Catena di SanLibero n. 152
E adesso bisogna fare il governo. Io personalmente vorrei Gino Strada
agli esteri e Di Pietro agli interni. Certo, c'e' da discuterne: ma
allora discutiamone tutti insieme, in modo organizzato, col sindacato i
no-global e i girotondi. Anzi, una discussione del genere e' proprio
quel che bisogna fare ora: mille assemblee in tutt'Italia, di qui a sei
mesi, per costruire insieme il governo-rete. Si', ma a capo del governo
chi ci mettiamo? Ah-ah. Qui sta il trucco. Al capo del governo ci
pensiamo dopo: per ora, ci concentriamo sui ministri.
Non e' affatto vero - questa e' una leggenda che nella sinistra
italiana e' arrivata ai tempi di Craxi e che non e' mai stata vera -
che la cosa piu' importante e' il leader. La cosa piu' importante sono
le idee chiare. Cioe' le cose da fare, cioe' il governo concreto, cioe'
i ministri. Bisogna che l'ingegnere di San Giuliano, quello onesto,
abbia subito qualcuno da cui andare col fascio dei suoi progetti nella
cartella. Bisogna che il commerciante di Milano, che e' pronto a
comprare un carico di caffe' di Lula, abbia subito qualcuno che gli
faccia - a nome dell'Italia - da intermediario. Bisogna che
l'acquirente del Colosseo, che sicuramente sara' privatizzato in
settimana, riceva subito una diffida autorevole di non-riconoscimento
dell'acquisto. Abbiamo bisogno di istituzioni subito, istituzioni
funzionanti, e ne abbiamo bisogno ora.
Quanto al Grande Leader, se ne possono occupare tranquillamente quelli
che se occupano gia' ora: D'Alema, Rutelli e compagnia. Forniremo loro
dei moduli preconfezionati per insultarsi a vicenda ogni finesettimana,
dei certificati di Dissociazione dai Movimenti per quando sono presi
dal panico per Cosa-Dira'-La-Gente, un po' di musica rilassante in
sottofondo, delle poltrone comode e delle caramelle, in modo che
possano lavorare in santa pace alla scelta del Leader e ad altre
importanti faccende. Le faccende meno importanti (tipo organizzare il
governo-rete e portarlo effettivamente al governo) invece e' meglio che
ce le accolliamo noi rozzi qualunquisti dei movimenti.
Prendersela con la Fallaci, e perche'? La Fallaci non conta niente: e'
rimasta molto al di sotto di Malaparte (che e' il suo modello), lo sa e
non riesce ad accettarlo. Povera donna: una signora americana, ormai
diventata di Treviso, che pretende di parlare di Firenze.
Invece bisogna prendersela col Corriere, che a intervalli ormai
regolari scatena delle campagne antisemite o fasciste che rischiano
prima o poi di costare vite umane. Un anno fa di questi tempi, alla
vigilia di una importante manifestazione pacifista a Roma (la prima
dopo Genova: immaginatevi l'atmosfera) usci' con una terrificante
"inchiesta" sui noglobal a Roma, a bivacco coi black-bloc e pronti a
scatenare un inferno di fuoco. La notizia, naturalmente, era inventata
e alla manifestazione non successe niente: pero' il Corriere il suo
tentativo l'aveva fatto.
Lo stesso ora: non e' successo niente ma il direttore del Corriere,
Interlandi, ha fatto il suo possibile perche' succedesse qualcosa.
Prima che la prossima volta ci riesca, la Federazione della Stampa
potrebbe invitarlo a dimettersi, e andarsene magari a dirigere il
Tevere o la Difesa della Razza. Vergogna.
"Non battete il manganello sugli scudi". E' l'ordine che il questore ha
dato stavolta ai reparti dei celerini a Firenze: tecnicamente significa
che bisogna evitare di marciare sulle piazze sbattendo gli scarponi
alla tedesca e di percuotere ritmicamente il manganello sullo scudo per
annunciare "Stiamo arrivando", come facevano gli impi di Shaka Zulu'.
