Il Vaticano punisce i preti pro-Eluana
Alla vigilia della ripresa del dibattito parlamentare sul testamento biologico, dal Vaticano parte una dura nota di censura contro 41 preti e religiosi che cinque mesi fa firmarono un appello “per la libertà sul fine-vita” promosso dalla rivista Micromega. Una vendetta a freddo nei confronti di un gruppo di sacerdoti ritenuti troppo svincolati dal pensiero unico delle gerarchie ecclesiastiche. Ma anche un attacco preventivo per serrare le fila e per scongiurare il ripetersi di analoghe iniziative ora che la Camera si prepara a riprendere la discussione di un disegno di legge che lo stesso presidente dei deputati Gianfranco Fini ha auspicato venga modificato, rivendicando l’autonomia del Parlamento dai desiderata della Chiesa.
Adesso, a cinque mesi di distanza, la reazione della Santa Sede. Ad agosto – segnala l’agenzia di informazioni Adista – la Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede (cioè l’ex Sant’Uffizio) ha inviato una lettera riservata ai vescovi delle diocesi di appartenenza dei 41 preti con un ordine preciso: convocarli per richiamarli all’ordine ed eventualmente punirli. La libertà di pensiero e di espressione il peccato mortale dei 41 secondo il Vaticano: hanno dato la loro adesione ad un testo contrario alla dottrina cattolica che inoltre è stato pubblicato su una rivista che Oltretevere si ritiene laicista ed anticlericale.
Alcuni vescovi si sono attivati, altri lo faranno nei prossimi giorni, alla ripresa dopo la pausa estiva. Dovranno decidere se usare il guanto di velluto o il pugno di ferro nei confronti dei loro preti: ovvero se limitarsi ad un rimprovero con la promessa di non farlo più, oppure se utilizzare la clava del diritto canonico che prevede sanzioni che possono andare dall’obbligo del silenzio fino alla sospensione a divinis. Sul banco degli imputati, fra gli altri, don Andrea Gallo della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova, don Albino Bizzotto, dei Beati i Costruttori di Pace, che dal 19 agosto digiuna a sola acqua contro la costruzione della nuova base militare Usa al Dal Molin di Vicenza; don Enzo Mazzi della comunità di base dell’Isolotto e don Alessandro Santoro della comunità delle Piagge entrambe a Firenze; don Vitaliano Della Sala, già in passato messo sotto accusa dalle gerarchie ecclesiastiche e poi totalmente reintegrato in una parrocchia dell’Irpinia; don Angelo Cassano, parroco a Bari, in prima fila nelle battaglie per i diritti degli immigrati; padre Nino Fasullo, direttore di Segno, una delle riviste di punta dell’antimafia palermitana; i preti operai Carlo Carlevaris e Roberto Fiorini. E poi altri parroci, sacerdoti e religiosi di tutta Italia molto impegnati anche sul terreno sociale.
Un primo risultato l’offensiva del Vaticano lo ha già incassato: uno dei 41, un prete della diocesi di Cremona, pochi giorni fa ha inviato una lettera a Micromega chiedendo di ritirare la propria firma dall’appello. Segno che probabilmente le pressioni del Vaticano e del vescovo hanno sortito l’effetto desiderato: una ritirata silenziosa e in buon ordine.
Comunque vada a finire la storia, l’iniziativa della Santa Sede che colpisce non un singolo sacerdote, come avvenuto negli ultimi anni, ma un intero gruppo rimanda a tempi lontani: restando all’Italia, alla battaglia referendaria per il divorzio del 1974 quando molti preti schierati per il “no” subirono la repressione da parte delle gerarchie ecclesiastiche; o più recentemente al 1989, quando vennero puniti in vari modi gran parte dei 63 teologi, molti dei quali laici che persero la cattedra universitaria, che firmarono una “Lettera ai cristiani” a favore di una attuazione più decisa del Concilio Vaticano II; e don Vittorio Cristelli, direttore del settimanale diocesano Vita trentina, che osò pubblicare la lettera, venne licenziato in tronco. Anche loro, come i 41 di oggi, colpevoli di aver esercitato la propria libertà di coscienza e di parola.
Articoli correlati
- Dopo la sentenza della Cassazione
Rispettare la sofferenza di Eluana. E il dolore del padre ...
Sembra avviarsi a conclusione il drammatico caso di Eluana Englaro. Intanto 22 cattolici, dal direttore de Il Dialogo Giovanni Sarubbi a Enzo Mazzi dell'Isolotto di Firenze, sottoscrivono una lettera aperta dal titolo 'Lasciate che Eluana riposi in pace'. Si può aggiungere la propria firma da http://appelli.arcoiris.tv/Eluana_Englaro/9 ottobre 2008 - Alessio Di Florio Eluana Englaro, Piergiorgio Welby, le Sacre Scritture ed il Catechismo della Chiesa Cattolica
Un lettore ci invita a fare un po' di chiarezza riguardo alla posizione della Chiesa sul problema delicato e complesso dell'eutanasia6 agosto 2008 - Renato Pierri- Don Camillo alle crociate
Il Sant'Uffizio bis di Ruini
Nonostante il termine del mandato da presidente della CEI il porporato non manca occasione per imporre i suoi dogmi personali17 settembre 2007 - Alessio Di Florio
Sociale.network