Catena di San Libero n. 340
Memoria. Il quotidiano "La Sicilia" di Catania ha fiancheggiato
apertamente la mafia in almeno tre occasioni. Nel 1986 si è
rifiutata di pubblicare il necrologio di Beppe Montana, commissario di
polizia ucciso dai killer, perché conteneva la parola "mafia". Nel
1994 convoca un cronista che aveva scritto un pezzo contro il mafioso
Ercolano e lo rimprovera davanti al mafioso stesso. Nel 1994 depista
le indagini sull'omicidio di Giuseppe Fava, scatenando una campagna di
stampa contro il pentito che indica il mandante nell'imprenditore
Graci. In quest'ultima campagna si distingue il principale
editorialista del giornale, Zermo. Fra l'86 e il 94 "La Sicilia" è
l'unico quotidiano di Catania e il suo editore possiede direttamente o
indirettamente tutte le televisioni e i giornali della Sicilia. Una
situazione evidentemente anomala sui cui - si suppone - i partiti
della sinistra e il sindacato dei giornalisti hanno sviluppato una
dura opposizione.
Questa opposizione non c'è stata. Dodici anni dopo "La Sicilia" è
ancora l'unico quotidiano di Catania e il suo editore ha ancora,
direttamente o tramite alleati o prestanome, tutte le televisioni e i
giornali della Sicilia. La situazione, anzi, si è aggravata: in tutta
la città di Catania le edicole non espongono altri quotidiani che "La
Sicilia". Il principale quotidiano progressista, "Repubblica", si
rifiuta di far cronaca a Catania per non entrare in concorrenza con
"La Sicilia". L'editore-monopolista, Ciancio, licenzia tre quarti dei
suoi redattori tv e li sostituisce con un'improbabile "agenzia"
personale, senza peraltro incontrare alcuna significativa reazione né
da parte degli altri giornalisti né da parte della sinistra.
Catania, oggi come dodici anni fa, è una delle città italiane in cui
si leggono meno giornali. La stampa vi è completamente asservita agli
interessi materiali (ora, per esempio, sta facendo una campagna per
difendere gli appalti del Ponte). L'economia cittadina scivola sempre
di più, agli ultimi o ai penultimi posti nelle classifiche nazionali.
E Zermo viene invitato alle feste dell'Unità, a discutere pensosamente
sui problemi del paese insieme ai giornalisti e politici perbene,
quelli che in altri tempi si impegnavano contro Ciancio e adesso
preferiscono prendere atto della situazione.
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Proverbi. Chiudere la stalla dopo che sono stati licenziati i buoi.
(Dopo il licenziamente di una decina di giornalisti il responsabile
dell'informazione Ds, Giulietti, si accorge nel 2006 che a Catania la
situazione dell'informazione forse non è del tutto ottimale e lo dice
ai convegni).
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Polacchi. Non sono stati ancora ritrovati i resti dei cento o
centocinquanta polacchi dispersi in Italia e probabilmente divorati
dalla camorra. Fra un cannibalismo e l'altro gli indigeni discutono
pacificamente di calcio, di governi e del tempo che fa.
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Locri. Funziona di nuovo il sito dei ragazzi di Locri, distrutto da da
ignoti pirati informatici col forum e i contributi degli iscritti. Non
funzionano affatto invece né le indagini sull'omicidio Fortugno né la
solidarietà agli antimafiosi calabresi, lasciati completamente soli -
dopo un breve momento di commossa "solidarietà" - da stampa,
istituzioni, governo, forze politiche e quant'altro.
Bookmark: www.ammazzatecitutti.org
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Giustizia 1. Annullata per decorrenza termini - per una incredibile
svista del tribunale di Messina - la custodia cautelare a carico del
boss mafioso Gerlando Alberti junior, condannato all'ergastolo nel
dicembre del 2004 per l'omicidio di Graziella Campagna. L'Associazione
Rita Atria ha promosso una raccolta di firme per invitare il ministro
della Giustizia a mandare qualcuno a vedere che diavolo sta succedendo
in quello strano tribunale.
http://www.ritaatria.it/raccolta_firme.aspx
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Giustizia 2. Indagati per la strage Borsellino lavorano per la Procura
di Catania. I fratelli "Di Stefano", titolari della "Ge.imp", hanno
operato su incarico della magistratura penale catanese: oggi, si
scopre i pm di Caltanissetta indagano su di loro nel filone dei
mandanti esterni della strage di via D'Amelio.
