Catena di Sanlibero

Catena di SanLibero n. 147

7 ottobre 2002
Riccardo Orioles (Giornalista antimafia)


Stefani. Nel corso di un incontro fra S.E. il Segretario del Partito,
Capo del Forzismo, Ministro degli Esteri e Capo del Governo cav. Silvio
Berlusconi e il Comandante in Capo del Governo Americano George Bush,
il Capo ha espresso all'alleato il vivo desiderio del Popolo italiano e
suo personale di partecipare direttamente alla crociata internazionale
contro il terrorismo islamico validamente condotta dall'alleato. I due
Capi di Stato hanno percio' deciso l'invio di un contingente italiano
che si affianchera' alle truppe Americane che gia' combattono sul
posto.
Nell'esprimere il suo compiacimento al nostro Capo per la ferrea
decisione "degna in tutto della nuova Italia forzista", il Comandante
Bush ha espresso il convincimento che la campagna contro le orde
islamiche sara' comunque breve e terminera' in pochi mesi. "Ma anche se
dovesse durare anni - ha voluto precisare il Capo - l'Italia non
abbandonera' mai il proprio posto di combattimento e marcera'
indefettibilmente al fianco dell'Alleato!".
In serata, il Comando Supremo del Regio Esercito ha comunicato la
formazione del Corpo di Spedizione Italiano in Afganistan, composto
prevalentemente da truppe alpine.

Stefani. L'ambasciatore americano presso le Nazioni Unite gen.
Schwartzkopf ha rimesso ieri nelle mani del Presidente dell'Onu Kofi
Annan un formale ultimatum sulla crisi in atto. "Se le richieste
americane non verranno integralmente accolte entro quarantott'ore -
sarebbe il contenuto dell'ultimatum - l'esercito americano invadera' le
Nazioni Unite". Nessuna dichiarazione ufficiale e' giunta dalle due
parti fino a questo momento.

("Sul ponte di Perati/ bandiera nera/ l'e' il lutto della Julia che va
alla guera...").

