso la lotta armata.
Tuttavia, noi crediamo che la non-violenza può essere un’arma
potente
per lottare contro l’oppressione e noi abbiamo fatto nostri i principi
della resistenza non-violenta.
Noi sosteniamo il diritto dei palestinesi a resistere all’occupazione,
come previsto dalla legge internazionale.
Noi chiediamo la fine immediata dell’occupazione e l’immediato
riconoscimento
e applicazione di tutte le risoluzioni dell’ONU.
Noi chiediamo un intervento internazionale immediato per proteggere il popolo
palestinese e per assicurare che Israele si conformi alla legge
internazionale.
A causa della mancanza di rispetto dei diritti umani e della vita dei
palestinesi
da parte del governo israeliano e delle forze di occupazione, una
presenza internazionale
è necessaria per sostenere la resistenza non-violenta palestinese. Gli
attivisti palestinesi che tentano di lavorare o di protestare da soli
subiscono
dure punizioni dalle forze israeliane, bastonature, arresti prolungati,
ferite
gravi e anche la morte. Gli attivisti internazionali sono quindi una risorsa
per i palestinesi, sia per la loro presenza, sia come testimoni
dell’umiliazione
e dell’ingiustizia quotidiane dell’occupazione israeliana.
La missione e la struttura dell’ISM
Oltre alle nostre continue azioni sul terreno nei territori palestinesi
occupati,
l’ISM organizza campagne di azione-diretta non-violenta alle quali i
civili
internazionali sono invitati a partecipare per un periodo di tempo
stabilito.
La prima campagna ha avuto luogo nel mese di agosto del 2001. Dall’8 al
19 agosto del 2001, 50 civili stranieri, provenienti principalmente dalla
Gran
Bretagna e dagli Stati Uniti, hanno risposto all’invito e hanno
preso parte
in una azione di protesta e di testimonianza contro la brutalità
dell’occupazione
e le ingiustizie commesse dalle forze di occupazione israeliane contro i
civili
palestinesi. Questi attivisti sono tornati nei loro paesi di origine e hanno
riferito sulle loro attività e su quanto hanno potuto vedere in prima
persona.
Una seconda campagna ha avuto luogo dal 16 al 31 dicembre 2001. Questa volta
più di 70 attivisti internazionali hanno partecipato alla Campagna
Contro
l’Occupazione. Questa campagna si è concentrata nei villaggi
e nelle
città chiave della Palestina occupata, nelle quali la resistenza
non-violenta
è attiva, anche con visite di solidarietà nei villaggi che sono
stati recentemente colpiti duramente dalle forze israeliane che hanno
utilizzato
tanks, elicotteri e F-16s.
La terza campagna dell’ISM doveva iniziare il 29 marzo 2002. Ma quel
giorno
le forze israeliane hanno preso d’assalto Ramallah e rioccupato
completamente
la città. Dopo quella settimana, le forze israeliane hanno replicato
questa azione in ogni città palestinese della West Bank (con
l’eccezione
di Gerico) e hanno proseguito con settimane di coprifuoco e di completa
occupazione
militare. Gli attivisti internazionali sono continuati ad arrivare. Dalla
fine
di aprile centinaia di civili stranieri sono arrivati nei territori occupati
per aiutare a distribuire cibo, accompagnare le ambulanze e il personale
medico
e per agire come scudi umani nelle città, nei paesi e nei campi
profughi.
Gli attivisti dell’ISM hanno violato il coprifuoco e gli ordini
israeliani
nelle "closed military zones" (cioè, in aree civili) per
aiutare
negli sforzi umanitari, arrivando prima delle organizzazioni ufficiali e
mantenendo
una presenza durante i raids e gli assalti israeliani. Inoltre, gli attivisti
dell’ISM sono stati i primi a iniziare a documentare gli abusi dei
diritti
umani commessi contro i palestinesi con interviste e documentazione delle
distruzioni.
I primi giorni delle campagne sono dedicate al training di orientamento e
della
non-violenza. Agli attivisti sono fornite informazioni pratiche, logistiche
e legali. Sono anche costituite strutture di lavoro e formati gruppi di
affinità,
sono assegnate le responsabilità e sono discusse le strategie e la
metodologia.
Data la natura variabile e molto delicata della situazione nei territori
palestinesi
occupati, è indispensabile che gli attivisti abbiano la conoscenza e
la preparazione mentale per essere efficaci nel raggiungere risultati
predeterminati
e essere di aiuto nella missione complessiva di portare ad una fine
l’occupazione
israeliana della Palestina attraverso l’uso di metodi e strategie
non-violente.
by Ghassan Andoni, email del 25 marzo 2003
Solo ora riesco a sedermi davanti al computer per scrivere sul
tragico assassinio di Rachel.
Da quando tutto ciò è avvenuto molti di noi dell’ISM
stiamo
passando dei momenti molto duri. Ad aumentare la mia tristezza e la mia
angoscia
c’è anche il fatto di essere la persona che ha ricevuto e
esaminato
quasi tutto quello che è stato scritto sulla tragedia di Rachel.
Io ricordo che dopo la dimostrazione del 1 aprile 2001, a Beit Jala, promossa dall’ISM, abbiamo avuto molte discussioni sulla possibilità di perdere vite umane nel lavoro degli attivisti dell’ISM in Palestina. Durante quella dimostrazione pacifica un tank israeliano, senza una ragione e senza un avvertimento, ci ha sparato addosso a casaccio, ferendo otto di noi, fortunatamente senza uccidere nessuno.
Con la morte di Rachel la situazione è completamente
cambiata.
Mentre la maggior parte dei commentatori si sono interessati
all’incidente
e alle sue modalità, noi, i palestinesi e gli amici internazionali di
Rachel, abbiamo dovuto affrontare un doloroso processo di valutazione.
"Che cosa vale la pena di fare?" Proteggere una vita umana vale
perderne
un’altra?
Noi avvertiamo ancora un senso molto pesante di responsabilità.
Questo potrebbe sembrare strano durante una crisi che sta distruggendo
giornalmente
la vita di tante persone, ma non ci nascondiamo che l’assassinio di
Rachel
ha un significato molto diverso.
Con l’assassinio di Rachel è stato uccisa la nostra fiducia fondamentale nell’umanità e negli esseri umani. La fede che ciascuno di noi, indipendentemente da ciò in cui ciascuno crede o a quale parte appartenga, ha dentro di sé un minimo di umanità alla quale è possibile fare appello, con la quale è possibile stabilire un minimo di legame e alla quale possiamo rivolgerci. Noi credevamo che anche i nostri avversari, i soldati israeliani e i coloni, malgrado le paure, le ideologie e l’educazione dottrinale, avessero ancora dentro un qualche elemento di umanità. Noi avevamo fiducia che le nostre azioni, la nostra presenza, i nostri skills e il nostro training fossero sufficienti a stabilire un collegamento.
Noi pensavamo di non rappresentare una minaccia per i nostri avversari e trattandoli con rispetto e amore anche quando dovevamo fronteggiare la loro ostilità e la loro rabbia, fosse impossibile per un essere umano uccidere. Mentre indagavamo su questo tragico assassinio non abbiamo avuto dubbi che Rachel e i suoi amici hanno lavorato duramente per amare, rispettare e comunicare con i soldati e con il conducente del bulldozer.
Gli attivisti per la pace non mancano di determinazione. Rachel ne era un grandissimo esempio. Combattono con amore con tutti quelli che sono intorno a loro, compresi gli avversari, con molta calma. Avendo una fede illimitata negli esseri umani e nell’umanità, essi sostengono la sfida e distribuiscono amore a tutti.
Quando gli attivisti dell’ISM si trovano di fronte a dei soldati armati fino ai denti, se non avessero fiducia negli esseri umani, farebbero la cosa più stupida. Ciò che ferma un soldato dallo sparare ad un attivista che gli impedisce di "obbedire agli ordini " è l’amore nascosto dietro l’aspetto di durezza, l’umanità che è dentro di lui che definisce i limiti della brutalità e del potere che può esprimere. Se non ci fosse questo allora è preferibile non vivere in questa giungla nella quale chi ha gli artigli più acuti uccide e mangia gli altri.
Se questa fiducia è perduta, la pace perde ogni suo significato. Noi crediamo che tutti gli esseri umani sono per natura buoni anche se fanno cose turpi. Il momento in cui dovessimo perdere questa fiducia, restano solo la guerra e il potere.
Io dovrei ammettere che questo conducente del bulldozer e pochi soldati israeliani e coloni hanno fatto di tutto per convincerci del contrario. Mi piacerebbe di sollecitare Israele a controllare attentamente come l’educazione e l’ideologia può portare un essere umano a schiacciare a morte brutalmente una persona dolce come Rachel. Molti ci hanno già detto che certe persone capiscono solo il linguaggio del potere e della forza. Evidentemente hanno perso ogni fiducia nell’umanità e nella natura buona della specie umana.
Noi non l’abbiamo persa.
Nel profondo, sia i palestinesi che gli israeliani, sono pieni di timori, rabbia e odio gli uni verso gli altri. Si sentono isolati e lasciati soli. Rachel ha tentato di aprire una speranza di pace, di diffondere amore per tutti, di costruire ponti, di stabilire collegamenti. Ha preso posizione in favore di coloro che non hanno potere, ma non contro i potenti. Ha tentato di aiutare il conducente del bulldozer ad accorgersi dei suoi limiti umani. Il suo potere di distruzione, la sua macchina pesante, lo hanno accecato e hanno schiacciato la sua umanità prima che lui schiacciasse il corpo piccolo e bello con la sua pesante lama.
