Ilva: pm, azienda bypassava tecnici per trattare con politici
Pubblicato: 16/02/2021 13:08
(AGI) - Taranto, 16 feb. - “Ilva, bypassando gli organi amministrativi, puntava ad un proficuo confronto con gli organi politici”. Lo ha detto stamattina il pm Remo Epifani continuando la requisitoria al processo in Corte d’Assise, a Taranto, per il disastro ambientale imputato, insieme ad altri gravi reati, all’Ilva condotta dai Riva. Per il pm, il modello operativo di Ilva per quanto ottiene il rilascio delle autorizzazioni di cui aveva bisogno per l’esercizio operativo della fabbrica, soprattutto quelle di carattere ambientale, era quello di discuterne direttamente con i politici e non con i tecnici e le figure amministrative degli enti competenti. E in questo schema, il pm Epifani ha collocato l’ex governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, l’ex presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, e l’ex assessore all’Ambiente della Provincia, Michele Conserva, 3 dei 47 imputati del processo 'Ambiente Svenduto'. Riferendosi alla posizione di altri 2 imputati nel processo, il pm ha ricordato che "a marzo 2010 Girolamo Archinà dice a Fabio Riva che 'bisogna darsi da fare sulla parte politica che le dicevo perché ho risposte che non si stanno interessando'. Archinà - ha aggiunto il pm relativamente all’aspetto relativo alle autorizzazioni per le discariche di Ilva - frequentava assiduamente gli uffici della Provincia”.(AGI)
TA1/GIM
Ilva: pm, azienda bypassava tecnici per trattare con politici (2)
Pubblicato: 16/02/2021 13:08
(AGI) - Taranto, 16 feb. - Si è arrivati così, ha detto ancora il pm, a “provvedimenti adottati in assenza di condizioni di legge”, ma anche a “minacce di sollevazioni dall’incarico” verso i funzionari e i dirigenti della Provincia di Taranto e di “invito a dimettersi”. Questo perché, secondo il pm, funzionari e dirigenti non volevano fare quello che chiedevano gli amministratori provinciali perché non c’erano le condizioni normative. Il pm ha parlato di “evidente la finalità di far conseguire all’azienda” ciò che aveva chiesto. “Nella Provincia di Taranto - ha rilevato il pm -, Ilva agiva attraverso la figura di Archinà, figura di primo piano di questo processo”, chiamato a seguire “gli affari, anche illeciti dell’azienda”. A proposito del ruolo di Archinà, dipendente della società siderurgica, che i Riva, proprietari Ilva, utilizzavano per i rapporti con la politica e gli amministratori, il pm ha detto che “aveva una sofisticata strategia volta anche ad influire sui mezzi di informazione allorquando si tratta di conseguire un interesse aziendale”.
“Ci sono tanti episodi che lo coinvolgono e che lo rendono in dominus delle trame illecite di Ilva, ricevendo esplicito appezzamento da parte del suo datore di lavoro - ha dichiarato Buccoliero -. Di Archinà, Ilva non può fare a meno”.
In mattinata Buccoliero ha chiuso la sua requisitoria che era cominciata ieri pomeriggio, e, dopo una breve interruzione, l’udienza è ripresa con l’intervento del pm Giovanna Cannarile. Dopo di lei, deve ancora parlare un ultimo pm, Raffaele Graziano. La serie, per la pubblica accusa, è stata aperta dal pm Mariano Buccoliero che è quello che ha parlato più di tutti: 7 udienze distribuite su 3 settimane a partire dall’1 febbraio. Domani l’accusa chiuderà la requisitoria e formulerà le richieste alla Corte d’Assise presieduta da Stefania D’Errico, a latere Fulvia Misserini. (AGI)
TA1/GIM
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