Catena di Sanlibero

Catena di SanLibero n. 121

8 aprile 2002
Riccardo Orioles (Giornalista antimafia)


Se noi avessimo la fortuna di essere nemici d'Israele - se fossimo
giulivi europei senza memoria, se ci bastassero telefonino e bancomat a
riempirci la vita, se fossimo i felici idioti che cercano di farci
diventare - se noi fossimo tali, per noi non ci sarebbe momento piu'
fortunato di questo. Perche' questo e' il momento in cui Israele
distrugge Israele, in cui comportamenti e valori alternativi
sopravvissuti per migliaia di anni vengono rinnegati e trasformati
selvaggiamente in qualcosa d'altro. Saremo finalmente liberati dai
maestri: ragazzi feroci finalmente liberi di schiacciare la testa agli
uccellini o di uccidere i gatti senza che nessuno c'infastidisca piu'
con le sue prediche noiose.
* * *
Era davvero intollerabile, l'esistenza di un popolo giusto. Un'accusa
lunghissima, per il resto del mondo. Procuratori romani e inquisitori
cattolici e commissari zaristi e stalinisti e ufficiali della
Werhmacht: tutti i potenti del mondo hanno riso, nel corso dei secoli,
di questo piccolo popolo. Ma tutti sono passati via, mentre esso - che
non aveva potenza - e' sopravvissuto. Ora s'e' piegato anch'esso al
realismo di quei potenti: bisogna uccidere per primi, per non essere
uccisi. Questo e' cio' che alla fine sta succedendo, il sentimento che
regna in milioni di - fino a ieri umanissimi - esseri umani. Non e'
spontaneo, perche' senza gli orrori dei terroristi e l'abilita' dei
politici non si sarebbe mai sviluppato: e' solo dal settembre dell'anno
scorso, vale a dire dopo la provocazione al Tempio di Sharon e dopo
otto mesi di repressioni e attentati, che i sondaggi fra gl'israeliani
danno la prevalenza ai fautori della pulizia etnica. Ma ora e' questo.
Oltre il cinquanta per cento dei cittadini, secondo i dati del centro
studi strategici dell'universita' di Tel Aviv, esige la definitiva
espulsione dei palestinesi. Dieci anni fa la percentuale era del
trentotto per cento. Questa differenza di dodici punti percentuali e'
il risultato del buon lavoro di marketing svolto dagli "opposti" - ma
alleati - terrorismi di Hamas e di Sharon.
* * *
Ritorna l'antisemitismo in tutta Europa. Certo, gli antisemitismi sono
due - i carri armati a Ramallah sono antisemiti quanto le bombe a
Gerusalemme - ma quello che torniamo a vedere qui da noi e' proprio il
vecchio antisemitismo antiebraico dei Maurras, degli Interlandi, degli
Streicher, della feccia d'Europa: le svastiche, le scritte sulle
sinagoghe, le minacce, l'odio agli ebrei. Neanche per un momento
cediamo alla tentazione di bilanciare, di dare ragioni e torti e
giustificazioni. Non c'e' assolutamente nulla che possa giustificare
una sola scritta su un negozio di ebrei in Europa. Perche' la malattia
e' profonda, non viene dalla Palestina o dagli arabi ma proprio dal
cuore cattolico europeo: Hitler era un disciplinato apprendista dei
teologi, non un esaltato occasionale. E dunque, vigilanza strettissima,
senza sconti a nessuno e senza illusioni.
Diventa secondario persino l'uso politico, in malafede, che gli uomini
di Sharon fanno di questo rigurgito da essi stesso provocato. Diventa
patetica, e da compatire, persino la povera furbizia degli estremisti
della destra ebraica romana, che non trovano di meglio (essi che ormai
dialogano tranquillamente con gli ex fascisti italiani, dimenticando il
Quarantatre') che manifestare contro la sinistra "antiebraica" e
filopalestinese. Ogni europeo civile, nel momento in cui c'e' la sia
pur minima minaccia, per prima cosa deve difendere gli ebrei.
Ma difendere qualcuno non vuol dire permettergli di ammazzare altri.
Non c'e' nessuna ostilita' preconcetta nella sinistra - contrariamente
a quanto si dice per propaganda - verso lo Stato d'Israele. Anzi. Le
giustificazioni e le attenuazioni e attenuanti che sono state trovate -
che noi stessi cerchiamo disperatamente di trovare - per l'orribile
comportamento di quello che una volta era l'esercito e il governo
d'Israele non sarebbero state trovate per nessun altro esercito e
nessun altro governo al mondo.
Sono penetrati nei ghetti, hanno umiliato i ghettizzati, hanno
rastrellato, hanno cacciato con disprezzo e arroganza i poveri dalle
loro baracche; hanno rifiutato freddamente le offerte di pace, hanno
proclamato di infischiarsene di quello che ne pensava il mondo. Cosa
sarebbe stato mai detto se fossero stati gli americani o i russi a fare
una cosa simile, se fossero state truppe vietnamite o inglesi o cubane
o indiane o di un qualunque altro esercito del mondo a invadere un
paese vicino con tanta prepotenza?
* * *
Negli occhi dell'ambasciatore israeliano c'era un senso di sincero
sgomento - non solo nei suoi - mentre descriveva l'ultimo orrore del
terrorismo, i sedicenni che si fanno esplodere per uccidere degli ebrei
(fra le risorse tecniche militari adesso si contano tranquillamente gli
aerei, i carri armati, e i suicidi). "La colpa e' vostra, che educate i
vostri figli a fare i kamikaze".
No, signor ambasciatore. Non e' cosi'. Quando l'esercito e' entrato per
la prima volta in Ramallah, un altoparlante ha ordinato a tutti i
maschi dai quindici ai quarantacinque anni di venir fuori dalle
baracche, nudi, e di stendersi coi documenti in mano per terra. Questo,
crea i terroristi sedicenni. Statisticamente, e' impossibile che fra
mille esseri umani sottoposti a questa umiliazione non ce ne sia almeno
uno che decida di morire. Questo e' cio' che oggi - a differenza che un
anno fa - forma i terroristi, o la maggior parte di essi. Non il
fanatismo, non l'ideologia: l'umiliazione.
Io temo che, per i peggiori fra i politici israeliani, questo
meccanismo sia perfettamente chiaro e previsto, e auspicato. Piu'
terrorismo ci sara', piu' il governo sara' libero di portare avanti la
pulizia etnica e di ottenere alla fine un Israele perfettamente libero
dai palestinesi, abitato solo da ebrei anche se non - ma questo, il
gretto materialismo d'uno Sharon non puo' comprenderlo - dallo spirito
d'Israele. E' un'utopia, naturalmente, e non puo' funzionare. Ma quanti
milioni sono stati uccisi in nome di utopie.