Senza persone come Rachel io forse non vorrei continuare a vivere nel mondo che ci circonda. Quelli che hanno osato mandare lettere piene di odio, accusando l’ISM e Rachel con parole offensive, sono accecati dalle stesse cose che hanno spinto il conducente del bulldozer ad abbassare la sua lama per schiacciare la pace, l’amore e Rachel.
Ghassan Andoni, Gaza, 12 Apr 03
Il 16 marzo Rachel è stata schiacciata dalla lama di un bulldozer dell’esercito israeliano a Rafah. Era colpevole di tentare di proteggere la casa di una famiglia palestinese. E’ stato provato oltre ogni dubbio che è stata vista e riconosciuta come un’attivista internazionale per la pace, eppure il conducente ha obbedito ciecamente agli ordini.
Il 5 aprile, Brian è stato colpito alla testa da un tank dell’esercito israeliano da 50 metri di distanza. Anche lui era stato visto e chiaramente identificato come un’attivista internazionale per la pace. Egli era colpevole di tentare di proteggere dei bambini palestinesi. Il soldato ha obbedito ciecamente agli ordini e ha sparato una raffica di proiettili alla sua testa.
L’ 11 aprile, Tom è stato colpito alla testa da una
torretta di soldati israeliani a Yebna (Rafah) da 100 metri di distanza. Egli
era colpevole di tentare di allontanare due piccole ragazze dalla linea del
fuoco dell’esercito. Il soldato ha obbedito ciecamente agli ordini e
Brian
è clinicamente morto.
Questo è il modo come sono trattati attivisti internazionali
chiaramente
riconosciuti da parte delle vostre "Defense Forces". Vi siete mai chiesti
come
sono trattati i civili palestinesi? Vi siete mai chiesti perché
giornalmente
vi è un tributo così alto di palestinesi uccisi o feriti
gravemente?
In quale dei casi precedentemente elencati, uno degli attivisti
internazionali
ha rappresentato una minaccia per la sicurezza dei vostri soldati?
Perché
dovrebbero i vostri soldati, riparati in una torretta ben protetta, prendere
a bersaglio ragazzi palestinesi a 100 metri di distanza?
Ognuno di voi sente ancora nel profondo di sé il dolore dovuto al silenzio del mondo quando siete stati perseguitati, quando vi siete sentiti senza ogni difesa. Gli attivisti dell’ISM hanno deciso che è un crimine rimanere in silenzio nel momento in cui civili innocenti sono uccisi o perseguitati. Perché voi siete così tremendamente silenziosi? E’ solo questione da quale parte del proiettile voi state? Dalla parte di chi spara o dalla parte di chi è ucciso o ferito!!!!
E’ triste dover dire che anche la comunità internazionale è colpevole. Quando i civili palestinesi sono uccisi o perseguitati non si preoccupano affatto. Quando Rachel è stata schiacciata, sono rimasti tremendamente silenziosi, quando Brian è stato colpito, sono ancora rimasti in silenzio. Ora è la volta di Tom e noi ci domandiamo chi sarà il prossimo. Ora le persone "who care" hanno bisogno di protezione. Solo voi e la comunità internazionale può assicurare questa protezione. Se rimanete in silenzio, io credo che siete colpevoli come quelli che ubbidiscono agli ordini.
I conflitti sono alimentati dalla tendenza dei potenti a sfruttare il loro potere e dalla rabbia e dalla frustrazione, che si trasforma in violenza, di coloro che non hanno potere. Gli attivisti dell’ISM stanno tentando di far fronte alla prepotenza del potere e di portare speranza ai deboli. Nulla può contribuire meglio alla causa della pace del loro lavoro.
Per amor di Dio, Israeliani, alzate la vostra voce e mettete fine a questo massacro delle nostre speranze!
Per un futuro di pace!
Carissimi,
dopo tutto, noi siamo ancora qui e continueremo il nostro lavoro. Questo
attacco
contro gli attivisti dell’ISM fallirà. Già tutto il lavoro
dell’esercito, tutti i raids nelle nostre sedi, tutti gli arresti,
(could
not stand a court), non reggeranno l’esame di una corte. Flo sarà
rilasciata. E speriamo che le altre persone dell’ISM arrestate saranno
presto rilasciate. L’esercito non ha prove per le sue accuse. Noi
possiamo
sconfiggere quelli che vogliono continuare la guerra. Noi dobbiamo avere una
voce più alta, un lavoro più coordinato. Aumentiamo la
pressione
su di loro. Noi non perderemo mai perché noi lottiamo per la pace, per
la giustizia e per la vita.
Per difendere gli attivisti detenuti, noi abbiamo bisogno del vostro aiuto. Io con questa lettera faccio appello per un fondo di emergenza per le spese legali. Se potete aiutarci, questo è il momento in cui è più necessario.
ISM ha osato sfidare il sistema, che è stato attentamente costruito per continuare l’occupazione. Attivisti molto impegnati da tutte le parti del mondo, hanno iniziato i primi passi sulla via della pace in Medio Oriente. aiutateci a non lasciarli soli (down). Poiché stavano facendo un grande lavoro, stanno per essere processati.
Insieme possiamo costringere Israele a fare marcia indietro.
A causa dell’assalto recente all’ISM in Palestina da
parte del governo israeliano, siamo rimasti in pochi e stiamo lottando
per mantenere
una presenza efficace nei posti dove operiamo. Perciò chiediamo a ogni
potenziale ISMers di organizzarsi per venire qui al più presto . Noi
abbiamo in programma una campagna per l’estate che inizierà
in luglio,
ma noi speriamo che possiamo aumentare la nostra presenza prima di
allora. Noi
stiamo prendendo misure per ridurre la probabilità di arresti e quindi
vi preghiamo di non ritenere che il venire qui nella situazione attuale sia
una perdita di tempo. Vi sono moltissime attività alle quali possiamo
partecipare senza rischiare di essere arrestati. Naturalmente dovreste essere
sicuri di avere una ragione comprensibile e robusta per visitare la regione,
perché i funzionari dell’immigrazione stanno all’erta
per individuare
gli ISMers.
Come sempre, noi invitiamo tutti a unirsi a noi — con l’impegno
alla
non-violenza.
L’ISM invita in particolare persone anziane a venire per unirsi al
nostro
lavoro, perché le persone anziane hanno una possibilità
maggiore
di ottenere rispetto dall’esercito israeliano, e in generale da
parte della
gente, e come tali sono per noi risorse estremamente utili.
Inoltre, noi invitiamo in modo particolare persone ebree a unirsi al
movimento.
Già ora circa il 25% dei nostri attivisti provengono da ambienti
ebrei.
E’ molto più facile per un ebreo entrare in Israele e più
imbarazzante per il governo israeliano deportare ebrei, cosa che fa del
nostro
contingente ebreo una risorsa preziosa per il movimento.
Noi speriamo di vedervi in Palestina.
Cari amici,
Nell’ultimo incontro del core group dell’ISM mi è stato
affidato
il compito di iniziare una discussione sulla strategia futura dell’ISM.
Spero che con questo mio lungo scritto, noi possiamo iniziare una discussione
positiva che possa aiutarci a migliorare il nostro lavoro.
Non è certamente completo, ma è solo un tentativo di mettere in evidenza i problemi e di presentare alcune raccomandazioni su come gestirli. Mi scuso per il mio inglese che ne renderà più difficile la lettura. Se un volontario vuole fare un editing del testo è cordialmente benvenuto.
Ghassan Andoni
Bisogna considerare tre fattori in ogni revisione o riformulazione di strategie:
- La nuova politica israeliana verso ISM
- I cambiamenti attesi nella società palestinese
- Una revisione dell’esperienza dell’ISM maturata fino a questo momento
1- La nuova politica israeliana verso ISM
E’ evidente che siamo di fronte a una politica diversa verso l’ISM
e le sue attività. Questa politica comprende un cambio degli
ordini all’esercito,
a polizia e magistratura e agli stessi politici.
Indicatori:
- L’esercito considera gli attivisti dell’ISM come obiettivi nemici.
- La nuova politica relativa all’ingresso nel paese degli internazionali
- I raids negli uffici dell’ISM
- Una politica ufficiale di deportazione immediata degli attivisti arrestati
- Uno sforzo per de-legittimare e de-umanizzare l’ISM
Come tutto questo può influenzare l’ISM?
Apertura e trasparenza:
evidentemente c’è un prezzo da pagare per essere aperti e
trasparenti.
Se avete uffici, computers, attivisti conosciuti e una politica ufficiale di
esporre tutte le vostre attività e i vostri attivisti ai media,
è
molto più facile per i vostri avversari prendere misure contro di voi,
a partire dalle informazioni che voi fornite volontariamente. Ma
l’apertura
e la trasparenza sono le principali fonti di potere e di protezione
dell’ISM.
Ogni tendenza a diventare più cauti o a agire come un gruppo segreto
va a favore dei nostri avversari.
Il prezzo che pagheremo è: aumentare la capacità dei nostri avversari di impedire l’ingresso nel paese degli attivisti dell’ISM con maggiore e più lunga esperienza (the backbone). Nel breve periodo ciò avrà pesanti conseguenze sul lavoro dell’ISM. Per essere capaci di trasformare questa situazione in positivo suggeriamo le cose seguenti :
- fare maggiori sforzi per costruire un struttura portante palestinese
dell’
ISM.
