Ci scrive un lettore

Elettroshock

In un primo tempo ho pensato ad una burla
Giacomo Alessandroni22 febbraio 2008

Riceviamo e - volentieri - pubblichiamo questa lettera che riporta a galla un tema mai del tutto sopito: la malattia mentale e la sua cura o contenimento.

Egregio Direttore,
alcuni giorni fa su Radio24 ho ascoltato un'intervista allo psichiatra Prof. Cassano a proposito dell'elettroshock.
In un primo tempo ho pensato ad una burla (la parodia di qualche film), poi rendendomi conto che non si trattava di uno scherzo, ho continuato ad ascoltare con maggiore attenzione.

La mia prima reazione e stata d'incredulità, perché ingenuamente supponevo che questa pratica (come cura) fosse stata abolita da tempo e collocata nell'ambito che gli è consono: quello delle torture!
Si... perché di vera tortura si tratta!
Come si può pensare da esseri civili che l'infliggere dolore ad una persona possa essergli in qualche modo d'aiuto?

Certo il Prof. Cassano ha cercato di addolcire la pillola, asserendo che la colpa della pessima fama di questa "cura" risiede nel nome e nella famosa pellicola "Qualcuno volò sul nido del cuculo".
Siamo seri! Non si può scherzare con la vita umana e soprattutto con la mente.
È come cercare di aggiustare un orologio usando un martello!
Non credo che il risultato sia del tutto soddisfacente!

In ultima analisi ritengo che le parole di Cassano siano un insulto al buon senso ed un invito ad utilizzare metodi che dovrebbero essere banditi per sempre e lasciare il posto ad altri più umani e dai risultati più prevedibili e non devastanti.
Il succitato Professore ha presentato l'elettroshock come una pratica innocua e priva di effetti collaterali, comparandola addirittura all'aspirina.
È una bugia colossale!
Chiunque abbia avuto occasione di conoscere qualcuno che sia stato trattato in tal modo, se ne potrà rendere conto immediatamente.

Vorrei fare un ulteriore appunto: essendo uno scrittore appassionato ovviamente del mondo letterario, mi e ben nota la triste vicenda del premio Nobel Ernest Hemingway, la cui vita, nonché la sua abilita artistica, sono state distrutte dalla stessa metodologia brutale.
Possibile che nel 2008, ad una scienza che in alcuni settori ha conseguito risultati preziosi, si contrapponga nello specifico un approccio alla salute mentale assolutamente barbaro ed inappropriato?
Queste cure, secondo il mio parere, sono autentiche mine vaganti e altrettanto lo sono quei personaggi che con le loro parole prospettano un ritorno a metodi medioevali che nulla hanno di scientifico.

S. Antonio

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