Catena di Sanlibero

Catena di SanLibero n. 179

19 maggio 2003
Riccardo Orioles (Giornalista antimafia)


Pianeta. L'euro stracccia il dollaro. Da cio' le bombe passate, e
quelle a venire.

Una persona importante. Prima di cominciare a parlare di politica,
stavolta vorrei che leggeste la storia di un italiano come tanti, morto
l'altro giorno per un collasso da sovraccarico da lavoro mentre faceva
lavoro nero. I giornali, naturalmente, non si sono nemmeno accorti di
lui. Eppure e' grazie a lui, e a migliaia di altri precari come lui,
che vanno in edicola ogni mattina. Pubblichiamo la sua storia - che e'
siciliana ma potrebbe essere di qualunque altro luogo
- attraverso le parole di due cittadini che, all'insaputa uno
dall'altro, ce l'hanno inviata.
* * *
Questa e' la piccola storia di Andrea, sostituto a vita nel quotidiano
di Catania, "La Sicilia". Era un uomo di 41 anni di mestiere
"bummularu", come chiamiamo qui' coloro che portano a domicilio le
bombole del gas, titolare insieme al fratello di un negozietto deposito
sito nelle adiacenze della piazza del Borgo. Il suo rapporto col
giornale inizia qualche anno fa, venendo preso in forza precaria come
sostituto nel modernissimo e ultratecnologico reparto di spedizione.
Per sbarcare il lunario faceva altri due lavori. Una notte Andrea si
sente male e si accascia al suolo in mezzo ai colleghi di lavoro;
l'autoambulanza spunta dopo 30 minuti, per lui non c'e' piu' nulla da
fare. Morto stecchito. "Cause naturali": tutto normale dunque. Bisogna
lavorare per tre, per poter vivere. I suddetti lavori non sono di tipo
sedentario e due di essi si svolgono in orario notturno. A parte il
profondo cordoglio durante le esequie di rito, presente lo stato
maggiore del giornale e gli eventuali e futuribili colleghi operai,
altra reazione non c'e' stata, solo una timida colletta di cui s'e'
fatto carico un componente dell'Rsu. Vi scrivo perche' questa piccola
storia ignobile possa in qualche maniera uscire dalla palude
dell'informazione di questa citta' e dintorni. Io sono un vecchio
compagno, che tra l'altro e' stato onoratissimo di avere conosciuto
Andrea, e vi assicuro che era una bellissima persona. (Redrage)
* * *
Io conoscevo Andrea Riccobene. Abitavo, diversi anni addietro, proprio
di fronte al negozietto di bombole gestito da lui e dal fratello in via
Proserpina, alle spalle di piazza Lincoln. C'era anche il padre, un
vecchio compagno del Pci dei tempi passati.
Persone oneste e probe, lavoratori veri, che si barcamenavano tra tante
difficolta'. Esempio per tutti per la loro umilta', dignita' e
socialita'. Pochi anni addietro Andrea aveva perso un figlio in giovine
eta'. Io lo incontravo spesso, dato che il figlio e' sepolto quasi a
fianco a mia madre. Scambiavamo poche parole. Una persona "nobile", di
sguardo sincero e triste. Giornali, quotidiani, e quant'altro stampato
nelle tipografie de "La Sicilia" ogni mattina sono presenti in edicola
a partire dalle sei grazie a tanti ometti, che in "nero" (lavoro
precario, saltuario e di arrotondamento), si presentano in piena notte,
alle quattro del mattino, a caricare, per poi distribuire, con le loro
autovetture, lungo le strade di tutta la Sicilia orientale. Stress,
fatica e sofferenza. Un lavoro a basso costo per gli Altri, a basso
guadagno per loro. Questa e' la modernita'. Un intreccio di tecnologie
e sudore. (Domenico Stimolo)