Armatevi e partite. Ogni tanto si riparla di arruolare gli
"extracomunitari" nell'esercito (visto che gl'italiani non ci vogliono
venire) e farne dei mercenari col premio finale della cittadinanza. Di
solito in questi casi si citano gli antichi romani, gli stradiotti (i
mercenari albanesi di San Marco: neanche i veneti di allora avevano
molto spirito militare) e gli ascari. Stavolta la proposta viene dal
centrosinistra (Lusetti, della Margherita), con la variante che gli
extracomunitari vanno non solo arruolati ma arruolati nei corpi scelti.
E questo e' gia' un progresso: si suppone che un paracadutista somalo
per lo meno non torturera' dei civili somali, come invece hanno fatto i
paracadutisti italiani. La morale della favola tuttavia e' sempre la
stessa: gli italiani hanno il buon senso di non voler fare la guerra;
ma non rinunciano alla "furbizia" di pagare gli altri per farla.
Fiat. Crollo anche delle vendite. meno ventuno per cento. Via un
operaio su quattro, prevede l'azienda. Che intanto investe... in India.
Pianeta 1. Al minimo i prezzi del petrolio: il prezzo a New York e'
sceso di quasi mezzo dollaro ed ora costa solo 27,70 dollari al barile.
Perche' pagar cara una cosa, quando fra poco puoi andartela a prendere
con la pistola?
Pianeta 2. Crisi in McDonald's. Annunciata la chiusura di 175 locali.
Diventa meno popolare - a quanto sembra - il marchio. E questo si
ripercuote sugli affari.
Palestina-Israele. Arruolato nel governo, come ministro degli esteri,
il leader dell'ala piu' oltranzista della destra israeliana, Netanyahu.
Costui da un anno contesta Sharon accusandolo di essere troppo moderato
verso i palestinesi.
Cina. Al congresso del Partito comunista, il leader Jiang Zemin (che
presiede il partito, lo stato, l'esercito e tutto il resto) ha
annunciato "lotta al terrorismo", "benessere per tutti", "miglioramento
delle forze armate" e "allargamento del partito". Quest'ultimo consiste
nell'iscrizione fra i quadri dirigenti dei capitalisti formatisi negli
ultimi dieci anni, che ormai possiedono buona parte delle risorse
economiche delle piu' importanti regioni del paese.
America. Ha funzionato. La campagna per la pena di morte internazionale
- quella interna, ai fini elettorali, rischiava di non bastare piu' -
ha portato al trionfo George W. Bush, fino alla settimana scorsa figlio
di un ex presidente arrampicatosi in qualche modo fino alla presidenza,
ma da ora a tutti gli effetti Presidente degli Stati Uniti eletto dal
popolo. Successo elettorale anche per Jeb Bush, che come governatore
della Florida aveva praticamente regalato la presidenza (con dei
discussi conteggi dei voti) al fratello candidato. Ora si' che si
bombarda.
Cronaca. Pescara. Fermati, multati e sbattuti giu' dal treno, un paio
di giorni dopo il terremoto, cinque ragazzi di San Giuliano che
dovevano andare a Pescara ma non avevano i soldi, sepolti sotto le case
ditrutte.
Cronaca. Roma. Arrestato un pregiudicato di Torbellamonaca, sorpreso
con un chilogrammmo di cocaina destinato, secondo i carabinieri, agli
spacciatori della Ciociaria. L'uomo ha dichiarato di non conoscere il
sottosegretario Micciche'.
Cronaca. Genova. Nuovi avvisi di reato (lesioni personali gravi, falso
e calunnia) per il presunto accoltellamento di un agente (indagato
perche' sospettato di aver simulato un'aggressione nei propri
confronti) nel corso del G8 dell'anno scorso. I magistrati non sono
ancora riusciti a decifrare le firme sugli ordini di irruzione nella
scuola dei massacri. Alcuni ufficiali dei carabinieri presenti agli
scontri, secondo ricostruzioni giornalistiche, erano gia' noti in
passato come specialisti di "lavori coperti" in missioni effettuate
anche all'estero.
Cronaca. Roma. Sorpreso ed espulso dall'aula un altro onorevole
sorpreso a votare al posto di un collega. Vive proteste dei colleghi
dell'imbroglione.
