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Diario di un'esperienza

PeaceLink, a Perugia laboratori didattici per costruire pace, libertà e sviluppo sostenibile

Prima della Marcia Perugia Assisi alcuni peacelinkers hanno animato degli incontri con studenti provenienti da scuole di varie regioni italiane.

Studenti a Perugia. Prima l'assemblea plenaria con canzoni e poesie, poi i laboratori.

Nei due giorni che hanno preceduto la marcia per la Pace Perugia-Assisi, PeaceLink ha presentato due laboratori didattici per comprendere il circolo vizioso che porta governi e imprese senza scrupoli a produrre inquinamento e danni alla salute, alimentando le guerre e un modello di vita, quello occidentale, non sostenibile.

Hanno animato i laboratori didattici Lidia Giannotti, Andrea Aufieri, Teresa Manuzzi, oltre a me. Con loro ho steso questi appunti e con loro dovevo gestire i laboratori didattici.

Il nostro compito era quello di intervistare esperti e testimoni di pace e individuare con gli studenti percorsi di cittadinanza attiva.

Giorni intesi di impegno civile

Vengo fuori da quattro intensi giorni d'impegno civile con PeaceLink. Per parlare agli studenti di una piccola grande storia congolese, per sapere com'è lavorare e vivere sotto scorta senza diminuire il proprio impegno, per capire qual è la giusta misura. E il colore della coerenza, che sta dentro quell'arcobaleno.

Andrea Aufieri


Abbiamo cominciato il 14 maggio 2010 con scuole medie di varie regioni italiane.

 

Il giornalista Gianni Lannes ha esposto la sua inchiesta sui capodogli spiaggiati sulla costa garganica a dicembre.

Lasciare il testimone in ottime mani
Carissimi,
sono arrivato ad Ostuni qualche ora fa e, aprendo l'e-mail, ho trovato tutti i vostri messaggi.
Dei presenti nel nostro gruppo ad Assisi, sono il più vecchio e, forse, anzi senza forse, il meno attrezzato culturalmente e tecnicamente. La mia scarsa padronanza di internet mi impedisce di comunicare come vorrei; la mia sordità mi fa fare tanta fatica a seguire e capire qualsiasi discorso o dibattito; anche adesso, mentre scrivo, mi rendo conto della mia limitatezza perchè non riesco ad esprimere in parole tutto quello che sento dentro. Eppure, a dispetto di tutto questo, degli inevitabili momenti difficili passati e futuri e degli esempi negativi che la cronaca quotidianamente ci propina, sono ottimista. E l'eco ancora fresco dei dibattiti negli incontri che abbiamo avuto, l'entusiasmo della gente giovane, e meno giovane come me, che ho visto alla marcia e alla luce delle riflessioni fatte da voi tutti - e specialmente da Teresa ed Andrea - mi conferma che un mondo migliore è possibile, che sognarlo non è semplice utopia, che spendersi per realizzarlo è doveroso. Questo, rivolto a Teresa ed Andrera, con le parole di Raul Follereau nel suo testamento mi fa esclamare: "Vi lascio il bene che non ho fatto, che avrei voluto fare e che voi farete dopo di me". Ho la certezza di affidare il testimone in ottime mani.
Grazie Teresa! Grazie Andrea!

Paolo Moro


Sono intimamente commosso dalle parole di Paolo, così importanti che non posso esimermi dall'assumerne la bellezza e la responsabilità, pur consapevole che non sia un compito facile.
Grazie Paolo per quello che ci hai trasmesso, ci sentiamo prestissimo.
Un abbraccio a te e a tutti.

Andrea Aufieri

Le parole di Paolo cambiano un poco anche me, che in questo periodo son tutto fuorché ottimista! Visto poi che l'ottimismo spesso è fatuo e luccica con il brillìo delle illusioni create ad arte da chi è divenuto padrone della nostra bella Italia...

Certo l'ottimimo vero scaturisce dall'aver visto insieme tutte quelle persone (non eravamo due milioni :-( ma almeno centomila "veri" sì!), affaticate alla meta della lunga camminata ma entusiaste e soprattutto decise a continuare il percorso difficile dell'essere noi stessi con la nostra voglia di giustizia e di libertà in un mondo - e in un'Italia! - che si chiude all'umano.
E una ricarica è arrivata anche da voi! Spero di riuscire a scrollarmi di dosso malinconie e timori anche per riprendere i contatti e le attività senza adagiarmi nella stanchezza della sera.

Grazie ancora!

Roberto Del Bianco

P.S. Per Paolo: nessun problema le "limitazioni" fisiche, il vero limite sarebbe quando non si riuscisse più a sentire cosa dice il cuore, quello nostro e quello degli altri...