Vigilando redimere. A San Vittore? Tecnicamente si', per competenza: ma
come si fa, uno che lavora prevalentemente a Roma (e prima o poi
otterra' l'uscita diurna per buona condotta), a confinarlo laggiu' a
Milano? A Rebibbia, allora? Beh, ma i reati non sono stati commessi
(almeno a quel tempo) a Roma; e poi, se lavora nella capitale, la
famiglia ce l'ha ancora in Lombardia: non sarebbe umano. Momento: ma
fra poco, non deve andare in Europa? A Bruxelles, allora, con una
convenzione speciale. Bravo: e se poi, europeando europeando, prima o
poi passa Garzon e se lo piglia? Insomma, il dibattito ferve - su
alcuni particolari tecnici della situazione politica italiana - e non
si riesce a trovare una soluzione. Alla fine - "braccialetto
elettronico!" - l'idea migliore l'ha avuta un americano, un redattore
di Newsweek, tale Nadeau. Va bene: braccialetto sia, e non parliamone
piu'. Anzi, fateglielo d'oro, cosi' nemmeno se ne accorge: va bene? E
poi dicono che siamo forcaioli.

A proposito. Visto? Elezioni anticipate. Meglio una campagna elettorale
oggi che un vedi sopra domani. Bene (stavolta) Fassino che ne ha preso
atto e ha calato subito l'asso Prodi sul tavolo. Si vota,
probabilmente, fra dieci mesi: una campagna elettorale lunga, e
speriamo senza tritolo. (Come? Dice che lui le elezioni non le vuole?
Lui magari no, ma Dell'Utri si'. Ed e' Dell'Utri quello che decide,
adesso).
* * *
Berlusconi cala sul tavolo un Craxi ("E' stato lui a dirmi di
intervenire su Sme") e attacca Prodi. Prodi "legge". Berlusconi
minaccia elezioni. Prodi vede e rilancia; Cofferati "passa", Ciampi
scruta con occhio sospettoso il mazzo, Berlusconi cambia una carta.
Tutte le pistole sono ancora nelle fondine. Mi scuso per le metafore
pokeristiche ma mica posso citare Tucidide ad Abilene.

Gli svizzeri non sono noti per il loro senso dell'umorismo, e trovarsi
fra i piedi due deputati italiani in compagnia di un noto lestofante
"supertestimone" non li ha divertiti affatto. Se oltre ai gendarmi
svizzeri e agli onorevoli Toto' e Peppino nel cast c'e' un avvocato
catanese, vicino all'establishment locale (svizzero non sappiamo, ma
catanese di certo), state pur tranquilli che il film sara' divertente.
L'unico particolare che stona e' il seguente: una borsa con carte
riferite all'avvocato in questione (il presidente della commissione
Telekom, Trantino) viene ritrovata a Catania, in aeroporto. Qualche
giorno dopo il proprietario passa a ritirarla, e sembra che si tratti
di un tizio noto, per sospetti di mafia, ai carabinieri. La notizia
viene data adesso, mettendola in relazione con la fallita trasferta
svizzera, quasi come - si lascia capire - una intimidazione mafiosa dei
confronti di Trantino. Il fatto e' che la borsa e' stata ritrovata non
adesso, ma piu' di un mese fa; e la notizia non era affatto nascosta.
Perche' viene tirata fuori adesso?

Chi e' il presidente della Rai? Non lo sa nessuno. O meglio: fino al
ventisei di ogni mese, e' Berlusconi; il ventisette, giorno di paga,
improvvisamente lo diventa Lucia Annunziata. Il tempo di firmare
l'assegno e via. Finora, in Rai, l'unica questione su cui le abbiano
concesso di dire la sua e' stata il raddoppio del suo emolumento, da
venti a quarantamila euro al mese. Coraggiosamente, lei s'e' impuntata
e ha detto si'.

Santoro, intanto, e' convinto (l'ha detto ai giudici superstiti, a
Palermo) di essere stato cacciato dalla Rai soprattutto per la puntata
in cui ha fatto parlare - attraverso una vecchia cassetta fin allora
"dimenticata" - uno dei giudici piu' pericolosi, quel tale Borsellino.

