Catena di Sanlibero

Frammenti

un'interpretazione dei lirici greci
25 marzo 2004
Riccardo Orioles (Giornalista antimafia)


ARCHILOCO

Sono servo di Marte, vivo nelle battaglie
ed amo i doni lievi delle Muse


ARCHILOCO

Nella lancia c'è il mio pane
nella lancia c'è il mio vino
appoggiato alla lancia io bevo


ARCHILOCO

Porta la coppa in giro per la nave
fra i remi, tira il tappo alla bottiglia,
fà girare quel vino! Senza bere
a stare qui di guardia è una boiata


ARCHILOCO

Adesso col mio scudo ci va qualche nemico,
tutto contento: era uno scudo nuovo
e diciamo così gliel'ho lasciato.
Chi se ne frega? La mia pelle è mia,
di scudi ne piglio uno nuovo domani


ARCHILOCO

Un fico campagnolo, beccato da molti uccelli:
Pasifile gentile non manda indietro nessuno


ARCHILOCO

La vedi cinta di selvaggio verde,
l'isola, un dorso d'asino sul mare:
non è bella né allegra e buona per amare
come la spiaggia in riva al mio torrente...


ARCHILOCO

Sette nemici kaputt, un lavoro veloce
(eravamo in cinquanta a farli fuori)


ARCHILOCO

La gente non rispetta chi è morto e non lo segue
ma va dappresso ai vivi, e così ci conviene,
noi che campiamo ancora - il guaio vero è crepare


ARCHILOCO

Io so fare una cosa
molto importante: ricambiare col male
chi mi avrà fatto male


ARCHILOCO

Ho una voglia di spaccarti la faccia
come di bere vino quand'ho sete


ARCHILOCO

Cuore mio, devastato da mali senza fine,
svegliati! c'è da lottare, ai nemici fa' guerra,
faccia a faccia combattili, sta' duro!
Non esaltarti se vinci, se perdi non chiuderti in casa
a piangere: sii allegro, sii anche amaro
ma sii sempre te stesso: tu lo sai
sotto quale destino l'uomo lotta


ARCHILOCO

Ora comanda Leofilo, ora Leofilo parla,
ora Leofilo è tutto, ora ubbidiscono a lui...


ARCHILOCO

E so i canti di chiesa degli ubriachi,
li so cantare tutti col mio cuore di vino


ARCHILOCO

Oh, se mi capitasse di tenerle anche solo una mano...



Preso dal desiderio son qui, senza pensare
senza vivere - solo c'è il dolore
che l'amore mi ficca nelle ossa

ARCHILOCO

Un desiderio feroce tanto il cuore mi prende
che non ci vedo più, che il coraggio mi scappa
dal petto e non so dove sia finito


ARCHILOCO

Le ginocchia mi ballano,
amico mio, il desiderio mi vince


ARCHILOCO

Voglio vederti in mezzo ai cavalloni
e poi mezzo annegato sulla riva
al freddo, nudo, e arrivino i banditi
a farti schiavo e a fartela pagare.
Tutto coperto d'alghe, a denti stretti,
faccia a terra, da bestia, sulla riva,
così vorrei vederti: tu, l'amico
che "fidati-di-me" e poi m'hai tradito


ARCHILOCO

E dopo che si profumò i capelli
e i seni avrebbe fatto sangue a un santo



lo non invidio il re coi suoi molti tesori
né voglio la potenza degli dei
né m'attira il potere: sono cose
tutte lontane assai dagli occhi miei

ARCHILOCO

Con un rametto di mirto e una rosa
in mano sorrideva, e i suoi capelli
sul collo le cadevano e le spalle


ARCHILOCO

Febo, tu che comandi, fa' crepare
'sta razza di bastardi, tu che lo puoi fare


ARCHILOCO

Vedi, Glauco? Laggiù, là dentro il mare,
l'onda combatte e attorno alla scogliera
s'addensano le nubi e la bufera...
Nell'aria, una paura a tradimento


ARCHILOCO

Non mi va un capitano a petto in fuori,
pettinato benino, barba fatta:
datemene uno piccolo, magari storto di gambe,
ma coi piedi per terra, e che abbia i coglioni


IPPONATTE

Mercurio, san Mercurio, san Mercurio da Bari,
figlio della madonna, qua fa freddo, ti prego,
regala un bel mantello al tuo Ipponatte
e un vestito, e le scarpe, e due scarponi,
e magari sessanta bigliettoni:
rubali a qualcun altro, che ti frega?


