Anziani tra comunità e volontariato

Il pianeta anziani alla ricerca delle buone pratiche
18 gennaio 2006
Giorgio Volpe

Il 21 novembre 2005, si è tenuto a Tricesimo un seminario dal titolo “Anziani tra comunità e volontariato – il pianeta anziani alla ricerca delle buone pratiche”, organizzato dal Movimento di Volontariato Italiano nell’ambito di un progetto nazionale che si propone di valorizzare le esperienze migliori del volontariato e di favorire conoscenza e scambio tra i diversi gruppi. Al seminario hanno partecipato circa 80 volontari che sono tornati a casa entusiasti e con molte buone idee e cose da sperimentare per rispondere sempre meglio ai bisogni degli anziani e per rendere più incisiva la propria azione di volontariato.

IL MoVI
Il MoVI – Movimento di Volontariato Italiano- nasce nel 1978 per iniziativa di alcuni gruppi ed associazioni di volontariato, provenienti da diverse esperienze di impegno sociale.
L’impegno prioritario del MoVI è la crescita culturale del volontariato, il coordinamento dell’azione, l’efficacia operativa dei gruppi di volontariato. Il MoVI si batte per i valori fondamentali del volontariato: la gratuità, la spontaneità, l’azione politica che svolge. Lo scopo del MoVI è la formazione di un volontariato adulto e maturo, che veda i cittadini protagonisti di nuove relazioni di comunità per un nuovo progetto di società.
Il MoVI è una federazione di associazioni di volontariato, ed è articolato in un comitato nazionale di collegamento e in federazioni regionali e provinciali.
Il MoVI è impegnato in progetti di promozione e rappresentanza del volontariato, di collegamento e sostegno alle piccole realtà associative di volontariato, di formazione alla solidarietà, con l’attivazione di progetti sperimentali sul territorio per giovani ed anziani.

Federazione regionale del Movi del Friuli - Venezia Giulia
Presidente: Franco Bagnarol

Sede operativa e segreteria regionale presso “ la Casa del Volontariato”
via Garibaldi 16 – 33038 San Daniele del Friuli – UDINE
Tel 0432 943002 fax 0432943911
mail segreteria@movi.fvg.it
sito: http://www.movi.fvg.it

E’ possibile richiedere gli atti del seminario contattando la segreteria MoVI-FVG

Nel seminario sono stati presentati alcuni progetti significativi che il volontariato sta realizzando nella nostra regione: il progetto “Nonos” che opera in alcuni paesi del Friuli, il progetto Memoria realizzato ad Aviano e il Centro Anziani di Porcia. Queste iniziative sono quindi state lo spunto per l’approfondimento del pomeriggio, in tre gruppi di lavoro, dove i partecipanti hanno scambiato le proprie esperienze su tre differenti temi: cosa vuol dire “comunità” oggi e come è possibile rivitalizzare e rinforzare la capacità dei nostri paesi di prendersi cura degli anziani, come è possibile promuovere un incontro e un dialogo tra generazioni come punto di partenza per un cambiamento anche culturale dell’immagine e del ruolo dell’anziano nella nostra società e infine, nel terzo gruppo, l’esperienza dei centri diurni e dei centri di aggregazione come luoghi importanti di incontro e spazio di attività e iniziativa a misura di anziano.

Franco Bentivogli, formatore della FIVOL (Federazione italiana per il Volontariato), Maria Crisitina Novelli (responsabile del dipartimento di geriatria della ASS4) e Monsignor Giovanni Nervo (presidente della fondazione Zancan) hanno quindi portato un loro contributo di riflessione intrecciandosi con le esperienze presentate.

Anziano è un aggettivo che si applica ad un soggetto: prima di tutto quindi è una persona e persona vuol dire portatrice di diritti. Nessuno mette in discussione che rimanere a casa propria, nel proprio contesto di vita sia la modalità migliore di rispondere a questi diritti. Questa è la prima area di impegno per il volontariato: adoperarsi e fare il possibile perché le nostre comunità, le famiglie, i servizi siano in grado di garantire più possibile questo obiettivo. E’ una questione di organizzazione di servizi a domicilio, di creare luoghi di incontro per sostenere un ruolo attivo delle persone ed evitare la solitudine, di riconoscere e favorire un ruolo attivo dell’anziano, di aiuto alla famiglia e di solidarietà diffusa e di vicinato. Ma tutto questo è anche un problema culturale, di “cambio di mentalità” e quindi di informazione, formazione ed educazione.

