Processo Ilva

Processo ILVA

L’attività degli imputati avrebbe gravemente leso la salute dei cittadini di Taranto

Oltre ad associarsi alle richieste di condanna penale già formulate dal Pubblico Ministero, la ASL di Taranto, per il tramite del proprio difensore, ha chiesto la condanna al risarcimento dei danni subiti in conseguenza dei fatti oggetto di imputazione.
23 febbraio 2021
Fonte: Comunicato stampa ASL Taranto

ILVA

Taranto, 23 febbraio 2021 - Nell’ambito del procedimento penale noto come “processo Ilva” in corso davanti alla Corte di Assise di Taranto, in data odierna sono state depositate le conclusioni per la ASL di Taranto, costituitasi parte civile con l’Avv. Stefano De Francesco del Foro di Lecce. Oltre ad associarsi alle richieste di condanna penale già formulate dal Pubblico Ministero, la ASL, per il tramite del proprio difensore, ha chiesto la condanna al risarcimento dei danni subiti in conseguenza dei fatti oggetto di imputazione e la condanna al pagamento di una provvisionale pari a € 500.000,00.

La ASL, infatti, avrebbe subito danni patrimoniali, non patrimoniali e di immagine.

I reati contestati e oggetto del processo, infatti, avrebbero comportato una massiva attività di sversamento nell’aria e nell’ambiente di sostanze nocive per la salute umana, determinando un gravissimo pericolo per la salute pubblica e cagionando eventi di malattia e decessi nella popolazione.

In definitiva, l’attività degli imputati avrebbe gravemente leso la salute dei cittadini di Taranto e l’ambiente, ambiti in cui la ASL esercita le proprie funzioni ed esplica la propria attività di prevenzione individuale e collettiva delle malattie, nonché di assistenza e cura delle medesime.

Gravi danni, poi, sarebbero conseguiti dai reati in materia di sicurezza ed igiene del lavoro e della salute dei lavoratori, ambiti in cui sono fondamentali i compiti di sorveglianza della ASL, quotidianamente impegnata nella prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, oltre che nel controllo dei fattori di rischio degli ambienti di lavoro.

Ancora, lo sversamento nell’aria e nell’ambiente di sostanze nocive per la salute avrebbe determinato la contaminazione dei terreni ove insistevano diverse aziende agricole locali, con avvelenamento da diossina di capi di bestiame destinati all’alimentazione. A ciò si deve aggiungere la contaminazione dello specchio acqueo del primo seno del Mar Piccolo di Taranto, ove insistevano numerosi impianti di coltivazione di mitili, tonnellate dei quali sono state distrutte per ragioni sanitarie, in quanto pericolosi per la salute umana. Anche in tali ambiti la ASL svolge le proprie funzioni di igiene della produzione, lavorazione, distribuzione e commercio degli alimenti e delle bevande, di profilassi e polizia veterinaria.

Sarebbero evidenti, pertanto, i gravissimi danni subiti dalla ASL, il cui risarcimento è stato chiesto nell’udienza di quest’oggi.

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