Catena di SanLibero n. 276
Ventuno marzo: primavera, bella giornata per saltare la scuola e anche
- fra le altre cose - giorno della memoria per le vittime dei mafiosi.
Ma a me la parola "vittime" non e' mai piaciuta: quasi tutti quelli che
sono stati uccisi in realta' non sono stati vittime impotenti, ma hanno
lottato coraggiosamente contro il potere mafioso. Perche' e' stata una
lotta, ed e' una lotta tuttora. Commemoriamo quanto ci pare e piace,
magari con sindaci e presidenti, ma non rassegnamoci a niente:
lottiamo.
Percio' vorrei farti leggere 'sta roba di venti anni fa. Fabio
(l'autore del primo volantino) ora e' uno grande, ma a quell'epoca era
un ragazzo come te. Ce n'erano un sacco cosi', in Sicilia e altrove.
Questo numero della Catena e' dedicato a loro, ai militanti
antimafiosi.
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SicilianiGiovani/ Volantino per un'assemblea (primavera '84)
Anche se non ti promettiamo ricchi premi e cotillons vale ugualmente la
pena che tu legga questo volantino e per dei motivi, ne converrai, piu'
che seri: tanto per cominciare e' gratis e non e' un pretesto per
venderti un'enciclopedia; poi perche' e' stato fatto per te, e da
ragazzi uguali a te, piu' o meno intelligenti, piu' o meno incavolati,
insomma gente come te.
Vogliamo proporti una nuova idea da realizzare insieme:
SicilianiGiovani, un mezzo di espressione libero e moderno a
disposizione di chiunque voglia dire qualcosa, non il primo della
classe, ne' quelli che salgono sempre in cattedra. Infatti non ci
interessa il letterato, l'artista, il politicante, ma tutti quelli che
vogliono scrivere, raccontare, disegnare, fotografare anche solo
partecipare a qualcosa, esserci, sentirsi vivi e protagonisti, non solo
complici della propria vita. E' una possibilita' di opporci a
un'esistenza grigia che scorre per inerzia, alla solitudine, alla
rassegnazione inutile (ci dicono di non rompere le scatole e starci
zitti, e noi ci stiamo? No).
Non dormirci su ancora, vieni se hai qualcosa da dire, da raccontare.
Fabio
Via Reclusorio del Lume (vicino piazza S. Domenico), Facolta' di
scienze politiche, Aula A
* * *
SicilianiGiovani/ "Il coraggio di lottare"
Caro Salvatore (o Antonio o Vincenzo o Roberto, o come diavolo ti
chiami), come vedi, io non so nemmeno il tuo nome (forse ci saremo
visti qualche volta, in un treno di pendolari o in una discoteca, ma
naturalmente senza farci caso) e non so nemmeno che tipo sei, se tipo
"ragazzino perbene" oppure tipo punk (a me personalmente piacerebbe di
piu' cosi', ma questo e' solo una cosa mia personale). Non so neppure
che cosa stai facendo in questo momento, forse hai trovato il giornale
per caso e siccome ora c'e' una lezione noiosa te lo leggi sottobanco
tanto per passare il tempo; o forse sei sull'autobus o forse da qualche
parte con i tuoi amici (neanche tu sai granche' di me: bene, sono un
giornalista dei Siciliani, ho qualche anno piu' di te ma non molti,
sono triste perche' mi hanno ammazzato un amico, ho anche la paranoia
che lo facciano pure a me e ne ho paura perche' non sono
particolarmente coraggioso. Non sono affatto un grande giornalista anzi
sono alle prese con problemi molto piu' grandi di me). L'importante
comunque e' che tu capisca che io in questo momento non sto parlando al
Ragazzo Impegnato, non sto facendo il discorso "simbolico" per dire che
in realta' faccio appello a tutti quelli che ecc. ecc. No, io sto
parlando proprio a te personalmente, perche' ho bisogno di aiuto e non
mi fido delle persone importanti. Ho bisogno invece della gente
"comune", quella come te (e come me).
Parliamoci chiaro: io non credo affatto che tu sia particolarmente
interessato a tutte queste cose. L'altra volta, anzi, quando c'e' stata
l'assemblea Contro-La-Mafia (ci sara' stata anche nella tua scuola) tu
per un po' sei stato ad ascoltare tutto quello che dicevano i
professori e i tuoi compagni piu' "politici" poi, semplicemente, ti sei
annoiato e te ne sei andato. Siccome era una bella giornata, spero che
tu te ne sia anche andato in villa con la tua ragazza.
