Aids, biopolitica e i dannati della terra
Se il passaggio centrale dalla politica alla biopolitica è quello tra il «dare la morte e lasciar vivere» al foucoultiano «far vivere e lasciar morire» la cancellazione del finanziamento al Fondo Globale di lotta all'Aids, tubercolosi e malaria è decisamente un classico esempio di biopolitica. Infatti il «non fare» in questo caso costerà la vita, e dunque il «lasciar morire» di oltre mezzo milione di persone, impossibilitate a curarsi . Non è dato sapere negli arcana imperii della finanziaria a chi siano stati attribuiti i 150 milioni dell'impegno italiano, che ancora deve pagare residui che risalgono al 2005. Fatto sta che questi fondi non ci sono e sarà difficile recuperarli, perché le lacrime ed il sangue di questa manovra non devono essere pagati «solo» dagli italiani, ma è necessario che la biopolitica del Governo di centrosinistra, faccia versare lacrime e sangue vero, ai «dannati della terra», quelli che non votano e non possono manifestare davanti a Montecitorio.
Certo è dura da dire ma, questo «lasciar morire» si è concretizzato in finanziaria in concomitanza con le parole del Papa sulla necessità che l'Aids venga sconfitto dalla castità e dalla fedeltà matrimoniali, negando ovviamente l'uso del preservativo, come se i milioni di ragazze e ragazzi di tutto il mondo non avessero diritto a scoprire la propria sessualità in tutta sicurezza prima di accasarsi «con il primo che incontrano». Anche il cardinal Cafarra, alto prelato di Bologna ha recentemente ribadito la necessità della verginità come precondizione del sacerdozio e, si sa, il clero rappresenta la guida del popolo di Dio. Per fortuna che altro clero si è già schierato sul versante del «Diritto alla vita» per tutti e di questa sensibilità altra dobbiamo essere consapevoli
Ovviamente anche le spinte teo-dem all'interno del Parlamento e del Governo fanno la loro parte, certo è difficile capire come questo stesso mondo non si sia levato in piedi per far notare che la cancellazione del fondo è un vero e proprio attentato « contro la vita», ma forse sono più importanti i Pacs che i sieropositivi africani. Qualcosa si muove, ma solo grazie all'iniziativa di alcuni senatori che hanno manifestato la propria volontà, attraverso una legge apposita per ripristinare il Fondo nel 2007.
Resta infine un dubbio, e cioè che questo «non fare», questo «lasciar morire» sia inscritto, inconsapevolmente, all'interno di un piano che lentamente si chiarisce, e cioè la possibilità di «riprendersi» un continente che, tra vent'anni, di questo passo, sarà indebolito non solo dalla concorrenza internazionale, dai piani di riaggiustamento della Banca Mondiale, e dagli accordi commerciali capestro con l'Europa di Maanstrict, ma anche debellato dall'Aids, dalla malaria e dalla tubercolosi.
Sarà facile allora utilizzare al meglio questo «continente di riserva» l'unico ancora aperto alla reconquesta dopo che Asia ed America Latina hanno preso altre strade. Il fascismo lo chiamava «posto al sole» il nazismo «spazio vitale». Al Forum Sociale Mondiale di Nairobi questi temi saranno centrali e ci auguriamo di portare a casa una bella serie di resistenze contro questo «lasciar morire» che ovviamente riguarda anche casa nostra e le nostre anime personali.
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