L’obiettivo è: reclutare un maggior numero di attivisti ISM palestinesi n ogni regione e costruire una propria comunità di base, come ad esempio Tulkarem dove un comitato che rappresenta la maggior parte delle organizzazioni palestinesi di base è stato costituito per integrare le attività dell’ISM nella resistenza della comunità all’occupazione. Anche se una struttura di questo tipo richiede tempo e sforzi per essere sviluppata, è tuttavia una necessità.
Può assicurare continuità, anche se gli internazionali ISM più esperti non dovessero riuscire ad entrare nel paese. Intanto può trasferire l’esperienza ai nuovi arrivati e gradualmente fare in modo che l’ISM lavori con le comunità e non per la comunità. In altre parole, può spingere l’ ISM a diventare " un movimento guidato dai palestinesi ". - Avendo attivisti esperti dell’ISM in differenti paesi può aumentare la capacità dell’ISM nel reclutare, formare e preparare nuovi ISMers per venire in Palestina. Tutto ciò può aumentare la capacità dell’ISM in molti campi compresi I media, il lobbying, e l’appoggio. In un qualche modo, le misure prese per ridurre la capacità e l’efficienza dell’ISM può diventare una fonte principale di forza. Può mettere in maggiore evidenza che l’ISM è un movimento globale con un potenziale enorme.
- Il fatto che almeno l’80% degli attivisti che hanno aderito alle campagne dell’ISM in ogni momento sono nuovi attivisti, ci assicura sulla possibilità dei nostri avversari di privarci degli attivisti internazionali. Quindi, ISMers con maggiore esperienza che dedichino più tempo a reclutare e preparare a venire nuovi attivisti, possono aiutare l’ISM ad aumentare il loro numero e le attività in Palestina.
- la sola misura che ISM dovrebbe prendere in considerazione, per quello che riguarda l’apertura è la seguente: indicare ai nuovi attivisti a non rivelare o comunicare qualsiasi informazione che può impedire di entrare nel paese.
- per lottare contro la politica di deportare gli attivisti ISM, noi dobbiamo essere pronti ad essere deportati e a resistere alla deportazione. Nascondere o limitare le nostre attività, o ridurre il nostro profilo per evitare le deportazioni aiuterà solamente a convincere i nostri avversari che questa politica funziona. Noi non dovremmo escludere l’idea di combattere la politica di respingere le persone alla frontiera organizzando gruppi per eventi ad "High risk" che arrivino alle frontiere con l’intenzione di resistere al fatto di essere respinti. Ma c’è bisogno che ISM allochi per questo le risorse necessarie. Noi possiamo resistere alle deportazioni solo facendone un problema.
- ISM ha bisogno di fare uno sforzo maggiore di lobbying e di patrocinio all’interno di Israele. Costruire relazioni migliori con I gruppi pacifisti israeliani, stabilendo un livello migliore di comunicazione con i partiti Meretz e Shinue, con la sinistra del Labor Party, a con i partiti arabi è molto importante. L’incontro con il parlamentare dello Shinue che ha portato il partito a sostenere la mozione in favore dell’ISM è un buon esempio. Vi sono persone anche all’interno dell’establishment politico israeliano che sono o simpatizzanti o impegnati sull’immagine di Israele che può essere utile nel limitare l’ostilità del governo e delle forze armate contro ISM. E’ importante creare un dibattito politico intorno all’ISM piuttosto che il solito dibattito sulla sicurezza.
Reactive Versus Proactive:
moltissimo è stato detto sull’essere reactive o proactive.
per essere
capaci di valutare realisticamente il nostro lavoro e di formulare una
strategia
per il futuro, abbiamo bisogno di riesaminare la nostra definizione di
noi stessi,
la formulazione della missione, gli obiettivi e la metodologia.
Che cosa è l’ISM: "un movimento internazionale guidato da
Palestinesi."
Io credo che questa definizione è corretta, perché
comprende tutti
i fattori necessari per definire che cosa ISM è.
- "ISM è un movimento internazionale" in modo da evitare di essere recepito come una fazione palestinese. Questa definizione è stata saggia e lo rimane. Ci ha assicurato lo spazio necessario per funzionare, costringendoci ad evitare di essere parte di qualsiasi differenza interna palestinese, assicurandoci un certo livello di immunità, e permettendoci di ottenere un alto livello di credibilità.
- ISM è "Palestinian led" in modo che noi non siamo al servizio di nessuna agenda internazionale in Palestina e per non dimenticare che noi abbiamo bisogno di integrarci con i le organizzazioni della società civile palestinese contro l’occupazione. Per sottolineare che noi agiamo all’interno delle regole e delle tradizioni della società palestinese.
Siamo ora nel giusto se utilizziamo questa definizione?
Nelle nostre relazioni con la comunità palestinese abbiamo
attraversato
due stadi e stiamo ora nel terzo. Il primo stadio è stato
caratterizzato
dalla curiosità e dal sospetto. Il secondo dal riconoscimento e
dall’apprezzamento.
Il terzo è di sostegno e di disponibilità a partecipare.
Il problema principale che io vedo a questo proposito è: noi non siamo
ancora una struttura pronta per questo terzo stadio. Noi siamo ancora in
larga
misura strutturati intorno agli attivisti internazionali esperti. Il numero
degli attivisti palestinesi è ancora basso e le relazioni con la
comunità
sono ancora frettolose. Da una parte dobbiamo ammettere che la classe media
palestinese, quelli che costituiscono la leadership delle "organizzazioni
della
società civile" sono molto neutrali quando si arriva alla resistenza.
Tutte le forme di resistenza, militante o solo civile, hanno origine
dalle più
povere, meno istruite, e più tradizionali città, vi8llaggi
e campi
profughi palestinesi. A differenza della prima Intifada, la più
istruita classe media palestinese non partecipa alla resistenza attiva
civile.
Questa situazione fa mancare all’ISM il settore sociale principale che
dovrebbe prendere la guida nella resistenza civile.
D’altra parte, noi dobbiamo riflettere sui nostri limiti strutturali. I
nostri attivisti palestinesi a pieno tempo, che hanno portato avanti la
maggior
parte del lavoro sulle loro spalle, sono stati completamente assorbiti
nel lavoro
con gli internazionali, e non possono anche adempiere il compito di una
migliore
partecipazione della comunità. In tutto ciò che abbiamo fatto,
ISM ha pianificato e agito solo con un piccolo contributo da parte della
comunità.
Il lavoro per costruire una nostra base nella comunità è
cruciale.
Nel costruire la nostra comunità di base noi dobbiamo anche fare
attenzione
a due fattori principali. IL primo non violare il nostro ruolo di essere
aperti
a lavorare con tutti. Il secondo, non essere percepiti come un movimento
competitivo.
La situazione reale è di lavorare all’interno di una coalizione
nella quale siano rappresentati i poteri della società civile in ogni
regione. Noi dovremmo con attenzione evitare di essere identificati o alleati
con ogni organizzazione o con ogni establishment che è parte di
conflitti
o dispute interne.
Un altro importante problema a questo riguardo è: la relazione
tra ISM
- Palestina e i gruppi ISM fuori della Palestina. Fino ad ora anche come
parte
della nostra stessa definizione, ISM Palestina è il forum che decide
sulla maggior parte dei principali problemi. Molto lavoro è ancora
necessario
per utilizzare meglio i gruppi ISM fuori della Palestina.
Se noi concordiamo di massima che il ruolo dei gruppi di supporto ISM
è
di: outreach; reclutare; fare il training, selezionare e preparare; mandare
attivisti e sostenerli; utilizzarli to outreach quando tornano a casa; e
raccogliere
per l’ISM, le nostre strutture sono ancora molto lontane
dall’adempiere
a questo ruolo.
Il fatto che più del 70% degli attivisti che arrivano per unirsi all’ISM, non abbiano avuto nessuna precedente rapporto con un gruppo di sostegno all’ ISM, mette in evidenza non solo che l’ISM è molto più larga della sua attuale struttura, ma anche la nostra scarsa capacità di lavorare in rete. Per migliorare si raccomanda di:
- dedicare più tempo ed energie a costituire gruppi di sostegno all’ISM e a metterli in rete tra loro e con l’ISM Palestine. Noi abbiamo bisogno di mettere in rapporto ogni attivista che si registra con l’ISM ad un gruppo di supporto dell’ ISM nella sua regione. Questo è cruciale per la preparazione e il controllo. Il fatto che abbiamo solo pochi gruppi locali elencati nel sito web dell’ ISM indica come siamo lontani dal raggiungimento di questi obiettivi. Chiedo quindi agli ISMers in ogni città o in ogni paese di formare gruppi, se già non costituiti, mettere su un sito web, assicurarsi di essere collegati in modo appropriato ai media, alla registrazione, al finanziamento e al training dell’ISM.
- noi siamo ancora lontani da una raccolta fondi che possa coprire la necessità crescente per pagare i legali, i costi delle attività, i costi del management e del sostegno, e le spese degli attivisti che viaggiano. Uno sforzo per registrare dal punto di vista legale i gruppi ISM e per fornire alle persone che vogliono iscriversi o donare denaro con entità legali e conti correnti propri è cruciale per il lavoro futuro dell’ISM.
- per superare il problema della mancanza di attivisti con una lunga
esperienza,
i gruppi ISM devono lavorare per assicurare ISM Palestine con attivisti
esperti
che sono già preparati e possono funzionare da coordinatori.
Attivisti con skills speciali in particolare nei rapporti con i media e nel training dovrebbero essere incoraggiati a venire in Palestina.
Metodologia:
mentre ISM è partita come un movimento orientate agli obiettivi,
si è
rapidamente trasformata in un movimento orientato alle necessità.
entrambi
sono importanti e un giusto equilibrio tra i due deve essere stabilito.