Tutto questo mi va benissimo. Io non credo molto alle parole, e credo
che ognuno debba fare cio' che sente e non quello che dicono gli altri.
Pero'. vedi, c'e' un trucco. Gli altri - cioe' le persone importanti, i
professori, i "politici" - partono da un punto di vista, e cioe' che
loro sanno tutto mentre tu non sai un cazzo. E che quindi debbono
essere loro a dirti cosa fare. Tanto, tu sei "qualunquista", uno che se
ne frega delle Cose Serie, che pensa solo a farsi la canna e ad andare
in discoteca (i giornalisti come me, invece, sono "i ragazzi di Fava",
bravi ragazzi certo, ma un po' troppo incazzati e un po' coglioni...).
Invece non e' cosi'. Tu sai un sacco di cose, solo che non le dici nel
loro linguaggio, o non lo dici affatto. Pero' le sai.
Per esempio sai che la tua vita non e' affatto una gran bella vita, che
ti annoi: questo non e' affatto qualunquismo, e' la tua vita. Non c'e'
bisogno di parole difficili per dirlo. E sai pure che non ti va di
continuare cosi' e che intanto devi continuare lo stesso perche' non
c'e' altro da fare, Sai che, nonostante tutte le belle parole, nessuno
ti puo' aiutare a far qualcosa perche' in realta' a nessuno gliene
frega veramente molto di te: Sai anche altre cose, per esempio che fra
un paio d'anni resterai disoccupato come il novanta per cento dei tuoi
amici, che fra i tuoi amici ce n'e' sicuramente qualcuno che si buca,
che tu ancora sei fra i piu' fortunati perche' sei - probabilmente -
uno studente e non uno scippatore o un marchettaro (e se lo sei, il
discorso vale anche per te). Sai un sacco di cose serie, insomma, ma tu
stesso non ti accorgi nemmeno di saperle (non solo gli altri ti
considerano un "qualunquista": sono riusciti a convincere anche te che
lo sei), e percio' non contano niente, non pesano. E percio' quelli che
sanno parlare continuano a comandare loro, indisturbati: tanto, tu non
conti...
Questo e' il trucco. Se tu ti rendessi conto di quanto sia importante -
e, ma in una maniera del tutto nuova, anche "politico" - anche andare
in villa con la ragazza, cercare di fare quello che ti piace, vivere la
tua vita come vorresti tu, tutto quanto cambierebbe. C'e' stato un
onorevole che, poche ore dopo che hanno ammazzato quel mio amico, e'
venuto fuori con aria arrogante - "la mafia non c'e', ha detto in
sostanza, fatevi gli affari vostri!" - a minacciarci. Bene,
quell'onorevole in realta' e' un debole, e' un isolato, perche' non ha
nessunissima idea della vita reale, della gente vera: al massimo, puo'
fare qualche danno ora, per il potere che ha. Noi invece - tu ed io -
siamo molto forti e gli possiamo ridere in faccia perche' la vita (la
vita di ogni giorno, quella normale, la nostra) la conosciamo, ci siamo
dentro, sappiamo che cos'e'; ci mancano solo le parole, ma le troveremo
(e non saranno mai grandi parole, grandi ideali, faccende da politici:
ma parole comuni, normali, quelle della vita di ogni giorno).
Allora, adesso ti faccio la mia proposta. Lasciamo perdere se hai la
cravatta o l'orecchino (io, ripeto, preferirei l'orecchino: ma e'
questione di gusti, ognuno ha i suoi). Queste sono cose secondarie. La
cosa importante e' che tu vuoi vivere la tua vita, e che ti sei
scocciato di quella che ti danno. Come me. Allora dammi una mano.
Parole non me ne servono, mi servono poche cose da fare. Poche, ma da
farle sul serio, perche' noi due - tu, ed io - siamo gente seria, non
politicanti. Andare in villa con la ragazza e' una cosa seria, e anche
fare questo giornale e' una cosa seria. Solo i bei discorsi non sono
una cosa seria.
* * *
SicilianiGiovani/ Un altro volantino
Siciliani/giovani ha una "politica" molto semplice e chiara, e cioe':
primo, schierarsi apertamente contro la mafia; secondo, affrontare
liberamente tutti i problemi dei giovani: Quanto alla politica
ufficiale, quella dei partiti, non siamo ne' favorevoli ne' contrari.