Giustizia 1. Su tredici pubblici ministeri della Procura di Agrigento
(una delle piu' impegnate nella lotta alla mafia) dieci hanno
presentato richiesta di trasferimento. "Con un governo orientato a fare
queste riforme - dice Roberto Terzo, un veneto che da anni fa il pm in
Sicilia - e' meglio mettersi con un piede gia' fuori della porta. Se
dovesse passare la separazione delle carriere ci carebbero meno
garanzie per il cittadino e il pm avrebbe le funzioni di commissario di
polizia".

Giustizia 2. Intanto il ministro della giustizia annuncia che secondo
la sua opinione i giudici (parlando non da ministro, precisa, ma da
padano) in futuro saranno eletti dai cittadini, all'americana: ogni
anno si votera' per lo sceriffo della contea e per il procuratore dello
stato. I giudici staranno attenti ad adeguarsi al "buon senso popolare"
- Sassonia anni Trenta, Alabama anni Cinquanta - e per piu' speditezza,
naturalmente, i processi principali veranno fatti in televisione. Con
quest'ultima, anzi, s'e' cominciato gia'.

Cristiani. Il piu' ortodosso dei cardinali di curia, Ratzinger, ha
dichiarato che secondo lui sarebbe una bella cosa se il prossimo papa
fosse un africano. Qualcosa soffia anche - e persino - nelle botteghe
piu' oscure.

