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Che cos'e' PeaceLink

Un breve testo per capire di piu' l'associazione
30 settembre 2004

Peacelink e' una associazione di volontariato dell' informazione che dal 1992 offre una alternativa ai messaggi proposti dai grandi gruppi editoriali e televisivi. PeaceLink collabora con associazioni di volontariato, insegnanti, educatori ed operatori sociali che si occupano di Pace, nonviolenza, diritti umani, liberazione dei popoli oppressi, rispetto dell'ambiente e liberta' di espressione. Tutti i volontari di PeaceLink svolgono il loro lavoro a titolo puramente gratuito, per dare voce a chi non ha voce.

PERCHÉ LA TELEMATICA PER LA PACE?

"Perche' e' tempo di imparare a fare cose nuove, e se non piace la parola specialisti, a diventare bravi arigiani. Spetta quindi agli artigiani della Pace il compito di usare ogni mezzo nonviolento per giungere ovunque ed essere presenti con un'azione di pace e una testimonianza di impegno umano"
don Tonino Bello

"Perche' se informazione e potere sono veramente sinonimi nel mondo attuale, decentralizzazione e creazione di reti sono i nuovi sinonimi della vecchia utopia che si chiama DEMOCRAZIA"
Roberto Bissio
(direttore dell'istituto brasiliano di analisi sociale ed economica Ibase - Rio)

"Perche' la poverta' di comunicazione e' una tra le poverta' con conseguenze piu' drammatiche nel Terzo Mondo"
Renato Kizito Sesana
(missionario comboniano)

Il 28 ottobre 1991 nasceva ufficialmente la "rete telematica PeaceLink", e ad un decennio di distanza si avverte ancora piu' chiaramente la novita' di un'intuizione che colse di sorpresa tutti: un'iniziativa pacifista infatti anticipava per la prima volta le stesse forze armate battendole sul tempo (attualmente il sito di PeaceLink e' di gran lunga piu' consultato e citato dei siti delle tre forze armate italiane messe insieme). La Guerra del Golfo aveva spiazzato completamente il movimento pacifista che - abituato ai tempi lunghi della guerra in Vietnam - aveva come mezzo di informazione le proprie riviste mensili che costituiscono un ottimo mezzo di approfondimento ma non di mobilitazione. Il movimento aveva "tempi lunghi" per comunicare. La guerra contro l’Iraq del 1991, combattuta e vinta in poche settimane, richiedeva un salto tecnologico a chi volesse mobilitarsi con la stessa rapidita' e prontezza usando un proprio sistema informativo. Durante la guerra del Kossovo ci fu una vera e propria esplosione dei contatti telematici, anche perche' su PeaceLink scrivevano persone sottoposte ai bombardamenti Nato. Nacque cosi' il libro "Cronache da sotto le bombe", una testimonianza drammatica, terribilmente umana, un vero testo letterario paragonabile alle lettere dei condannati a morte della Resistenza. Quello e' stato un momento forte di una piu' vasta serie di iniziative di risonanza nazionale che si sono poi concentrate sullo scandalo dell'uranio impoverito e sul rischio nucleare. Si sono ottenuti risultati concreti come la pubblicazione sul sito di PeaceLink dei piani di emergenza nucleare (tenuti fino ad allora segreti) e delle mappe dettagliate (tenute segrete anch'esse) dei Balcani dove erano caduti i proiettili radioattivi della Nato. Dopo aver denunciato sin dal primo giorno di bombardamenti l'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito, i responsabili di PeaceLink sono stati convocati nel gennaio di 2001 dal Parlamento Europeo, per una audizione sulle possibili cause della cosiddetta "sindrome dei balcani". Anche durante il recente conflitto in Afghanistan PeaceLink ha contribuito alla circolazione di informazioni e di approfondimenti che spesso hanno superato per qualita' e completezza quelli dei media commerciali. Di recente anche la presenza di volontari dell'associazione in Cecenia e in Palestina ha permesso la circolazione di racconti e testimonianze dirette, prodotti a beneficio di tutti gli operatori dell'informazione. L'efficace utilizzo dell'internet come strumento per compensare la propaganda di guerra ha dimostrato che nella societa' dell'informazione la guerra non ha piu' una vita propria, non puo' piu' nascere da sola, ma ha bisogno di essere legittimata e sostenuta da ragioni umanitarie, ha bisogno di trovare un motivo accettabile e morale per la propria esistenza. In una societa' dove i mass-media giocano un ruolo sempre piu' determinante, il potere non risiede piu' solo nel controllo dei mezzi di produzione, ma anche nel controllo dei mezzi di informazione, e per le guerre del nuovo millennio il sostegno acritico e fedele dei mezzi di informazione sara' indispensabile tanto quanto il sostegno dell'industria delle armi. E' per questo motivo che dopo 10 anni di attivita' i volontari di PeaceLink hanno ancora molte cose da raccontare.

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