"Gravissimo pericolo per la salute pubblica nella popolazione jonica in generale"
Processo ILVA: la Provincia di Taranto ha chiesto 15 miliardi di euro di risarcimento
Per il legale dell'ente, dalla lunga istruttoria “è emersa senza ombra di dubbio la sciagurata gestione dello stabilimento Ilva di Taranto che per anni, nella piena consapevolezza dei suoi amministratori e dirigenti, ha riversato nell’aria/ambiente sostanze nocive per la salute umana".
24 febbraio 2021
AGI (Agenzia Giornalistica Italia)
Ilva: Provincia Taranto chiede risarcimento danni per 15 mld
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Pubblicato: 24/02/2021 18:44
Rete: Globale | Tema: Cronaca
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(AGI) - Taranto, 24 feb. - Nella udienza di oggi in Corte D’Assise a Taranto per il processo relativo ai reati di disastro ambientale e di avvelenamento di sostanze alimentari contestato all’Ilva sotto la gestione Riva, la Provincia di Taranto, costituitasi come parte civile, ha chiesto 15 miliardi di euro di risarcimento, di cui 10 miliardi di danno patrimoniale e 5 miliardi di danno di immagine e morali. La Provincia di Taranto, col presidente Giovanni Gugliotti, ha affidato il mandato in Corte d’Assise all’avvocato Francesco Sernia. Per il legale, dalla lunga istruttoria “è emersa senza ombra di dubbio la sciagurata gestione dello stabilimento Ilva di Taranto che per anni, nella piena consapevolezza dei suoi amministratori e dirigenti, ha riversato nell’aria/ambiente sostanze nocive per la salute umana, animale e vegetale, diffondendo tali sostanze non solo nelle aree interne allo stabilimento, ma anche nelle zone rurali ed urbane circostanti”. “In particolare - ha dichiarato oggi il legale della Provincia di Taranto davanti al collegio giudicante - IPA, benzoapirene, diossine, metalli ed altre polveri nocive, determinando gravissimo pericolo per la salute pubblica e cagionando eventi di malattia e morte nella popolazione jonica in generale, ed in particolare in quella residente nei quartieri vicini al siderurgico. E‘ evidente - ha proseguito l’avvocato Sernia - che la valutazione del danno deve tener conto in primo luogo del costo necessario al ripristino dei danni derivati al territorio dall’inquinamento ambientale e del profitto illecito conseguito da tutti coloro che si sono resi responsabili dei reati contestati”. Per la Provincia di Taranto, inoltre, “altrettanto rilevanti, ai fini del risarcimento del danno in favore della Provincia, vanno valutati i comportamenti di tutti i soggetti pubblici e privati indicati nella richiesta di rinvio a giudizio ed imputati dinnanzi alla Corte d’Assise”. “La Provincia, infatti, ha subito oltre all’evidente danno ambientale sul proprio territorio, ulteriori danni eziologicamente connessi quali il deprezzamento dei propri immobili abitativi, nonchè - ha sostenuto Sernia - il danno all’immagine derivante dal degrado e dalla insalubrità dell’intero territorio che scoraggiano il flusso turistico e commerciale verso l’intera provincia tarantina, nonchè, infine, un danno al prestigio ed all’immagine dell’Ente per lo svilimento del proprio ruolo istituzionale connesso alla demandata funzione di tutela e garanzia ambientale”.
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Pubblicato: 24/02/2021 18:44
Rete: Globale | Tema: Cronaca
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(AGI) - Taranto, 24 feb. - Nella udienza di oggi in Corte D’Assise a Taranto per il processo relativo ai reati di disastro ambientale e di avvelenamento di sostanze alimentari contestato all’Ilva sotto la gestione Riva, la Provincia di Taranto, costituitasi come parte civile, ha chiesto 15 miliardi di euro di risarcimento, di cui 10 miliardi di danno patrimoniale e 5 miliardi di danno di immagine e morali. La Provincia di Taranto, col presidente Giovanni Gugliotti, ha affidato il mandato in Corte d’Assise all’avvocato Francesco Sernia. Per il legale, dalla lunga istruttoria “è emersa senza ombra di dubbio la sciagurata gestione dello stabilimento Ilva di Taranto che per anni, nella piena consapevolezza dei suoi amministratori e dirigenti, ha riversato nell’aria/ambiente sostanze nocive per la salute umana, animale e vegetale, diffondendo tali sostanze non solo nelle aree interne allo stabilimento, ma anche nelle zone rurali ed urbane circostanti”. “In particolare - ha dichiarato oggi il legale della Provincia di Taranto davanti al collegio giudicante - IPA, benzoapirene, diossine, metalli ed altre polveri nocive, determinando gravissimo pericolo per la salute pubblica e cagionando eventi di malattia e morte nella popolazione jonica in generale, ed in particolare in quella residente nei quartieri vicini al siderurgico. E‘ evidente - ha proseguito l’avvocato Sernia - che la valutazione del danno deve tener conto in primo luogo del costo necessario al ripristino dei danni derivati al territorio dall’inquinamento ambientale e del profitto illecito conseguito da tutti coloro che si sono resi responsabili dei reati contestati”. Per la Provincia di Taranto, inoltre, “altrettanto rilevanti, ai fini del risarcimento del danno in favore della Provincia, vanno valutati i comportamenti di tutti i soggetti pubblici e privati indicati nella richiesta di rinvio a giudizio ed imputati dinnanzi alla Corte d’Assise”. “La Provincia, infatti, ha subito oltre all’evidente danno ambientale sul proprio territorio, ulteriori danni eziologicamente connessi quali il deprezzamento dei propri immobili abitativi, nonchè - ha sostenuto Sernia - il danno all’immagine derivante dal degrado e dalla insalubrità dell’intero territorio che scoraggiano il flusso turistico e commerciale verso l’intera provincia tarantina, nonchè, infine, un danno al prestigio ed all’immagine dell’Ente per lo svilimento del proprio ruolo istituzionale connesso alla demandata funzione di tutela e garanzia ambientale”.
Ieri il Comune di Taranto, costituitosi parte civile con l’avvocato Rosario Orlando, presente in aula anche il sindaco Rinaldo Melucci con la fascia tricolore, ha ribadito la richiesta di risarcimento danni di 10 miliardi di euro.
Il processo vede 47 imputati,di cui 44 persone fisiche e 3 società. La scorsa settimana l’accusa ha avanzato alla Corte d’Assise pesanti richieste di condanna per molti imputati. (AGI)
TA1/FAB
TA1/FAB
Parole chiave:
processo ilva
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