Quando però cominciano ad esserci problemi di non-autosufficenza a volte diventa inevitabile il ricorso a strutture di assistenza residenziali. Qui il ruolo importante del volontariato è quello di contribuire ad umanizzare più possibile tali realtà e a mantenere se possibile un legame tra struttura e territorio, ma anche di attenzione e se serve denuncia delle possibili situazioni di violenza e disattenzione della persona in cui l’organizzazione, più attenta all’efficienza o al risparmio, rischia di cadere. Il volontariato deve avere il coraggio di farsi sentire, certo cercando modalità costruttive ma anche a costo di rischiare di perdere spazi e di “essere messo alla porta”. Oggi sempre più risulta evidente che il volontariato è chiamato a svolgere questo ruolo di “advocacy”, di sentinella e anima critica, anche fuori dalle strutture: deve partecipare ai percorsi per la costruzione del nuovo welfare, riflettere e dibattere sulle scelte di politica sociale, deve essere promotore di partecipazione attiva dei cittadini e animatore del dibattito civile, deve essere capace di una presenza anche politica (non partitica) specialmente oggi che assistiamo ad una riduzione dell’impegno del pubblico nei confronti dei bisogni sociali. Insomma deve essere l’anima critica e attiva della società, promotore ed espressione di partecipazione attiva e di un nuovo modo di essere cittadini, consapevoli e attivi nel fare la propria parte per la costruzione del bene comune, in coerenza con l’articolo 2 della nostra Costituzione che “richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà”, mettendo quindi la solidarietà alla base del nostro vivere insieme.

Centri Diurni

Nel seminario abbiamo confrontato le esperienze di: Porcia, Tolmezzo, Zoppola, Lestizza, AzzanoX e Udine.

Il tema dei centro diurno è un tema molto “caldo”. I Piani di Zona di molti ambiti hanno proposto l’apertura di un Centro Diurno (Majano, Paluzza, Campoformido, Basiliano). Tuttavia, non c’è una chiara definizione di cosa si intenda per centro diurno, manca anche a livello istituzionale (la Legge nazionale lo collega alla non autosufficienza, ma a livello regionale non c’è una legge speciale).

Definizione di Centro Diurno: è una struttura semiresidenziale destinata a fornire accoglienza a persone anziane in condizione di autosufficienza o con un livello di autonomia ridotto a causa di problematiche di natura prevalentemente fisica, che necessitano di supervisione e tutela nello svolgimento di alcune attività della vita quotidiana. Gli obiettivi di un centro diurno: permettere un alleggerimento dei carichi familiari garantire una assistenza globale dell’anziano sulla base di piani di lavoro individualizzati, in modo da rendere la qualità della vita la migliore possibile organizzare attività riabilitative, ricreative, culturali, artigianali e creare delle occasioni di socializzazione.

Definizione di Centro sociale: rappresenta, all’interno della più ampia politica degli anziani, un luogo di aggregazione e di incontro aperto a tutti gli anziani, senza fini di lucro allo scopo di promuovere la crescita civile e la partecipazione sociale del cittadino favorire, arricchire e sviluppare le relazionali tra gli anziani evitare situazioni di isolamento, abbandono e marginalizzazione degli anziani

Le esperienze della nostra regione che abbiamo confrontato nel seminario si collocano a metà strada tra centro diurno e il centro sociale o comunque assolvono ad entrambe le funzioni seppure in misura diversa.

