Catena di SanLibero n. 187
"Qui e' nato Paolo Borsellino". La scritta, su un bel cartello giallo a
bordo nero, e' in via della Vetriera, nel cuore della Kalsa, a Palermo.
Veniva da un quartiere povero, Paolo Borsellino. Cosa c'e' sotto la
scritta? Un bel cumulo d'immondizia, ormai abituale. Periodicamente, i
cittadini le danno fuoco, visto che il camion del comune non passa mai.
* * *
"Affetto e solidarieta'". Vengono manifestati dai rappresentanti degli
industriali siciliani al presidente della regione, coinvolto nella
solita inchiesta mafia-politica. Non si chiama piu' Ciancimino (il
tempo passa) ma la faccenda e' sempre la stessa: giudici senza criterio
istigati dai communisti. E il politico giustamente s'offende e protesta
limpida innocenza.
* * *
"Questo prete se ne deve andare". Don Baldassarre Meli da vent'anni e'
il parroco dell'Albergheria. Vennero i mafiosi a spacciargli droga
davanti all'oratorio e lui li mise in fuga a cazzotti. Vennero i
disperati da paesi lontani, emigranti per fame come noi siciliani, e
lui gli dette un tetto e gli cerco' un lavoro. Vennero gli usurai
mafiosi a raccogliere i bambini poveri del quartiere, a venderli ai
pedofili in cambio dei debiti non pagati: don Meli difese
selvaggiamente i picciriddi, denuncio' i pedofili e li mando' in
galera. Adesso, sta facendo le valige. I superiori hanno deciso che
c'e' stato anche troppo, un prete come don Meli, a Palermo. Via,
trasferito. "Sopire, troncare... padre reverendissimo, lei m'intende".
Non c'e' piu' l'antimafia e la rete a difendere preti come don Meli.
Lui stringe i pugni, impotente. Che fine faranno, adesso, i suoi
bambini?
* * *
Questa e' Palermo, undici anni dopo. Dei nostri antichi maestri alcuni
- quelli a cui volevamo piu' bene, quelli di cui ci fidavamo come un
ragazzo si fida d'un buon professore - hanno cambiato bandiera. A
difendere i politici inquisiti oggi s'alza pure la voce di padre
Pintacuda. Noi non osiamo giudicare: ognuno risponde a se stesso e alla
coscienza sua. Ma voi, ragazzi, tenete duro, per l'amor di Dio.
I nostri soldati. 19 luglio 1992. Catalano Agostino, Cosina Walter, Loi
Emanuela, Li Muli Vincenzo, Traina Claudio: caduti combattendo per il
popolo siciliano contro la dittatura politico-mafiosa.
Promemoria. Sabato 19 alle 20.30, nell'aula magna di palazzo Steri a
Palermo, presentazione del libro "Giustizia e Verita'": gli scritti
inediti di Paolo Borsellino. Presenti: Gian Carlo Caselli, Don Luigi
Ciotti, Rita Borsellino, Giorgio Bongiovanni. Organizzano: Facolta' di
Lettere, Libera, Antimafia Duemila.
Info: 0734.810470, http://www.antimafiaduemila.com
Casca o non casca? Vince Fini o vince Bossi? Sua Eccellenza restera' in
Italia o profittera' di qualche presidenziale viaggio all'estero per
restare in qualche paese senza estradizione? Chi sara' il presidente di
transizione, Casini o Fazio? "Il governo gode di ottima salute".
Radio Londra. Le tv italiane hanno finalmente dato notizia
dell'istituzione di processi capitali nel campo di concentramento di
Guantanamo, in cui sono rinchiusi i prigionieri catturati dai marines
in Afganistan. I lettori della Catena (e di Clarence, di Infoguerrilla
e di pochi altri siti liberi italiani) pero' questa notizia l'avevano
avuta gia' il 23 giugno: in ritardo peraltro, perche' essa circolava
gia' (su giornali anglosassoni, e sulla Bbc) da altri venti giorni. In
Italia, insomma, fra l'informazione ufficiale e quella vera c'e' un
distacco di circa un mese. E' una situazione da radio Londra. Ci rende
orgogliosi, e ci fa paura.
La Verifica. Grazie alle sue conoscenze altolocate (il cugino
dell'autista della contessa Serbelloni-Mazzanti-Viendalmare) Fantozzi
fu invitato, senza diritto di parola, all'incontro informale fra i capi
delle principali forze di governo. L'incontro si era reso necessario
perche' da alcuni mesi costoro litigavano fra loro praticamente su
tutto. "Fantozzi, si sieda li' e non dica una parola. Lei
rappresentera' il Popolo Italiano, l'audience, i coglionazzi insomma".
