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In fondo all'articolo "Manifesto per la libertà della comunicazione elettronica nel terzo millennio"

L'ecopacifismo di sociale.network

Nell'era dei social noi siamo la merce e i nostri dati informatici sono il nuovo capitale delle grandi compagnie di comunicazione. E il Fediverso? Gubitosa a Radio Blackout: "Il punto di arrivo del nostro attivismo elettronico è l'universo federato, dove non ci sono trucchi, manipolazione, filtri"
Maria Pastore11 giugno 2023

Bella e divertente la sigla iniziale del programma radio StakkaStakka, datemi un po' fiducia, è nei primi due minuti, andatela ad ascoltare!

Mastodon alternativa a Twitter A distanza di un anno sono andata a ripescare la puntata di StakkaStakka su Radio Balckout che fa parlare di Fediverso un'artista che lì condivide i suoi disegni e commenta i libri che legge, un traduttore di videogame e artista musicale che su mastodon.bida ha una comunità numerosa, e il nostro Carlo Gubitosa che parla del social ecopacifista sociale.network.

Da pochi giorni Elon Musk aveva acquisito Twitter e una massa di utenti si era mossa come in un esodo in Mastodon, un social alternativo di microblogging. I principali media avevano dato questa notizia ma con inesattezza e tono sospettoso. Le voci di StakkaStakka rassicurano, e descrivono cosa sia il Fediverso e in particolare Mastodon.
Ci parlano della nuova frontiera della socializzazione. Di Gancio, un'agenda condivisa per Torino e dintorni, Puntarella per Roma, Bida per Bologna e Nebbia per Milano. Nessuna compravendita dei dati informatici degli utenti, server federati e non centralizzati, nessun algoritmo che manipoli le impressioni e le scelte di chi vi naviga. Nel Fediverso possiamo fare tutto quello che siamo soliti fare sulle piattaforme commerciali, si possono condividere documenti, file musicali, opinioni, testi scritti, foto, immagini, informazioni, video, podcast. Tutto liberamente senza i legacci a cui ci hanno abituato Facebook, Twitter, Instagram. Nessuna rincorsa alla visibilità e ai like, nessuna monetizzazione dell'odio, dei conflitti sociali e della violenza di genere. (1)

Carlo Gubitosa presenta la rivista Mamma Carlo racconta per salti la sua storia prima di arrivare al Fediverso, una storia già raccontata su Peacelink qui e qui. "Con le BBS (Bulletin Board System) ci sembrava di essere nel futuro, avevamo un sistema di bacheca elettronica, si poggiava su nodi, ossia sui computer in casa di altre persone, niente a che fare con le grandi compagnie di comunicazione. Erano reti autogestite. Poi FidoNet, inventata da un anarchico Tom Jennings che mise il suo software a disposizione di tutti, non c'erano collegamenti h24, il messaggio arrivava nel tempo di alcuni giorni ma la telematica era in mano alle persone. Sull'esempio di FidoNet è nata Peacelink, nel 1991, una rete BBS gestita da ecopacifisti sparsi in tutta Italia che condividevano così i loro bollettini. Infatti Peacelink ha come sottotitolo Telematica per la pace. [...]
Il punto di arrivo del nostro attivismo elettronico non poteva non essere che l'universo federato, dove non ci sono trucchi, manipolazione, filtri. Dove non viene monetizzato l'odio, e niente bolle che si parlano addosso ma comunità, anche fortemente identitarie ma aperte al mondo esterno e alle 7000 piattaforme del Fediverso. Dal mio punto di vista si sta ricreando quella convivenza tra diversi movimenti già vista nei Social Forum [...]
Con Francesco Iannuzzelli abbiamo avuto l'idea di mettere in piedi sociale.network, un social network libertario ecopacifista che parte da 2 associazioni, Altrinformazione che promuove il fumetto di realtà e di impegno sociale e Peacelink."

Qui l'intervista di Carlo a Radio Blackout, dal minuto 35. 

Un social network dovrebbe partire dalle persone e non stare nelle mani del software proprietario, dove i nostri dati, ossia la nostra vita, sono materia-prima per il marketing. Dobbiamo riscattare il valore che noi stessi abbiamo consegnato alle multinazionali della comunicazione. Il Fediverso è il luogo dove possiamo incontrarci, discutere e crescere liberamente, o almeno proviamo a farlo e vediamo che succede.


gruppo di lavoro e telematica



Un'altra cosa molto bella (la prima è la sigla di StakkaStakka!), questa volta da leggere è il Manifesto per la libertà della comunicazione elettronica nel terzo millennio, scitto anni fa da Peacelink in collaborazione con altre realtà del volontariato sociale italiano. Un assaggio "... ciascun individuo ha il pieno diritto di non essere limitato nella conoscenza sociale e tecnologica. [...] Le reti non sono un semplice accostamento di cavi, computer, software. La rete è soprattutto l'incontro delle esperienze di innumerevoli comunità, ciascuna con il proprio linguaggio... [...] La commercializzazione dei mezzi di comunicazione e la concentrazione della loro proprietà nelle mani di un ristretto gruppo di potenti danneggia tutti e compromette le basi culturali, politiche, produttive e informative su cui poggia la nostra società, a cominciare dalla pluralità delle opinioni e dalla diversità delle culture e dei linguaggi necessari per la democrazia, fino alla limitazione delle possibilità produttive e creative degli individui." Ma trovate il tempo di leggerlo tutto, ne vale la pena.

Note: (1) La questione etica legata all'azione delle multinazionali: Facebook ha orientato l'opinione pubblica verso il suprematismo bianco e Trump, nella Brexit, e a favore della dittatura nelle Filippine e nel genocidio della minoranza musulmana in Birmania. Alte percentuali di adolescenti pubblicano foto sui social solo dopo averle ritoccate con filtri, sono ossessionati dalla perfezione fisica e hanno paura di bodyshaming.Ricordiamo Francis Haugen, wistleblower (segnalatore di illeciti) che ha passato importanti documenti al Wall Street Journal. Ex product manager per Facebook e altri colossi del web ha denunciato un grave conflitto di interessi, le aziende preferivano il profitto alla responsabilità sociale, cioè pur di aumentare i loro incassi permettevano il crescere di conflitti online su razzismo, conflitti sociali e violenza di genere.

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