Soldati. Esattamente un anno fa e' stato definitivamente archiviato il
caso di Emanuele Scieri, il giovane paracadutista siciliano morto in
circostanze misteriose in caserma, forse per nonnismo. Il giudice ha
espresso il suo rammarico per non aver potuto scoprire la verita': "Non
credo che la morte di Scieri sia accidentale". L'inchiesta, ha aggiunto
il magistrato, e' stata fermata da "oggettive carenze investigative che
non ci consentono di pronunciarci in un modo o nell'altro". Fra i
commilitoni di Scieri l'omerta' e' stata praticamente totale. E' una
"piccola" storia, che i giornali hanno dimenticato da tempo. Noi invece
abbiamo il dovere di ricordare.
* * *
E' auspicabile che le operazioni cui dovranno partecipare le forze
armate italiane abbiano sempre un carattere di polizia coloniale e non
di vera e propria guerra fra eserciti pari, e che le nostre forze
armate debbano affrontare limitate resistenze locali e non offensive e
controffensive su vasta scala. E' auspicabile anche (e soprattutto) che
tutte queste operazioni si svolgano sempre in paesi lontani, con
l'integrita' del Paese non direttamente correlata al successo delle
operazioni militari.
Tutto cio' auspicato, c'e' da dire che si tratta di auspici molto
fragili. Non e' affatto da escludere che prima o poi una guerra
convenzionale possa scoppiare anche nella nostra parte di mondo. E in
questo caso alle nostre forze armate verrebbe richieste non l'azione
brillante e "professionale" a cui sono orientate oggi ma la guerra di
fango e logoramento contro un nemico piu' o meno pari. La guerra vera,
insomma.
Sono le nostre forze armate preparate oggi ad affrontare una situazione
del genere? Sull'aspetto tecnico non mi pronuncio. Su quello
psicologico ho i miei dubbi. Gli episodi di indisciplina, spesso ai
danni di civili, fra le truppe italiane all'estero non sono stati pochi
in questi anni. Somalia, Mozambico, Macedonia - tanti piccoli casi
limitati e "individuali", spesso legati al tempo libero dei militari,
che nel complesso dimostrano pero' una cosa precisa: nell'esercito
italiano, in un certo numero di situazioni, c'e' uno scarso controllo
della truppa da parte degli ufficiali. Nelle "operazioni di polizia"
cio' non ha importanza. In una guerra vera metterebbe in pericolo il
Paese.
* * *
L'esercito italiano non ha mai brillato per la qualita' dei generali
(vedi l'otto settembre), ma puo' vantare episodi di tenuta saldissima
da parte della truppa. Gli alpini nella ritirata di Russia, i fanti di
Cefalonia, i granatieri a Porta San Paolo, sono tutti esempi di questa
tenuta: in condizioni disperate, malissimo armati, con le comunicazioni
e la catena di comando in pezzi, i nostri militari sono rimasti
aggregati, hanno costituito centri di resistenza e hanno tenuto duro.
Questo spirito di resistenza individuale e' stato tipico (insieme al
ribrezzo per le atrocita') del soldato italiano; e possiamo esserne
orgogliosi, almeno per il passato.
Quanto alla Folgore, che adesso e' un corpo - come si dice - d'elite e
molto propagandato, non era affatto d'elite quand'era la Folgore vera.
La Folgore, nel Quarantadue, era un reparto arruolato in fretta (mio
padre, sorridendo: "Qualcuno veniva dai riformatori"), addestrato alla
meglio e spedito nel deserto senza armi pesanti, teoricamente come
paracadutisti ma in pratica come fanteria.
Laggiu', questi ragazzi non fecero molti alzabandiera, grida di
"Folgore!" e scenografia truculenta (quella si fa in tempo di pace, al
sicuro). Fecero quel che ha sempre fatto tutta la buona fanteria di
questo mondo, e cioe' si schierarono sulle posizioni assegnate e si
prepararono a difenderla con i mezzi che avevano. In particolare,
mancando quasi del tutto i cannoni anticarro, usarono bottiglie molotov
per contenere gli attacchi dei corazzati nemici. Ad Alamein si
sacrificarono fin quasi all'ultimo, senza tante parole e senza eroiche
canzoni. Furono comandati di tenere una posizione espostissima, mandati
consapevolmente come carne da cannone (il comando tedesco di solito
affidava questo ruolo alla fanteria italiana) ad assorbire per qualche
tempo l'attacco dell'avversario; essi non solo lo contennero ma
addirittura, nel loro settore, lo respinsero del tutto anche se alla
fine solo un velo di uomini vivi difendeva ancora la linea italiana.
Churchill, alla Camera dei Comuni, rese omaggio al loro valore.
La Folgore di oggi e' un'altra cosa. Si e' parlato di scioglierla, in
passato, a seguito di vari episodi. Io non vorrei affatto che fosse
sciolta. Vorrei semplicemente che le fosse cambiato il nome, per
rispetto alla Folgore vera. Non per le torture in Somalia o
quell'imbecille libretto del colonnello: quelle sono cose cui si poteva
ovviare con una buona pulizia (che non e' stata fatta). Ma proprio per
la storia di Scieri. In guerra, il primo comandamento di un soldato e'
di non lasciar mai abbandonato un compagno ferito. Ma in quella
caserma, Emanuele Scieri ha agonizzato da solo.

Soldatesse. In tutt'Europa, ancor prima dell'undici settembre, crollo
verticale degli arruolamenti di donne nelle varie forze armate.
Rispetto a tre anni fa si calcola mediamente un ottanta per cento di
soldatesse in meno.