IPPONATTE

Tenetemi il mantello, che gli spacco la faccia.
Sinistro-destro: e tutti dritti in bocca


IPPONATTE

Mi dessero una bella ragazzina,
tenerella...


MIMNERMO

Perché vivere ancora, senza lo splendido Amore?
Meglio morire, quando non avrò più cari
i teneri segreti e i dolci doni ed i baci
- unici fiori da giovinezza dati
agli uomini e alle donne...


MIMNERMO

Come le foglie che nel tempo lieve
di primavera nascono nel calor del sole
così per breve tempo come loro godiamo
la dolce giovinezza, divinamente ignorando
il bene e il male. Ma le nere dee
sono pronte per noi con il peso degli anni
e con la morte: ché i giovani anni
non sono più del rapido corso del sole
- e quando il nostro tempo è tramontato
è meglio morire che vivere


MIMNERMO

Ma poco tempo - come un sogno - dura
la dolce gioventù: paurosa informe
vecchiaia sopra il capo le preme
e orribile ti rende e t'umilia e deride
e annebbia la vista e i ricordi e li uccide


SAFFO

Mi pare un dio chi felice ti siede
accanto e stretto a te le tue parole
si gode e il dolce amoroso sorriso
e il cuore balza in petto. Se ti vedo
un attimo, ammutolisce la voce
tace la lingua una fiamma sottile
mi freme lungo il corpo - più non vedo
e più non sento e sudo freddo e sono
pronta a morire...


SAFFO

Le stelle attorno alla lucente luna
ancora una volta svaniscono e lei
spande il suo chiaro sulla terra, lieve
luce d'argento...


SAFFO

Potessi averla anch'io, o Dea bionda, potessi,
aver questa fortuna!


SAFFO

Ma io ti ho amato tanto tanto ed eri
- allora - una monella goffa e magra


SAFFO

E sul mio letto morbido il tuo corpo,
se sarai stanca,poserò pian piano...


SAFFO

Hai fatto bene a venire - ti volevo
Acqua per il mio corpo che bruciava


SAFFO

Coglieva dolcissima i fiori
una ragazza - io la vidi...


SAFFO

Rabbrividì l'anima alle colombe,
mute restarono le ali...


SAFFO

Cavalli e fanti e corpi armati in guerra
è l'ideale di certuni - navi
sognano altri - ma il più grande è l 'amore.
Pensaci: pure Elena la bella,
la più bella di tutte, per amore
abbandonò lo sposo e andò per mare
ad Ilio né mai più si volse indietro
e cancellò la figlia e padre e madre.
Cosi la travolse la dea. E tu, lontana,
così sei nel ricordo. E ti rivedo,
amata, che cammini nella luce
- per te tutti gli eserciti darei
del mio paese e tutte le armi e i soldati


SAFFO

D'allegri fiori cingiti i capelli,
amata mia, e intreccia le ghirlande
d'erba di campo con le dita lievi.
La nostra dea e le Grazie sono amiche dei fiori,
non ne gode lo sguardo chi non li ha per corona


SAFFO

Cosi insieme danzavano allora le donne cretesi
muovendo svelte i piedi attorno all'ara.
Sfioravano lievi le cime
dell'erba del tenero prato


SAFFO

L'amore che mi scuote nel profondo
come vento sugli alberi, sul monte


SAFFO

Desiderio di te mi sconvolge
mi fa tremare nèl corpo - l'amore
è belva troppo dolce troppo amara


SAFFO

E non mi pensi più, e già immemore voli
presso una donna che non sono io


SAFFO

La luna risplendeva piena, ed esse
si disponevan torno torno all'ara...