Cronaca. Roma. Pugni in aula alla Camera fra due onorevoli dello stesso
partito, tali Bertucci e Scaltritti. Insultati, picchiati, medicati.
Cronaca. Mafia. Palermo. Condannato a sette anni l'ex direttore dello
Iacp di catania, Valerio Infantino: associazione mafiosa, corruzione e
turbativa d'asta. Aveva pilotato un appalto edilizio a Catania
favorendo un'impresa protetta - secondo gli inquirenti - dai politici
Firrarello e Cusumano, indagati per intrallazzi relativi alla
costruzione dell'ospedale Garibaldi di Catania. Infantino avrebbe agito
con la copertura di una cosca mafiosa. (Tutto e' Catania, in questa
notizia. Eppure, per condannare si son dovuti muovere i giudici di
Palermo).
Cronaca. Mafia. Catania. Il boss messinese Sparacio ha presentato n
tribunale l'istanza di "legittimo sospetto" contro i giudici, a suo
parere prevenuti nei suoi confronti. Il risultato e' stato l'invio
immediato degli atti alla Corte d'Appello di Catania per la decisione
da prendere. Se l'istanza verra' accolta il procedimento a carico della
Cupola messinese dovra' ricominciare tutto da capo.
Carmelo Intersimone wrote:
< Egregio sig. O., innanzitutto una premessa: non sono mai stato
simpatizzante dell' estrema destra. Sono di destra, anzi, di centro
destra (e sono molto affezionato a quel "centro") ma... gli
estremisti... Ok, veniamo al dunque. La destra estrema ha un'ideologia
per sua natura lontanissima dal concetto di globalizzazione: la destra
estrema e' (prima ancora che razzista) individualista e nazionalista.
La destra estrema avrebbe pieno diritto di marciare contro la
globalizzazione, a fianco, per esempio, di uno strenuo difensore del
"particulare" come Jose' Bove'... ma... Ancora una volta, il movimento
no-global, almeno in Italia, si rivela per quello che e' in realta':
un'appendice di Rifondazione, FGCI ecc. A lei, a Agnoletto, a Casarini,
a Caruso ecc. non ve ne frega un accidente del futuro del mondo
ecc.ecc.: l' importante e' che voi siate di (estrema) sinistra e, in
quanto tali, sempre anti-qualcosa. E non mi venga a raccontare che i
"fasci" sono cattivi, e i "rossi" sono buoni, perche' ormai non ci
crede nessuno, neanche quelli come lei... Si diverta, a Firenze... e
non faccia danni! >
Marco Tarchi wrote:
< Leggo a firma Riccardo Orioles, che al Forum Sociale Europeo di
Firenze "sono in arrivo quelli dell'ala dura dell'estrema destra
europea", che fra costoro ci sarei io, definito "postfascista
comunitarista", e che "i no global questo lo denunciano" mentre il
governo non fa niente. Allucinante. Preferite vagare tra illazioni o
fantasie o stare ai fatti? Se la risposta e' la seconda, vi prego di
prendere nota di alcuni di questi:
1. Io al SFE non ci saro'. Non sono stato invitato e ho sconsigliato
dal farlo due amici che erano fra gli organizzatori degli incontri, ben
sapendo che qualche amante della teoria del complotto, alla perpetua
ricerca di nemici immaginari, avrebbe ipotizzato qualche inquinamento
"da destra".
2. Malgrado questi amanti del pregiudizio genetico (razzista?)
continuino ad incollarmi addosso l'etichetta "di destra", stavolta
addirittura "estrema", io con le destre - tutte: moderate, estreme,
nostalgiche, modernizzatrici ecc. - non ho a che fare da un pezzo. Il
mio rapporto con il Msi si e' interrotto traumaticamente nel gennaio
1981. Nei 22 anni successivi, un percorso di ricerca e critica pubblico
e verificabile mi ha condotto lontano da ogni destra (senza per questo
farmi approdare a sinistra o al centro: non credo all'efficacia
descrittiva di queste categorie). Mi e' consentito oppure, essendo
stato nel MSI fino all'eta' di 28 anni, devo essere segnato a vita da
una sorta di marchio di Caino?