Dal dibattito nel gruppo sono emersi i seguenti punti:

  • volontà di avviare uno scambio per incontrare le diverse realtà degli altri centri diurni
  • problematica del volontariato che cambia: attenzione a non farci “usare” dagli altri soggetti coinvolti, mantenendo sempre un dialogo tra pari
  • il volontariato non sostituisce gli operatori, ma fa da supporto agli ospiti volontà di proseguire il lavoro della L. 328/00
  • bisogno di un chiarimento definitivo su cosa è e cosa fa un centro diurno necessità di dialogo con il Comune per la definizione dei progetti

La sfida della comunità

Nel gruppo di lavoro sono state presentate le azioni promosse dal progetto Nonos che nasce per fare in modo che gli anziani restino a casa loro il più a lungo possibile sperimentando la costruzione di un “welfare di comunità” in cui i servizi e le risposte siano organizzate promosse partendo dalla comunità locale.

Nonos ha sperimentato percorsi di attivazione e coordinamento del volontariato (Percorsi di Cittadinanza) finalizzati a attivare le risorse dei paesi e a favorire una partecipazione attiva dei cittadini nel riflettere su come stanno gli anziani e nel costruire insieme risposte ai loro bisogni. Sperimenta inoltre la costruzione di associazioni di familiari (MuNUS) che diventino riferimento per l’organizzazione di servizi e aiuti alle famiglie recuperando la tradizione delle Mutue Cooperative dei nostri territori e rimanendo ben radicati nella realtà sociale del proprio paese.
Queste sperimentazioni sono attive in diversi comuni delle province di Udine e Gorizia (Mortegliano, Ronchi dei Legionari, San Daniele, Cervignano, Carlino, San Vito al Torre, Pavida di Udine e molti altri).
Il progetto NONOS è promosso e realizzato in collaborazione tra ASS5, Caritas diocesana di Udine, ANTEA-FVG, MoVI e Conf Cooperative.

Nel gruppo di lavoro,in sintesi, sono emersi le seguenti riflessioni:
I progetti presentati coinvolgono diverse realtà, non solo le associazioni ma anche le istituzioni e i servizi: questo è un modo di lavorare indispensabile oggi per incidere veramente sulla realtà. E’ necessaria la collaborazione Sono molto lunghi, pensati per durare molti anni: no è infatti possibile costruire nulla nella comunità se non in tempi lunghi. Creati in divenire: non sono progetti precostituiti ma vengono decisi e costruiti insieme alle persone e ai gruppi del paese strada facendo. Hanno incontrato alcune difficoltà nel loro svolgimento: non sono cose facili da realizzare ma richiedono impegno, dialogo, idee chiare e un modo corretto di dialogare con la gente e i cittadini

Per informazioni sul progetto Nonos si può consultare http://www.nonos.it email: info@nonos.it.