SAFFO

Tramontò già le Pleiadi e la luna
passo già mezzanotte, e passa il tempo
Ed io son qui, sola


SAFFO

A cosa, dolce amico, mi somigli?
A un alberello gentile, amico mio, assomigli


SAFFO

Queste canzoni canterò
alle mie care ragazze...


SAFFO

"E te lo vorrei dire, ma ho paura..."
"Se tu amassi davvero, se potessi
dirmi senz'arrossire queste cose,
tu mi diresti tutto, amato mio:
e i tuoi occhi sarebbero più belli"


SAFFO

Ho una bambina bella, pare un fiore
dai ricci d'oro la bambina mia.
Conta più lei per me di tutto il regno,
conta persino più della mia isola amata


SAFFO

Dolce madre, non più
lavorerò con te su questa tela
l'amore di un ragazzo mi ha presa
e la lieve Afrodite


SAFFO

Come il frutto più bello, più rosso, sull'alto del melo
che il contadino non colse - non ce la fece a toccarlo,
troppo alto per lui era il ramo...


SAFFO

Resterai lì distesa e non ricorderanno
nulla di te né ci sarà rimpianto
per te che non hai scelto l'allegria,
chiusa in te stessa. Ed anche nel paese
di Ade vagherai senza sapere
fluttuando fra le informi ombre dei morti


SAFFO

Mia madre mi diceva che un bel nastro
- da ragazza, ai tempi dei nastri sui capelli -
già le bastava, rosso, per sentirsi più bella.
Ma tu, testarossa, avevi sui capelli
solamente dei fiori, tu capelli di fuoco.
Ed adesso mi chiedi un cappellino:
ma il tuo ragazzo, sai, non è d'accordo...


SAFFO

Nella città lontana tu rivedi
la nostra allegra vita. Ti ricordi,
che gioia il tuo canto, e come t'ammirava
la tua compagna? Ed ora fra le donne
splendi laggiù, come la rosea luna,
a notte, fra le evanescenti stelle
le fa sbiadire e libera si posa
sul mare scintillante e sopra i fiori
dei campi - quando fresca la rugiada
li bagna e rifioriscono le rose.
E cammini e ricordi, e nostalgia
il tuo cuore d'amica getta indietro
e "Tornate!" tu gridi, muta, a noi


SAFFO

Tu mi lasciavi, io morivo. Piangevi,
dicevi: "Saffo, come non vorrei
lasciarti!". Io ti risposi: "Sii felice
dove vai, e pensa un poco a me,
perché io ti ho amata". Vedi? Quanta gioia,
quante viole raccolte e quante rose
insieme, quanti fiori fra i capelli,
quante ghirlande a maggio mi donavi
e quante io a te, e come il corpo spargevi
di profumo lucente, e come a letto
il desiderio ardente della tua
dolce amica acquietavi...
Non c'era fonte, allora, né ruscello
né collina né sacro bosco senza
i nostri corpi uniti nella danza...


SAFFO

Espero, tutto riporti
quel che disperse nella luce Aurora,
riporti la capretta,riporti l'agnella,
riporti la ragazza tenerella alla madre...


SAFFO

Voce di primavera, dolce canto, usignuolo...


SAFFO

Ceci d'oro crescevano
sulla riva del mare...


SAFFO

"Gioventù, gioventù, mi lasci e te ne vai?"
"Mai più verrò da te, mai più verrò"


ALCEO

Dolce sorriso, chioma
di viola, bellissima Saffo...


ALCEO

Ora bisogna bere, ora sbronziamoci tutti,
ora! ché finalmente Mirsilo è crepato


ALCEO

Ebro, il fiume più bello, tu che scendi
dentro il mare di porpora fra i Traci
allevatori di cavalli! Vengono
alle tue rive le ragazze, i fianchi
accarezzati dalle mani lievi;
e l'acqua è dolce, là, come un profumo...


ALCEO

Tempesta dio nel gran cielo d'inverno
Gelò già la corrente nei ruscelli
Tu scaccia il freddo, tieni forte il fuoco
e versa nella coppa molto vino,
non risparmiare! E nastri sulla testa...


