Gladio e il rapimento di Moro
Nel 1991 l’onorevole Luigi Cipriani, membro della Commissione stragi, raccolse la testimonianza di Pierluigi Ravasio, ex agente del Sismi ed ex appartenente a Gladio, essendo stato addestrato a Capo Marrargiu, il quale rivelò che un suo superiore, il colonnello del Sismi Camillo Guglielmi, la mattina del 16 marzo 1978, intorno alle ore 9, si trovava nei pressi di via Fani, dove fu organizzato l’agguato ad Aldo Moro. I magistrati militari Sergio Dini e Benedetto Roberti hanno rintracciato documenti comprovanti i legami del colonnello Guglielmi con il Sismi fin dagli anni 1972-1973, oltre al suo ruolo di istruttore in corsi speciali organizzati dal Sid, presso la base di Gladio a Capo Marrargiu. Dall’inchiesta dei due magistrati emerse altresì che Guglielmi si era recato in via Fani su richiesta del generale Pietro Musumeci, sulla base di una informazione fornita da un infiltrato dei servizi segreti nelle BR.
Fonte : Wikipedia e Stefano Grassi, Il caso Moro, Mondadori, 2008
La rilevanza del ruolo di Gladio nella ricostruzione del rapimento di Ando Moro sta:
- nella vicenda del fascicolo scomparso riguardante proprio Gladio, lamentato dalla Commissione di indagine;
- nei proiettili provenienti dal deposito NASCO dell'organizzazione Gladio.
A proposito della provenienza dei proiettili delle BR usati in via Fani, Luca Longo sul sito linkiesta.it scrive: "In via Fani vengono rinvenuti gli 89 bossoli dei brigatisti e i 2 esplosi in risposta dall’agente Iozzino, vengono uccisi tutti i membri della scorta ma Moro, al centro della strage, rimane illeso. Si scoprirà che le munizioni – con un trattamento superficiale protettivo e senza matricola – provengono da un arsenale militare come quelli in dotazione a Gladio: i “depositi Nasco”".
Che la questione Gladio fosse probabilmente quella più scottante al centro della vicenda del rapimento di Moro la sia evince dal datto che la mattina del 24 febbraio 1992 i magistrati Dini e Roberti, saliti nei loro uffici della Procura Militare di Padova, avevano trovato ad attenderli un maresciallo e due appuntati che dicono: «Siamo venuti a prendere il fascicolo su Gladio per portarlo a Roma».
Le tesi dei periti balistici è che in via Fani le Brigate rosse usarono proiettili provenienti dai "Nasco", ossia i nascondigli di Gladio. E un ufficiale di Gladio era presente in via Fani la mattina del rapimento di Aldo Moro: il colonnello Camillo Guglielmi.
Per il generale Inzerilli, durante il caso Moro, «Guglielmi abitava a Modena, e dirigeva i carabinieri di quella città». Non la pensa così il membro della Commissione, Gero Grassi: «Guglielmi abitava in via Stresa 117, nei pressi di via Fani, il suo nome è sull’elenco telefonico del tempo».
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