Semplicemente, non e' il nostro campo; chi vuole affrontarlo, puo'
farlo anche da solo (del resto ci sembra che in questo momento la lotta
alla mafia e per una migliore condizione di vita dei giovani siano la
cosa fondamentale, senza la quale tutto il resto e' poesia).
- Ma allora a che serve Siciliani/giovani?
A dare la parola alla gente, a fare parlare i ragazzi in prima persona,
direttamente e senza bisogno di nessuno. E quindi a farli contare nella
societa'. Noi non siamo qualunquisti, non diciamo che tutto e' uguale e
che non vale la pena di far niente. Pero' non siamo nemmeno ideologici,
vogliamo imparare dalla realta' e dalla gente e non dai professionisti
della politica.
- In tutto questo cosa c'entrano "I Siciliani"?
"I Siciliani" da soli possono riuscire a denunciare la mafia, ma non a
creare una mentalita' antimafiosa. Non si tratta solo di distruggere la
mafia, ma anche di costruire qualcos'altro. Questo qualcos'altro non lo
possiamo inventare a freddo, ma deve venire dalla gente, e specialmente
dai giovani, liberamente e senza prediche inutili. Si tratta di
sviluppare al massimo grado la creativita' di ciascuno, perche'
ciascuno e' in grado di contribuire e d'altra parte nessuno oggi e' in
grado di costruire qualcosa di buono da solo. Si tratta in sostanza di
capire come si puo' fare a vivere meglio, non nelle grandi teorie, ma
nella realta' di ogni giorno.
- Ma questo e' un giornale o un'organizzazione?
Non lo sappiamo ancora, probabilmente puo' diventare l'uno e l'altra.
Ma attenzione: un giornale di tipo nuovo, e cioe' assolutamente libero
e fatto dalla base; e un'organizzazione di tipo nuovo, senza ideologie
fisse e soprattutto senza professionisti, ideologie e leaderini.
Un'organizzazione tutta da inventare.
- E come si puo' fare a mettere in piedi questa organizzazione?
Non ne abbiamo la piu' pallida idea. A questo dobbiamo pensarci tutti,
strada facendo. Finora abbiamo i gruppi di lavoro su argomenti concreti
e il collegamento fra gente di varie scuole. Questo non e' venuto fuori
perche' l'ha detto qualcuno, ma semplicemente perche' erano il modo
piu' semplice di affrontare le cose da fare. Anche quando si trattera'
di organizzarsi in maniera piu' ampia, bisognera' continuare a seguire
questo metodo, e cioe': prima i problemi concreti: a secondo dei
problemi, il tipo di organizzazione, senza troppe teorie.
- Si e' parlato pure di manifestazioni.
Una manifestazione seria si potrebbe fare, in tutta la Sicilia, per il
cinque gennaio: purche' non sia una semplice manifestazione ma un modo
di ricordare a tutti "tutti" i nostri problemi, da quelli della mafia a
quelli della vita quotidiana. Ma anche in questo caso, andiamoci per
gradi: prima bisogna che si sia d'accordo tutti e che si discuta fra
tutti per tutto il tempo che ci vuole.
- Ma come facciamo a essere certi di non venire strumentalizzati?
Per quanto riguarda noi Siciliani, non abbiamo interessi elettorali,
quindi il problema si pone solo fino a un certo punto. Quello che
vogliamo fare lo diciamo apertamente e chiaramente, e non crediamo che
possa far paura a nessuno che abbia un minimo di buonsenso. La parola
"Siciliani" appartiene a tutti, comunque la pensino su tutto il resto,
purche' siano d'accordo che bisogna eliminare la mafia. "I Siciliani"
non e' un generale che comanda, e' semplicemente una bandiera. Dove
portarla, dipende da tutti noi.
- E gli altri?
Per gli altri, non possiamo farci niente. Ognuno ha il diritto di
parlare, e noi non possiamo censurare nessuno. Sta a noi ragionarci
sopra, scegliere fra le varie proposte e, in caso di contrasti,
decidere in assemblea. C'e' solo da ricordarci che, in ogni caso, le
cose importanti non sono le grandi parole ma i fatti concreti, anche se
si notano poco.
