Referendum: libertà o libertinaggio?
Stupisce tanto scalpore verso le parole del Card. Ruini riguardo l'astensione dal voto referendario. E stupisce ancor di più l'inaccettabile presa di posizione contro la "libera scelta" dell'astensione. La Chiesa Cattolica ha consigliato i fedeli sul voto per ragioni ben più profonde di quanto i media in questi giorni abbiano riportato.
L'attenzione si è infatti concentrata sul risvolto, puramente strumentale, del mancato raggiungimento del quorum, mentre non si sono analizzate a dovere le ragioni morali di una tale posizione.
La Chiesa non ritiene "legittimo" un passaggio referendario su una materia di tale sostanza, individuando in esso la confusione tra "libertà" e "libertinaggio" e contestualmente una distorsione del significato di democrazia. Su questa traccia vanno visti tutti gli altri interventi in materia di bioetica e per queste ragioni viene proposta l'astensione.
La democrazia può esistere soltanto se al servizio di un insieme di valori e diritti/doveri naturali. Altrimenti si scade in un relativismo etico che, portato al limite, permetterebbe la liceità dei più efferati crimini. Il pensiero del mondo cattolico riguardo al referendum prende quindi le mosse dal riconoscimento di questi principi naturali, cioè scritti nella natura umana, e non da ragionamenti dottrinali. Non vi è dunque una interpretazione "religiosa" della vita e del suo concepimento contrapposta ad una visione "laica". "La Chiesa è garante degli autentici valori umani [...] e non si meraviglia di essere fatta, a somiglianza del suo divin Fondatore "segno di contraddizione", ma non lascia per questo di proclamare con umile fermezza tutta la legge morale, sia naturale, che evangelica" (Enciclica "Humanae Vitae"). E, sinceramente, inorridisce che ci si domandi se l'embrione sia "qualcuno", "qualcosa" o "qualcosa d'importante".
Roberto Marino
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