Il lavoro
orientato alle necessità non è necessariamente reactive.
Per esempio,
la raccolta delle olive è stata altamente proactive e allo stesso
tempo
orientata alle necessità. E’ importante da sottolineare per non
scivolare in una discussione troppo teorica sull’argomento reactive
e proactive.
per caratterizzare il lavoro fatto dall’ISM fino ad ora possiamo in sintesi dire:
- proteggere i civili innocenti contro le punizioni collettive e gli abusi dei diritti umani
- accompagnamento
- sfidare i sistemi di controllo dell’occupazione (check points, coprifuoco)
- monitorare e informare sulle violazioni dei diritti umani
- promovuore in palestina la resistenza non-violenta ispirandosi e fornendo il modello
Ognuna di queste categorie può essere reactive o proactive secondo il modo in cui viene preparata e eseguita. Se il modo di fare è rispondere alle emergenze o una pianificazione accurata. Essere proactive può significare sia prendere l’iniziativa sia impedire all’avversario di compiere la sua missione. Secondo me ciò che è necessario valutare non è ciò che facciamo ma come lo facciamo. Il nostro problema non è stato mai la mancanza di ruoli o di codici di comportamento ma di non averli implementati. Il mio suggerimento all’ISM è di definire i meccanismi necessari per rafforzare le sue regole.
Se tutto quello che facciamo può essere visto come
"obstructing
the occupation", farlo nelle aree più "pericolose" e
dove è
più necessario è ciò che permette all’ISM di
diventare
più efficiente e allo stesso tempo più preso di mira.
Secondo me non è vantaggioso per l’ISM di spostarsi verso un
lavoro
umanitario o di sviluppo. Se questo dovesse capitare sarebbe il segnale del
fallimento dell’ISM.
Il problema più immediato da prendere in considerazione è: per
l’ISM diventare molto rigida nell’applicare le sue regole di azione
e compiere i necessari passi contro qualsiasi persona che li violi.
Promuovere la resistenza non-violenta richiede una ulteriore discussione. Noi possiamo farlo solo fornendo l’esempio, l’ispirazione e la partecipazione. ISM deve evitare di essere coinvolta in qualsiasi operazione che può essere interpretata come una competizione interna. Ciò che vogliamo è di influenzare le intenzioni dei gruppi di resistenza attivi della comunità e non di sostituirli. Il nostro filo rosso è di essere completamente fuori dai problemi delle dispute interne palestinesi. La possibilità di successo in questo campo è significativa. Noi possiamo guardare a quante organizzazioni di base e gruppi attivi mostrano interesse nel lavorare con l’ISM. Ciò che è necessario è di essere capaci di passare dal desiderio alla partecipazione pratica. Noi dobbiamo cambiare l’immagine dell’ISM come fornitore di servizi dall’esterno.
IL nostro concetto di promovuere la non-violenza è stato sin dall’inizio attraverso la partecipazione. L’idea era alla base collegata al concetto di protezione. Gli internazionali si sono uniti ai palestinesi in azioni dirette non-violente per ridurre il livello delle ostilità dell’esercito. I sono convinto che il concetto di protezione dovrebbe essere rivisitato, anche se credo che sia ancora valido. Il fatto che l’esercito israeliano attacca gli internazionali ha creato una attenzione dei media su larga scala e un livello alto di critiche internazionali indica che questo è il problema. Noi dobbiamo considerare che vi è un maggior livello di rischio, sia per i palestinesi che per gli internazionali, contenuto in ogni azione diretta non-violenta che facciamo. Tutte le regole necessarie per aumentare la sicurezza dei partecipanti ci sono, di nuovo, dobbiamo applicarle. Perché noi delle volte commettiamo errori nell’applicare le nostre regole?
- il turnover rapido di attivisti, in ingresso e in uscita, rendono in molti casi i gruppi di affinità non-funzionali.
- la mancanza di coordinatori di lunga esperienza in certi posti.
- l’eccessivo carico di lavoro su attivisti con un programma giornaliero così intenso da non lasciare tempo per meetings e valutazione.
- segni di legami emozionali profondi a persone e posti che alcune volte condizionano le nostre decisioni.
- lo stress emotivo.
- scarso livello di management dovuto allo stile dei nostri attivisti.
- tendenze a comportarsi in modo freelance.
Tutto quello che abbiamo elencato prima continuerà a influenzare il nostro lavoro. e’ insito nella definizione base di ciò che noi siamo "un movimento e non una organizzazione". Per migliorare dobbiamo mettere in atto procedure disciplinari contro quelli che violano seriamente quanto si è concordato attraverso le regole del consenso. Non desidero sottolineare ancora di più l’importanza di questo problema.
Cambiamenti attesi nella società palestinese:
la formazione di un nuovo governo palestinese indica la volontà da parte dell’Autorità Palestinese di iniziare una via diplomatica. Come si può vedere attraverso le politiche ufficiali di Israele e degli Stati Uniti, la ripresa di una partnership per la sicurezza è considerata costituire una pre-condizione. Questo cambiamento aumenta la possibilità di un conflitto interno palestinese. I sintomi di questa svolta sono già nell’aria.
Mentre non è ancora noto se i vari gruppi palestinesi saranno capaci di superare o no le loro differenze, sta crescendo la pressione sul nuovo governo per uno scontro con i gruppi militanti. Poiché l’ISM è presente nelle aree più complicate, ci possiamo trovare nel mezzo di dinamiche interne palestinesi. Fin dall’inizio e come principio, ISM ha definito tutte le regole necessarie che proteggono ISM da ogni conflitto o disputa interna palestinese. Allora nel caso in cui sia ripresa la cooperazione per la sicurezza dobbiamo essere pronti per le seguenti situazioni:
- un ruolo più attivo delle forze di sicurezza palestinesi nelle comunità dove ci troviamo.
- maggiori tentativi da parte delle forze di sicurezza palestinesi di interferire nel nostro lavoro.
- noi potremo essere testimony di misure oppressive contro certi gruppi dap arte delle forze di sicurezza della PA.
- Se la diplomazia parte, vi saranno maggiori dispute all’interno.
- In alcuni casi noi potremmo essere testimony di scontri interni.
La nostra capacità di stare chiaramente a distanza dale dispute interne diventerà più cruciale che mai. Il focus del nostro lavoro deve essere rigidamente diretto verso la fine dell’occupazione. Prendere posizione a favore o contro qualcuno non può essere vantaggioso per nessuno e può essere pericoloso per l’ISM. Noi dobbiamo essere pronti di allontanarci da ogni area dove questi conflitti interni diventassero prevalenti.
Se i palestinesi riusciranno ad attivare ad un accordo in un tempo limitato (truce), questo assicurerà all’ISM una opportunità d’oro di migliorare il suo lavoro in un ambiente più sano. Nel caso in cui una occupazione violenta è affrontata con reazioni non-violente può eliminare gli ostacoli maggiori dalla strada di promuovere una resistenza civile in Palestina. esistono le due possibilità. E dobbiamo essere pronti per entrambe. Lavorare per migliorare la nostra presenza nella comunità è il modo migliore per prepararsi a questa opportunità.
Valutazione dell’esperienza dell’ISM:
Ho già esaminato molti dei punti relativi. Per continuare è
necessario
affermare che la performance dell’ISM performance nel passato è
stata straordinariamente di successo. Un movimento messo su meno di due anni
fa è diventato veramente globale e molto significativo a
livello,locale.
Tutta la discussione sui problemi di capacità e management psono molto
legati al fatto che l’ISM si è ingrandita in brevissimo
tempo.
Structure wise:
L’ISM rapidamente si è trasformata da un movimento guidato
dai fondatori
in un movimento basato sul consenso. Da orientato alle campagne il movimento
si è trasformato in una presenza permanente in molte località
con uffici, attrezzature e relazioni più importanti e più
strette
con le comunità locali. Il livello del risultato è notevole, ma
dobbiamo prendere in considerazione alcuni punti:
noi abbiamo ancora seri limiti nello stabilire un giusto equilibrio tra consenso e management. A questo riguardo sono importanti i seguenti punti:
- Core group: si riunisce ogni mese. Due giorni di discussione e di
decision
making. Generalmente ci vuole una settimana per scrivere i verbali. Una
settimana
aggiuntiva per la discussione sulla lista e i commenti.
Di massima un’altra settimana per definire chi deve andare a fare le cose. Alla fine di questo ciclo noi stiamo per entrare nel successivo incontro del core group. Importante per il consenso ma scarso followup e scarsa gestione. Soluzioni suggerite sono per l’ISM, (task wise), di diventare più orientati intorno a comitati funzionali. Media, questioni legali, Intrem etc. più potere dovrebbe esere delegate a diversi comitati con un proprio reporting al core group. Con questo livello di gestione povero, il followup diventa più centrato intorno a iniziative personali che non sono salutari per il consenso. La mancanza di gestione in una struttura basata sul consenso generalmente favorisce l’autorità personale. Esattamente la cosa che una struttura basata sul consenso dovrebbe evitare. La delega del potere e la accountability possono rafforzare le strutture basate sul consenso. - consenso versus esperienza: ISM desidera un contributo elevato di
attiivisti
of in and out. E’ probabile che la composizione del prossimo incontro
del core group meeting avrà aspetti completamente differenti. Mentre
gli attivisti più esperti sono importanti per portare nuovo sangue
nel movimento, non è improbabile che alcune delle decisioni
prese non
siano basate su una comprensione concreata e una effettiva esperienza. Per
assicurare il passaggio dell’esperienza da un core group ad un altro
noi abbiamo bisogno di aumentare il numero di attivisti impegnati per
periodi
più lunghi. Aumentando il numero degli attivisti palestinesi
dell’ISM
nel core group può essere molto utile. E’ importante ridurre il
tempo consumato nei meeting del core group a spiegare ogni cosa
dall’inizio
ai nuovi venuti. Questo irrita le persone e di distrae dai problemi che
dobbiamo
affrontare.
