Nuova legge sulla dislessia, aiuto o strategia di marketing?

Proposta di legge sulla dislessia, non è forse questa la Testa di Ariete per aprire le porte della scuola ad un business ben più grande che grazie alle diagnosi dei “disturbi” previsti nel DSM IV, ha portato nelle casse delle case farmaceutiche un ricavo a livello mondiale di 27 miliardi di dollari con la vendita di psicofarmaci?
16 novembre 2008
Margherita Pellegrino

- Ho letto che è in via di approvazione in Commissione Salute al Senato il testo di legge sulla dislessia che dovrà passare alla Camera e che è già stata votata la procedura d’urgenza per l’approvazione. (Corriere della Sera del 24.10.08)

Cambiano i governi, ma non cambia la pressione con la quale si vogliono codificare per legge i “disturbi di apprendimento” nei nostri studenti. Nello specifico si tratta della dislessia, uno dei tanti disturbi (elencati nel DSM IV, Manuale Statistico e Diagnostico della psichiatria) dei quali soffrirebbero i nostri alunni.

Esercitando una costante pressione mediatica come sta avvenendo in questo caso per la dislessia, successivamente verrà chiesto al Parlamento di approvare altre leggi che obbligheranno la scuola e le famiglie a sottoporre i bambini e i ragazzi a screening e cure per gli altri “disturbi” che si trovano nel DSM IV.

Le modalità di diagnosi della dislessia, così come per l’iperattività e altri disturbi si basano su test , vengono esaminati errori di scrittura, di lettura degli studenti: “Un ritardo nel linguaggio o la difficoltà di esprimersi in età prescolare possono essere un primo segnale”, “Se un bambino fa più errori degli altri, per esempio sbaglia 20 volte le doppie invece di 5 o 6 nello scrivere un brano come accade ai normolettori (bambini normali ), il segnale si fa più evidente.” (Corriere della Sera del 24.10.08).

In molti casi le prime diagnosi le fanno le insegnanti indottrinate su questi disturbi nei vari corsi di aggiornamento. Spesso mi ritrovo con colleghi che, ad esempio, fanno notare che l’alunno ha una pessima grafia, o fa errori di scrittura, o legge male, a quel punto nell’indifferenza degli altri docenti della classe i genitori vengono invitati a portare il figlio all’ASL per un’eventuale diagnosi di dislessia o altri “disturbi”.

Per una mia alunna ad esempio l’insegnante di sostegno ha spiegato che le era stato diagnosticato un ritardo mentale, quando l’alunna in questione è di nazionalità filippina, i genitori a casa parlano soltanto la lingua filippina e lei sente parlare italiano soltanto in classe comprendendo poco o niente. Sfido chiunque a non avere problemi di comprensione nella sua condizione e a non essere esercitata a sufficienza nello scrivere e nel leggere l’italiano.

Sono un’insegnante, non sono un medico ma ricercatori e fonti autorevoli affermano che non ci sono prove scientifiche o di laboratorio che provino l’esistenza dei disturbi psichiatrici. Ad esempio lo psichiatra Colin Ross sottolinea: “Il criterio mediante il quale i disturbi vengono inseriti nel DSM non è basato su esami del sangue, o esami fisici, è basato su una descrizione del comportamento e questo è quello su cui tutto il sistema psichiatrico si basa”.

Se questa legge dovesse passare molti alunni con lacune e carenze nella loro istruzione sarebbero a rischio di diagnosi di dislessia.

Mi sono chiesta chi trae vantaggio da questa legge?

Gli alunni no, perché non far più leggere chi ha difficoltà nella lettura ma fargli usare gli audiolibri o aspettare che la madre o l’insegnante di sostegno legga per lui il libro, non credo migliorerà la sua capacità di leggere.

Non far fare più i calcoli ad un alunno discalculo (che fa errori di calcolo) ma costringerlo ad usare la calcolatrice, non credo sia il modo migliore per incrementare le sue capacità mentali. Lo stesso dicasi per l’imposizione dell’uso del computer con il correttore automatico per chi fa errori di scrittura.

Che a trarne vantaggio siano le aziende che stanno divulgando i programmi didattici per questi alunni? Non si tratta di cifre elevate e allora quali sarebbero gli interessi che stanno dietro a queste pressioni?

Forse questa è la Testa di Ariete per aprire le porte della scuola ad un business ben più grande che grazie alle diagnosi dei “disturbi” previsti nel DSM IV, ha portato nelle casse delle case farmaceutiche un ricavo a livello mondiale di 27 miliardi di dollari con la vendita di psicofarmaci.

Sono 100 milioni le persone nel mondo che assumono psicofarmaci e 20 milioni di queste sono bambini.

Non dimentichiamoci che in Italia ci sono 82 centri approvati per la cura dei bambini iperattivi (ADHD) e che i bambini italiani attualmente in cura con psicofarmaci sono 50 mila. Spero che la Commissione Salute al Senato prima di approvare questa legge si informi accuratamente perché è in gioco il futuro di milioni di bambini e della nostra società.

Note: http://www.cchr.org/#/videos/making-a-killing-introduction

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