La Direzione Nazionale Antimafia, invece, li indaga perchè, secondo
l'accusa, avrebbero favorito, nella loro opera, settore bonifiche
ambientali, il boss Ercolano, famiglia mafiosa imparentata con
Santapaola, capo di Cosa Nostra di Catania.
Non è la prima volta, che dal Palazzo di Giustizia di Catania vengano
fuori notizie del genere: un imprenditore catanese, Angelo Scammacca è
finito di recente sulle pagine de "Il Venerdì di Repubblica", per una
brutta storia di consulenti mafiosi e fallimenti. Scammacca paga
ancora per una sentenza, frutto di inquinamenti malavitosi: lo Stato,
però, non gli ha ancora riconosciuto il torto subito. [marco benanti]
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Hackergirl. E' proprio vero che il settore informatico è dominato da
maschi bianchi che vivono nella Silicon Valley californiana? Per
rovesciare gli stereotipi che nascondono all'opinione pubblica
l'universo femminile dell'hacking e le controculture digitali europee,
un gruppo internazionale di donne appassionate alle tecnologie ha dato
vita all'"Eclectic Tech Carnival". Questo evento itinerante, dedicato
alle donne che vogliono e capire e guidare le tecnologie anziché
subirle passivamente, quest'anno si è svolto a Timisoara, in Romania,
dal 4 all'8 settembre, dopo aver toccato negli anni precedenti le
citta' di Graz, Belgrado, Atene e Pula, tutte ben lontane dai centri
statunitensi di potere politico e tecnologico che solitamente vengono
associati allo sviluppo dell'informatica. Al centro dell'Eclectic Tech
Carnival non c'è solo il software libero e open source, descritto come
"uno strumento per avere più controllo e libertà sui nostri progetti",
ma una vera e propria filosofia di vita che rifiuta il paternalismo
con cui molte donne delegano al maschietto di turno il ruolo di
tecnico o riparatore. "Per essere indipendenti dai cosiddetti esperti
e dalle figure autoritarie - sostengono le organizzatrici dell'ETC -
promuoviamo l'autoapprendimento e il fai-da-te per riparare da sole
computer, automobili e biciclette". Che sia il computer, e non la
minigonna, il vero strumento che porterà alla completa emancipazione
femminile? [carlo gubitosa]
Info: http://eclectictechcarnival.org/
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Radici. Metà degli italiani nel 2005 non ha toccato neanche un libro.
Ed è un progresso, visto che cinque anni fa di italiani così ce
n'erano 61 ogni cento mentre ora sono solo 57. Basta e avanza la tv.
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America. Sei bambini morti bruciati nell'incendio di un appartamento.
La casa della famiglia Ramirez, al terzo piano di un palazzo
fatiscente a Chicago, da mesi era illuminata da perché avevano
tagliato la luce. Una candela caduta ha provocato l'incendio.
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Operai. I muratori di Brescia che, secondo un'indagine recente, si
drogano per superare la fatica e tirano avanti a polvere bianca e
lavoro nero. Dal lunedì al venerdì, quindici ore in cantiere. Il
sabato e la domenica, via a far nottata nei locali.
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Pizzo. Il comune di Messina ha deciso di chiedere un contributo
volontario agli automobilisti di altre nazioni (Inghilterra, Piemonte,
Lombardo-veneto, Francia, Toscana, ecc.) che attraversano lo Stretto.
Il ricavato sarà devoluto alla lotta contro l'inquinamento.
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Amici politici. Adesso vivono da parassiti dei giovani generosi che
erano stati un tempo.
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Satira. Al Pizzino il premio internazionale per la satira politica di
Forte dei Marmi. Il Pizzino è una rivista di satira antimafiosa che si
stampa a Palermo ma è ormai conosciuta in tutt'Europa. Dal 2005 ha
pubblicato undici numeri tematici relativi ad altrettanti affari, dal
pizzo alla sanità, dal calcio alla privatizzazione delle coste, dal
ponte sullo stretto alle elezioni. Contribuisce fra l'altro al settore
satira di Casablanca, con cui ha stretti rapporti. (Nota vanitosa: nel
2003 lo stesso premio è stato assegnato alla Catena di San Libero).