I coordinatori nelle diverse località dovrebbero svolgere il ruolo di formare le persone sulle regole, sulla struttura, la storia e l’esoerienza. Inoltre si raccomanda di aumentare il periodo richiesto di presenza nell’ISM per gli attivisti che si uniscono al core group. - Nell’ultimo meeting del core group è stata approvata una definizione più pratica del processo di consenso. Io raccomando molto che la mettiamo in atto rigorosamente.
Gruppi di affinità:
ci sono poche eccezioni nelle quail I gruppi di affinità nelle diverse località dismantle or seize dal funzionare. Per riempire il vuoto, i coordinatori stanno prendendo un ruolo maggiore di guida nella presa di decisioni. In alcuni casi i coordinatori di trasformano in leaders. Per spingere la discussione a fondo, i coordinatori lead e si incontrano ogni mese nel core group per decidere sulla leadership. E’ evidente che quando nelle varie località i gruppi di affinità non funzionano l’intera struttura dell’ISM ne subisce le conseguenze. Anche se abbiamo solo un piccolo gruppo in una certa località, i gruppi di affinità sono un must.
Quanto sta avvenendo in Palestina contro l’ISM e contro i
Palestinesi conferma che la road map sarà una strada sanguinosa verso
una pax americana, come ha scritto Tanya Reinhart (all. 7) e altri.
Quanto sta accadendo in Palestina, l’avvio della cosidetta roadmap (all.
8), le decisioni prese dal governo israeliano contro l’ingresso di
internazionali,
ci impongono di partecipare alla discussione in corso all’interno
dell’ISM
e di tentare di definire alcune proposte e in particolare:
- campagna di monitoraggio e controinformazione internazionale sulla applicazione della road map
- campagna contro le decisioni del governo israeliano sull’ISM e sull’ingresso degli internazionali. questa campagna dovrebbe essere condotta a livello europeo da associazioni e movimenti, insieme, ove possibile con le istituzioni
- campagna di supporto economico all’ISM per poter affrontare le spese legali in questo particolare momento
- campagna per la vendita dell’olio palestinese in Italia
- Allegati
Palestine Fact Sheets (all. 1)
Whether a student, community activist, politician or an average citizen, these fact sheets will provide you with concise information on the different issues related to the current Intifada and Palestine. Feel free to print and distribute them as long as they are accredited to the Palestine Monitor. 2,458
Palestinians killed (Shuhada) by Israeli forces 28 September, 2000 and 13 May, 2003
Month |
Dates |
Number killed |
2000 |
||
1 |
Sep 28th - Oct 27th |
141 |
2 |
Oct 28th - Nov 27th |
126 |
3 |
Nov 28th - Dec 27th |
65 |
2001 |
||
4 |
Dec 28th - Jan 27th |
27 |
5 |
Jan 28th - Feb 27th |
29 |
6 |
Feb 28th - Mar 27th |
25 |
7 |
Mar 28th - Apr 27th |
46 |
8 |
Apr 28th - May 27th |
62 |
9 |
May 28th - Jun 27th |
30 |
10 |
Jun 28th - Jul 27th |
38 |
11 |
Jul 28th - Aug 27th |
59 |
12 |
Aug 28th - Sep 27th |
66 |
13 |
Sep 28th - Oct 27th |
99 |
14 |
Oct 28th - Nov 27th |
54 |
15 |
Nov 28th - Dec 27th |
76 |
2002 |
||
16 |
Dec 28th - Jan 27th |
39 |
17 |
Jan 28th - Feb 27th |
91 |
18 |
Feb 28th - March 26th |
253 |
19 |
March 28th - April 27th |
250 |
20 |
April 28th - May 27th |
89 |
21 |
May 28th - June 27th |
77 |
22 |
June 28th - July 27th |
54 |
23 |
July 28th - August 27th |
52 |
24 |
August 28th - September 27th |
66 |
25 |
September 28th - October 27th |
67 |
26 |
October 28th - November 27th |
64 |
27 |
Novembre 28th - December 27th |
72 |
2003 |
||
28 |
December 28th - January 27th |
73 |
29 |
January 28th - February 27th |
81 |
30 |
February 28th - March 27th |
92 |
31 |
March 28th - April 17th |
47 |
32 |
April17th - May 13th |
53 |
Total |
2,458 |
The following statistics are not based on the total number of Palestinians killed. Due to the long invasion in April 2002 and the current prolonged curfews we are lacking information and data on about 75 persons who were killed in this period. The following statistics are therefore only provisional and we will hopefully be able to give the fully updated statistics soon.
Below statistics not yet updated
Age Distribution |
# |
% |
15 yrs old or younger |
307 |
12.8 |
16 - 18 yrs |
243 |
10.1 |
19 - 29 yrs |
1,142 |
47.5 |
30 - 39 yrs |
313 |
13 |
40 - 49 yrs |
133 |
5.5 |
50+ years |
146 |
6.1 |
Sex |
# |
% |
Male |
2,245 |
93.3 |
Female |
160 |
6.7 |
Immediate Cause of De |
# |
% |
Live ammunition* |
1,459 |
60.7 |
Shelling** |
496 |
20.6 |
Rubber-coated metal bullets |
3 |
0.1 |
Prevention of medical treatment |
78 |
3.3 |
Tear gas |
14 |
0.6 |
Other*** |
262 |
10.9 |
* Includes 5.56mm (223 caliber) bullets, 7.02mm bullets, 9mm
bullets, 50 caliber bullets, 500mmbullets, 800mm bullets.
* * Includes tank fire, bombs, missiles from helicopter, and F-16.
* * * Includes explosions, being hit by car or stabbed, or having a heart
attack after being attacked.
Site of Body Injury* |
# |
% |
Head and neck (Including 10 from behind) |
528 |
22.0 |
Chest (Including 24 from behind) |
358 |
14.9 |
Abdomen |
109 |
4.5 |
All over body |
1,073 |
44.6 |
Lower limb |
23 |
1 |
Unknown/unspecified |
283 |
11.7 |
* Includes deaths from shelling, live ammunition, and rubber-coated bullets.
Perpetrators |
# |
% |
Israeli soldiers |
2,116 |
88 |
Israeli settlers |
53 |
2.2 |
Israeli police / citizens |
32 |
1.4 |
Other |
161 |
6.7 |
NOTE: all statistics are based on information available at the time of calculation
israeli casualties during "ebb and flow" since 29.09.00 to 04.06.03 |
|||||
casualties |
civilians |
security forces |
total |
||
injured |
3850 |
1629 |
5479 |
||
killed |
545 |
236 |
781 |
||
details of security forces and israeli civilians killed |
|||||
type of attack |
civilians |
security forces |
total |
||
rocks |
2 |
0 |
2 |
||
stabbing |
5 |
0 |
5 |
||
running over |
1 |
7 |
8 |
||
lynching |
15 |
2 |
17 |
||
shooting |
85 |
87 |
172 |
||
drive-by shooting |
27 |
9 |
36 |
||
shooting at vehicle from an ambush |
56 |
10 |
66 |
||
shootings at towns and villages |
15 |
3 |
18 |
||
shootings at military installations |
0 |
26 |
26 |
||
bombings |
23 |
34 |
57 |
||
suicide bombing |
300 |
30 |
330 |
||
car-bomb |
15 |
23 |
38 |
||
mortar bombs |
0 |
1 |
1 |
||
other |
1 |
4 |
5 |
||
total |
545 |
236 |
781 |
www.haaretzdaily.com
all. 3
Last update - 09:36 02/05/2003
Israel to bar pro-Palestinian activists from entering
country
By
Amos Harel and Aluf Benn
Israel will from now on bar pro-Palestinian activists from entering the country and will try to expel at least some of the dozens of activists who are already here, according a new plan drafted by the Israel Defense Forces and the foreign and defense ministries.
Most of the activists, who come from Europe, Canada and the United States, belong to the International Solidarity Movement (ISM).
Their goal is to act as "human shields" for Palestinian individuals and houses during IDF incursions into Palestinian towns, and they have often been involved in confrontations with IDF soldiers. They also try to help Palestinians pass through IDF roadblocks.
Some two months ago, an American ISM activist, Rachel Corrie, was run over and killed by an IDF bulldozer in Gaza. Her colleagues accused the bulldozer driver of having run her over deliberately. The IDF denies the accusation and decided not to indict the driver. In two other recent cases, international activists have been seriously injured by IDF gunfire during confrontations in the territories.
Israel Radio on Friday quoted British news agencies as saying that the two men involved in the suicide bombing at Mike's Place in Tel Aviv late Tuesday night had entered Israel earlier in the day in a cab that passed through the Erez Crossing. The two had taken part in actions carried out by peace activists in the Gaza Strip.
The IDF charges that many of the self-proclaimed peace activists are "provocateurs" and "riot inciters" who deliberately interfere with the IDF's work, with the goal of blackening Israel's image. Army sources noted that in one case, they discovered a wanted terrorist being hidden by ISM activists in Jenin. The sources said the activists received training overseas in how to deceive border control officials at Ben-Gurion International Airport in order to be allowed into the country.
Furthermore, both the army and the Foreign Ministry fear that additional foreign citizens might be killed or wounded by the IDF if the ISM's activities are allowed to continue.