ALCEO

Non lasciamo, mio caro, l'animo nostro ai mali,
non serve a nulla piangere; piuttosto
ubriacati! La sola cura è il vino


ALCEO

O conchiglia del mare,
figlia di spiaggia e di schiumante onda,
come intenti ti guardano i fanciulli!


ALCEO

Combattendo fra i venti, il mare pazzo ci sbatte
avanti e indietro, onda dopo onda.
La nera nave va fra i cavalloni
Sul naufrago equipaggio alla deriva
il tifone infierisce, e già è sommersa
una parte dell'albero, e la vela
già senza vita pende e già i brandelli
con l'ancora e le cime porta il vento


ALCEO

Bevi vino, rinfrescati: la stella
d'estate tornò in cielo e lo scirocco
calò pesante e regna su ogni cosa la sete.
Piano dentro i cespugli vibra il canto
della cicala, ininterrottamente,
e il sole è fermo e tutto si dissecca
sotto il suo fuoco e già fiorisce il cardo.
E brucia il ventre delle donne e lenta
muore la voglia ai maschi e le ginocchia
si sciolgono e i pensieri sotto il sole.


ALCEO

Sento nell'aria i fiori - è primavera.
Presto, mettimi vino nel bicchiere!


ALCEO

Si; ne ho passate tante: versa,
versa sulla povera testa, sul petto
ormai grigio di pelo un po' d'unguento...


ANACREONTE

Ragazzo dallo sguardo di fanciulla
io ti guardo e non sai
che tu stringi nel pugno
i fili dell'anima mia...


ANACREONTE

Ed è arrivato il mese
del dio del mare e gonfiano le nubi
d'acqua e già cupamente la bufera
s'annuncia di lontano...


ANACREONTE

Porta qui l'acqua, amico, porta il vino,
portatemi ghirlande di bei fiori
ché voglio fare a pugni con l'amore


ANACREONTE

Voglio cantare Amore delicato
di mille fiori allegri inghirlandato
Amor che vince gli uomini e gli dei


ANACREONTE

Facciamo l 'amore? - mi piace
come ti muovi tu, mi piace come sei


ANACREONTE

Nel letto in cui non fece, ma fu fatto...


ANACREONTE

Volo leggero verso il monte Oblìo
è colpa dell'amore che non mi vuole più


ANACREONTE

Qui è sepolto Timocrito che fu soldato in guerra:
la guerra ammazza i meglio e lascia andare i vili


ANACREONTE

Ti prego, tu che giochi con l'invincibile Amore
con le ninfe occhichiari e con l'azzurra
Afrodite, Dioniso, ti prego,
pellegrino dei monti, non scordare
la mia preghiera, aiutami: il mio amato
- Cleobulo - convincilo ad amare


ANACREONTE

Amo Cleobulo, io,
Cleobulo mi fa impazzire,
Cleobulo oh se me lo farei!


ANACREONTE

Amore dai capelli illuminati
la sua palla rossa mi getta:
tirala, grida, a quella ridarella
dai piedi nudi! Lei è di Lesbo bella
e i miei riccioli grigi non le vanno:
chissà se altri capelli...


ANACREONTE

Così ancora una volta mi tuffai
giù dallo scoglio nel mare grande d'amore...


ANACREONTE

Dolce, un animaletto smarrito
nel bosco, tenerello, senza i suoi:
così tutto tremante, guardava...


ANACREONTE

Potessi morire! Soltanto cosi potrei salvarmi dal tuo male


ANACREONTE

La testa è grigia e già una ciocca è bianca,
l'allegra giovinezza non c'è più
e ingialliscono i denti... Poco tempo
mi resta ormai da vivere, ed è triste.
E a volte un turbamento - una paura -
mi prende a quel pensiero: sono amare
le vie dell'Ade ed è ben duro viaggio
scenderci dentro e non tornarne più


ANACREONTE

Ed ancora una volta all'improvviso
il desiderio colpisce. Duri i pugni
d'amore, troppo rapido il fiume
da cui non esci più


ANACREONTE

Amica degli ospiti, cara,
dammi da bere, ho sete...


ANACREONTE

Ma restò senza luce
il suo viso d'argento...



Rondine amica dal canto gentile...