Lo sceicco bianco. La settimana scorsa Paolo Mieli, sul Corriere, ha
dedicato un bel corsivo alla "trasmissione ereditaria del potere" nei
Paesi arabi. Un ottimo pezzo, ben documentato: Gheddafi e il figlio
Saadi, Mubarak e il figlio Gamal, Assad e il figlio Bashar e
naturalmente Saddam e il figlio Qusay; per non parlare delle monarchie
assolute vere e proprie, in Arabia, in Kuwait, in Marocco e negli altri
paesi "moderati". Conclusione: i Paesi arabi masticano poco di
democrazia: il potere ormai la' si trasmette (come nel nostro medioevo)
per dinastie. Giusto. Ma il presidente Bush, di chi e' figlio? E che
parentela ha col governatore della Florida, che di fatto l'ha eletto?
Agli sceicchi arabi ormai ci siamo (razzisticamente) abituati. Il guaio
e' che qui si cominciano a vedere sceicchi anche in occidente: dove la
via dinastica comincia pericolosamente a prendere piede, e non solo
(come prima) alla testa delle grandi multinazionali ma direttamente al
governo degli stati. Strano che di una faccenda del genere, che attiene
al nucleo intimo della democrazia liberale, si debba occupare un
communista come me, mentre un liberale doc come Mieli o non se ne
accorge o fa finta di niente.
(Riflessione: tenuto conto che la vecchia repubblica aristocratica e'
gia' un guscio vuoto da un pezzo, siamo ancora ai Giulio-Claudi o siamo
gia' a Caracalla? Non e' un particolare ininfluente).

Sei italiani su dieci, secondo l'Istat, usano ancora prevalentemente il
dialetto nelle relazioni familiari. Nei rapporti con gli estranei viene
invece prevalentemente usato (75 per cento) l'italiano.

Secondo l'Istituto di ricerca sull'alimentazione di Washington, nel
2020 circa centotrenta milioni di bambini non avranno accesso
all'alimentazione minima per la sopravvivenza. Secondo l'Unicef sono
circa undici milioni i bambini sotto i cinque anni che ogni anno
muoiono per malattie facilmente curabili (polmoniti, diarrea, rosolia,
malaria). La maggior parte di loro muore in casa, senza ricevere alcuna
cura per mancanza o inaccessibilita' dei servizi sanitari.

Obelix. Ogni tanto riparte la campagna per non restituire all'Etiopia
l'obelisco di Axum, che gli portammo via a mano armata con Mussolini e
c'eravamo impegnati, ormai cinquant'anni fa, a restituirgli. Sgarbi
(che e' Sgarbi), "er Pecora" Bontempo (che e' molto carino ritrovare in
una discussione "artistica") e il professor Zincone ogni settimana
tirano fuori un cavillo nuovo per tenersi l'obelisco rubato. Ma
insomma, perche' noi italiani dobbiamo sempre farci la nomea di ladri a
tutti i costi? Per fare contenti Sgarbi e er Pecora Bontempo?

Mon pais. Questo piccolo popolo, che fu cosi' gentile.

Mimmo Lombezzi wrote:
< Il castoro dovrebbe essere venerato come mascotte, come animale
protettore dei giornalisti. Pare infatti che in alcune regioni del
Canada il simpatico animaletto, sapendo che i cacciatori lo cercano
anche per l'interesse afrodisiaco dei suoi testicoli, se li stacchi da
se' medesimo con i lunghi denti e lascitili sulla pista dei cacciatori
riprenda "alleggerito" la fuga. >

Franco Mistretta wrote:
< Massimo Cacciari ha molti meriti presso il popolo di sinistra.
Tuttavia non abbiamo apprezzato la nonchalance con cui e' andato a
discutere su Socrate, a Bruxelles, col peggior simbolo degli affari
compromettenti di Forza Italia, quel Dell'Utri che ha fatto assumere il
mafioso Mangano come guardiano nella villa di Arcore, e che e' sotto
processo a Palermo per associazione mafiosa. Cacciari avra' voluto
cosi' dimostrare il suo anticonformismo, la sua aristocratica
superiorita' rispetto alle petulanti pretese di moralita' dei nuovi
movimenti, forse ha perfidamente pensato che parlare con Dell'Utri del
filosofo che bevve la cicuta per rispettare fino in fondo l'autorita'
della magistratura fosse il modo piu' sarcastico per criticare Forza
Italia >

