Non ci ammazzeranno tutti
Sono considerati folli, ma sono loro che cambiano il mondo. E' un verso di una poesia di Albert Einstein. E, come non considerare quella dei ragazzi di Locri, una follia. Vincere la cultura di morte, l'omertà, la corruzione tentacolare della 'ndrangheta con la forza della passione, della gioventù, dell'onesta di un gruppo di ragazze e ragazzi puliti e onesti. Hanno resistito a tutto in questi anni, alle minacce, ai tentativi arroganti della politica di cooptarli e di normalizzarli(ne abbiamo già parlato qualche dicembre fa). Ma loro, per riprendere uno slogan anarchico tanto bello quanto ribelle, "non saranno mai come vorranno loro". Un sogno che cammina sulle gambe di molti è una realtà che comincia. Una realtà dura, difficile. E le gambe, passo dopo passo, possono diventare deboli e stanche.
I ragazzi di Locri, il Movimento AmmazzateciTutti, è in difficoltà. La sfida all'impossibile che può essere possibile rischia di finire. Il 17 settembre in una lettera aperta pubblicata sul loro sito i ragazzi sono stati chiari: "rischia di chiudere entro un mese".
"...abbiamo fatto la scelta di essere come gli straccioni di Valmy, abbiamo scelto di combattere contro mostri pieni di soldi e di potere, anche indicandoli con nome e cognome, a nostro rischio e pericolo". Poche righe per ripercorrere anni di lotta e passione, speranza e libertà. Sulle pagine del loro sito così come nelle piazze e nelle strade della Locride i ragazzi hanno inchiodato istituzioni, affaristi, mafiosi ai loro crimini e al marciume del loro operato. Per essere liberi hanno scelto di non avere padroni o mecenati. E ora, dopo una serie di attacchi informatici che mettono a rischio anche il server che li ospita, i conti sono terribilmente in rosso. Se entro il 16 ottobre, terzo anniversario dell'assassinio di Fortugno, il Movimento non riuscirà a trovare 30000 euro saranno "costretti a staccarci la spina da soli, archiviando prematuramente questa bellissima esperienza. Con la morte nel cuore".
Sarebbe la fine di una grande speranza per la Calabria, questa terra "meravigliosa e disgraziata" (per riprendere le loro stesse parole). Una speranza che in questi anni è stata soffocata, giorno dopo giorno, dagli attacchi e dall'indifferenza criminali. Tanti, troppi hanno voluto accreditarsi come amici della Locride, per poi abbandonarla a riflettori spenti. Tanti hanno speculato sulla vicenda Fortugno e sulla mobilitazione spontanea e trasparente dei ragazzi e delle ragazze di Locri. Verrebbe voglia, con rabbia, indignazione, frustrazione, andare sotto le finestre di qualcuno per gridargli in faccia, per metterlo davanti alle proprie responsabilità. A partire da quei politici locali, con il tacito assenso dei loro capomandamenti nazionali, che hanno tentato di strumentalizzare e attaccato Aldo Pecora e tutto il Movimento.
Ma non c'è tempo. E quello che abbiamo non possiamo perderlo dietro a chi non merita neanche disprezzo. Il 2008 è un anno triste per l'impegno civile e sociale dell'Italia che r-esiste alle mafie e ai potentati. E' iniziato con il soffocamento di Casablanca, la rivista catanese fondata da Riccardo Orioles e uccisa dai debiti. Non permettiamo che si chiuda con la fine di AmmazzateciTutti. Chiunque può aiuti la Calabria, si schieri con la Locride. La solidarietà delle persone libere e oneste dimostri ad Aldo che "è ancora possibile organizzare la speranza", che non hanno fallito. Con loro falliremmo tutti noi.
Sul loro sito, in fondo alla lettera aperta a "chi ci vuole bene", sono indicate le coordinate bancarie e postali per effettuare una donazione libera a sostegno di AmmazzateciTutti.
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