Wednesday's bombing in Tel Aviv, which was committed by two men who entered Israel on British passports, added a new reason to the authorities' desire to clamp down on the foreign activists - fear that other terrorists from overseas might enter the country under the guise of peace activists.
IDF and Foreign Ministry officials held another meeting on the subject this week and decided to instruct border control officials at Ben-Gurion and the land crossings with Egypt and Jordan to bar foreign activists from entering the country. In addition, IDF officers who encounter such activists in closed military areas will be ordered to arrest them, after which they will be deported.
On Thursday, the IDF arrested a foreign activist during its search for arms smuggling tunnels in the Gazan town of Rafah. Army sources said the woman was inside a house that was slated for demolition. The woman was later released and allowed to remain in the country, though she was barred from returning to Gaza.
Form to be filled out and submitted to IDF authorities prior to entry to the Gaza Strip
First name:
Family name:
Nationality:
Passport number:
Home address:
Address in Gaza:
Purpose of visit in detail:
Duration of visit:
Organisation arranging visit:
Conditions of Entry into the Gaza Strip
Foreign nationals entering the Gaza Strip, please note that the IDF is committed to ensuring the safety of civilians not engaged in hostilities. However, in the current circumstances, the IDF cannot guarantee the personal safety of foreign nationals visiting the area. Although the IDF cannot accept responsibility for death, injury or damage/loss of property incurred as a result of military activity, foreign nationals visiting the area are subject to the following conditions whose purpose is to minimize the risks involved:
- The Military Installation Area along the border with Egypt is IDF administered territory and is strictly out of bounds to foreign nationals. Please note that this area has been the site of intense hostilities and is extremely dangerous.
- Interference or obstruction of Israeli security personnel in the performance of their duties is a criminal offence.
- The areas adjacent to the Perimeter Fence, Israeli Settlements, Lateral Roads serving Israeli civilians and IDF positions are Closed Military Zones and are strictly out of bounds to all persons.
- Foreign nationals are strongly advised to stay well clear of military activity.
Declaration
I declare that the details provided above are true and correct and that I have read the above conditions and agree to abide by the fully. I am aware that my failure to do so may lead to my arrest and/ or expulsion from the Gaza Strip and/or from the territory of the State of Israel. I am aware of the risks involved and accept that the Government of the State of Israel and its organs cannot be held responsible for death, injury and/or damage/loss of property which may be incurred as a result of military activity. I also undertake not to disrupt IDF operations in any way and declare that I have no association with the organization known as ISM (International Solidarity Movement) nor any other organization whose aim is to disrupt IDF operations.
Signed:
Date:
Copia della declaratoria all. 5
Forze di Difesa Israeliane
Modulo da riempire e da sottomettere alle autorità delle
Forze di Difesa
prima di entrare nella Striscia di GAZA
Nome
Cognome
Cittadinanza
Numero Passaporto
Indirizzo di residenza
Indirizzo a Gaza
Motivo della visita (spiegazione dettagliata)
Durata del soggiorno
Organizzazione che organizza la visita
Condizioni di entrata nella Striscia di Gaza
Per gli appartenenti a nazioni straniere che stanno
entrando nella
striscia di Gaza, vi preghiamo di notare che le Forze di Difesa
Israeliane (Esercito)
hanno l'ordine di assicurare la sicurezza dei civili non partecipanti a
combattimenti.
Comunque, nelle attuali circostanze, l'IDF non può garantire la
sicurezza
personale degli stranieri in visita all'area. Sebbene l'IDF non
può accettare
la responsabilità per la morte, il ferimento o il
danneggiamento/la perdita
di oggetti causate da attività militari, i visitatori stranieri sono
soggetti alle seguenti condizioni il cui motivo è minimizzare i rischi
in cui si può capitare:
- L'Area delle installazioni militari lungo la frontiera egiziana è un territorio amministrato dalle orze di Difesa ed tassativamente vietato agli stranieri. Notate che quest'area è stata luogo di intensi combattimenti ed è estremamente pericolosa.
- L'interferenza o l'ostruzione nei confronti del personale di sicurezza israeliano nell'atto di compiere il loro dovere è un atto criminale.
- Le aree adiacenti al -Perimeter Fence-, alle colonie israeliane, le strade laterali utilizzate da civili israeliani e le postazioni dell'IDF sono Zone Militari Chiuse e sono tassativamente vietate a qualunque altra persona.
- Gli Stranieri sono fortemente avvisati di stare ben lontano dalle attività militari.
Dichiarazione
Io dichiaro che tutte le condizioni sopramenzionate sono vere e corrette, di
aver letto tali condizioni e le accetto pienamente. Io sono avvertito che
l'inosservanza
di tali condizioni potrebbe portarmi ad essere arrestato e/o espulso
dalla Striscia
di Gaza e/o dal territorio dello stato israeliano. Io sono avvertito dei
rischi
e accetto che il governo e lo stato di Israele e i suoi organi non
possano essere
ritenuti responsabili della morte, del ferimento e della distruzione di
oggetti
che potrebbe accadere nel corso di un'azione militare. Inoltre
sottostò
a non "disturbare" le operazioni dell'IDF in ogni modo e dichiaro che non
sono
associato con l'organizzazione conosciuta come ISM e con nessun'altra
organizzazione
il cui scopo sia "disturbare" le operazioni dell'IDF.
Firmato
Data
kiwi
knights of international weakness of interposition
cavalieri di una debolezza internazionale di interposizione
il kiwi è un uccello da non confondere con il
frutto, che
dovrebbe essere chiamato kiwifruit, originario della cina e che dovrebbe
essere
chiamato uva cinese.
il vero kiwi è un uccello neozelandese che non vola e che ha due
particolari
caratteristiche:
- le narici all’estremità del becco
- le uova prodotte dalle signore kiwi sono le più grandi al mondo rispetto al corpo, forse con l’unica eccezione delle signore colibrì
il mondo ha bisogno di cambiare rotta, ha bisogno di uccelli che non volano,
di lupi vegetariani, di minuscole e non di maiuscole, di falchi educati a
eaton,
di leoni miti, di dubbi e non di certezze, di utopie concrete, di donne e di
uomini capaci di controllare l’istinto di sopraffazione di cui è
impastata la natura umana.
il mondo non ha bisogno di voci del deserto, le voci delle menzogne, le voci
delle armi, le voci della demagogia, le voci dell’ignoranza, le voci
dell’arroganza,
le voci del razzismo.
il mondo ha bisogno di silenzi, il silenzio della creatività
artistica,
il silenzio della cultura, il silenzio della religiosità, il silenzio
della convivenza.
in molte parti del mondo, a cominciare dalla palestina, c’è bisogno del silenzio della pace.
in palestina c’è molto bisogno di kiwi, di uccelli che non
abbiano
la capacità di volare ma che siano capaci di percorrerne i sentieri,
di attraversare e rendere inutili i check-point, di fermarsi sotto gli alberi
di ulivo dove depositare le loro grandi uova.
qualcuno laggiù non vuole più l’arrivo di kiwi e vuole
addirittura
espellere i pochi kiwi presenti.
è nostro compito spiegare, con tutta la mitezza necessaria,
l’importanza
della presenza sempre più numerosa di kiwi in tutta la palestina
storica.
è noto che cosa sono stati capaci di fare in palestina i kiwi che,
sotto
altre spoglie, sono riusciti ad entrare e a costruire un loro nido negli
ultimi
decenni.
i kiwi, detti anche internazionali, si sono impegnati in viaggi di conoscenza
e di solidarietà, in progetti di diversa dimensione e durata, in
attività
di interposizione e di protezione del popolo palestinese, in iniziative culturali.
molti kiwi, dopo un primo viaggio di conoscenza e di presa di coscienza,
avrebbero
voluto dare una continuità al loro impegno, ma non hanno trovato negli
organizzatori dei viaggi una adeguata corrispondenza.
hanno quindi deciso di darsi una qualche forma organizzativa, in
collaborazione
con altre associazioni già esistenti, che abbiano modelli non
burocratici
e non centralizzati di organizzazione.
il nome dell’associazione, kiwi, deriva dalla simpatia per gli uccelli
che non volano, o meglio che volano toccando sempre terra, dalla convinzione
della necessità di una "forza" di interposizione non armata,
quindi di una "debolezza".
il "k" rievoca in modo ironico la figura dei cavalieri di cervantes
e di calvino, di cavalieri incapaci di salire a cavallo.
i palestinesi hanno chiesto da sempre tre cose principali:
- la rottura del loro isolamento
- la protezione del loro popolo
- che il mondo sappia la verità su quanto è accaduto e sta accadendo in medio oriente
gli obiettivi principali di "kiwi" sono quindi, in collaborazione con altre associazioni:
- promuovere e rilanciare gli interventi in medio oriente
- formare attivisti per missioni nei territori occupati
- promuovere interventi culturali (sulla scia dei risultati ottenuti con la tournée di "guerra" della compagnia pippo delbono, con l’attività di un clown di nome grampied, etc)
- avviare una campagna di controinformazione sulla situazione del conflitto israelo-palestinese, capace di rimettere in discussione la vittoria della guerra israeliana dell’informazione
obiettivi, modalità organizzative, progetti, iniziative, saranno definiti con tutti i kiwi presenti sul territorio italiano.
all. 7
IL FALLIMENTO GARANTITO DELLA ROAD MAP
Tanya Reinhart
Yediot Aharonot, May 14, 2003
Con una certa frequenza un "piano di pace" esce fuori dai cassetti della casa Bianca e coinvolge i discorsi pubblici per qualche settimana. Sebbene questo rituale ha un percorso prestabilito e una fine predeterminata, è curioso come in Israele molti sono ancora portati a credere che questa volta la cosa è differente dal passato.