Era la prima volta che Fantozzi partecipava alla politica! Percio' si
raggomitolo' in posizione quasi-fetale su una lussuosa sedia con
braccioli dorati stile Luigi Trenta, con un maggiordomo in livrea
severamente impettito alle sue spalle. Di fronte a lui, da un grande
dipinto a olio di dieci metri per otto, lo guardava con aria di
rimprovero il generale Alfonso Lamarmora, raffigurato a cavallo mentre
sventolava la bandiera della patria. Alla sua destra, il conte Camillo
Benso di Cavour (in un altro quadro formato campo di calcio) stava
solennemente inaugurando la prima seduta del Parlamento Italiano: e
anche lui guardava proprio Fantozzi, con aria ammonitrice. A sinistra
c'era Garibaldi a cavallo, con la sciabola alzata nella destra, il
telegramma "Obbedisco!" nella sinistra e il solito tricolore, grande
quanto un lenzuolo, nell'altra mano.
Il dibattito comincio'. Il primo a prendere la parola fu un signore un
po' scuro, coi capelli ricci e neri ("Sara' un meridionale", penso'
Fantozzi) che guardo' con aria di disgusto le due bandiere nei quadri.
"Sapete che ci faccio con quella roba? - sghignazzo' - Io mi ci pulisco
il c...!". Fantozzi arrossi' violentemente, primo perche' gli avevano
insegnato che non si dicono le parolacce in pubblico e poi perche' lui
era un patriota e a casa aveva ancora il tricolore dei tempi di
Italia-Germania. Per fortuna, un giovane intellettuale con l'aria
saputa e gli occhiali ("Sara' un communista", penso' Fantozzi) insorse
violentemente. "Voi leghisti! Siamo stanchi di tollerarvi! Nemici della
patria! Ve la faremo vedere!"). Fantozzi annui', tutto contento. "Lei,
Fantozzi!". "Io?". "Si', dico a lei! Di dove sarebbe lei? Da dove
viene?". "Io... io sono di Milan... Ahi!". Un formidabile manrovescio
gli fece cadere due denti. "Cosi' imparate a disprezzare la patria, voi
padani! - fece il patriota occhialuto - Viva l'Italia! Andiamo avanti".
Tutti sorrisero compiaciuti, compreso il meridionale che aveva parlato
per primo.
Il dibattito si avvio' sui temi economici. Con aria lugubre, il
ministro delle Finanze (palandrana nera, cilindro nero, occhiali scuri
e cornetto all'occhiello) tossicchio' un paio di volte. "Ehm...
Dunque... La congiuntura economica... Direi che... Considerando i
fattori critici... Insomma, non c'e' una lira". Occhiali giu' dai nasi,
pasticcini di traverso. "Come non c'e' una lira? Che fine hanno fatto
tutti i nostri soldi?". "Come facciamo a fare la devolution?". "Che
cazzo diamo questo ventisette alla gente?". "Come facciamo il ponte di
Matera? L'avevamo promesso!".
"Signori... il fatto e' che... purtroppo... l'allungamento della vita
media... un parametro che non dipende da questo ministero... fatto sta
che quest'anno sono morti pochissimi pensionati...". "Ah! Le
pensioni!". "Fantozzi - sussurro' con aria sinistra il tesoriere - lei
che cosa fa, di mestiere?". "Io... io non lavoro piu'... sono
pensionat... Ahia!". Un terrificante sganassone gli fece saltare altri
due denti. Cercando di non farsene accorgere, Fantozzi li raccolse
accuratamente: un suo conoscente, che era stato un tempo dentista in
Albania, forse glieli avrebbe reinstallati senza chiedere l'ipoteca
sulla casa come facevano gli altri dentisti. "Maledetti pensionati!"
fece un altro, e alzo' minacciosamente un braccio. "No, no! Rinuncio
alla pensione! Torno subito in fabbrica!". "Bene! Lei e' ancora un
giovanotto, Fantozzi! Puo' lavorare fino a settant'anni!".
"Settantacinque!". "Ottanta!". "Ottantadue!". Alla fine Fantozzi fu
aggiudicato per centoquindici anni. Lui si chiedeva come avrebbe fatto
a campare cosi' tanto, visto che la mutua non passa piu' le medicine.