Bookmark: www.museosatira.it
Info: pizzino@scomunicazione.it
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Vecchiaia. E' quando cominci a pensare all'ex Italia come, a Serajevo
o Belgrado, all'ex Jugoslavia.
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Memoria. Un volantino (1985).
< NOI E "LORO"
C'è un sacco di gente a cui non sta affatto bene che i ragazzi
siciliani stiano allegri, si divertano e cerchino di riprendersi in
mano la propria vita. Proviamo a fare qualche nome:
- i mafiosi come Santapaola, Ferlito e Ferrera, che "mantengono
l'ordine" (assieme ai vari colonnelli Licata) nei quartieri,
ammazzando chi si ribella o si fanno i miliardi con l'eroina;
- i politicanti come Aleppo e Drago, che da un alto danno i contributi
ai mafiosi e dall'altro dicono che "la mafia non esiste";
- i padroni come Rendo, Graci, Costanzo o Finocchiaro, che licenziano
gli operai, vanno a braccetto con i mafiosi e poi si incazzano se
qualcuno gli chiede da dove vengono tutti quei soldi;
- i giornali come "La Sicilia", che fanno casino quando trovano un
ragazzo con un po' di fumo, ma di fronte a mafiosi e cavalieri se ne
stanno zitti.
La mafia non danneggia le persone importanti, ma va avanti sulla pelle
di tutti noi. Allora, ricordiamo quelli che hanno avuto il coraggio di
lottare contro la mafia, appoggiamo quelli che continuano a lottare
ancora ma, soprattutto, organizziamoci nella nostra vita
quotidianamente per non subire prepotenze da nessuno e per vivere come
desideriamo noi, non come vogliono gli altri.
E per cominciare, fra un mese tutti in piazza per il centro giovanile
autogestito.
Siciliani/Giovani >
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Memoria. Un volantino (1985).
< I CAVALIERI IN GALERA
L'arresto dei cavalieri dimostra la validità della lotta portata
avanti da Giuseppe Fava, dal suo giornale "I Siciliani" e da tutti gli
antimafiosi di questa città. E' stato ordinato dal giudice Carlo
Palermo, che i mafiosi (anche catanesi) hanno cercato di uccidere poco
tempo fa. Dev'essere un punto di partenza per ricostruire Catania su
basi completamente diverse. Questa città, in mano ai cavalieri e ai
loro amici, è diventata il paradiso dei mafiosi, dei corrotti, dei
politicanti disonesti e dei trafficanti di droga. Una città in cui per
i giovani non c'è il minimo spazio e la minima speranza di vivere
bene.
Ora bisogna cominciare a far valere i diritti di noi giovani catanesi.
Vogliamo una città che non ci emargini in continuazione, una città in
cui i giovani contino e possano portare avanti i loro bisogni e le
loro idee. A partire dalla conquista di un posto tutto per noi, un
centro giovanile autogestito per discutere e organizzare le cose nuove
e per passare il nostro tempo liberamente e insieme.
Siciliani/Giovani
Questo non è un volantino elettorale >
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Amici miei. Mi scuso per l'irregolarità, per non dire altro, con cui
negli ultimi tempi vi sta arrivando la Catena. Per me personalmente
non è un periodo molto buono, e questo significa che ho difficoltà a
scrivere le solite cose. Per il movimento (antimafioso, studentesco,
della società civile... chiamatelo come volete) invece è un periodo
molto buono, anche se in superficie non si vede, e tante piccole
iniziative nascono ogni giorno e vanno per quanto si può supportate:
questo significa che oltre alle solite cose bisogna cercare di farne
anche molte altre, che grazie al cielo aumentano sempre di più. Perciò
abbiate pazienza, fatevi sentire e datevi da fare, ché qui la ditta
non ha affatto chiuso i battenti (mica siamo Tanzi o Telecom, cazzo.