La Road Map annuncia che questa volta "l’obiettivo è un regolamento finale e completo del conflitto Israelo-Palestinese entro il 2005". Per verificare se c’è qualche cosa di concreto in questa direzione, è necessario chiarire innanzitutto di che conflitto si tratta. Dal punto di vista israeliano uno potrebbe avere l’impressione che riguarda il diritto al ritorno: i Palestinesi stanno tentando di minare alle fondamenta la stessa esistenza dello stato di Israele con la richiesta di permettere ai loro rifugiati di tornare, e cercano di raggiungere tutto questo con il terrore. Sembra che sia stato dimenticato che in pratica si tratta di un semplice e classico conflitto sulla terra e sulle risorse (l’acqua). Il documento della Road Map si caratterizza per la completa assenza di ogni dimensione territoriale.
Le richieste ai Palestinesi sono chiare: mettere in piedi un governo che sia definito dagli USA democratico, di organizzare tre forze di sicurezza che siano definite affidabili da Israele e di schiacciare il terrorismo. Una volta che queste richieste siano state adempiute, inizierà la terza fase, nella quale l’occupazione miracolosamente finirà. Ma il documento non pone alcuna condizione a Israele su questa terza fase. Molti Israeliani capiscono che non c’è alcuna strada per finire il conflitto senza il ritiro dell’esercito israeliano dai territori e senza lo smantellamento degli insediamenti. Ma questi concetti base non sono nemmeno accennati nel documento, che parla solo di congelamento degli insediamenti e dello smantellamento dei nuovi avamposti, già nella prima fase.
La prima fase è più concreta perchè riprende il piano Tenet. In questa fase si prevede anche che Israele "si ritiri dalle aree palestinesi occupate dal 28 settembre 2000... [e restituisca] lo statu quo che esisteva allora". Non ci sono dubbi che l’adempimento di questa richiesta può contribuire notevolmente a stabilire una certa calma, anche se temporanea. Se credessi che i rappresentanti europei nel quartetto avessero la capacità di realizzare questo piano, lo avrei accolto con favore. Ma non c’è alcun fondamento per questa speranza. Il piano Tenet è caduto sotto i riflettori più volte nel passato. L’ultimo round fu quello che sembrò essere una iniziativa americana di cessate il fuoco nel marzo 2002, per il quale Zinni and Cheney furono mandati nella regione. Già allora Sharon disse con chiarezza che egli non era d’accordo con questa richiesta, mentre era solo disponibile ad alleviare le condizioni della popolazione nelle aree nelle quali la calma fosse assicurata (Ha'aretz, Aluf Ben, 19.3.02). Questo non ha impedito agli USA di indicare nei palestinesi la parte che ha rifiutato il cessate il fuoco. Con la fine di questa iniziativa, Israele ha scatenato l’operazione di distruzione "Defensive Shield", con la benedizione degli USA.
Israele ha anche risposto alla Road Map con le stesse vecchie obiezioni. Ha inoltre sottolineato che non è sufficiente un alt negoziato al terrorismo e che ciò che è richiesto è un scontro chiaro tra le nuove forze di sicurezza e le organizzazioni delle opposizioni (cioè, una guerra civile ). Israele chiede anche che una dichiarazione palestinese di fine del conflitto e di rinuncia del diritto al ritorno deve essere fatta come precondizione all’inizio di ogni processo, e non alla fine. Di nuovo, nulla di tutto questo mina la convinzione degli USA che Israele è la parte che sta cercando la pace, la parte "la cui sicurezza è la chiave per la sicurezza del mondo", come sostiene Condoleezza Rice.
Gli Stati Uniti sono governati oggi da falchi la cui visione è una guerra infinita. Israele, i cui leaders sono sempre ansiosi di iniziare un’altra guerra, è un punto di forza in questa visione. Non vi è quindi nessuna base per credere che gli USA permetteranno a nessuno di forzare Israele a fare la minima concessione.
Il 13 marzo 2002, alla vigilia della visita di Zinni nel round precedente, l’esercito israeliano lo accolse con un attacco nel campo profughi di Jabalya, nel quale 24 Palestinesi furono uccisi in una notte. Ora Powell è stato accolto con una ondata di arresti e di deportazioni di attivisti internazionali. Nella Pax Americana, non vi è spazio per i pacifisti. La pace sarà portata dai tanks.
Road Map: traduzione da RaiNews24 all. 8
Indymedia Italia - network di media indipendenti
L'articolo originale e' recuperabile a http://italy.indymedia.org/news/2003/05/294090.php.
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by gap Tuesday May 27, 2003 at 03:15 PM
Traduzione tratta dallo speciale "Medio Oriente" di RaiNews24 - http://www.rainews24.it/ran24/speciali/medio_oriente_2003/focus/focus.htm
La bozza del Quartetto
Il piano dell'amministrazione Bush concordato con Russia, Ue, ONU prevede un processo a tappe ed obiettivi con date, parametri, indici di riferimento verificabili dal Quartetto. Il traguardo è posto nel 2005, come anticipò il presidente americano già nel discorso del 24 giugno 2002 e come confermato dalle controparti russe, europee e delle Nazioni Unite nelle dichiarazioni del 15 giugno e del 17 settembre 2002.
La soluzione dei due Stati al conflitto israeliano-palestinese sarà realizzata soltanto attraverso una conclusione delle violenze e del terrorismo (quando il popolo palestinese avrà una leadership che agisce con decisione contro il terrore ed in grado di sviluppare una democrazia basata su tolleranza e la libertà) e attraverso la prontezza di Israele nel fare ciò che è necessario per uno Stato palestinese democratico; con l'accettazione libera e inequivocabile da entrambe le parti i dell'obiettivo di negoziato come descritto nelle righe seguenti. Il Quartetto sosterrà l'implementazione del a cominciare dalla fase 1, comprese le discussioni dirette fra le parti. Il programma ha stabilito una timeline realistica per l'esecuzione. Tuttavia, poiché si tratta di un programma orientato al risultato, richiederà e dipenderà dagli sforzi in buona fede delle parti e dal loro rispetto degli obblighi descritti. Se le parti assolveranno velocemente i loro obblighi, il progresso verso le fasi successive può avvenire più rapidamente di quanto indicato nel programma. La mancanza di conformità agli obblighi impedirà il progresso nel Piano. Uno accordo negoziato fra le parti provocherà l'istituzione di uno Stato palestinese indipendente, democratico che viva parallelamente nella pace e nella sicurezza con Israele e gli altri Stati vicini. L'accordo risolverà il conflitto israeliano-palestinese e concluderà l'occupazione cominciata nel 1967, basandosi sulle conclusioni della Conferenza di Madrid, sul principio terra per la pace, sulle risoluzioni ONU 242, 338 e 1397, gli accordi precedentemente raggiunti dalle parti e l'iniziativa del principe saudita Abdullah, sottoscritto dalla Lega araba a Beirut, che accetta Israele come vicino in pace e sicurezza. Questa iniziativa è un elemento vitale degli sforzi internazionali per promuovere una pace completa sotto ogni profilo, compreso il versante siriano-israeliano e libanese-israeliano. Il Quartetto si incontrerà con regolarità ad alto livello per valutare i progressi delle parti nell'implementazione del Piano. In ogni fase, le parti sono tenute al rispetto dei loro obblighi in parallelo, salvo indicazione contraria.
Fase 1
Fine del terrore e della violenza, normalizzazione della vita
palestinese, ristrutturazione
delle istituzioni palestinesi a maggio 2003
I palestinesi immediatamente arrivano ad una cessazione incondizionata della violenza secondo i punti qui descritti: tale azione sarà supportata da adeguate misure di appoggio israeliane. I palestinesi e gli israeliani riprendono la cooperazione sulla sicurezza basata sul Piano Tenet per porre fine alla violenza, al terrorismo ed incitamento alla violenza con i servizi di sicurezza palestinesi ristrutturati ed efficaci. I palestinesi intraprendono una riforma politica completa in preparazione di uno Stato, compresa la redazione di una costituzione palestinese e libere elezioni. Israele prende tutte le misure necessarie per contribuire a normalizzare la vita palestinese. Israele si ritira dalle zone palestinesi occupate dal 28 settembre 2000 (data della passeggiata di Sharon sulla spianata delle sinagoghe) e le due parti ristabiliscono lo status quo ante. Israele, inoltre, congela tutta l'attività di stabilimento di nuove colonie, coerentemente al rapporto Mitchell. All'inizio della fase 1 i vertici palestinesi rinnovano in dichiarazioni ufficiali il diritto di Israele di esistere in pace e sicurezza e ribadisce il cessate il fuoco immediato ed incondizionato per mettere fine ad ogni attività militare e a tutti gli atti di violenza contro israeliani ovunque. Tutte le istituzioni palestinesi ufficiali smettono di incitare alla violenza contro Israele. La leadership israeliana rende pubblica una dichiarazione inequivocabile che afferma l'impegno alla visione dei due Stati, con uno Stato palestinese indipendente, effettivo, sovrano che vive nella pace e nella sicurezza accanto ad Israele, come espresso dal presidente Bush e afferma la fine immediata delle violenze contro i Palestinesi dappertutto. Tutte le istituzioni israeliane ufficiali mettono fine a incitamenti alla violenza contro i palestinesi.
Sicurezza
I palestinesi dichiarano l'inequivoca fine della violenza e del terrorismo e
intraprendono visibili sforzi sul terreno per arrester, distruggere e
ostacolare
individui e gruppi che attuano e pianificano attacchi violenti contro Israele
ovunque.
