Il rosario porta sfiga?
Libero, 26 febbraio 2006
UN BERLUSCONI DELLA MADONNA
Si affida ai rosari di Mamma Rosa, è in gran forma, entusiasma e promette: vinceremo
"Mia mamma dice sei rosari al giorno, ho un mare di suore, altre sono nell'al di là, e influiranno bene su Chi-di-dovere"
12 aprile 2008, una catena che girava su Internet a firma Andrea Iardella
"... ritengo opportuno fare una segnalazione. Quella dell’unica lista che ha portato, nel suo programma, una questione etica, (la revisione della legge sull’aborto). Degna, poi, di particolare attenzione è la chiusura della sua campagna elettorale (con il concittadino Roberto Lombardi), a Loreto, con la recita del “Rosario per la vita”, oggi alle 16,30 presso la Santa Casa. Andrea Iardella"
Berlusconi nel 2006, Ferrara nel 2008. Entrambi nella propria campagna elettorale hanno cercato di inserire la religione. In maniera sicuramente diversa: Berlusconi con l'irriverenza, Ferrara e i suoi candidati con una pseudo-devozione militante. Sappiamo i risultati di entrambi: per 25000 voti Prodi mandò due anni fa a casa Berlusconi, Ferrare quest'anno ha ottenuto percentuali da prefisso telefonico. Possono sembrare due episodi banali di due banalissime campagne elettorali, prive di qualsivoglia contenuto e dove ogni battito d'ali sembra un uragano. Ma non è così. Perché sono sintomi di una situazione molto più grave. Sia Ferrara quest'anno che Berlusconi due anni fa(anche se mediato da Casini) hanno ricevuto diverse benedizioni dalle gerarchie vaticane, in primis da Ruini. Il porporato non ha nascosto il suo compiacimento per la crociata pro-life di Ferrara, così come due anni fa dettava(o almeno tentava di dettare) l'agenda politica, scaricando strali di fuoco contro i partiti che non sottostavano ai suoi diktat. Ma non è bastato. In entrambi i casi i 'devoti mariani' si sono ritrovati sonoramente sconfitti. Una sconfitta ancor più pesante per Ferrara, spazzato via dopo una campagna militante che ha mobilitato decine di parrocchie, fino a lambire la Santa Casa di Loreto. Maria si è forse distratta? Era forse impegnata in qualche viaggio(forse era stanco, forse troppo occupato cantava Dé Andre, ma quelli erano drammi seri ...)?
O forse la realtà è un'altra. La realtà di uno Spirito che non soffia dove vogliono le vestali del potere temporale, ma dove vuole. La Parola, il Verbo fatto Carne non si muove a comando, a bacchetta di qualche cattedra. La fede è molto più seria di un Ruini o di un Ferrara qualsiasi. Il Rosario è una preghiera seria, un vivere la fede in maniera ardente, sentendosi avvolti in un mistero d'Amore. Un Amore vero, reale, incarnato nelle "Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi"(come scrisse nella Gaudium et Spes Paolo VI, citando poi espressamente i poveri e tutti coloro che soffrono). E la vita pulsa, si anima, lontano dai palazzi dei sepolcri imbiancati farisaici.
Chi soffre? Dov'erano Ferrara, e soprattutto Ruini, mentre Welby soffriva? Essi brandivano la legge, la loro legge, e "scordano il perdono"(e torna sempre Dé Andre). Se Cristo muore in Croce, muore per chi soffre e non per chi si adagia nelle poltrone. E allora, come possono pensare di piegare Dio ai propri voleri? Come si può pensare di brandire la preghiera per scopi politici? Il potere temporale ha realizzato nei secoli, dall'Inquisizione a Porta Pia, le peggiori testimonianze di antiprofezia antievangelica e disumana, come può la stessa strada oggi portare frutti lodevoli?
Pregare per la vita è immergersi nell'esistenza quotidiana, è nel convivere con le croci quotidiane di migliaia di donne e uomi crocifissi giornalmente nel corpo e nello spirito. Altrimenti è nulla, è solo vacuo esercizio per arroganti e saccenti. Cristo non è sceso per emettere condanne moralistiche.
Ma questa è la situazione attuale, il quadro della desolazione di una Chiesa dove ahimé i Ferrara vengono accolti e benvoluti e viene perseguitato John Sobrino, profeta di giustizia e più volte vicino ad essere assassinato dai sicari della dittatura salvadoregna.
L'abbiamo visto anche alcune settimane fa, nel viaggio di Joseph Ratzinger negli USA. Non soltanto nel duetto, continuo e affiatato, con Bush. Ma soprattutto in quello che doveva essere il momento più solenne: il discorso all'ONU. Belle parole, ma di circostanza. Buone per tenere a bada le coscienze e per tenere un discorsetto. Ma dov'era l'Iraq dei cristiani perseguitati, delle città bombardate col fosforo bianco e delle torture di regime? Un silenzio assordante. Lo stesso silenzio che ha avvolto il dramma del Darfur, dei migranti assassinati alle frontiere europee e statunitensi. Nessuna parola sull'opera del boia nei gloriosi e democratici Stati Uniti, sulla repressione in Tibet, sul dramma delle speculazioni sul prezzo degli alimenti, sulle guerre africane che assassinano in nome del profitto. Il mondo è rimasto fuori, espulso dall'Assemblea più importante del globo. Dentro sono rimasti l'Imperatore, i suoi gendarmi e i più grandi assassini del pianeta ...
Per non parlare dei diritti umani e dei più deboli. Invocati, ripetuti. Ma non una parola sulle convenzioni sulla disabilità e sulle discriminazioni di genere, bloccati ripetutamente e sempre osteggiati dai diplomatici vaticani.
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