Il dibattito prosegui' su tutti gli altri argomenti, dalla politica
internazionale (qui Fantozzi si salvo' dichiarando che suo nonno ci
aveva addirittura sparato, contro i tedeschi) all'istruzione (fu deciso
di togliere l'italiano dalle scuole, perche' oramai c'e' l'inglese; in
compenso fu istituito il corso di Velinologia, obbligatorio per tutte
le ragazze e per il trenta per cento dei ragazzi). Durante tutto questo
tempo, il maggiordomo continuo' a guardare con aria severa Fantozzi
senza accorgersi minimamente delle posate e dei ninnoli che gli altri
facevano sparire con aria indifferente nei taschini. In un angolo, un
signore piccolo e simpatico raccontava barzellette ("Cosa fa un frocio
che sta morendo di aids? Le sabbiature... cosi' s'abitua a star sotto
terra!") a cui tutti ridevano fragorosamente. In fondo alla sala, un
tedesco in uniforme pestava disperatamente su un pianoforte,
evidentemente ubriaco.
Alla fine, come Dio volle, la verifica fini'. Fantozzi raccolse da
terra la manica che gli avevano strappato, s'inchino' educatamente a
Garibaldi, al conte di Cavour e al maggiordomo e se ne usci',
finalmente, con qualche dente in meno ma lieto per il momento storico
che aveva vissuto. Anche gli altri - chi era ancora in grado di alzarsi
- si alzarono fragorosamente e si mossero per andar via. Per terra
c'erano pozze di vomito, residui di coca, pugnali, boccette con teschi
incrociati e documenti di programma. Per ultimo usci' il signore
piccolo e simpatico. "Azeglio - fece uscendo - spazzi via tutto, mi
raccomando". "Il maggiordomo s'inchino': "Si', Eccellenza".
Archeo. Soddisfazione negli ambienti imprenditoriali siciliani per la
sanatoria dei reperti archelogici decisa dal governo: chi possiede
illegalmente beni archeologici d'ora in poi se li potra'
tranquillamente tenere. Negli ultimi trent'anni, i carabinieri del
Nucleo di tutela del patrimonio artistico avevano recuperato oltre
cinquecentomila reperti detenuti illegalmente dai privati. Tanta fatica
adesso e' del tutto inutile, visto che adesso e' passato il principio
del "chi arraffa arraffa" e i proprietari illegali vengono
tranquillamente equiparati ai proprietari legali e ai musei. Il
provvedimento, a quanto pare, non ha scandalizzato nessuno (meno che
mai l'opposizione): e d'altraparte che c'entriamo noialtri coi greci,
coi romani antichi e con gli etruschi? Se li venissero a sorvegliare
loro, i loro cocci, se ci tengono tanto: noi italiani, grazie a dio, ce
ne freghiamo. Gran parte del patrimonio archeologico italiano e' gia'
sottratto al pubblico, rinchiuso in collezioni private o venduto per
quattro soldi a collezionisti stranieri. Esclusi, naturalmente, i
reperti troppo grossi (come i Templi di Agrigento) per essere
impacchettati e portati via: in questi casi gl'italiani si limitano a
costruirci attorno palazzi, ville e discariche abusive.
Europa. Continua il semestre di presidenza di Bahamas, Cayman,
Liechtenstein e altri paradisi off-shore. Il neo-presidente questa
settimana se l'e' presa con la regina d'Inghilterra ("vecchia strega
ritinta"), col primo ministro dell'Eire ("ubriacone come tutti gli
irlandesi"), col segretario dell'ambasciata italiana ("si e' deodorato
le ascelle prima di venire a pranzo?"), con il rappresentante del
Senegal ("ma lei e' un negro!!!"), col presidente della commissione
Prodi ("io saro' ladro, ma anche lei non scherza"), col direttore del
Frankfurter Allgemaine ("zitto tu, crucco!"), col ministro degli esteri
olandese, con l'Economist, con l'incaricato d'affari di San Marino, con
l'arcivescovo di Canterbury, con l'Associazione Svizzera Combattenti e
Reduci, e poi naturalmente con i froci, i giudici e i communisti. Alla
fine, ha dichiarato: "Sono stato frainteso".
Los Angeles. In occasione dell'Arroyo Fest, "giorno del fiume" i
cittadini sono riusciti a far chiudere dalle 6 alle 10 una delle
autostrade piu' frequentate. Su di essa hanno camminato, in grandi
gruppi e in modo piuttosto disorganizzato, scampagnante e
piacevolissimo. "Surreale, fantastico - si sentiva dire - e'
stranissimo poggiare qui i piedi e non le ruote, io le ruote non ce le
voglio mettere piu'". Gli anziani raccontavano di come a suo tempo le
case automobilistiche pagarono per la distruzione della rete tranviaria
e di tutti i trasporti pubblici, storia completamente ignorata da tutti
i cittadini con meno di sessant'anni. Al ritorno, i cittadini hanno
risalito il fiume, recandosi per la prima volta sulle sponde attraverso
buchi del reticolato sedendosi a guardare gli uccelli e le piante,
parlando a sconosciuti, tutte cose che il mito della citta' violenta
proibisce al di la' di ogni immaginazione. (Toti O'Brien)
Teheran. Proibita dagli ayatollah Bhianco e Scajolah la manifestazione
studentesca indetta per protestare contro il governo. Una "zona rossa"
(nella quale e' stato vietato con le armi l'accesso ai manifetanti) e'
stata istituita nella zona dell'universita'. Gli studenti sono stati
attaccati con violenza sia dalle normali forze dell'ordine che da
squadre speciali in borghese di oscura provenienza. Il viceayatollah
del governo, l'imam Finih, si e' personalmente recato presso la sede
della polizia di Teheran per coordinare l'azione di polizia, pasdaran e
squadre speciali in nero.