I ristrutturati servizi di sicurezza dell' Autorità Palestinese
inziano
operazioni coerenti con questi obiettivi di smantellamento della
capacità
offensiva terroristica.
Il governo israeliano non intraprende nessuna azione che possa minare la
fiducia,
inclusa la deportazione, gli attacchi ai civili, la confisca o la demolizione
di case palestinesi come misura punitiva o per facilitare insediamenti
israeliani,
la distruzione di istituzioni o infrastrutture palestinesi e adotta le misure
previste nel Piano Tenet.
Rappresentanti del Quartetto cominciano il monitoraggio informale e
consultazioni
con le parti sullo stabilimento di meccanismi formali di monitoraggio e sulla
sua implementazione. Il Quartetto supporta ogni sforzo per giungere al
cessate
il fuoco totale. Tutti i servizi di sicurezza palestinesi sono concentrati in
tre servizi che relazionano ad un premier dai poteri accresciuti. Il
nuovo esercito
palestinese e l'esercito israeliano riavviano progressivamente la
cooperazione
per la sicurezza e per l'attuazione del Paino Tenet, compresi incontri al
vertice
con la partecipazione di ufficiali dei servizi americani. Gli Stati arabi
eliminano
finanziamenti pubblici e privati e qualunque altro tipo di supporto a gruppi
terroristici. Man mano che si accresce la sicurezza, l'esercito israeliano si
ritira progressivamente dalle aree occupate dal 28 settembre 2000. In queste
aree si ridispiegano le forze palestinesi.
Ricostruzione delle istituzioni palestinesi
Immediata azione per arrivare alla redazione di una Costituzione dello Stato
palestinese. Appena possibile, una commissione costituzionale darà
vita
ad una Costituzione palestinese, basata su una forte democrazia parlamentare,
un governo e un primo ministro dai poteri accresciuti, e la sottopone a
pubblico
dibattito. La commissione costituzionale propone un documento da
approvare dopo
le elezioni da parte delle istituzioni palestinesi. Nomina di un premier ad
interim o di un governo con accresciuti poteri.
Il governo israeliano facilita gli spostamenti dei rappresentanti palestinesi
per le sessioni del Parlamento e del governo, riunioni internazionali sulla
sicurezza, attività elettorali e di riforma, ed ogni altra
attività
correlata agli sforzi di riforma.
Regolari riunioni dei ministri palestinesi con poteri aumentati si terranno
per riforme strutturali. Completamento delle tappe per arrivare ad una
effettiva
separazione dei poteri, inclusa ogni riforma necessaria per questo obiettivo.
Stabilimento di una Commissione elettorale palestinese indipendente. Riforma
della legge elettorale. Riforme in materia di giustizia e amministrative, con
indici economici, sono stabiliti da una Task Force internazionale sulle
riforme
palestinesi.
Appena possibile, basandosi sulle misure sopra descritte e in un contesto di
libero confronto e candidature trasparenti, in una campagna elettorale libera
e multipartitica, i palestinesi tengono libere elezioni. Il governo
israeliano
facilita l'assistenza alle elezioni della Task Force, la registrazione degli
elettori, i movimenti dei candidati e il voto. Il governo riapre la Camera di
Commercio palestinese e altre istituzioni palestinesi chiuse in Gerusalemme
est, sulla base di un'intesa che preveda che queste istituzioni operino
in stretto
accordo con i patti stipulati dalle parti.
La questione umanitaria
Israele adotta misure per migliorare la situazione umanitaria. Israele e
i palestinesi
implementano in toto le raccomandazioni del rapproto Bertini per migliorare
le condizioni umanitarie, rimuovendo limitazioni alla libertà di
movimento
di cose e persone e consentendo l'accesso sicuro ed incondizionato del
personale
internazionale di assistenza umanitaria.
Insediamenti
Israele smentella immediatamente gli insediamenti installati dal marzo 2001.
Coerentemente con il rapporto Mitchell, Israele congela ogni altro
insediamento,
inclusa la crescita naturale degli insediamenti.
Fase 2: transizione
Giugno 2003 -Dicembre 2003
In questa fase gli sforzi sono concentrati sulla creazione di uno Stato
indipendente
palestinese con confini provvisori e attribuzione di sovranità basata
sulla nuova Costituzione, come tappe verso uno status definitivo. Questo
traguardo
è raggiungibilequando la dirigenza palestinese agirà
decisamente
contro il terrore, implementerà un sistema democratico basato su
tolleranza
e libertà. Con questa dirigenza, riformate istituzioni civili e
strutture
di sicurezza, i palestinesi avrannop il supporto del Quartetto e della
comunità
internazionale nella creazione di uno Stato indipendente.
I progressi nella Fase 2 saranno basati sul consenso del Quartetto sulle condizioni di avanzamento implementate da ambo le parti. Con l'obiettivo di ulteriori sforzi di normalizzazione della vita palestinese e delle istituzioni palestinesi, la Fase 2 comincerà dopo elezioni palestinesi e finirà con la creazione di uno Stato palestinese indipendente con confini provvisori nel 2003. Suoi obiettivi principali saranno la sicurezza e la cooperazione sulla sicurezza, la normalizzazione della vita in Palestina e delle istituzioni palestinesi, il raggiungimento degli obiettivi della Fase 1, la ratifica della costituzione democratica palestinese, lo stabilimento dell'ufficio del primo ministro, il consolidamento delle riforme politiche, la creazione di uno Stato palestinese con confini provvisori.
Conferenza internazionale
Convocata dal Quartetto, in consultazione con le parti, subito dopo le
elezioni
palestinesi, per sostenere la ripresa economica palestinese e lanciare il
processo
che porti allo stabilimento di uno Stato indipendente palestinese con confini
provvisori. Questo vertice avrà come obiettivo una pace
complessiva nel
Medio Oriente fra Israele e Siria, Israele e Libano, basata sui principi
descritti
nel preambolo di questo documento.
Gli Stati arabi ripristinano i collegamenti con Israele
precedenti
all'Intifada (uffici per il commercio, etc..)
Rinnovo dell'impegno multilaterale su temi quali le risorse idriche,
l'ambiente,
lo sviluppo economico, i profughi, il controllo delle armi.Nuova Costituzione
per uno Stato democratico e indipendente palestinese approvata dalle
istituzioni
palestinesi. Ulteriori elezioni, se richieste, avranno luogo dopo la
approvazione
della Costituzione.
Governo con poteri accresciuti e ufficio del primo ministro formalmente
stabilito.
Sicurezza e cooperazione sulla sicurezza sulla base dei punti della Fase 1.
Creazione di uno Stato palestinese indipendente con confini provvisori
attraverso
un processo che impegni Israele e i palestinesi, lanciato dalla
Conferenza internazionale.
Parte di questo processo è l'implementazione di accordi precedenti per
raggiungere la massima continuità territoriale e atti coerenti
allo stabilimento
dello Stato palestinese con confini provvisori.
Ruolo internazionale nel monitoraggio della transizione con il supporto
attivo,
sostanziale e operativo del Quartetto.
I membri del Quartetto promuovono la ricognizione internazionale dello Stato
palestinese, inclusa una possibile partecipazione delle Nazioni Unite.
Fase 3. Accordo definitivo e fine del conflitto
israelo-palestinese:
2004-2005
Ingresso nella Fase 3, basato sul giudizio positivo del Quartetto: obiettivi
sono il consolidamento delle riforme e la stabilità delle istituzioni
palestinesi, il sostegno alla sicurezza palestinese, il negoziato fra le
parti
che porti ad un accordo definitivo nel 2005.
Seconda conferenza internazionale
Convocata dal Quartetto, in consultazione con le parti, all'inizio del 2004
per l'applicazione dell'accordo raggiunto sullo stabilimento di uno Stato
palestinese
indipendente con confini provvisori e rilancio di un processo con il
ruolo attivo
e operativo del Quartetto, che porti ad una soluzione definitiva nel
2005, inclusi
i confini, Gerusalemme, i rifugiati, le colonie e per supportare il
progressivo
accordo sul Medio Oriente fra Israele e Libano e Israele e Siria , da
raggiungere
prima possibile. Continui, complessivi e effettivi progressi sull'agenda di
riforme della Task Force in preparazione dell'accordo sullo status
finale. Continui,
complessivi e effettivi progressi in tema di sicurezza sulla base dei
principi
della Fase 1. Sforzi internazionali per facilitare le riforme e stabilizzare
le istituzioni palestinesi e l'economia palestinese in preparazione
dell'accordo
sullo status finale.
Le parti raggiungono un accordo definitivo e complessivo sullo status finale che pone fine al conflitto israelo-palestinese nel 2005, attraverso un testo negoziato e basato sulle risoluzioni ONU 242, 338, e 1397, che pongono fine all'occupazione iniziata nel 1967 e includono un accordo equo e realistico sul tema dei profughi, negoziano una soluzione sullo status di Gerusalemme che tenga conto delle implicazioni politiche e religiose di ambo le parti e protegga gli interessi di religiosi di Ebrei, Cristiani, Mussulmani e integri la visione dei due Stati, Israele e la sovrana, indipendente e democratica Palestina, che vivano in pace e in sicurezza l'uno accanto all'altro. Gli Stati arabi accettano complete, normali relazioni con Israele e si stabilisce sicurezza per tutti gli Stati della Regione in un contesto di pace complessiva arabo-isrealiana.
Allegati
Tra Caino e Abele - L’International Solidarity Movement dopo il 16 marzo 2003
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