Pianeta. Le dodici nazioni piu' ricche di biodiversita' del mondo hanno
siglato un accordo per proteggere le loro risorse genetiche dalla
"biopirateria", cioe' dalle multinazionali che brevettano geni di
animali e vegetali senza offrire alcun beneficio alle popolazioni che
vivono nelle zone da cui quelle risorse provengono. I paesi aderenti al
patto sono Brasile, Cina, Colombia, Costa Rica, Ecuador, India,
Indonesia, Kenya, Messico, Peru', Sud Africa e Venezuela. I dodici
paesi non vedono nella Convenzione sulla Biodiversita', firmata a Rio
de Janeiro nel '92, sufficienti garanzie per la protezione delle loro
risorse genetiche: la convenzione, dicono, offre troppe scappatoie, e
gli USA non l'hanno neanche ratificata. Per questo si impegneranno a
chiedere un trattato piu' severo al prossimo vertice sullo sviluppo
sostenibile che si terra' a settembre a Johannesburg.

Info: Fabio Quattrocchi, fabiocchi@inwind.it


Washington. Undici miliardi di dollari sono stati stanziati
dall'amministrazione per ristrutturare completamente le strutture
difensive al confine col Messico. Il confine, lungo 3200 chilometri, e'
in gran parte gia' protetto da una barriera metallica guarnita da raggi
infrarossi e sensori di calore ("The Wall" per gli americani, "La
Linea" per i messicani) che dal golfo del Messico si spinge fino a
Tijuana e riprende poco piu' a est fino alla spiaggia del Pacifico.
Pattuglie della polizia di frontiera - circa novemila uomini -
perlustrano le zone circostanti, in particolare il deserto attorno a
Tijuana dove i "coyotes" (organizzatori clandestini) trasportano
carovane di "pollos" (emigranti illegali) verso i posti di lavoro -
nero - del Texas e della California.
Nel 1998 Amnesty International presento' un terrificante rapporto (del
tutto inascoltato) sulle "Violazione dei diritti umani nella zona di
confine fra Messico e Usa" nel quale venivano denunciati numerosi casi
di pestaggi e abusi sessuali da parte della Border Patrol. "Amnesty -
si precisava nel rapporto - non prende alcuna posizione sul diritto
degli Usa di pattugliare i propri confini, ma insiste che sia
esercitato nel rispetto degli obblighi internazionali in materia di
diritti umani".
Il confine verra' adesso ermeticamente sigillato e protetto con le piu'
avanzate tecnologie satellitari, con l'obiettivo di non permettere piu'
il passaggio di neanche un clandestino. Il costo della ristrutturazione
viene giustificato con l'impellenza della "lotta contro il terrorismo",
anche se e' opinione comune che la vera emergenza sia in realta'
costituita dall'emigrazione clandestina. In passato l'amministrazione
americana si era espressa con estrema durezza contro operazioni
analoghe portate avanti durante la guerra fredda ("Muro di Berlino")
dal governo dell'allora Germania Orientale.

San Pietroburgo. A congresso i rappresentanti dei servizi segreti di
trentanove paesi fra cui Giappone, Usa, Russia e Gran Bretagna. Al
termine e' stata rilasciata una dichiarazione congiunta sulla
necessita' di rafforzare in tutto il mondo i servizi segreti per
garantire la sicurezza internazionale e la lotta al terrorismo. Fra i
Paesi partecipanti al congresso, tuttavia, solo Russia e Usa sono
direttamente governati da esponenti personalmente legati ai servizi (il
russo Putin, agente del Kgb, e l'americano Bush, figlio di un
autorevole direttore della Cia): si auspica che questo modello possa
rapidamente diffondersi nel resto dei paesi civili, allo scopo di
garantire la sicurezza internazionale ecc.

Riposo interinale. Al mio paese, hanno appena privatizzato il cimitero.

Titolo sui giornali. "Internet fa piu' danni della droga" (Occhiello:
"Secondo gli esperti i maniaci della rete rischiano obesita',
inappetenza e alienazione").

Cronaca. Roma. Extracomunitario aggredisce l'equipaggio della
"gazzella" accorsa per soccorrerlo, poi si scaglia contro i medici del
pronto soccorso e infine prende a morsi i carabinieri. Questi ultimi
sono stati infine costretti a trarre in arresto il giovane K.D,
ventiduenne di Princetown, Ohio.