Il "capo" degli scienziati italiani, il presidente del Cnr Lucio
Bianco, ha dato le dimissioni e se n'e' andato. La notizia si perde fra
i titoli relativi a manager e presidenti. Non credo che nel Trentasei
molta gente abbia fatto caso al fatto che perdevamo Fermi e Amaldi.

Un vecchio forzitalioto: "Ha da veni' Buffone!".

Mafia e Stato. All'inizio Stato era moderatamente amico di Mafia: le
dava liberta' di lavorare, purche' solo in certe regioni ed entro
limiti prefissati. Poi sia Stato che Mafia cominciarono a volere, dopo
il dito, anche la mano. Il primo, invece di limitarsi a chiedere la
pelle di qualche communista ogni tanto, pretese che Mafia attuasse dei
veri e propri colpi di stato. Quest'ultima, a sua volta, non si
contentava piu' di avere via libera in qualche traffico di droga, ma
voleva proprio comandare. A questo punto si ando' allo scontro: fra un
casino e l'altro, da qualche parte salto' fuori uno Stato buono, dette
una gomitata nella pancia allo Stato di prima ("Fatti in la' vecchio
bacucco!") e comincio' a prendere a cazzotti Mafia: "T'insegno io ad
ammazzare i cittadini, stronza!". Lo Stato vecchio rimase a rimuginarci
un po', poi decise che fare cosi' non era buona educazione, fece lo
sgambetto al collega piu' giovane e disse a Mafia: "Beh, hai visto, te
l'ho levato di torno. Adesso pero' datti una calmata, non farmi fare
brutta figura. Se hai problemi dimmelo con le buone, che' ci penso io".
E tutto filo' via liscio per qualche anno. Poi, chissa' che e'
successo: Stato voleva di nuovo usare contro i communisti (nel
frattempo tutti i giudici erano diventati communisti) la vecchia amica?
Era lei che riavanzava pretese? Non riuscivano a mettersi d'accordo fra
di loro? Boh. Fatto sta che i due sogghignavano sempre piu'
sinistramente, e qualcosa di brutto prima o poi doveva capitare.
I communisti (fra cui tutti i giudici, se l'avete dimenticato) dicevano
che Stato, quando ancora faceva il costruttore edile, aveva fatto
qualche affare insieme a Mafia e dicevano anche - beh, questo piu' a
bassa voce - che da allora Mafia lo ricattava, pretendeva che pigliasse
a schiaffi i giudici e si mettesse magari nei guai per dare una mano a
lei. Son tante, le cose che si dicono: come si fa a sapere?
Da qualche tempo, pero', le cose ormai succedono davanti a tutti e i
giudici, appena vedono Stato, d'istinto si riparano la testa. Una volta
esce la legge per lasciare fare conti falsi agl'imbroglioni, un'altra
per impedire ai poliziotti di spiare i mafiosi, un'altra ancora per
dire che se il giudice non e' simpatico il processo non vale: insomma,
ogni volta che Stato fa una legge nuova, i giudici si mettono a
piangere ancora prima di sapere che legge e'. L'altra volta, in un
ministero, s'e' scoperto che entravano e uscivano tranquillamente gli
spacciatori. "E lei chi e'?". "Mi lasci passare, sono un amico del
dottor Stato!". Adesso, in un altro ministero, entrano ed escono i
picciotti con l'elenco dei figli dei pentiti. "Ma insomma, da che parte
stai, si puo' sapere?" alla fine gli grido' un giudice piu' coraggioso.
E Stato non disse niente ma, finemente, sorrise.

Mare. Quattro corpi umani nelle reti del peschereccio Iride di Mazara
del Vallo. "Clandestini" annegati mentre cercavano di venire in Europa.
Avevano paura di molte cose - fra cui della Marina italiana - e ora non
hanno paura piu' di niente.

Islam. E' cominciato in Libano, e proseguira' in Barhein, Yemen e
Siria, il giro diplomatico del presidente iraniano Khatami. E' il primo
contatto ufficiale fra l'Iran e questi paesi dai tempi della
rivoluzione islamica del 1979: finora, le divergenze religiose (sciiti
contro sunniti) e politiche (islamisti contro moderati) avevano
impedito qualsiasi dialogo. L'intervento americano in Iraq ha compiuto
il miracolo, e Khatami e' stato accolto con entusiasmo dappertutto.