Percorsi di cittadinanza a Mortegliano

A titolo di esempio presentiamo una delle esperienze del progetto Nonos più significativa per il volontariato.
Nel novembre del 2004 nell’ambito dei Percorsi di Cittadinanza, sono state organizzate a Mortegliano 5 serate a tema: gli anziani; i servizi socio-sanitari; i progetti per i giovani; la famiglia; ruolo e cittadinanza attiva.
Sono stati mandati gli inviti a tutte le associazioni, ma poche persone sono intervenute: le associazioni sono carenti e hanno una difficoltà di collegarsi. Dopo le serate sono emerse delle priorità, dettate anche dalla situazione della comunità, composta in prevalenza da persone anziane, che vivono da sole e sentono molto il peso della solitudine. Perciò è stato deciso di creare qualcosa esclusivamente per loro (altre categorie sociali, come i ragazzi, hanno già tanti spazi e servizi, mentre per gli anziani non c’è nulla).
Così è nato il Servizio Emergenza: un servizio di pronto intervento alle persone che sono in momentanea difficoltà, non solo gli anziani ma anche le loro famiglie. Il Servizio Emergenza offre: servizio telefonico, accompagnamenti, ritiro e consegna documenti, servizio di compagnia.
Il servizio è gestito da circa 40 volontari, di tutte le età, che operano in stretto contatto con il Comune e con i Servizi Sociali. I volontari sono però comunque autogestiti, ogni gruppo ha il suo referente. Alcuni appartengono ad altre associazioni, ma ci sono anche numerosi privati cittadini. In definitiva il progetto è un proposito di lavorare insieme, cittadini per i cittadini. Dalla sua costituzione ad oggi (nov 2005) il Servizio Assistenza ha contattato circa 200 persone: 52 trasporti, 75 telefonate ricevute e 345 fatte dai volontari. Il numero telefonico è attivo dalle 9 alle 12 dal lunedì al sabato, con 12 persone impegnate in questo servizio. E’ anche possibile telefonare per prenotare un servizio, e i volontari cercheranno delle persone disponibili a farlo.
Alcune difficoltà sono derivate dal fatto che molti anziani chiedevano farmaci o la somministrazione di prestazioni infermieristiche, che i volontari non possono fare. I volontari sono in numero sufficiente per quanto riguarda le telefonate e i trasporti, mancano invece persone per le visite domiciliari.
In generale con questi servizi si è raggiunto un buon livello di apprezzamento e di soddisfazione da parte dell’utenza, con la nascita di un rapporto di amicizia e di fiducia, anche se dopo un primo momento di diffidenza e difficoltà.
Fattore importante del Servizio è che non è opera di una singola associazione, ma è un progetto creato da tante associazioni che lavorano insieme, al di sopra delle singole realtà associative. Le associazioni lavorano insieme per un progetto comune e utile alla comunità intera.
Infatti il prossimo passo che il gruppo vuol portare avanti è quello di costituire un osservatorio sociale come luogo di confronto, coordinamento e progettualità comune tra tutte le realtà del paese. Il servizio emergenze è in questo senso solo un primo passo, il primo mattone di un progetto più ampio.

Per i “Percorsi di Cittadinanza” anteafvg@tiscali.it.

Progetto memoria: giovani e anziani insieme per...

Il gruppo di lavoro ha approfondito il tema del rapporto tra generazioni, partendo dalla presentazione del “progetto memoria” realizzato ad Aviano dall’amministrazione comunale nell’ambito del progetto giovani. Alcuni ragazzi hanno intervistato con la cinepresa degli anziani a casa, in osteria e in casa di riposo, su temi importanti per i ragazzi come i rapporti con le ragazze, i problemi a scuola, la trasgressione.
Questa attività aveva l’obiettivo di raccogliere la memoria di persone del paese per costruire un archivio presso la biblioteca del comune, e i ragazzi sono stati coinvolti in questo importante obiettivo. Ma attraverso questa attività si è creata una grossa occasione per i ragazzi per conoscere e rapportarsi con persone anziane scoprendo un mondo per loro impensabile e imparando a dialogare e a rapportarsi con persone che da quel momento sono diventati non più anonimi “nonni” ma amici con cui scambiare cose importanti.
I materiali raccolti sono poi stati montati producendo un video che è stato proiettato in casa di riposo e in occasione di alcuni incontri pubblici ed è stato quindi uno strumento formidabile per animare la comunità nella riflessione sulla realtà degli anziani e per creare momenti di incontro e confronto tra generazioni.

Queste alcune riflessioni emerse nel dibattito:

  • Il bisogno di costruire dei rapporti intergenerazionali nasce dalla lettura dei bisogni reali della società
  • Essenziale è il lavoro di rete tra le diverse realtà presenti sul territorio. In particolare per creare questi rapporti, la rete, la collaborazione tra i diversi soggetti, è strategica
  • Il fine ultimo è la relazione tra i soggetti. Creare una relazione tra giovani e anziani significa costruire una relazione di comunità.
  • Gli anziani sono ancora utili alla società: è importante favorire il protagonismo dell’anziano perché lui stesso si consideri una risorsa, e perché venga considerato tale; perché si costruisca una relazione con i bambini e gli adolescenti, non solo della sua famiglia
  • Ricerca di strategie: qualunque cosa venga fatta deve andare oltre il semplice evento, ma deve avere una visione più ampia di costruzione di relazione e di costruzione di continuità.

Per avere informazioni sul progetto memoria: Dott. Marco Grollo grollomarco@inwind.it 0434-677185

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