L'Italia antimafia
Caro Romano,
123.591! Sono i siciliani che dicono un no deciso alla mafia, ma soprattutto dicono si ad idee concrete per una Sicilia nuova, di piu', per un Mezzogiorno migliore, di piu', per un Italia piu' civile. Sono i siciliani che insegnano al resto degli italiani che si puo' scegliere percorsi di liberta' dalla mafia, dal malaffare, dalla criminalita' organizzata, dall'immoralita' della politica. Rita Borsellino e' oggi il candidato dell'Unione per la presidenza della Regione Sicilia, in contrapposizione all'attuale governatore Toto' Cuffaro, uscito vergognosamente dal processo per mafia a suo carico, grazie alla gestione Grasso della procura di Palermo. La sorella del magistrato brutalmente assassinato dalla mafia in via D'Amelio con complicita' istituzionali (come faceva la mafia a sapere che Paolo sarebbe andato a trovare la madre a quell'ora?), da allora si batte in prima linea non solo contro la mafia, ma prima di tutto contro la cultura mafiosa, per continuare quell'opera di sradicamento del fenomeno mafioso che suo fratello Paolo e il Pool di Nino Caponnetto avevano cominciato: loro, da magistrati, dal punto di vista della repressione, Rita, come le compete, dal punto di vista della politica. E proprio oggi, piu' di ieri, c'e' un bisogno come l'aria che si respira di una politica antimafia, dopo che Gian Carlo Caselli e' stato "fatto fuori" con un decreto legge, dopo che abbiamo scoperto che uno dei piu' alti esponenti della Democrazia Cristiana e sette volte Presidente del Consiglio e' stato un mafioso, almeno fino alla primavera del 1980, dopo che il braccio destro del Presidente del Consiglio nelle sue aziende e nel suo partito, e' stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, dopo che "con la mafia bisogna convivere" (Pietro Lunardi, ministro per i trasporti e le infrastrutture), dopo che l'unica proposta concreta per lo sviluppo della Sicilia e del Mezzogiorno e' il progetto del Ponte sullo Stretto.
123.591 siciliani, invece, hanno detto a chiare note, che il cambiamento della Sicilia e diciamolo, dell'Italia, passa attraverso lo sviluppo dell'occupazione senza il precariato e il lavoro nero, la lotta all'evasione fiscale e all'abusivismo edilizio, la difesa del potere d'acquisto dei salari, l'accesso per tutti ai beni primari, tra cui anzitutto la casa e l'istruzione, la promozione di una cultura della legalita', la certezza della pena anche per i potenti, maggiori investimenti per progetti socio-assistenziali ed educativi, la tolleranza zero alla corruzione, alla speculazione e allo sperpero del denaro pubblico, la confisca ed il riutilizzo sociale dei beni dei malavitosi.
123.591 siciliani hanno gridato che si puo' diventare cittadini attenti e impegnati, consapevoli che la cosa pubblica non e' "cosa nostra", ma la casa comune dove la regola e' il confronto democratico e non la sottomissione al potente di turno (che invece ha il dovere di rispondere alle volonta' della societa' civile perche' nostro dipendente, in quanto pagato con i nostri soldi) e dove, come diceva Don Lorenzo Milani, si comprende che i problemi dell'altro sono anche i miei problemi.
123.591 volte basta ad una politica faziosa, abietta e idiota, fatta solo di personalismi e di interessi particolari, di potere e denaro, di intrallazzi e corruzione, di malaffare e di crimine.
Eh si, caro Romano, questi 123.591 cittadini sono un impegno anche per lei, che la sua investitura l'ha gia' avuta con oltre tre milioni di voti.
Le richieste e i desideri di questi cittadini di Sicilia sono anche quelli di gran parte della societa' civile italiana perche' milioni di italiani (i migliori!!!) vogliono buttarsi alle spalle l'Italia della Prima Repubblica e gli anni bui che stiamo vivendo. Vogliono ritornare alla stagione del maxi-processo o di Mani Pulite. Con la sua candidatura lei si e' assunto questo grande onere che deve partire necessariamente da quel coro di 123.591 voci, perche' capisce bene anche lei che il nocciolo della questione sta tutto li.
Queste 123.591 voci sono un segno di speranza per un paese migliore dove finalmente la Giustizia abbia diritto di cittadinanza.
Coglierlo e' l'unica via per costruire il futuro; mortificarlo anche solo un po', significa decidere di rubare il futuro.
E allora, o di qua o di la', caro Romano.
Senza se e senza ma.
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