Lettera aperta al candidato sindaco

Caro Rutelli, lo vuoi il mio voto?

Il voto a Francesco Rutelli si può dare, "ma anche" no. Dipende da come si pone il candidato nei confronti dell'elettore.
21 aprile 2008
Livio Mascellari

Caro Francesco Rutelli,
Una croce, un voto convincimi se puoi. Il 13 aprile ho votato un altro candidato ed oggi 21 aprile, natale di Roma, mi trovo a riflettere sull'opportunità di votarti al ballottaggio. Ho deciso di mettere nero su bianco la mia personale indecisione, pensando che magari questi miei dubbi sulla vera sostanza di questa “X” che siamo invitati a porre sopra questo o quel cerchietto colorato o sopra questo o quel cognome possano rappresentare altri dubbi, ovvero altre persone.

Se dovessi seguire le indicazioni della parte politica cui faccio riferimento, non avrei questi dubbi. L'indicazione di votarti è chiara. Il fatto è che io non sono un militante di partito e dunque questa indicazione non mi basta. A me non interessa solo che tu vinca le elezioni. Ben più importante è che tu vinca il dopo-elezioni, o meglio che i cittadini e le cittadine di Roma vincano il dopo-elezioni.

Non voglio insomma dare un “voto di trincea”, quasi che la tua elezione a sindaco possa rappresentare l'inizio della grande “Rivincita”. Le elezioni politiche, quelle nazionali, sono passate. Le hanno vinte Bossi e Berlusconi. Facciamocene una ragione. Il ballottaggio per l'elezione alla carica di sindaco di Roma è altra cosa.

Vorrei entrare ora nel merito delle cose che ti chiedo per poter essere il “mio” candidato. Come è ovvio, avrei tante aspettative e desideri per la mia città, ma voglio limitarmi a 3 questioni, che spero corrispondano ad altrettanti impegni da parte tua. Non sono argomenti ideologici, visto che in questo momento storico pare che chiunque si azzardi solo a parlare di ideali viene additato al pubblico ludibrio, quasi fosse fuori dal tempo o in odore di eresia.

Ti sottopongo dunque tre questioni molto pragmatiche, da “uomo della strada” quale sono. Da rappresentante di quella “gente” che in questi giorni tu ed Alemanno state incontrando, nei mercati e nelle piazze per poi ritornare – comunque vada il ballottaggio – nelle vostre torri d'avorio. Noi cittadini e cittadine di Roma siamo “gente” dodici mesi all'anno.

Caro Francesco Rutelli, ecco le mie tre questioni, tu dammi tre buone ragioni per votarti.

  1. Rifiuti. Faccio appello ai tuoi trascorsi “verdi”. Non ti chiedo solo di estendere a tutti i Municipi di Roma la raccolta di rifiuti “porta a porta” fatta dall'Ama solo nella zona di Decima in via sperimentale, “ma anche” (come direbbe il sindaco uscente) di favorire il riuso ed il riciclo, nonché di rendere più semplice la procedura di ritiro a domicilio dei materiali ingombranti, per evitare che vengano abbandonati per strada.

  2. Software Libero.Facciamo come il Comune di Pescara, che ha deliberato di adottare il “Software Libero” nell’amministrazione comunale. Equipaggiamo i computer del comune con sistemi operativi e programmi gratuiti, per i quali non è necessario pagare annualmente consistenti oboli a Bill Gates. E' una cosa che “si può fare” (sempre per citare il sindaco uscente) ed è a costo zero. Anzi, permette di risparmiare parecchi soldi, che possono essere impiegati nel sociale.
  3. Centri commerciali. Ti chiedo un impegno inequivocabile. Ti chiedo di dire basta ai centri commerciali faraonici. Ti assicuro che noi “gente” di Roma non ne sentiamo il bisogno, tanto più che molti cittadini e cittadine hanno il problema della famosa “quarta settimana”, se non della terza. Basta con questo cemento inutile, basta con queste costruzioni che creano solo traffico in più sulle strade esistenti, che rimangono sempre le stesse.

Attendo con fiducia una tua risposta
Livio Mascellari

Licenza: Pubblico Dominio

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