ANACREONTE

Mezza pizza ho mangiato, ma di vino
una bottiglia sana. Ho la chitarra
e ora canto qualcosa alla mia bella


ANACREONTE

Aveva un vestituccio da due soldi,
un anello di legno, e per grembiule
il copertone d'uno scudo vecchio.
Girava assieme a serve e marchettari
facendo soldi a forza d'intrallazzi
(e prese in piazza, nudo, gran nerbate
da levargli la pelle e i quattro peli).
E ora gira in carrozza, riverito,
gioielli d'oro, ombrello- una puttana


ANACREONTE

Quando t'ubriachi sembri la bufera
che sbatte sulla riva e fa casino
e tutto questo per un po' di vino


ANACREONTE

Ehi, gambelunghe che mi guardi male
e te ne scappi, cavallina! Credi
che non ci sappia fare? Se potessi
ti metterei le redini, ma strette,
e sai che cavalcate... E tu tranquilla ridi:
è che non hai trovato chi ti doma


ANACREONTE

Amo e non amo, di nuovo
- e sono pazzo e sono sano insieme


ANACREONTE

Non mi piace, bevendo un po' di vino
chi racconta battaglie e le sue guerre:
meglio parlar d'amore e di poesia,
cantar lievi canzoni, allegramente


ASCLEPIADE

Smaschera amore il vino: il tuo bicchiere
accusa te che neghi, innamorato,
ma chini il capo, triste, e scoppi in pianto
e ti scivola piano la ghirlanda


TEOGNIDE

L'ansie dell'uomo volano
con ali iridescenti
si sfanno all'urto triste
del tempo e della vita


ALCMANE

Dormono gli alti monti e gli abissi
e gli scogli del mare e le paludi.
Dormono gli animali della terra
e le belve sui monti e le città delle api.
Dormono i grandi mostri nel profondo
viola del mare, dormono gli stormi
alati dei gabbiani...


ALCMANE

Non più, fanciulle dal dolcissimo canto,
dalla gentile voce, non più le forze mi reggono.
Oh se fossi un gabbiano, divino uccello del mare!
Scivola sopra l'onda in compagnia delle alcioni,
sopra il mare di viola, libero dentro il cuore.


STESICORO

Canta per me, dolce Poesia, la canzone
dei ragazzi dell'isola, e accorda
le corde della musica al tuo canto


IBICO

E ancora una volta il desiderio mi appare
dietro le ciglia scure d'un ragazzo
tessendomi una rete incantatrice
Lo vedo, ed ho paura - in fondo sono
un cavallo sfiancato, che ai suoi tempi vinceva
ma senza illusioni, adesso, corre le ultime gare


IBICO

Eurialo, fiore azzurro delle dee,
le dee dai bei capelli, occhi gentili
t'han cresciuto con loro fra le rose


SIMONIDE

Non dire mai "domani", mai non dire
"sarò sempre felice": il tempo vola
e d'un insetto il capriccioso volo
non è più certo e lento del destino



La primavera e i profumi
d'aprile e una rondine nera...

SIMONIDE

Rossa la bocca
selvaggio il grido
di lei ch'era ancora ragazza


SIMONIDE

Sulla sua testa gli uccelli, a migliaia, e dentro il mare
i pesci nell'azzurro gioivano al suo canto


SIMONIDE

Poco è in potere degli uomini, molti sono i mali
e un peso dopo l'altro ci getta addosso la vita.
Morte sta lì per tutti, i coraggiosi e i vili


SIMONIDE

Già gli usignoli dal trillante canto,
in primavera...


SIMONIDE

Dei morti alle Termopili la sorte
è bella e fortunato fu il destino,
un altare è la tomba ed il ricordo
non un lamento ma di lotta un canto
A questa veste funebre né il tempo
né l'abbandono toglieran splendore:
vive in questo sepolcro e gli è compagno
il nome della Grecia. Così dice
Leonìda, re di Sparta, che il valore
conosce bene e sa cos'è la gloria.


PINDARO

Fior di viola, splendente,
vivi nei canti, Atene,
tu che hai difeso l'Ellade, tu ardita,
tu città degli dei


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