Solidarietà ai disabili del centro Simona Carratù
Il centro diurno "Simona Carratù" di Aversa è stato chiuso il 3 luglio scorso. La denuncia arriva da un comitato spontaneo dei genitori dei 31 disabili che vi erano assistiti. Dal 2002, anno in cui è stato fondato dall'associazione di volontariato "Comunità Missioni", il centro assiste disabili gravi secondo un protocollo di cura studiato sulle esigenze di ogni disabile. Il progetto fu fortemente sostenuto dal direttore dell'ASL, che lo lodò pubblicamente come "esempio di solidarietà, impegno e abnegazione". Applicando la legge 328/2000 il centro impegna volontari, istituzioni e famiglie. Ma purtroppo tutto questo rischia di diventare passato. La direzione sanitaria, dove nel frattempo vi è stato un'avvicendamento, ha deciso di non sostenere più il centro. Il comitato di genitori denuncia che nel maggio 2004 è iniziata per il centro la "discesa nel baratro". Già un anno fa si tentò di chiudere il centro ma la mobilitazione di esperti, opinione pubblica e genitori la evitò. Quest'anno invece non ci sono riusciti. Sempre secondo il comitato dei genitori dei disabili il mancato rinnovo dei progetti individuali e il mancato pagamento di oltre un anno di spettanze da parte dell'ASL ha portato alla chiusura. Scrivono in conclusione di una amara lettera pubblica "Non ci resta, ormai, che dare mandato ai nostri legali per chiedere l'intervento di un Magistrato: i reati ipotizzati sono omissione di assistenza, ed il grave danno procurato ai nostri figli e alle nostre famiglie dopo anni di lotta non è più quantificabile. Tutti noi non riusciamo più a dormire la notte e viviamo nell'ansia più totale. Ora siamo alla disfatta e per noi non c'è più un domani."
Agnese Ginocchio, la cantante che ha deciso di dedicare la sua voce alla causa della Pace e della solidarietà(che per il suo impegno è stata recentemente premiata dall'Unicef), appresa la notizia, si è subito schierata a favore del centro. Sul blog del sito del presidente della provincia di Caserta Sandro De Franciscis, Agnese ha scritto "i disabili assistiti nel centro sono nostri fratelli, nostro prossimo e parte della nostra stessa vita. Pace significa rispettare ed amare il prossimo come se stessi". Formula quindi la richiesta che le istituzioni si facciano carico di questa vicenda permettendo al centro di riaprire perché "Caserta e tutta provincia di terra di lavoro rinascerà solo quando noi riusciremo a restituire la Speranza e a dare le nostre mani perchè a questi fratelli più piccoli e disagiati di noi, venga restituito coraggio e fiducia nella vita."
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