Iniziativa umanitaria

Il Madagascar resta solo: addio speranza?

Una missionaria, suor Maria Messina, di Giarre (Ct) appartenente all’ordine Sacro Cuore, lì da 40 anni, ha conosciuto il dottor Lalasoa che lancia un appello.
24 ottobre 2005
Concita Occhipinti (concitaocchipinti@tiscali.it)

Non conoscono gli Champ Elyses né l’Arc de Trionfe gli abitanti dell’Isola Imady! Lì possiamo trovare lebbra, tubercolosi e per le suture si deve ricorrere ad ago e filo, quello utilizzato dalle nostre casalinghe quotidianamente! Il dott. Lettica Vladimiro, primario della cardiologia presso un’azienda ospedaliera della provincia di Ragusa non si arrende, e così neanche l’Associazione umanitaria diretta dal presidente Pippo Campo, denominata “Amici del Madagascar”.

Il 70% degli abitanti della capitale del Madagascar vive allo “stato brado”, nessuna civiltà moderna potrebbe immaginare quali sono le condizioni fisiche e mentali dei bambini! La situazione socio-economica è crollata: hanno tutti desistito, non potranno più aiutare i diecimila senzatetto, denutriti e inconsolabili! Per fortuna, almeno per l’Isola Imady, uno spiraglio: un ecografo che giungerà dalla Francia. Ecco perché al suo ritorno dalla stessa, il primario Lettica si è preso “cura” di far frequentare un corso di specializzazione aiutato dal dott. Copani, anch’egli operante nello stesso ospedale.

Lalasoa, questo il nome del protagonista, 43 anni, medico, proviene dal Madagascar, precisamente dall’Isola Imady, dove opera in una “dispenseria”, l’equivalente di un ambulatorio italiano. Grazie all’intervento tempestivo di questa Associazione, Iblea Lalasoa - dato che dovrà tornare nell’isola per soccorrere partorienti, malati di lebbra e tubercolosi, bambini con malattie tropicali e quant’altro - è dipendente delle missioni promosse appunto dall’Associazione. Queste le dichiarazioni del dott. Lettica, promotore di quest’iniziativa, dato che visitando egli stesso la piccola Imady, è tornato “frastornato” dai disagi - così da lui definiti - del “quarto mondo”. Una missionaria, suor Maria Messina, di Giarre (Ct) appartenente all’ordine Sacro Cuore, lì da 40 anni, ha conosciuto Lalasoa e si è prodigata ad insegnargli la lingua italiana, in previsione di questo “viaggio della speranza” per gli abitanti dell’Isola, dimenticata dal mondo! Si pensi che un neonato alla nascita pesa solo 1,5 kg. e che la madre riesce ad allattarlo a stento, dato che non esiste un’adeguata nutrizione per entrambi e si vive allo stato brado. Non esiste nessun apparato ecografico, né un medico specializzato in ecografia! Ecco perché il primario Lettica ha desiderato fortemente che Lalasoa venisse in Italia, quindi a Vittoria, per superare almeno questo ostacolo. Il 43enne è sposato con Monique, ha quattro figli e questi ultimi vengono aiutati da suor Maria, che in questo caso è stata un gancio molto importante, non solo per il medico, ma per l’intero villaggio. Insomma Ratsimbasaona Lalasoa, ha iniziato il tirocinio il 16 maggio scorso e intende tornare alla sua Isola per aiutare tutti: mamme, neonati, abitanti, ecc. Ma per questo, purtroppo, il dott. Lalasoa ha bisogno dell’aiuto “materiale”.

Per questo ha lanciato il suo appello: "Desidero tornare ad Imady con la speranza di poter finalmente aiutare chi, in questo momento, attende un ecografo… ma soprattutto che gli armadietti dell’ambulatorio siano pieni di elementi sterilizzati… io, li ho lasciati vuoti!"

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