Catena di San Libero n. 351
La scelta era fra subire una prepotenza oppure una botta in testa. La
prepotenza e' il "fazo tuto mi", il "lasciatemi fare", l' "un giorno mi
ringrazierete"; la botta in testa e' il ritorno dell'estrema destra al
governo, Dell'Utri in testa. Fra le due ovviamente c'era poco da
scegliere e la sinistra giustamente ha calato le brache. Un Follini vale
piu' di tutta la sinistra, poiche' la sinistra rispetta i patti ed e'
dunque indifesa. Un Andreotti e' determinante non perche' l'andreottismo
abbia riguadagnato terreno nella societa' ma perche' il centrosinistra
ha (ri)scelto di farne l'interlocutore principale. Il dato piu' rimosso
- elettoralmente - degli ultimi dieci anni e' che Berlusconi, di solito,
non ha vinto ai Parioli ma nelle borgate.
Il centrosinistra s'e' rassegnato tranquillamente a questo dato,
approfondisce ai Parioli e fugge dalle borgate. Alla fine, a farlo
cadere non sara' un Turigliatto o un Pallaro ma il semplice calo
sociologico del consenso: un governo che riesce a perdere quasi venti
punti in sondaggio fra luglio e novembre e' un governo che si candida a
scomparire.
Poiche' Prodi ne e' il premier, e anzi - nelle intenzioni - il sovrano
assoluto - la responsabilita' principale e' sua. Su di lui evidentemente
ci siamo illusi: sara' anche simpatico ma non e' un politico. E' un
semplice manager (onesto) come tanti altri e sarebbe stato un ottimo
ministro dei Trasporti o delle Partecipazioni Pubbliche in un vero
governo di centro-sinistra.
A Vicenza - per esempio - si e' comportato puerilmente. Vicenza e' stata
una giornata cattolica, con molto piu' Woytila che Che Guevara. Un dc
dei bei tempi se ne sarebbe accorto, avrebbe preso tempo con gli
americani, avrebbe trattato coi vicentini. Lui no, ha dovuto fare l'uomo
forte, alla disperata ricerca di una qualunque occasione per alzare la
voce e farsi finalmente ascoltare. Veltroni, in tutta la crisi, e'
rimasto zitto e chiotto. Chi dei due e' il piu' democristiano? Chi
sara' al governo fra un anno o due?
* * *
Non possiamo mandare a casa Prodi perche' dall'altro lato c'e'
Berlusconi. Dobbiamo tenerci Hindenburg perche' altrimenti c'e' Hitler.
Dobbiamo tenerci Facta perche' altrimenti arriva Mussolini. Va bene.
Sano realismo. Finora pero', non ha funzionato. Il problema vero, quello
che prima o poi bisognera' pur affrontare, e': come siamo arrivati a
questo punto?
Forse abbiamo perso un'occasione ai tempi della "societa' civile".
Democrazia non e' tanto una forma di governo quanto la difesa degli
interessi dei molti - lavoratori, commoners - contro quelli dei pochi.
Allora, rozzamente, l'avevamo capito e ce l'eravamo presa con i poteri
dei pochi (mafia, simbolicamente, in testa). Poi ci siamo persi nelle
formalita'. E i pochi hanno ricominciato a gestire il gioco. Adesso, si
parla di metafisica (partito "democratico", "riforma" elettorale) e non
piu' di interessi: ma la metafisica, in politica, e' sempre di destra.
Partito democratico, del "demos", e' quello che in una forma o l'altra
comprende la maggior parte dei lavoratori dipendenti e li contrappone ai
pochi. Giusta elezione e' quella in cui i cittadini scelgono (dando le
preferenze) da chi vogliono essere rappresentati. Non sembra che queste
due cose siano piu' molto importanti, oggi.
"Zitti e muti: decido io. Se vi piace bene. Se non vi piace, arriva
Berlusconi col manganello". Prodi non e' un democratico: e'
semplicemente meno non-democratico di Berlusconi. Democrazia non e'
votare candidati bloccati, decisi arbitrariamente dai vertici dei
partiti. Non e' sciogliere - dopo cent'anni - il partito della sinistra
per avere in cambio un Blair o un Kerry. Non e' neanche "o fate come
dico io o salta tutto". Prodi va tollerato, votato, fiduciato e tutto
quello che volete perche' qui e ora l'alternativa e' peggiore. Ma non e'
piu' un nostro amico. Bisogna fare in fretta a unire i movimenti, le
piccole sinistre e la societa' civile.