 

Ho letto le vostre riflessioni. Sono di quelle che ti restano dentro, così come il ricordo dei momenti condivisi insieme, piccola parentesi di luce, in una società fondata sempre più sull'egoismo e sulla sopraffazione. Ho nostalgia dei sorrisi, dell'allegria,dei suoni e dei colori di quei due giorni,in cui la condivisione di un sogno... di un ideale..di una speranza mi ha fatta sentire subito parte integrante di un gruppo .E' di gente come voi che si ha bisogno per continuare a sperare e a lottare per un mondo migliore.Grazie per ciò che mi avete regalato.Vi abbraccio.

Milvia Renna

 

Teresa, Andrea e gli altri ragazzi che ho incontrato non mi sembrano pessimisti (come pare siano tanti giovani italiani). Va bene imparare a scegliere e imparare a non farsi sfinire da chi pensa e vuole altro (almeno cerchiamo di essere noi a stancare.. con le "nostre" fissazioni)!
Contenta di avervi rivisto o conosciuto, di potervi leggere, parlare e reincontrare

Grazie!

Lidia Giannotti

 

Grazie a tutti, davvero, per i bei giorni passati con voi alla Perugia-Assisi! Grazie anche per avermi sopportato ed avermi offerto nuovi spunti di riflessione ed azione. Unire l'utile al dilettevole è possibile!
In attesa di fare squadra... un caro saluto

Valerio Gennaro

 

Lannes è un giornalista investigativo e ha scoperto che i capodogli sono morti sulla spiaggia perché disorientati e assordati dalle onde delle prospezioni sismiche, per la ricerca di idrocarburi da parte di multinazionali del petrolio: “Hanno fatto quello che avremmo fatto noi se avessimo udito un'esplosione: sono scappati”.

 

Poi è toccato a Valerio Gennaro, un medico epidemiologo: “Chiedere sempre il perché. La grande arma di distrazione di massa è proprio la distrazione. Io osservo e cerco di capire”. Gennaro ha un obiettivo: evitare che la gente si ammali. Ricerca i nessi fra inquinanti e patologie.

 

E' arrivato il turno di Paolo Moro, un volontario che è andato in Africa ad aiutare la dottoressa Chiara Castellani, nel villaggio di Kimbau in Congo. Kimbau ha il sostegno attivo di PeaceLink e c'è un sito apposito per aiutare l'ospedale dove opera la dottoressa Castellani: www.kimbau.org
Paolo ha parlato della piccola centrale idroelettrica per portare acqua e luce nell'ospedale. Va riparata e questa è la sua prossima missione, l'obiettivo del viaggio che farà fra poche settimane. I mezzi di comunicazione in Africa sono vitali perché “se non si comunica non ci si può aiutare e non ci si potrà liberare dal bisogno”, ha detto Paolo Moro. Abbiamo parlato con i ragazzi di come costruire con Internet ponti di collegamento e di aiuto.

Al laboratorio della pace, il giorno dopo, c'erano numerosi studenti delle scuole superiori. Venivano da tutta l’Italia. Hanno ascoltato e dialogato.

A me è toccato il compito di presentare l’e-book scritto con mio figlio Daniele, “Storia della pace”, scaricabile gratuitamente dal sito di PeaceLink (www.peacelink.it/storia). Nel libro ci sono i costruttori di pace, per superare la storia tradizionale fatta di sangue e di guerra.

Con noi avevamo gli “angeli custodi” della scorta di Gianni Lannes. E' infatti stato minacciato di morte per le sue inchieste sui traffici di armi e di rifiuti. Ne ha parlato con gli studenti.

 

Paolo Moro ha raccontato come la pace provenga dal prendersi cura del prossimo in Africa, in posti come Kimbau.

 

Valerio Gennaro, l'epidemiologo, ha spiegato infine come la scienza possa diventare strumento di pace e di miglioramento della qualità della vita mentre spesso è al servizio di interessi militari ed economici.

 

Gli studenti sono stati invitati a produrre relazioni e proposte. Il laboratorio si è animato quando Gianni Lannes, inviato in diversi teatri di guerra, ha dichiarato che il luogo dove si è sentito maggiormente in pericolo è l'Italia.

Peacelinkers alla Perugia Assisi del 16 maggio 2010

 

Ed eccoci alla partenza della marcia, 24 chilometri da Perugia ad Assisi. Gianni Lannes spinge il carrozzino. Dentro c'è il figlio e sopra sventola la bandiera della pace.

 

Incrociamo un gruppo di giovani: sì, sono proprio loro. Sono i ragazzi dei laboratori didattici sulla pace e la libertà. Ci salutano festosi. In quel momento sentiamo che sta camminando con noi anche la speranza di cambiare il futuro.

 

Ma a seguirci c'è anche l'ombra degli uomini che proteggono Gianni Lannes. Il cammino è ancora lungo.

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