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Proposte di sviluppo alternativo

Verso il potere di tutti: un libro di John Friedmann

In questo libro Friedmann dimostra che le politiche di sviluppo ispirate dalla dottrina economica dominante non offrono alcuna speranza di vita migliore per la maggioranza degli esclusi.
27 novembre 2004
Pasquale Iannamorelli

Più della metà della popolazione mondiale è povera e il numero dei poveri è in continuo aumento sia nei paesi ricchi che in quelli poveri. Le enormi cifre spese in aiuti dai finanziamenti internazionali e dagli investimenti privati sono servite, in buona parte, solo a far prosperare gli affari di una minoranza di gruppi e di regioni del mondo già integrate nell’economia globale mentre i poveri sono rimasti abbandonati a se stessi.
In questo libro Friedmann dimostra che le politiche di sviluppo ispirate dalla dottrina economica dominante non offrono alcuna speranza di vita migliore per la maggioranza degli esclusi e propone il suo contributo teorico e programmatico per uno sviluppo alternativo fondato sul rafforzamento del potere delle popolazioni povere (empowerment).

Chi è John Friedmann?
John Friedmann è professore emerito di pianificazione urbana dell’Università della California. Los Angeles. Laureato ad honorem dalla Università di Dortmund, in Germania e dalla Pontificia Università Cattolica del Cile, per molti decenni ha lavorato come consulente di pianificazione in America Latina, in Asia e in Africa. Dal 1965 al 1969 ha diretto il programma della Fondazione Ford di assistenza allo sviluppo urbano e regionale del Cile e per il suo lavoro ha ricevuto il riconoscimento ufficiale del governo democratico di quel paese.
Tra i suoi numerosi libri di urbanistica, teoria pianificatoria e sviluppo regionale, si ricorda il suo saggio pubblicato in Italia: Pianificazione come dominio pubblico: dalla conoscenza all’azione, (Dedalo, 1993)

L’autore descrive la povertà in termini di disempowerment economico, politico, sociale e psicologico. Un progetto di sviluppo alternativo deve pertanto ripristinare l’iniziativa individuale e collettiva dei poveri. Il punto di partenza strategico di questo progetto è il rafforzamento delle potenzialità delle household, le comunità familiari allargate che nell’analisi di Friedmann sono il nucleo di una fitta rete di relazioni morali ed economiche integrate all’interno di un complesso sistema sociale di produzione e di scambi solidali.
La riconquista degli spazi di vita delle famiglie, è la prima condizione necessaria di tutte le istanze di politiche democratiche inclusive: delle donne, (il cui ruolo è centrale nell’economia di produzione dell’esistenza) che reclamano parità di diritti, dei poveri disempowered, esclusi dalla distribuzione delle risorse del pianeta, e delle generazioni future, che hanno diritto ad ereditare un mondo migliore di quello attuale.
John Friedmann, ci fornisce elementi di un quadro di riferimento moralmente e socialmente informato, le sue proposte di sviluppo alternativo sono innestabili nelle attuali strutture dello sviluppo dominante: dalla loro tensione dialettica può nascere un futuro praticabile per le popolazioni povere del mondo.

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