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Dico. I gay si chiamano finocchi perche' alle volte, al momento di
bruciarli vivi per ordine dei preti, il boia gettava sul fuoco anche
qualche mazzo di finocchi: cosi' la cerimonia veniva resa piu'
tollerabile olfattivamente, visto che la carne bruciata per molti ha un
odore fastidioso. Bruciarli, non se ne poteva fare a meno perche'
altrimenti il Signore si sarebbe irritato e avrebbe mandato cataclismi e
terremoti: questi ultimi venivano generalmente attribuiti esattamente a
cio', e le autorita' religiose e civili non mancavano di tenerne conto.
Altre categorie molto antipatiche erano sindacalisti, ebrei, protestanti
e donne sapute: questi pero' venivano messi a fuoco piu'
rudimentalmente, visto che le storie in questi casi non parlano di
finocchi. (Nessuno di quelli che un tempo bruciavano i gay gli ha mai
chiesto scusa. Anzi, sono tuttora impegnati a dire che certo bruciarli
non si puo' piu' ma insomma).
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Alla base. Secondo il pentito Marino Mannoia fra il '79 e l'80 diversi
carichi di eroina, da Cosa Nostra siciliana a Cosa Nostra Usa, sono
partiti dalla base americana di Sigonella.
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Bambini. Uno parlava troppo e gli hanno tagliato la lingua. Uno faceva
chiasso in biblioteca e gli hanno puntato una pistola in testa. I grandi
si fanno sempre piu' nervosi.
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Memo. Nel 1976 il Pci era al 34,37 per cento. Nel '78 al 30,38 per
cento. Nell'84 al 29,89. Attualmente, gli ultimi sondaggi danno il Ds al
17,5 per cento.
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Burns. La signora Bertolino, a uno dei processi per la distilleria: "Non
sono mai stata condannata per inquinamento. Solo per disastro
ambientale".
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Alma mater. Catania. Verranno versate direttamente al feudatario della
citta', Mario Ciancio, le centomila monete raccolte ogni anno fra i
familiari dei giovani dell'Universita' degli Studi "Ciancio Sanfilippo",
fondata nel 1434 da Ciancio d'Aragona. Gli scudi verranno consegnati
alla tesoreria di Mario Ciancio in cambio di alcune pagine del giornale
di Mario Ciancio. Gli avventori della Casa dello Studente saranno
inoltre muniti di copia del foglio di propaganda di Ciancio, senza il
quale non potranno accedere alla colazione mattutina. Le svanziche, i
dirham, gli scudi, gli euri, i talleri e il valsente non sono che "un
doveroso omaggio - precisa il rettore Recca Sanfilippo - alle
istituzioni cittadine a partire dal City Owner". "Eccellente" commenta
Ciancio. "Teologicamente corretto" sentenzia il Collegio della piu'
prestigiosa Facolta' locale, quella di Scienza del Pizzo.
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Binario. Dal primo ottobre aumentano del dieci per cento i biglietti dei
treni di centrosinistra. I treni di destra subiranno invece rincari pari
a un decimo del prezzo d'ammissione. Il precedente aumento (del dieci
per cento al sud e di 100 per mille al nord) era stato deliberato per
far fonte alla buonuscita di un supermegamanager che andava in pensione.
Per venire incontro ai pendolari e agli utenti piu' disagiati e' stata
tuttavia esclusa dagli aumenti la tratta Decimomannu-Perdasdefogu.
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Giornalismo. "Non so davvero se stamperemo ancora il Times tra cinque
anni, e, se vuole proprio saperlo, non me ne importa nulla. Internet e'
un posto meraviglioso e noi li' siamo leader" (Arthur Sulzberger,
direttore del New York Times).