* * *
SicilianiGiovani/ Noi e "loro"
C'e' un sacco di gente a cui non sta affatto bene che i ragazzi
siciliani stiano allegri, si divertano e cerchino di riprendersi in
mano la propria vita. Proviamo a fare qualche nome:
- i mafiosi come Santapaola, Ferlito e Ferrera, che "mantengono
l'ordine" (assieme ai vari colonnelli Licata) nei quartieri, ammazzando
chi si ribella o si fanno i miliardi con l'eroina;
- i politicanti come Aleppo e Drago, che da un lato danno i contributi
ai mafiosi e dall'altro dicono che "la mafia non esiste";
- i padroni come Rendo, Graci, Costanzo o Finocchiaro, che licenziano
gli operai, vanno a braccetto con i mafiosi e poi si incazzano se
qualcuno gli chiede da dove vengono tutti quei soldi;
- i giornali come "La Sicilia", che fanno casino quando trovano un
ragazzo con un po' di fumo, ma di fronte a mafiosi e cavalieri se ne
stanno zitti.
La mafia non danneggia le persone importanti, ma va avanti sulla pelle
di tutti noi. Allora, ricordiamo quelli che hanno avuto il coraggio di
lottare contro la mafia, appoggiamo quelli che continuano a lottare
ancora ma, soprattutto, organizziamoci nella nostra vita
quotidianamente per non subire prepotenze da nessuno e per vivere come
desideriamo noi, non come vogliono gli altri.
E per cominciare, fra un mese tutti in piazza per il centro giovanile
autogestito. Siciliani/Giovani
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Altre primavere. Il 21 marzo viene inaugurato dal prossimo (secondo
lui) presidente del consiglio Fini il primo carcere privato italiano, a
Castelfranco Emilia. Formalmente non e' un carcere ma una "struttura di
rieducazione" (anche i campi di concentramento, formalmente, sono
"centri di accoglienza") per tossicodipendenti e la ditta che ha avuto
l'appalto e' la San Patrignano. E' un punto d'arrivo: molti anni fa, di
fronte all'alternativa fra stroncare il traffico d'eroina (gestito da
Cosa Nostra) e perseguitare i tossici, la societa' italiana scelse la
seconda strada. Furono pochi, e per lo piu' preti, quelli che in
quest'occasione mostrarono un minimo d'umanita' per i "drogati". Gli
altri preferirono curare le tossicodipendenze a cazzotti
"paternalistici" o a galera. Nella comunita' di Muccioli si arrivo'
perfino a un omicidio. Ma cio' non impedi' la sua trasformazione in
azienda, sempre piu' manageriale e sempre piu' riconosciuta dallo
stato. Adesso, naturalmente, con uno stato che da un lato vuole
arrestare chi si fa una canna e dall'altro si fa di coca nei ministeri,
San Patrignano e' il modello vincente: di morale, d'umanita', di
gestione violenta della gente "strana". E forse, a poco a poco, anche
di societa'. Un Panopticon quotato in Borsa. Una battuta? Non tanto: in
America le aziende carcerarie in Borsa ci sono gia'.
"Lodeserto? Un perseguitato!" ha detto, con innocente sventatezza, il
vescovo o il cardinale di Lecce. Mi dicono che anche altri, vescovi di
altre chiese, abbiano preso le difese del responsabile del "centro
d'accoglienza". E che ha fatto, in fondo? Ha impedito di uscire alle
"accolte"? Figurarsi: ex puttane. Ha dato qualche manganellata, l'ha
fatta dare? Ma quanno cce vuo' cce vuo', signora mia; del resto, se
anche l'ha fatto, l'ha fatto per il loro bene.
Infatti. E' almeno dal Settecento che i poveri non vengono piu'
picchiati se non, illuministicamente, per il loro bene. I poveri, gli
emigranti, le donne, i giovani pre-integrazione. Per il loro bene.
Stiamo esportando la democrazia in mezzo mondo, giusto? "Per il loro
bene". Esportare, letteralmente: la prendono qui dove si trova, la
smontano, l'imballano e se la portano via.
E poi la scaraventano laggiu', dove arriva arriva.
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Cuba. Duri atti d'accusa di Amnesty International contro le due
dittature dell'isola. In una, con capitale l'Avana, ci sono almeno
settantuno prigionieri politici, e "la liberta' d'espressione e' un
reato". Nell'altra, con capitale (o sub-capitale) Guantanamo, c'e'
anche la tortura.
