Processo Ilva

La Corte d'Assise: «ILVA di Taranto, gestione disastrosa della fabbrica»

Le motivazioni della sentenza di Ambiente Svenduto

Sono disponibili online le 3773 pagine delle motivazioni della sentenza di primo grado. Il file di 1,6 GB contiene l'intero testo suddiviso in 15 capitoli. Un documento importante per ricostruire la vicenda del disastro ambientale di Taranto.
Federico Conte

La sentenza di primo grado

Il documento di 3773 pagine è estremamente pesante da scaricare e richiede tempo (1.6 GB).

Per scaricare le motivazioni cliccare sul seguente link

https://download.peacelink.it/motivazioni-condanna-ilva.pdf

(consigliabile da computer)

Inflitte 26 condanne per 270 anni di carcere

TARANTO La Corte d’Assise di Taranto, presieduta dal giudice Stefania D’Errico (a latere Fulvia Misserini e sei giudici popolari), a distanza di diciotto mesi dalla lettura del verdetto (31 maggio 2021), ha depositato le motivazioni della sentenza del processo denominato Ambiente Svenduto per il presunto disastro ambientale causato dall’ex Ilva. A quanto si è appreso, il provvedimento - in via di notifica agli imputati e ai legali della difesa e delle parti civili - è di oltre 3mila pagine ed è diviso in capitoli e filoni d’indagine. In primo grado sono state inflitte 26 condanne (tra dirigenti della fabbrica, manager e politici) per 270 anni di carcere. La Corte d’Assise ha inoltre disposto sia la confisca degli impianti dell’area a caldo che la confisca per equivalente dell’illecito profitto nei confronti delle tre società Ilva spa, Riva fire e Riva forni elettrici per una somma di 2,1 miliardi. Tra i principali imputati, spicca la condanna rispettivamente a 22 anni e 20 anni di reclusione per Fabio e Nicola Riva, ex proprietari e amministratori dell’Ilva, che rispondevano di concorso in associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all’avvelenamento di sostanze alimentari, alla omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro. A tre anni e mezzo di reclusione (di 5 anni la richiesta dell’accusa) è stato invece condannato l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, a cui viene contestata la concussione aggravata in concorso.

«Modalità gestionali illegali»

«I Riva e i loro sodali hanno posto in essere modalità gestionali illegali anche omettendo di adeguare lo stabilimento siderurgico ai sistemi minimi di ambientalizzazione e sicurezza per ovviare alle problematiche di cui avevano piena consapevolezza sin dal 1995». È quanto scrive la Corte d'Assise di Taranto in uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza, di oltre 3.700 pagine. «La gestione dello stabilimento Ilva di Taranto da parte degli imputati - aggiunge il collegio di giudici - è stata una gestione disastrosa che ha arrecato un gravissimo pericolo per la incolumità-salute pubblica». Ed ancora: i protocolli di intesa tra gli allora proprietari dello stabilimento e le istituzioni locali e regionali «attestano in maniera inequivocabile come gli interventi di ambientalizzazione degli impianti, pur avvertiti come imprescindibili e urgenti, siano stati a lungo procrastinati, con la costante e ingiustificata prevalenza delle ragioni della produzione rispetto a altri valori pur costituzionalmente fondanti del nostro ordinamento». Il provvedimento depositato oggi è diviso in 15 capitoli. Fabio e Nicola Riva (condannati a 22 e 20 anni di reclusione), secondo i giudici, avrebbero «messo così in pericolo - concreto - la vita e la integrità fisica dei lavoratori dello stesso stabilimento, la vita e l'integrità fisica degli abitanti del quartiere Tamburi, la vita e la integrità fisica dei cittadini di Taranto». A tre anni e mezzo di reclusione fu condannato l'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, a cui viene contestata la concussione aggravata in concorso.

«Condotte omissive»

Parla di «connivenze che a vari livelli sono emerse e solo in parte risultano giudizialmente accertate» la Corte d'Assise di Taranto nelle motivazioni della sentenza. La gestione della grande fabbrica «si è concretizzata - annota la Corte - sia in condotte commissive, operazioni concrete nel ciclo produttivo, sia in condotte omissive, nella massiva attività di sversamento nell'aria - ambiente di sostanze nocive per la salute umana, animale a vegetale, diffondendo tali sostanze nelle aree interne allo stabilimento, nonché rurali ed urbane circostanti lo stesso; in particolare, Ipa, benzo(a)pirene, diossine, metalli ed altre polveri nocive, determinando gravissimo pericolo per la salute pubblica». La Corte d'Assise evidenzia anche i «danni alla vita e all'integrità fisica che, purtroppo, in molti casi si sono concretizzati: dagli omicidi colposi, alla mortalità interna ed esterna per tumori, alla presenza di diossina nel latte materno. Modalità gestionali che - viene puntualizzato - sono andate molto oltre quelle meramente industriali, coinvolgendo a vari livelli tutte le autorità, locali e non, investite di poteri autorizzatori e/o di controllo nei confronti dello stabilimento stesso». ILVA di notte

Articoli correlati

  • Vendola, Riva e Dio
    CyberCultura
    Esperimento con ChatGPT

    Vendola, Riva e Dio

    E' stato chiesto a un modello linguistico di Intelligenza Artificiale generativa di sviluppare un articolo in chiave ecologista partendo una dichiarazione di Nichi Vendola del 2011, in cui esprimeva stima verso Emilio Riva. Ecco cosa è venuto fuori.
    17 gennaio 2025 - Alessandro Marescotti
  • Memoria, lotta e resistenza sociale nella narrazione di Piero Mottolese
    PeaceLink
    Ilva di Taranto:

    Memoria, lotta e resistenza sociale nella narrazione di Piero Mottolese

    La tesi di Monia Torre, basata su un’approfondita ricerca antropologica, analizza la percezione del rischio legate all’Ilva di Taranto. Attraverso le testimonianze di operai come Piero Mottolese, attivista di PeaceLink, emergono le dinamiche tra fabbrica, ambiente e comunità.
    14 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink
  • L'ILVA inquina ancora: audizioni nella commissione ambiente del Consiglio regionale pugliese
    Ecologia
    A Bari le associazioni ambientaliste hanno preso la parola

    L'ILVA inquina ancora: audizioni nella commissione ambiente del Consiglio regionale pugliese

    Le emissioni in aria di ossido di azoto prodotte dall’altoforno AFO4 e le concentrazioni di fenoli e cianuri nei reflui dello stabilimento superano i limiti di legge. Tutto questo nonostante le promesse di "ambientalizzazione".
    14 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink
  • Teatro e cittadinanza: sul palcoscenico la resistenza al disastro ambientale
    Cultura
    L'inquinamento ILVA va in scena

    Teatro e cittadinanza: sul palcoscenico la resistenza al disastro ambientale

    Un teatro che educa e mobilita sotto la regia di Maria Elena Leone. Strumento riflessione collettiva e mobilitazione delle coscienze. Vengono portate in scena emozioni e storie che parlano di dolore, lotta e speranza. Presente il regista teatrale tedesco Joscha Zmarzlik, studioso di Luigi Nono.
    10 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.27 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)