Cronaca. Todi. Rapinata da due banditi con taglierino la sede di piazza
Duomo della Banca Popolare di Todi. Dopo il colpo i due rapinatori sono
fuggiti in bicicletta, dileguandosi fra i vicoli del centro. Istituiti
posti di blocco da polizia e carabinieri.

Cronaca. Scicli. Soccorsi dai volontari locali e posti in salvo cinque
delfini che a causa probabilmente di una mareggiata si erano arenati
sulla scogliera di Timperosse, in contrada Donnalucata. Hanno
collaborato al recupero la locale Capitaneria di Porto, l'Associazione
studi cetacei, il Fondo siciliano per la natura, l'Associazione
Marevivo e i Vigili Urbani Morabito e Cuzzupe'.

Cronaca. Messina. Un senzacasa e' morto d'inedia mentre chiedeva
l'elemosina su un marciapiede della centralissima via Roma di
Barcellona (Messina). Soccorso da un'ambulanza, e' stato trasportato
all'ospedale Sant'Andrea dove pero' e' giunto cadavere. Non mangiava da
diversi giorni. Dai primi accertamenti i carabinieri ritengono
trattarsi di un uomo fra i trentacinque e i quarant'anni.

Stefano Pravettoni wrote:

< Oggetto: Bravo! - Trovo geniale, soprattutto in questi tragici
giorni, chiamare "banditi" i propri avversari politici, gente da
"mandare a casa" per - scrivi - "liberare il paese da cio' che
l'infesta adesso". Un po' di moderazione e buon gusto (non tutti sono
in grado di valutare e, scusa il verbo orrendo, contestualizzare
correttamente le parole) non guasterebbe. >
* * *
Ho adoperato queste parole, in una Catena di due settimane fa, a
proposito di un governo. Stefano ha ragione di allarmarsene, perche' e'
un pessimo segnale che un signore di cinquant'anni usi parole come
queste per parlare di politica in un paese occidentale. Non sono parole
che di solito mi venga spontaneo usare. Spero che la colpa sia mia, e
non della situazione.


L. wrote:

< Cuciro' una stella gialla sulle mie giacche,
sui miei giubbotti, sulle mie felpe. Ora.
Andro' al ghetto, nei bar, nelle panetterie,
nei negozi di pasticceria,
come sempre quando voglio comprare a buon mercato
o assaggiare cose vertiginosamente buone.
Faro' questo e continuero' a dire il mio dolore
per la Palestina e per Gerusalemme
e le mie ragioni contro Sharon.
Odio la semplificazione della guerra e del terrore:
la no man's land e' sempre incredibilmente piu' larga e popolata.
Cuciro' una stella gialla sulle mie giacche,
sui miei giubbotti, sulle mie felpe. Ora.
Andro' nei ristoranti libanesi, egiziani, africani,
nei take away dove ho i miei panini al kebab
e dove bevo te' con i miei amici.
Cuciro' una stella gialla sulle mie giacche,
sui miei giubbotti, sulle mie felpe. Ora.
Andro' alle manifestazioni dove sventolano
le bandiere della Palestina. Ma io non riesco
a vedere piu' i colori delle bandiere,
tutte di sangue, tutte uguali. Io
non ho ragioni. Non ne distribuisce la guerra.
Io ho solo uno sconfinato dolore e una immensa paura. >



Curzio Malaparte, sul Corriere della Sera del 5 luglio 1941, in una
corrispondenza dal ghetto di Varsavia (lui era con i tedeschi che
rastrellavano) wrote:

< Basta spingersi nei quartieri poveri per rendersi conto del pericolo
sociale che rappresenta la enorme massa di questo proletariato
giudaico. E' infatti dai tuguri di quei quartieri che sono partite le
prime fucilate contro i soldati >


Turoldo_ps22@bibl.it wrote:

< ...Ma perche' mi hai abbandonato,
Dio mio assente e lontano!
Cosi' piango nel mio lamento:
io ti chiamo di giorno e tu muto,
senza pace io urlo la notte>

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