Il caso Fera e l'informazione italiana.
Il caso del procuratore di Ragusa Agostino Fera, dopo la presa di posizione dell’ex ministro della Giustizia Oliviero Diliberto, finalmente viene rilevato in tutta la sua gravità da numerose parti, fino ad assumere, per certi aspetti, rilievo nazionale. E’ tuttavia opportuno fare delle precisazioni riguardo ai modi in cui si stanno occupando della vicenda alcune testate del paese, a partire da “Il Tempo” e, maggiormente, da Il “Corriere della Sera” che lunedì 11 ottobre ha titolato in prima pagina Diliberto contro il procuratore: è nei Lions, lasci.
L’appartenenza del Fera al Lions è sicuramente un dato sintomatico, e come tale è stato presentato nell’interrogazione dell’ex ministro di grazia e Giustizia. E lo è, se non altro, per il ruolo che associazioni simili, pur trasparenti sul piano costitutivo, possono assumere in aree a rischio del paese, dove anche i “bar dello sport”, di certo non equivochi in sé, possono dare occasione per tramare o discutere di affari.
Il Caso Fera non può ridursi tuttavia a un problema di affiliazione a un club potente ed esclusivo. Le censure vanno molto più in profondità. E di tali aspetti poco o nulla è stato finora rilevato dalla stampa nazionale. L’atto d’accusa dell’ex ministro Diliberto, che riprende in toto la campagna civile condotta dal giornale on-line AccadeinSicilia e, dopo l’oscuramento di questo, da www.leinchieste.com, è incardinato su precisi elementi, da tempo motivi di discussione, a partire dalle condotte vistosamente anomale del Fera nell’istruttoria sul delitto del costruttore Angelo Tumino, diretto antecedente dell’omicidio del giornalista de “L’Unità” Giovanni Spampinato, avvenuto nel 1972, in un contesto di trame, a opera del figlio del presidente del tribunale della città. E non si tratta di passato remoto. Come si legge nell’atto parlamentare, esistono oggi gli elementi perché il duplice caso possa essere riaperto in sede giudiziaria, ma la permanenza del Fera a capo della Procura non può non costituire in tal senso un serissimo problema. Altro passaggio essenziale dell’interrogazione riguarda l’oscuramento arbitrario del diario on-line AccadeinSicilia, attuato, a dispetto degli appelli di numerose sedi dell’Italia civile, da un gip del tribunale ragusano dietro istanza di un avvocato amico e patrocinatore del Fera, Carmelo Di Paola, anche lui, guarda caso, associato al Lions Club. Significativo è infine è il passaggio delle omissioni e delle archiviazioni anomale che vengono addebitate alla Procura di Fera. Si tratta in definitiva di fatti pesanti, di condotte gravissime che ben giustificano la richiesta di destituzione dell’alto magistrato di Ragusa, espressa da anni da istanze della società civile, di cui adesso si fa portavoce, in sede parlamentare, il segretario nazionale del PdCI.
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