Giornali. Il signor B. ha dichiarato: "Io volevo stabilire la
normalita' della vita politica italiana. Ma come si e' risposto a
questo mio principio? Con una campagna giornalistica durata nei mesi di
giugno, luglio, agosto, campagna immonda e miserabile che ci ha
disonorato per tre mesi. Le piu' fantastiche, le piu' raccapriccianti,
le piu' macabre menzogne sono state affermate diffusamente su tutti i
giornali...".
(B. in questo caso sta per Benito: e' una dichiarazione del 1924...).
till@mercurioproductions.com wrote:
< Sembra che questa settimana gli incassi nelle sale milanesi abbiano
un numero uno indiscusso: "Charlie's Angels 2": 4.716 spettatori con
una spesa di 32.835 euro. E invece no. Se sommiamo gli incassi e gli
spettatori delle due parti del film di Giordana, i milanesi hanno dato
i numeri: 18.641 + 14.788 euro = per un totale di 33.429 euro.
Spettatori 3.487 + 3.235 cioe' 6.722 biglietti venduti. Di solito, i
fimme tagliani fanno pena e spesso le pelicule mericane sono toste.
Stavolta e' annata divessamente. Pecche?
Perche' il film di Giordana non e' uno stupido videogame e i milanesi
non sono tutti giocatori da stupidi videogame. Nonostante la vergognosa
"vicenda" Rai, Giordana ha dimostrato che molti cittadini preferiscono
un mattone di sei ore (spaccato addirittura in due parti) ad un pezzo
di allegria demenziale marchiato Ollivud. Un film difficile su cose
italiane difficili, se scritto, diretto e recitato bene, non e'
condannato solo ai forum ciellini della noia perdonista >
Pino Conte wrote:
< Condivido il tuo orrore per le notizie sui detenuti nelle carceri!!!
Per quello che ne so io il carcere dovrebbe essere una sede come quella
di non mi ricordo dove, in cui si lavorava al computer e si coltivavano
piantine di pomodori in una serra >
Nino wrote:
< Riccardo, parte dei tuoi E.zine si trovano ormai da qualche anno
anche su www.till-news.org; E' un po' che non metto gli ultimi pezzi, a
dire il vero, ed altri, cambiando server, sono andati perduti. Ora
pero', che avro' qualche settimana di ferie, riprendero' ad uploadarli.
Per i commenti sull'immigrazione, che dirti? Dio (anche se tu non ci
credi, in Dio) ti benedica. Io penso di credere in Dio da tre o quattro
anni, e penso anche che se per metterci alla prova permette la stupida,
ignobile, cattiveria di alcuni uomini, per gli altri uomini (le
vittime, gli olocausti, gli agnelli, i "carrettatori del mare"), Egli
abbia serbato gia' un posto talmente invidiabile da far crepare
all'infinito Berlusconi (Bossi e' solo un pericoloso cretino, che forse
il buon Dio perdonera' pure!). Ti abbraccio, Nino Tilotta (orgoglioso
ex de I Siciliani) >
gaetanovolpi@liberliber.it wrote:
< In collocare le pagine, massime di notabil numero, ci vuole un non
volgare accorgimento, e una particolare avvertenza e attenzione, e
certamente non occorre aver troppo bevuto; altrimenti si erra con gran
facilita' >
AntonellaConsoli libera@libera.it > wrote:
Quanto la terra l'ama
< Guarda quanti fiori, in quelle braccine rotonde, guarda come corre
tranquilla e scalza, su quella terra che sente sua. Quanto la terra
l'ama lei solo lo sa, era gia' tutto chiaro, tanto tempo fa. >
* * *
La violetta
< Sul tuo tavolo, la violetta non da' piu' fiori, e forse dovrei
essere un po' triste, o consolarmi, sapendo che e' passato il suo
tempo >
* * *
E tu che mi ami tanto
< E tu che mi ami tanto, e mi hai insegnato che son bella, adesso non
mi vedi, ora che il mare m'ha pettinato e levigato per benino, ora che
dolce la sera cede, i suoi veli amaranto, e tutte le donne aspettano,
di essere belle col compagno >
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