Quando la difesa del copyright è più importante della vita di due operai
Colpa del magistrato?
No: colpa di una parte della classe politica che ha vergognosamente manipolato la legislazione. Era al governo il centrosinistra quando tutto questo è accaduto.
Parliamo della legge 248/2000 ("Nuove norme di tutela del diritto d'autore") approvata il 18 agosto 2000 quando la maggioranza degli italiani erano in vacanza.
Ma ripercorriamo brevemente quell'estate di assurda legislazione. A fronte di questo grande favore alla lobby del copyright, troviamo per fortuna un intervento contrario del verde Paolo Cento in Parlamento che adombra “una pressione non legittima esercitata nei confronti dei parlamentari”. E poi, ecco un’altra voce fuori dal coro, una donna parlamentare (Tiziana Parenti) al momento del voto dichiara in aula: “Ritengo che sia insopportabile ed inammissibile il fatto che siamo coartati a scrivere cose aberranti come quelle contenute nella proposta di legge, solo perché pressati da gruppi di interesse!”
Ma chi è l'estensore della legge?
Si chiama Mauro Masi.
E' ovviamente un tecnico, non un parlamentare. A dimostrazione che la volontà di legiferare nasce spesso "fuori" dal parlamento.
Ma chi è il prof. Mauro Masi? Si legge su www.governo.it: "Nel maggio del 2006 è nominato Capo di Gabinetto del Vice Presidente del Consiglio dei Ministri On. Massimo D'Alema". Nel dicembre 2002, come Commissario Straordinario della SIAE, viene stato eletto Presidente di "FastTrack", un'alleanza tra le società che producono il 60% dei diritti d'autore incassati nel mondo. Tale alleanza ha come scopo il coordinamento internazionale della gestione del diritto d'autore. Dopo essere stato Capo di Gabinetto di D’Alema, Mauro Masi nel maggio del 2008 è stato nominato Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri dal Presidente On. Silvio Berlusconi.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
sentenza di assoluzione di Emilio Riva, ha dichiarato si sentirsi
sconfitto e solo.
Ad Angelo Franco vogliamo dire che non è solo.
La sua lotta ha interpretato un bisogno di giustizia di tanti cittadini.
Vogliamo dirgli con senso senso di umana vicinanza che la rivendicazione
di un lavoro e un futuro sicuro non sarà fermata,
Il bisogno di giustizia non può essere permanentemente sconfitto e questo
processo costituisce in ogni caso una importante testimonianza di
coraggio.
Alzando la testa, Angelo Franco ha insegnato a tutti noi che non bisogna
mai chinarla, neppure di fronte a chi è ricco e potente.
E' scandaloso tuttavia constatare che in Italia per la morte di due operai
venga inflitto un anno di reclusione ad alcuni dirigenti mentre per la
copia non autorizzata di un programma per computer potrebbe scattare una
condanna fino a tre anni di reclusione.
Per il Comitato per Taranto
Michele Carone
Peppe Cicala
Lea Cifarelli
Nevio Conte
Teresa D'Assisi
Paola Dauria
Salvatore De Rosa
Giulio Farella
Anna Ersilia Gigante
Maria Lo Savio
Rosanna Losco
Lucrezia Maggi
Alessandro Marescotti
Ubaldo Molinari (Comitato tarantino del forum pugliese acqua bene comune)
Cristiana Mutti
Luigi Oliva
Antonietta Podda
Massimo Ruggieri
Giovanni Settanni
Silvio Spizzirri
Maria Teresa Tarallo
Il processo concluso oggi
http://comitatopertaranto.blogspot.com/2008/10/briciole-di-pena.html
http://lists.peacelink.it/news/2008/10/msg00025.html
La storia del processo e la pena che era stata richiesta dal PM
http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/27265.html
Il sito dell'associazione fondata dal papà di Paolo Franco
http://www2.csvtaranto.org/associazione12giugno/index.html
Infine segnaliamo questo sito
http://www.cadutisullavoro.it
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