Punirne uno per educarli tutti

30 giugno 2009

Che cosa spinge un comune a smantellare un corpo di polizia municipale? Me lo sono chiesto quando mi sono trovata casualmente a leggere un quotidiano in Campania, che parlava di questo fatto su un trafiletto di poche righe. Come cittadina ho sempre provato antipatia verso la figura del vigile urbano, visualizzato con taccuino alla mano, dietro a una macchina che fa una multa. Ma giornalisticamente mi suona strano (specie se ci troviamo in Campania) vedere che il capo della polizia municipale si ritrova senza uomini, demansionato e licenziato, il tutto dopo aver fruttato allo stesso municipio centinaia di migliaia di euro. E' accaduto al Comune di Morcone. Il capo dei vigili si chiama Donato Mannello. Ci incuriosiamo e andiamo a Morcone a chiedere un po' di notizie. Un po' di domande in un bar, un po' di domande a una pompa di benzina, la frase più gettonata è "eeeeeh, addà vere' qant'altra robba, sa trova, cca'". Però nessuno che si sbilancia. Cerco materiale, distribuisco biglietti da visita, e i primi risultati li ottengo una volta tornata a Roma. Dopo pochi giorni del viaggio a Morcone, mi trovo il caso bello pronto nella cassetta della posta. Spedito da un paese di cui non si capisce bene il nome, in totale anonimato. Riassumo per tutti, perchè la storia si fa torbida. Donato Mannello, capo dei vigili, si trova demansionato e licenziato per aver abusato della sua professione nel controllo di abusi edilizi inesistenti, messo firme false, perseguitato innocui cittadini, e appropriato di soldi della cassa municipale. Detto così ci sarebbe da pensare che quest'uomo è un criminale. E quindi approfondiamo meglio.

In qualità di comandante del corpo di polizia municipale, Mannello si è costituito per il comune di Morcone contro circa 900 ricorsi di altrettante contravvenzioni, solo in una settantina di casi i ricorrenti hanno vinto. E come pubblico ufficiale ha reso possibile un risparmio alle casse del Comune per centinaia di migliaia di euro. In ogni udienza però non c'è mai stata firma contraffatta, ma una firma personale di un pubblico ufficiale che rappresentava il comune (perchè si sa, la polizia municipale, proprio perchè municipale, non necessita di procure speciali, specie se a rappresentarla c'è il comandate di tutto l'organo).

E qui, la prima accusa cade. Andiamo avanti. L'appropriamento dei soldi della cassa comunale, sarebbe relativo a due conti di un pranzo, il primo che ammonta a 160 euro, ricevuta di un pranzo intestata al comune di Morcone, il secondo sempre per un pranzo di 85 euro. Ammettiamo prima che sia vero. Si può licenziare un comandante dei vigili per somme simili? E si può sopprimere un intero corpo di polizia municipale? Ora passiamo all'alternativa. Se fosse falso? Pare infatti che, da documenti consegnati in comune e protocollati, la prima cifra si riferisse a un incontro di lavoro tra sindaco, direttore dell'Ente Fiera e il comandante dei vigili, pranzo di lavoro che verteva sulle problematiche di aspetti organizzativi e pubblica sicurezza della polizia municipale a seguito del trasferimento del luogotenente in un altro settore e riguardo il convegno annuale della polizia municipale. Costo del pranzo anticipato dall Mannello. Il rimborso infatti non fu chiesto dal Mannello ma dal responsabile del settore competente alla gestione dei fondi relativi alle spese degli amministratori. Stesso discorso per l'altro rimborso, un pranzo offerto dal Comune di Morcone a carabinieri di Salerno, chiamati dal Mannello per fare controlli su un depuratore. Spese anticipate sempre da lui, e poi rimborsate dal settore amministrativo.

E qui anche la seconda accusa cade. Andiamo avanti. Nella persecuzione di cui si parla negli abusi edilizi, secondo il provvedimento disciplinare, Mannello avrebbe dovuto segnalare il tutto all'UTC (ufficio tecnico comunale) e parlare delle irregolarità. Cosa mai fatta. Forse però non è stata mai fatta proprio in virtu' delle mansioni di polizia giudiziaria che riveste un comandante dei vigili allorquando ravvede qualcosa di penalmente rilevante. E' anzi obbligatorio non parlare con nessuno di atti di Polizia Giudiziaria, previa autorizzazione di un Pubblico Ministero. E a seguito delle segnalazioni del Mannello, il PM ha autorizzato e legittimato un sequestro, segno evidente che non c'era nulla di personale contro le persone che di fatto sono state danneggiate, tanto che la procura ha disposto sequestri.

E qui anche la terza accusa cade. Ma allora perchè questo vigile si ritrova demansionato e licenziato, con tante lettere di solidarietà da ogni parte d'Italia?

Lucarelli direbbe: "ma facciamo un passo indietro".

A fine ottobre 2008 il genero del sig. Mannello ha partecipato a una gara d'appalto per lavori di mobilità in centro abitativo, gara però mai andate a buon fine. I motivi saranno resi noti in altri articoli, perchè, Lucarelli insegna, "questa è un'altra storia".

Solo dopo la gara, fu ritenuto necessario creare un ufficio comunale per i procedimenti disciplinari, e il comandate Mannello è stato il primo a godere dell'efficacia di questo ufficio. I fatti di cui è accusato il comandante, sono stati contestati prima di Natale, e subito dopo le feste approvati (praticamente hanno lavorato alle feste natalizie per fatti risalenti all'aprile dell'anno prima e per cui mai nessuno ha avuto modo di lamentarsi, anzi, elogiando pubblicamente l'operato del comandante in un verbale di settembre 2008). Insomma: fino alla gara d'appalto, nulla, tutti felici dell'operato di Mannello. Dopo questa gara a cui partecipa una persona di troppo, il genero di Mannello, appunto, il comportamento di tutti cambia. Si apre un contenzioso tra Comune e Mannello, e a fare da giudice (super partes) chi è? La segretaria del sindaco! (molto super partes, infatti)

Niente prova che tra i due fatti (smantellamento del corpo di Polizia Municipale e appalti del genero di Mannello) ci sia un collegamento. Sono solo ipotesi, Sicuramente stiamo sbagliando, siamo paranoici, però le procedure delle gare d'appalto alla provincia di Benevento (di cui parleremo in un articolo a parte) le vorremmo tanto approfondire.

Abbiamo raccontato un fatto umano. Noi crediamo che dietro ogni ingiustizia umana ci siano interessi disumani. Ci servirebbe una denuncia/querela, per avere la prova che qualcosa di losco sta accadendo, nel silenzio generale di tutti.

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