Siamo un'azienda seria, noi)
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Cristiani. Fabio D'Urso wrote:
"Mettere insieme lettere, scritti, esperienze, riflessioni, posizione,
critica, responsabilità, etica; in particolare per con-elaborare
riflessioni su chiese e società, confessioni di fede e società ,
comunità locali e territorio. Può servire per pensare insieme ai nodi
esistenti dentro noi, tra di noi, a partire dal nostro modo di
elaborare la fede, per elaborare creatività e azioni comuni guardando
verso il cielo, mentre viviamo ed esistiamo, speriamo e crediamo,
abbiamo responsabilità e amore. Stiamo elaborando una newletter e un
piccolo giornale"
Info: unpopoloincammino@gmail.com
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Stefano wrote:
< A pag. 211 di Appunti di Storia del Cilento (A. La Greca, Centro di
Promozione Culturale del Cilento, Acciaroli 2001) trovo scritto: "[Nel
XIV secolo] i ceti meno abbienti nulla avevano di temere dalle
incursioni dei pirati: nelle cronache dell'epoca sono riportati casi
in cui molti diseredati attendevano pacificamente sulla costa i pirati
per darsi loro prigionieri, nella speranza-certezza che nel mondo
arabo avrebbero avuto condizioni di vita certamente non peggiore di
quella che si lasciavano alle spalle. E sappiamo che nel Meridione
d'Italia si guardava a Costantinopoli come naturale riferimento
culturale ed economico anche dopo che la città nel 1453 era caduta
nella mani dei Turchi". Dunque Costantinopoli rappresentava per le
plebi meridionali quello che è oggi l'Occidente per il Terzo Mondo? >
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Sara wrote:
< Il mio soggiorno oltralpe mi ha insegnato diverse cose sull'essere
italiani e su cosa questo significhi in un Paese che vede la nostra
nazione come una grande barzelletta. L'essere "guappi", i vestiti
firmati, l'importanza data al calcio, la morale dell'esteriorità e dei
programmi di Maria De Filippi, il posto dove uno come Berlusconi resta
al governo per cinque anni: ecco quali sono i miei feedback dalla
Francia. Ecco come ci vedono nel resto del mondo. E dico nel resto del
mondo perché ho preso parte ad un campo internazionale di lavoro, e
questi cliché ci caratterizzano praticamente dappertutto. "Come vedete
l' Italia nel vostro Paese?". "Il paese della mafia". In questi casi
nessuno pensa al classico siciliano che, dando una pacca sulla spalla
ai suoi complici, li chiama "picciotti". All'estero "mafia italiana" è
sinonimo di corruzione politica e di raccomandazione >
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ibacon@libero.it wrote:
< Guerra di non-religione. "Chiunque uccida un uomo che non abbia
ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra,
sarà come se avesse ucciso l'umanità intera. E chi ne abbia salvato
uno, sarà come se avesse salvato tutta l'umanità" (Corano, Sura V,
32). "Avete udito che è stato detto: Occhio per occhio e dente per
dente. Ma io vi dico di non resistere al malvagio" (Vangelo secondo
Matteo, 5, 39-41, 43-44)
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utolinfa@yahoo.it wrote:
< Sono tornata a casa, qui nella Città Immobile. Tutti e Tutto mi
dicono di scappare, che non cambierà, che devi Servire per avere
questo o quel lavoro. Ma io sono stanca di Fuggire, di adattarmi in
luoghi lontani e alieni che di sicuro garantiscono diritti, lavoro, un
minimo di stabilità economica anche a 27 anni, appena laureata e - di
conseguenza - staccata da terra, e da questa terra. Io ho il Diritto
di lavorare nella mia città. Ho il Diritto e il Dovere di essere
felice in questa vita e di scegliere liberamente i mezzi per esserlo
nel luogo in cui sono nata. Sono tornata per rimanere. E' dura.Però
non voglio più essere vigliaccamente rassegnata. Ci sarà un modo. Voi
che fate per resistere ? Dove sono queste Società Segrete non
politicizzate? Dove siete ? C'è nessuno? >
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Ricciardo Aloisi < nbawac@tin.it > wrote:
Stranezza
< Qui
le cose sembrano abbastanza chiare
noi siamo gli amici e i nemici sono loro.
ma un amico mio
che vive là da loro
mi dice che lì
sono tutti sicurissimi
di essere loro gli amici e che i nemici siamo noi >
* * *
A un vecchio compagno
< La vita è questo circo pauroso
che ad uno ad uno ci tocca
gettarci nel vuoto dal trapezio
sperando che mani compagne ci afferrino al volo >
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