3. Definirmi "postfascista comunitarista" e' ridicolo. Ho criticato il
neofascismo e il postfascismo in vari libri. Alle ultime elezioni ho
votato contro il centrodestra. Le riviste che dirigo sostengono si'
posizioni comunitariste, ma solidali, multiculturali. Leggere per
credere.
4. Ribadito che non saro' al SFE, vorrei sapere cos'avrebbe avuto di
allarmante una mia eventuale presenza a un dibattito in quella sede. Di
professione faccio il professore ordinario di Scienza Politica e
Comunicazione Politica all'Universita' di Firenze. Ho opinioni critiche
sugli effetti della globalizzazione. Per qual motivo il governo
dovrebbe preoccuparsi di me? Perche' non ne condivido l'azione? Questo
e' vero, ma fino a prova contraria e' ancora lecito, in Italia,
dissentire sia da Berlusconi sia dai fanatici che non si sono accorti
di star cacciando fantasmi. Marco Tarchi >
* * *
Mi compiaccio col signor Tarchi per la sua adesione ai principi
democratici. (r.o.)
Teofrasto caratteri@eleuteros.el > wrote:
< Il Politico e' uno che, incontrando i suoi nemici, si mette a
chiacchierare amabilmente con loro, senza la minima ostilita'; loda -
davanti - quelli che ha attaccati alle spalle il giorno prima, e si
dispiace per i loro guai. Discorre affabilmente con quelli che hanno
subito un torto; ma a chi vuole parlargli con urgenza, dice di
ripassare. Non ammette pubblicamente nulla di cio' che fa: "Sono ancora
indeciso". Di certe cose dice che ci sta pensando su, di altre che non
ne sa niente; di altre ancora, che se ne meraviglia; oppure che lui
l'aveva pensato gia' da molto tempo. "Non ci credo", "Non mi pare",
"Sono sbalordito" sono i suoi modi di dire preferiti. >
* * *
< Il Gratta-gratta non ci pensa due volte a giurare sul capo dei suoi
figli. Insulta tutti, s'incazza se insultano lui, in piazza non fa che
sbraitare e piu' grosse le spara piu' contento e'. E' capace di far
ridere meglio di un attore; ma sa fare anche il locandiere, il
tenutario, il gabelliere, il banditore, il cuoco, il giocatore di dadi,
l'operaio, il presidente. Lo vedi che si circonda di una frotta di
gente, chiamando a voce alta questo e quello, comiziando e imbonendo
senza fermarsi un istante. A quattr'occhi, non parla mai: ha bisogno
della folla. E' bravo a comparire in tribunale ora come accusato, ora
come accusatore, ora a giustificare con falso giuramento l'assenza a un
processo. Non si fa scrupolo nemmeno di capeggiare tutta una
moltitudine di bottegai e di venditori; e di prestare a costoro del
denaro, all'interesse di un obolo al giorno. Poi si fa il giro delle
bettole e delle rivendite di pesce fresco e salato, e si ficca in tasca
i frutti dei suoi traffici. Di cui non parla mai con nessuno. >
cyrano@refusard.fr wrote:
< Che dovrei fare? Vivere adulando un signore
ed imitare l'edera che accarezza il maggiore
albero del gran bosco crescendo parassita
invece di salire per volonta' e fatica?
Grazie, non voglio! Dedicare un trattato
a qualche finanziere, a qualche uomo di stato?
Far satira benevola, far ridere i potenti,
scrutar benevolenza sui visi promettenti?
Grazie, non voglio! E allora? Pubblicare dei versi
da poeta di corte? Grazie! I miei, son diversi.
E allora far progetti, calcoli, strategie,
far politica attenta, calibrar le poesie,
andare nei salotti delle dame eminenti,
chieder presentazioni, ricercare i potenti?
Grazie, signori, no! Preferisco cantare,
sognare lieto e libero, sicuro, indipendente,
aver lo sguardo lucido e la voce potente,
scrivere quel che voglio, mettermi di traverso
il cappello se voglio, battermi a suon di versi
o a colpi di fioretto, duellar senza timore
per un si', per un no, un sopruso o un amore. >
Sociale.network