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Anche in Italia, a Genova - i giudici hanno appena finito di accertarlo
- e' ritornata quattro anni fa la tortura. Eppure il sole splende, noi
camminiamo tranquillamente e i torturtatori, come in Bielorussia o in
Argentina, continuano serenamente la carriera.
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Raccolta di firme per il Elio Toaff, ex rabbino capo di Roma e
grandissimo esempio di umanita', tolleranza e spirito realmente
religioso. Vorremmo che Ciampi lo nominasse senatore a vita. Dico
"vorremmo", perche' mi ci metto anch'io.
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La signora A., che e' tanto simpatica, fonda (con altri signori meno
simpatici) un fascio per vedere se stavolta si riesce a far meglio che
negli anni Trenta. Il signor B., che e' di sinistra, firma per lei per
mettere in difficolta' il proprio avversario C., che e' di destra. Il
signor C., che e' tanto simpatico anche lui e sorride sempre,
sguinzaglia non si sa bene chi per scassinare i registri dei firmatari.
Il signor D., che di mestiere fa il giudice ed e' al di sopra delle
parti, decide che la signora A. non puo' andare alle elezioni. Il
signor E., dello stesso partito di C. e anche lui avversario di A.,
decide che il giudice D. e' un grand'uomo e lo nomina cavaliere. In
quel felice Paese si parlava moltissimo di democrazia.
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Primarie 1. Nel centrosinistra, grande successo del candidato
Portafoglio che - minacciando diversamente di non dare piu' una lira di
pubblicita' - e' riuscito a far cacciare il direttore (troppo
"movimentista") dell'Unita' Colombo e quindi a spostare la linea
politica del principale giornale ufficiale dell'Unione da un lato
all'altro: e tutto a colpi di euri.
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Primarie 2. A Catania, unico comune grosso in turno elettorale, scelti
finalmente i candidati di centrosinistra e centrodestra. Per il
centrosinistra: Enzo Bianco, ex ministro dell'interno, famoso per aver
mandato all'ospedale ottanta dimostranti a Napoli, qualche mese prima
dell'analoga (ma stavolta di destra) performance di Genova. Per il
centrodestra: Umberto Scapagnini, medico personale di Berlusconi, con
specializzazione geriatrica e anti-invecchiamento. Mr Manganello vs.
Doctor Viagra.
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Primarie 3. "Qui giace Starace/ vestito d'orbace/ vorace rapace/ di
tutto capace". Non e' un refuso: e' un ministro di An degli anni Trenta
(allora non c'era bisogno di trovare i miliardi per la campagna
elettorale perche' delle elezioni se ne faceva direttamente a meno).
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Il colpevole. Il capitano della corvetta della Marina Italiana Sibilla,
che il 28 marzo 1997 sperono', mandandola a fondo, la nave clandestina
albanese Kater I Rades. A bordo c'erano almeno centoventi emigranti, di
cui almeno ottantaquattro morirono annegati. Gli albanesi, per
scappare, si misero a zigzagare. Gli italiani, in un'accostata, li
presero dritti di prua: "tragedia del mare".
Che cosa sarebbe successo se il comandante Laudadio, vista la
situazione, avesse ordinato invece la ritirata? "Non potevo insistere
con le accostate - si sarebbe giustificato alla base - Rischiavo di
mandarli a fondo". "Lei aveva ordini precisi - gli avrebbero risposto i
superiori - Lei pretende di saperne di piu' di chi glieli ha dati?".
Gli ordini, di bloccare con decisione - e a costo di rischi - la rotta
della nave "illegale", venivano dagli ammiragli, e a questi dal
ministero, e al ministero dal governo. Al governo allora non c'era
ancora Berlusconi, ma Prodi. Che era convinto di dovere bloccare gli
sbarchi di "clandestini", per non turbare l'opinione pubblica, in quel
periodo ancora particolarmente egoista. Erano i giorni di Pasqa di otto
anni fa. Adesso, condannato il colpevole, possiamo goderci quest'altra
Pasqua in santa pace.
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Commercialisti. "Non si puo' affidare l'Italia a un professore!".
Neanche un condominio, neanche una scuola. Nell'atavica guerra fra Dott
e Prof, i commercialisti ormai sono all'assalto finale. Uno di loro,
manager di un istituto tecnico a Cosenza, per rendere il piu' difficile
possibile l'accesso all'odiata categoria, ha messo l'obbligo di dare le
impronte digitali all'ingresso per bidelli e prof. Quelli si sono
ribellati e sono passati in clandestinita'. Adesso le lezioni
d'italiano si fanno attorno a un bivacco nascosto, su per i monti.