Palestina/Israele. Vietata dalle autorita' israeliane la presenza di
musulmani adulti alla tradizionale preghiera del venerdi' sulla
Spianata delle Moschee a Gerusalemme, dove alcuni anni fa l'attuale
primo ministro Sharon aveva dato il via alla seconda Intifada
passeggiando ostentatamente con una scorta armata in uno dei luoghi
considerati sacri dei musulmani.

Cina. La settimana scorsa migliaia di contadini s'erano rivoltati
contro i lazzaretti di massa con cui il governo cerca di ovviare alla
scandalosa mancanza di misure sanitarie di prevenzione. In risposta a
queste proteste, il governo ha decretato la pena di morte per chiunque
si sottrae ai lazzaretti. Qui in occidente si percepisce una qual certa
ammirazione per il "polso fermo" delle autorita' cinesi. La pena di
morte, in quel paese, si somministra con una pallottola alla nuca, il
cui costo viene poi addebitato ai parenti. Ci sono villaggi interi,
nelle province piu' povere in cui la quasi totalita' della popolazione
e' ammalata di Aids, completamente abbandonata a se stessa. Nelle
fabbriche e nelle campagne - fra vecchi "comunisti" e capitalisti
d'assalto - lo sfruttamento e' feroce. La Cina aspetta un Mao.

Dove sta Sadda'? Col mulla' O' Mar, un po' acca' e un po' alla'. Tanto,
a Esso e Evron ormai che gliene puo' frega'?

v. wrote:
< Leggevo gli sfoghi di molte persone incazzate come me, e tra i tanti
uno mi ha colpito piu' degli altri, non so ki lo abbia scritto, ma
ricorda nel suo sfogo il rinnovamento ke circa dieci anni fa, per la
precisione undici, c'e' stato in sicilia dopo la Strage di Capaci.
Oggi pensare a quel periodo fa ancora + male, perke' ci si rende conto
come questi uomini sono morti per nulla, la Sicilia ha dimenticato e
continua a vivere come nulla fosse. Per fare un esempio il 23 Maggio a
Trapani, la mia citta', non si ricordera' la strage di Capaci. Come
cambiano i tempi, per il primo anniversario della morte di Falcone
nella mia scuola venne il Giudice Caponnetto, ed ora... >

dinamitebla wrote:
< Propongo di pubblicizzarlo un po', quel libro, io non sapevo neanche
che esistesse e ho la mia bella eta', figurati un ragazzino. Ho finito
ieri di leggerlo. Lettere di condannati a morte della Resistenza
italiana, Einaudi, 10,00 euro/i. Ciao >

Un tifoso wrote:
< "Quest'anno lo scudetto lo ha vinto la Juve, onorando la memoria
dell'avvocato Gianni Agnelli". Beh, speriamo che l'anno prossimo lo
vinca il Milan! >

elciade wrote:
< cosa sia la sinistra non lo sa nemmeno la destra: sa solo che le fa
degli assist della madonna, quindi che cacchio le frega di sapere se la
sinistra e' maradona o gattuso? >

alessandro wrote:
< Berlusconi promette querele a chi lo ingiuria? Bene. "E' l'uomo di
Cosa Nostra". "La Fininvest ha qualcosa come trentotto holding, di cui
sedici occulte. Furono fatte nascere da una banca di Palermo a Milano,
la banca di Cosa Nostra a Milano". "Molte ricchezze sono vergognose,
perche' vengono da decine di migliaia di morti". "C'e' denaro che ha
odore di mafia". "Silvio e' uomo della P2". Tutte queste querele vanno
indirizzate al ministro Umberto Bossi: e' lui che scriveva cosi'. Dove?
www.lapadania.com, 27 ottobre 1998 >