Dacia Valent wrote:
< E' stata scoperta un'organizzazione mafiosa che sfruttava la
disperazione e il bisogno di migliaia di ragazze dell'Est Europa
vendendole come schiave. Questa indagine, che ha avuto successo grazie
al coraggio di Magistratura e carabinieri, e' la piu' grande finora
portata a termine in Italia. Ne emergono due punti su cui bisognerebbe
riflettere tutti.
1) I "buoni padri di famiglia" italiani che da qualche anno in qua si
rivolgono in numero sempre maggiore al mercato delle prostitute in
realta' non vanno con delle prostitute. Vanno con schiave che vengono
torturate - e a volte uccise - a ogni minimo segno di ribellione.
Questo era facile da capire anche prima. Ma ora nessuno puo' piu' dire
di non saperlo. Eppure fra questi "buoni padri di famiglia" nessuno ha
avuto il coraggio di accorgersi dell'evidente stato di schiavitu' di
queste ragazze e di agire di conseguenza. Forse c'e' qualcosa che non
va nel modo cinico e sbrigativo con cui tanti italiani oggi si
accostano - soldi in mano - alle faccende del sesso.
2) Al vertice dell'organizzazione non c'erano solo boss mafiosi ma
anche "insospettabili" italiani: professori d'universita' e roba del
genere. Che cosa sarebbe successo se, quando si parlava di prendere le
impronte "alle mani e ai piedi" agli immigrati, qualcuno avesse
proposto di prenderle anche a qualche "insospettabile" dell'Italia
perbene?. Eppure i capi della delinquenza sono la', non fra i poveri
lavoratori che vengono in Italia per guadagnarsi faticosamente un pezzo
di pane.

Danilo wrote:
< Luigi e' uno sulla trentina sposato con figli, ha le mani grosse e
callose e un accento inconfondibilmente siciliano. "Luigi carica da'
mecci", "potta di cavi", "accumpagna u 'ngigneri", "lavici a machina o
pattruni", "Luigi a' vutari a chistu", "marraccumannu tu... na' vistu
nenti", di lui tutti si fidano soprattutto il padrone. "Bravo Luigi,
uora dammi na sigaretta e sta' attentu non m'alluddari i causi... docu
ci su m'pezzu di uottucento milaliri". La sua schiena si curva
leggermente il collo si allunga impercettibilmente ed il suo sguardo e'
sinceramente ossequioso.
Quasi gli brillano gli occhi quando dice che lavora li' da otto anni,
otto anni di lavoro, che in sicilia non ce n'e' tanto, che si puo'
mangiare tutti i giorni, che si possono comprare le scarpe colorate per
i bambini, che qui ci sono "tante brave persone con le scuole alte".
Luigi non riesce ad immaginare un altro modo, senza qualcuno che gli
dica cosa fare e cosa pensare, senza il padrone ed i suoi "amici". Dopo
averlo incontrato io non ho smesso di essere rivoluzionario ed
antimafioso, ne' di gridare a gran voce le mie idee per un mondo
diverso, perche' la mia gente sia libera, ma i Luigi restano e sono
tanti. >

Teognide stigma@eleutheros.el > wrote:

< Sembra la stessa la Citta', ma sai:
cio' che c'e' dentro ormai tutto e' cambiato.
Gente che non sapeva ordine ne' legge,
accampata all'aperto coi suoi stracci
come un gregge di pecore: e ora
comandano, e chi prima comandava
a malapena e' sopportato. Vedi?
S'imbrogliano, si sfottono fra loro.
Il bene, il male? Manco ne hanno idea.
Ragazzo, tu con questi "cittadini"
non averci a che fare in nessun caso.
A chiacchiere, magari, fa' l'amico;
ma nelle cose serie sta' da solo.
Mascalzoni! Ti danno la parola
ma appena gli conviene sei fregato.
Rubare, intrallazzare, fare imbrogli:
il loro pane quotidiano. E vuoi
che questa gente possa mai cambiare? >

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