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Commercio. Ciancio, fra i soci, e' proprietario al 19,5 per cento. Poi
c'e' la signora Valeria - sua moglie - con un altro 13,5 per cento. Poi
qualche politico, qualche manager, tutti amici. Di che giornale stiamo
parlando, di che tv? Su quali nuovi media ha messo le mani il
monopolista dell'editoria siciliana? Sorpresa: stavolta niente
giornali, ma centri commerciali: il piu' gigantesco della Sicilia, lo
fara' una ditta (l'Icom) che e' quella di cui parlavamo all'inizio e lo
fara' - duecentoquarantamila metri quadrati - in una zona di verde
pubblico, di verde a uso agricolo e non commerciale.
Scusa: ma come si puo' costruire un centro commerciale (e che centro!)
sul verde agricolo? Neanche a Catania una cosa del genere si puo' fare!
Infatti: non si puo' fare. Percio' il comune, il 25 febbraio, ha fatto
un'opportuna delibera e voila', cio' che era verde agricolo diventa
istantaneamente zona commerciale. Mercurio batte Cerere uno a zero. E i
giornali? Le tv? Muti: centri commerciali (dello stesso padrone) anche
loro.
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Droghe. I "bambini iperattivi" - quelli che una volta si chiamavano
monelli - in America vengono "curati" col Ritalin, uno psicofarmaco a
base di metilfenidato che in Italia, fino all'altro giorno, era
classificato fra le sostanze stupefacenti e percio' vietato. Adesso
pero' il ministero della salute ha invitato Novartis Inc, che lo
produce, a commercializzarlo anche in Italia, dove i bambini e
adolescenti "iperattivi" sarebbero ormai troppi. Il farmaco, che
secondo diversi scienziati genera una vera e propria assuefazione,
negli Stati Uniti avrebbe causato alcni milioni di giovanissimi
ritalin-dipendenti. "Siamo certi - chiede il professor Luigi Cancrini -
che questi bambini di otto anni a cui diamo il Ritalin a sedici anni
non lo prendano per loro conto e non diventino tossicomani?". Proteste
dei genitori (anche una manifestazione a Roma, ieri) e allarme di molti
medici.
Bookmark: http://www.provinciabile.it/blogabile
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Bestseller. Su "Segno" (la rivista antimafia di padre Fasullo: esce da
31 anni) di febbraio le motivazioni integrali della sentenza della
Corte di Cassazione sul processo Andreotti.
Una secca e inequivocabile antologia dei rapporti fra mafia e politica
negli anni '70-'80.
Info: rivistasegno@libero.it
Bookmark: http://www.rivistasegno.it
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Cronaca. In tutto l'anno, solo tre casi di estorsione denunciati dai
commercianti di Trapani alla polizia.
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Cronaca. Rivolta popolare a Cercola (Napoli) per l'abbattimento di un
Padre Pio abusivo eretto dai pensionati del paese.
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Cronaca. Nessun incidente a Colleferro (Roma) durante la manifestazione
dei no-global contro la fabbrica Rimmel, produttrice di elementi per
bombe a grappolo (cluster-bombs).
Nessun ferito, nessun contuso, nessuno neanche un po' ammaccato.
Qualche centinaio di morti ammazzati, naturalmente, quando le bombe a
grappolo saranno lanciate.
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Varieta'. Palermo. Monito del cardinale ai politici: "Combattete la
mafia e la corruzione".
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Ambra Jovinelli. Repliche di "Le dimissioni", con Toto', Peppino e
Calderoli.
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Trionfale. "Mi ritiro, anzi no" con Rascel, Macario e Berlusconi.
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Les miserables. Torino. Spacciatori adolescenti utilizzano i cunicoli
delle fogne (altezza un metro e mezzo, con un metro d'acqua sul fondo)
per sfuggire ai poliziotti attraverso la citta'. Si entra al Valentino,
si fuoriesce a Porta Nuova.
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Amnesty International wrote:
< Dal 13 marzo oltre 1.000 persone di diverse nazionalita' sono
sbarcate sull'isola di Lampedusa, arrivate probabilmente dalla Libia.
