Palestina

La nonviolenza spaventa l'esercito

Amira Hass
Tradotto da per PeaceLink
Fonte: HaAretz (Tel Aviv) - 10 novembre 2004

Cari amici,
Questo è un caso importante. Riguarda il tentativo di il progetto di resistenza popolare nonviolenta nel West Bank. Il villaggio di Budrus ha portato avanti una lunga e vittoriosa lotta, insieme a centinaia di israeliani, per difendere le sue terre e contro il muro. La gente di Budrus è diventata il modello di lotta nonviolenta per molte comunità del West Bank e ciò che hanno ottenuto è un punto cruciale sia per il dibattito interno ad Israele che per le discussioni dei Palestinesi sulla loro strategia politica.

Per questa Budrus la deve pagare. Negli scorsi mesi è stata più volte occupata da unità militari. Le manifestazioni sono state represse con una violenza senza precedenti. E i leader della lotta - da sempre votati alla nonviolenza, capaci di mostrarsi autonomi, di spiegare chiaramente il loro rifiuto all'occupazione e allo stesso tempo di tendere una mano ad Israele per un futuro pacifico, basato sul mutuo rispetto e sul riconoscimento dei diritti dell'altro - sono stati ripetutamente arrestati e detenuti senza processo. L'anno scorso questo era già successo per due di loro, rilasciati dopo una campagna pubblica i loro favore. Ora è il turno di Ahmad Awad (il cui ritratto è presentato qui a fianco).
In tempi come questi, abbiamo paura che il piano di ritiro di Sharon, unito ad un'atmosfera di incertezza a seguito della morte di Yasser Arafat e del dibattito sui risultati delle elezioni dell'Autorità Palestinese, faccia calare il silenzio su alcuni problemi basilari. Negli scorsi mesi Sharon ha fatto grandi sforzi per normalizzare la situazione nel West Bank (intensificando allo stesso tempo la pressione su Gaza), sperando di dimostrare, mentre crescevano le proteste contro il muro, che i palestinesi potevano conviverci. Con la rielezione di Bush e il progressivo ragiungimento degli obiettivi del piano di ritiro di Sharon (guadagnare l'assenso silenzioso, se non l'attiva approvazione, al muro; intensificare le divisioni interne tra i palestinesi; 'esportare' uno dei maggiori disastri umanitari creati dall'occupazione mantenendo il completo controllo della Striscia di Gaza) il secondo round delle proteste contro il muro sta per iniziare, ed abbiamo bisogno del vostro aiuto. Fate tutto ciò che vi è possibile per diffondere questo comunicato e dare supporto alla gente di Budrus.

Gadi Algazi, Tel Aviv
Ahmed Awad è un pericolo per la pubblica sicurezza. E' questo che pensano lo Shin Bet, il Col. Yossi Adiri e il procuratore militare Itai Pollak. Essi sono i responsabili dell'emissione, alla fine di ottobre, di un ordine di cattura amministrativo a suo carico, che vuol dire arresto senza processo, senza possibilità di controbattere alle accuse che gli vengono mosse.

Il giudice militare Adrian Agassi, invece, non pensa che Awad sia pericoloso per la pubblica sicurezza. Perciò ha ordinato l'annullamento dell'ordine di cattura. Ma il giudice della corte d'appello militare era invece d'accordo sulla sua perciolosità, ed ha ordinato una cancellazione della cancellazione dell'ordine di cattura.

Lo Shin Bet riteneva che la minaccia rappresentata da Awad valesse tre mesi di detenzione amministrativa. Adiri riteneva invece che il periodo di carcere dovesse arrivare a quattro mesi, e ha quindi firmato un ordine durevole dal 28 ottobre al 27 febbraio.

Tirosh aveva invece l'impressione che due mesi di detenzione amministrativa fossero più appropriati, considerate le informazioni segnalate nella richiesta di arresto e la loro gravità . Alla sua decisione di cancellare la cancellazione dell'ordine di cattura ma di diminuire la durata della pena ha aggiunto: "Spero che l'imputato noti come questo arresto sia un monito su cosa lo aspetta nel futuro e che lo allontani dalla cattiva strada e dalla sua triste fine. Egli deve prestare attenzione a chi è e da dove viene, e sapere che c'è qualcuno davanti a cui dovrà rendere conto."