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L'eccezione e la regola. 3 marzo, Tg1 delle 20. Un militare donna spiega
quanto sia importante la presenza dei militari italiani in Afghanistan,
parlando di progetti di cooperazione come se avesse studiato scienze
sociali e non tecniche militari. Un brivido mi percorre la schiena: se
con la destra all'opposizione c'e' bisogno di propaganda cosi' palese e
grossolana per continuare ad occupare l'Afghanistan, vuol dire che siamo
messi proprio male. Non faccio in tempo a riprendermi che nel servizio
successivo mi ritrovo davanti Massimo D'Alema: per lui un vergognoso
insabbiamento diventa una "occasione mancata" per gli Stati Uniti, e
ricorda come in occasione della strage del Cermis ci sia stata invece
una "piena assunzione di responsabilita'".
Ci vuole la fantasia di un grande statista e tanto pelo sullo stomaco
per definire "piena assunzione di responsabilita'" la sottrazione ai
tribunali italiani dei militari statunitensi che hanno impunemente
tranciato una funivia uccidendo 20 persone. In questo momento ho davanti
a me il sito dei familiari delle vittime del Cermis, e per un attimo
sono stato tentato di chiamare al telefono qualcuno di loro per
commentare queste dichiarazioni, ma queste persone hanno gia' sofferto
tanto e spero che la sparata del ministro degli Esteri non li abbia
raggiunti. Decido quindi di esercitare quel rispetto e quel silenzio che
altri hanno negato, e il mio telefono rimane muto. La ciliegina finale
sulla torta del Tg1 e' un servizio sulla manifestazione di Bologna
contro i CPT, dove i contenuti dell'iniziativa sono del oscurati per
fare spazio alla narrativa del disordine, e le telecamere inquadrano
piu' poliziotti che manifestanti. Non mi sorprende che un organo di
informazione governativo sia intriso di propaganda. Quello che mi
spaventa e' il silenzio che accompagna l'informazione-spazzatura, e la
rassegnazione di chi ormai considera il giornalismo corretto come
l'eccezione e non come la regola da rispettare. [carlo gubitosa]
Bookmark: htto://www.valdifiemme.it/comitato3febbraio
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elixescrivimi@tiscali.it wrote:
< A proposito della Corda Frates, ho trovato su Google quanto segue:
"Esposti nel museo etnografico di Barcellona Pozzo di Gotto (Me) i resti
dell'auto in cui si trovavano, il giorno della strage di Capaci, gli
agenti della scorta di Giovanni Falcone. L'iniziativa, che si deve al
circolo Corda fratres di Barcellona, ha suscitato qualche perplessita'.
Polemica Sonia Alfano, figlia di Giuseppe, il giornalista ucciso nel
gennaio del '93, che ricorda che del circolo faceva parte il capomafia
Giuseppe Gullotti, condannato come mandante dell'omicidio di Alfano e
che avrebbe fornito il telecomando per la strage di Capaci. Il sostituto
procuratore generale di Messina, Franco Cassata, animatore del "Corda
fratres", precisa che Gullotti e' stato espulso dal circolo appena si e'
saputo che e' un mafioso" >.
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La Catena. Tardi, male e in fretta. Stavolta stiamo uscendo cosi': e'
tanto per dire che ci siamo ancora. A presto. :-)
[r.o.]
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Ultimo wrote:
< Noi ci saremo ogni volta
che gli altri scappano,
ci saremo con gli occhi splendenti
di chi sa sognare e vuole sognare
perche' e' realista e con realismo disprezza questa realta', questa
antimafia di salotto, gestita
da professorini elitari e snob,
da toghe grige che alla lotta di strada
preferiscono la dialettica unilaterale
dell'insinuazione e della celebrazione
retorica. Questa antimafia arrogante
buttata nei programmi TV per fare audience offendendo
persone che non possono rispondere
e strumentalizzando eroi e martiri a loro uso e consumo.
A questo loro parlare per parlare, noi rispondiamo con il coraggio
di fare azione, ribellazione contro la mafia.
E come sempre guardiamo alle generazioni piu' giovani,
alla ribellione all'ingiustizia che vive e deve vivere senza
mediazioni nel cuore dei giovani, dei ragazzi del nostro Paese >
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semplicemente per liberarsene, basta scrivere a
riccardoorioles@sanlibero.it -- Fa' girare.
"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio di lottare?" (Giuseppe
Fava)
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