Il 17 marzo, 180 persone sono state prelevate dal Centro di Lampedusa e
inviate a Tripoli, in Libia, scortate dalla polizia italiana. Sembra
che siano imminenti ulteriori deportazioni. Amnesty teme che alle
persone che abbiano necessita' di protezione internazionale non venga
assicurato l'accesso alle procedure di richiesta d'asilo e alle
informazioni sui loro diritti fondamentali di richiedenti asilo. Coloro
che sono stati inviati in Libia, cittadini libici o di altra
nazionalita', potrebbero trovarsi a rischio di detenzione arbitraria, o
di detenzione sulla base di accuse che includono effettivi o presunti
ingresso e uscita illegali dalla Libia, e di maltrattamento in
detenzione.
Il 15 marzo, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti dei
rifugiati ha richiesto di accedere al centro di Lampedusa per
esercitare il proprio mandato al fine di garantire che i rifugiati
avessero la necessaria protezione, ma la risposta e' stata negativa:
nessuna organizzazione non governativa specializzata sui diritti umani
dei rifugiati e dei richiedenti asilo e' stata autorizzata ad entrare.
Tuttavia, negli ultimi giorni, funzionari della Libia, che non e' Stato
parte della Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati, si sono
recati a Lampedusa, e si crede siano entrati nel Centro. Questo fatto
rappresenta un'ulteriore preoccupazione per l'incolumita' dei
richiedenti asilo qualora fossero inviati in Libia >
Per chiedere spiegazioni al governo: redazionetecnica@mininterno.it
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Stefano wrote:
< "Io non considero l'Iraq affar suo ma anche nostro. Se non abbiamo
interessi economici da salvaguardare, abbiamo quello umano di aiutare
un paese ad uscire dai guai". Beato te che ci credi (senza alcuna
ironia e con grande rispetto). Penso invece che il rimedio sia stato
peggiore del male, non richiesto da nessuno e non intendo farmi carico
di questa responsabilita'. E sono anche stufo del dover stare per forza
da una parte o dall'altra, che i miei hanno sempre ragione ed i vostri
fanno cazzate dalla mattina alla sera. Rivendico il diritto di dire a
mio padre, che rispetto ed amo, stai sbagliando di grosso e in questa
cosa non intendo seguirti >
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f-costa@email.it wrote:
< A me questa cosa delle firme di Alternativa Sociale autenticate da
esponenti del centrosinistra non piace proprio per niente, e per tre
motivi: primo, perche' e' chiaramente una furbata elettorale, e nulla
valgono i tentativi del centrosinistra di fare spallucce. Secondo,
perche' hanno autenticato delle firme palesemente false (nelle liste
c'era Ornella Muti, persone nate il 31 Febbraio, eccetera). Ora, dato
che la falsificazione di firme e documenti e' una pratica a cui fanno
ricorso tutte le formazioni politiche italiane, tanto vale abolire la
raccolta di firme e trovare una maniera migliore per legittimare la
candidatura di una lista elettorale. Terzo, perche' credo che
autenticare le firme di Alternativa Sociale non sia semplicemente un
atto burocratico, ma una attestazione ufficiale della legittimita' di
un partito politico estremista, razzista e sessista, vicinissimo a
movimenti neofascisti, xenofobi e violenti quali Forza Nuova: non so
voi, ma io con certa gente non scambierei nemmeno il saluto >
________________________________________
Maria Di Rienzo nbawac@tin.it > wrote:
< Dov'e' andata la bambina senza volto?
L'aquila le regalo' una piuma,
e dal profondo vennero polveri d'opale e cristallo,
cosi' che lei potesse disegnarsi gli occhi.
Il fiume porto' a riva una coppa,
il cielo la riempi' di sole,
e lei intinse la piuma nei papaveri,
e si disegno' le labbra, per poter bere.
Dov'e' andata la ragazza senza corpo?
Ha raccolto meloni e rose selvatiche,
rami duri e morbide foglie,
ha respirato fumo di salvia,
di zafferano, di lavanda.
Ora e' un canestro di vuoto e pieno,
come la terra sua madre.
Dov'e' andata la donna danzante?
Nella spirale ha incontrato altre mani.
Come stelle si avvolgono,
galassia di luce che ruota,
e gli astri ridono come ridono i vecchi,
con la furbizia di chi ha gia' visto,
e ridono come ridono i bambini,
di pura meraviglia... >
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