Ma Awad non ha la minima idea di cosa debba render conto o di quale sia la cattiva strada di cui parla il giudice Tirosh. Tirosh, dopo tutto, ha basato la sua decisione sul materiale segreto su cui lo Shin Bet si era basato per la richiesta di detenzione amministrativa: lo stesso materiale in cui Agassi non aveva trovato alcuna base probatoria per un arresto.

Anche l'avvocato di Awad, Tamar Peleg, del Moked, il Centro per la Difesa dell'Individuo, non sapeva spiegargli come "allontanarsi dalla cattiva strada e dalla sua triste fine". E non era nemmeno autorizzata a visionare il materiale raccolto contro il suo cliente.

Awad, 42 anni, è un insegnate di scuola superiore, padre di sei figli e fra i leader della Protesta Poplare contro il Muro di Separazione, formatosi nel villaggio di Budrus. L'attività portata avanti dagli abitanti del villaggio aveva segnato l'inizio di una lotta diffusa e nonviolenta dei Palestinesi contro il muro e il suo corollaro di bulldozer, guardie, jeep militari e soldati.

Gas lacrimogeni, pestaggi e sparatorie non li hanno scoraggiati. Anche alcuni israeliani si sono uniti alla loro lotta, e legami di amicizia e fiducia si sono creati tra loro e i residenti del villaggio.

La lotta è stata fruttuosa. Un bellissimo boschetto di olivi di qualche centinaia di dunam è stato salvato. Il dipartimento della difesa decise di spostare il percorso del muro più ad ovest, salvando gli alberi. Circa 100 dunam di terreno coltivato destinati ad essere inghiottiti dal muro sono stati preservati. Il villaggio decise di mostrare autocontrollo, di concedere, avendo capito l'importanza della loro vittoria. Ma poi si scoprì che i bulldozer stavano deviando dal percorso concordato nel compromesso tra l'esercito e il tribunale. Così la gente ha ripreso le manifestazioni.

Per prevenire le manifestazione, l'esercito e la polizia di confine negli ultimi tre mesi hanno portato avanti una campagna di aggressioni e violenza contro tutti gli abitanti del villaggio. Le manifestazioni venivano disperse con inusuale violenza. Per 15 giorni l'esercito ha imposto un coprifuoco de facto nel villaggio. Non appena i bambini raggiungevano le scuole, le truppe calavano nel villaggio, prendevano posizione ed impedivano alla gente di uscire di casa. I bambini erano troppo spaventati per uscire da scuola da soli.

E' in questo periodo che Awad è stato arrestato. Al contrario degli altri membri del comitato, che appartengono a Fatah, Awad, come egli stesso ammette, nel 1997 ha scontato un anno di prigione perchè appartenente ad Hamas. L'anno scorso è stato attivamente coinvolto nello sviluppo di un approccio nonviolento alla lotta.

"Invece del muro, io e i miei amici siamo riusciti a stabilire ponti di fiducia tra noi e gli Ebrei" ha detto al giudice Agassi" Abbiamo fatto capire al mondo che ci può essere coesistenza tra i nostri due popoli".

Secondo lo Shin Bet, il prosecutore militare e il giudice Turosh, il pericolo di cui si parla nel materiale raccolto non si riferisce alla sua attività contro il muro ma ad "altre attività". A Peleg è stato solo permesso di porre obiezioni sulla strettezza del segreto, "altre attività". Le attività pubbliche e le attività grass-root, dice, ha piuttosto contribuito alla sicurezza e all'ordine pubblico, perchè mostra ai giovani palestinesi un altro modo di lottare per i propri diritti, invece che andare al Camel market e farsi esplodere. La speranza di arrivare al cambiamento tramite la lotta nonviolenta fa da contrappeso alla disperazione che spinge la gente ad agire in nome della vendetta personale.

Ma ora la disperazione è stata alimentata. Awad resterà in detenzione amministrativa fino alla fine dell'anno. E' difficile non pensare che sia la "buona strada" che lui e i suoi colleghi hanno scelto per le proprie rivendicazioni a dare fastidio ad alcuni elementi dell'esercito: il fraternizzare con gli israeliani, il riconosciemtno di una lotta congiunta israelo-palestinese contro l'occupazione, il successo della lotta popolare nel tentativo di cambire le decisioni militari, il rifiuto di farsi trascinare in una violenza comparabile a quella dell'esercito e degli occupanti.

Note: Tradotto da Chiara Rancati per www.peacelink.it
Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando le fonti, l'autore e il traduttore.

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