Maurizio wrote:
< Qua a Napoli, cresce la monnezza, e tornera' ai primi piani delle
case, come tre anni fa; impiegati, insegnati, commercianti e operai
intostano la nervatura, e appicciano il fuoco ai cassonetti, per non
respirare la pestilenza, e preferendo inconsapevoli la diossina.
Massimo quarantotto ore, e le scuole chiuderanno, gli uffici pubblici
chiuderanno. La gente, furiosa, iniziera' a rovesciare i cassonetti
stracolmi per le strade, in modo che la forza pubblica sia costretta ad
intervenire per ripristinare la viabilita'. A Casoria si vota. Al
Vomero, intanto, apre FNAC >

Stefania wrote:
< Un saluto affettuoso da Catania, e... continua cosi'! >
* * *
Cara Stefania, sono io che ringrazio te: senza la tua simpatia sarebbe
proprio impossibile andare avanti. Nel mio ricordo di Catania si
mescolano inestricabilmente le facce dei cavalieri e i visi dei
liceali: ferocia contro speranza, e in un certo senso - magari per poco
tempo - abbiamo vinto noi. E se e' successo una volta, chissa'...
potrebbe succedere ancora.

Viviana wrote:
< Un'equipe di fisici nucleari italiani ha scoperto l'esistenza di una
nuova particella sub-atomica. In confronto alle altre, spiegano, e'
molto piu' piccola rispetto al suo modello di riferimento e anche piu'
contraddittoria: dura piu' di quanto dovrebbe durare e non riesce a
trasformarsi in cio' che vorrebbe. Per ragioni a noi sconosciute, gli
scienziati hanno deciso di chiamarla Ds >

Umberto wrote:
< "Anch'io, quando si parla d'Israele, ascolto cose che mi allontanano
da me stesso: il cuore ricorda Anna Frank, ma gli occhi vedono i
bambini di Gaza". Non riesco a capire perche' sulle retine di chi e'
cosi' sensibile alle sofferenze umane non rimangano mai impresse le
immagini delle vittime degli attacchi suicidi, a mio avviso immagini
piu' pertinenti che non quelle di Anna Frank >
* * *
Considero esattamente sullo stesso piano le vittime dei criminali
attentati dei "kamikaze" e quelle delle criminali "rappresaglie" del
governo israeliano. Anna Frank non ha nulla a che vedere ne' con l'una
ne' con l'altra banda di criminali: anche se una delle due,
bestemmiando, se ne considera erede.

Libro di lettura (ad uso dei piccoli siciliani, e anche marrocchini,
africani, brasiliani e rumeni e di tutti gli altri Paesi).
C'erano quattro fratelli, che si chiamavano: Ognuno, Qualcuno, Ciascuno
e Nessuno. C'era un lavoro da fare, e lo dettero a Ciascuno. Ciascuno
era sicuro che l'avrebbe fatto Qualcuno, ma Nessuno lo fece. Qualcuno
si arrabbio' perche' era un lavoro di Ciascuno. Ma Ciascuno aveva
pensato che in fondo lo poteva fare Ognuno. Nessuno capi' che Ognuno
non l'avrebbe fatto. Fini' che Ciascuno vannio' Qualcuno, quando
Nessuno fece cio' che avrebbe potuto fare Ognuno. Morale: se Ognuno
facesse la sua parte, se Qualcuno desse una mano e se si avesse fiducia
in Ciascuno, Nessuno criticherebbe, e il lavoro verrebbe buono. (Luigi
De Paoli)

Kosta kavafis@koine.el > wrote:

< No, che non sono morti. Li cacciammo
dai ruderi dei templi, dai frantumi
di statue ed are; ma vivono ancora.
Tu sai, terra del sud, che ancora il loro
affetto vive, ancora t'accarezza.
E a volte, quando sorge l'alba estiva,
ecco nell'aria immobile un sussurro,
un palpito di vita - e una creatura
che non si vede e tuttavia respira
con passo adolescente viene a riva. >

* * *

< ... Sanno l'oggi gli umani ma gli dei,
padroni della luce, hanno il futuro... >

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