Ciao Roma, qui Torino!
Davanti al secentesco Palazzo Carignano, sede del primo parlamento italiano, un tavolino protetto da un piccolo gazebo e un amplificatore portatile a batterie. Così l'associazione Stampa Subalpina, la sezione piemontese della Fnsi, aveva pensato d'allestire il presidio dell’ 'io ci sono'. A posteriori ci siamo resi conto che avremmo dovuto allestire un palco con amplificatori seri. Ma andiamo con ordine. Contavamo di intrattenere i torinesi a passeggio nel sabato pomeriggio, distribuendo distintivi e volantini. In pochi minuti abbiamo realizzato che i cittadini non passavano da lì per caso. Ci volevano proprio stare partecipando in prima persona, unendosi a noi in un'unica voce. Di colpo la piazza era al completo e le vie che vi sfociano pure. Erano lì fermi. Ci siamo guardati increduli, non avremmo mai più immaginato una folla di questa straordinaria portata. Le simpatiche spille del cagnolino al guinzaglio “informazione al guinzaglio? No, grazie” distribuite tra la folla che non poteva più avvicinarsi al gazebo in un attimo erano finite: 2.000. Per accontentare tutti ne sarebbero occorse almeno altrettante. Un gruppo di giovani intanto spargeva sul selciato una serie di quotidiani sepolti da mazzi di fiori: loculi che attendono la stampa ora in pericolo di vita. Uno dopo l’altro spuntavano improvvisati cartelli di protesta e via via le bandiere. Anche le telecamere Rai si facevano largo tra tutte quelle presenti. Quello non era più un presidio, ma una manifestazione in piena regola. Un grazie di cuore ad Alessandra Comazzi, segretaria dell'associazione, che si è trovata a organizzare sul momento la festa inaspettata. Al microfono si sono succeduti in tanti, ma nessuno si era preparato il discorso. Tutti hanno semplicemente raccontato come stanno vivendo il suono delle sirene d'allarme, evidentemente non insonorizzato dalle urla bugiarde. Che la libertà di stampa sia imbavagliata o semplicemente tenuta a un corto guinzaglio, poca differenza fa. " Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" E sta proprio in quel tutti la chiave della libertà ed è innegabile che ora questa chiave non è in dotazione a tutti. A quel piccolo amplificatore si sono così succedute le voci più eterogenee. Tra gli amministratori erano presenti il presidente Saitta "il nostro Paese sta vivendo una fase autoritaria che impedisce ai giornalisti il proprio dovere e ai cittadini il loro diritto", gli assessori regionali Bairati e Oliva che ha portato il messaggio della presidente Bresso. Poi gli esponenti del Pd, Sinistra e Libertà, Idv. Unanimi hanno dichiarato che difendere la libertà di stampa equivale a difendere la democrazia. Significative e toccanti le parole di Cornelio Valetto, iscritto all'ordine dei giornalisti dal 1949, ex partigiano "il momento è grave, non vogliamo un altro 1943-45 !" Si sono succeduti giornalisti, volti noti del Tgr piemontese, così come le firme delle testate stampa nazionali, locali, web. Importanti le voci dei docenti d’ogni grado che, preposti alla formazione, si chiedevano come questa possa essere possibile senza l’informazione. L’ovazione è arrivata con l’intervento del Prof. Zagrebelsky presente tra la folla come tutti noi. Anche la sua presenza non era programmata per il semplice fatto che non c’era proprio un programma. Il giurista non s’aspettava un’accoglienza così calorosa, spontanea, amica, ma questa gente avvertiva intensamente che lui è rappresentante della nostra meravigliosa Costituzione, perciò è stato applaudito a lungo. Ci ha portato la notizia che pochi minuti prima era uscita la sentenza nella causa di risarcimento danni per corruzione giudiziaria nel cosiddetto Lodo Mondadori.
Noi c’eravamo e oggi senz’altro abbiamo imparato che non siamo soli. Da qui viene fuori che noi dobbiamo esserci sempre e non solo fare finta di starci. Dalla nostra abbiamo la Costituzione, il nostro tutto.
Articoli correlati
- Foglio di via per la podcaster di origine cubana a causa delle sue pungenti critiche al governo
Ecuador: cacciata la giornalista Alondra Santiago
Il presidente Noboa ha deciso di revocare il permesso di soggiorno alla giornalista residente da 20 anni nel paese. Da quando la destra neoliberista è tornata a Palacio de Carondelet sono stati molti i reporter costretti a lasciare il paese.5 agosto 2024 - David Lifodi - Norma Sancir, da nove anni, attende di essere scagionata dalle accuse di “disordine pubblico”
Guatemala: la vita impossibile dei giornalisti comunitari
Arrestata nel 2014 mentre copriva una protesta degli indigeni maya, in qualità di operatrice dell’informazione comunitaria, la giornalista si è sempre battuta per i diritti della popolazione maya ch´ortí´, denunciandone gli abusi da parte dello stato guatemalteco.18 marzo 2024 - David Lifodi - Estradizione di Julian Assange
Il caso va archiviato
L’Occidente, giustamente, condanna il bavaglio ai media russi. Sarebbe tuttavia più persuasivo se il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, fosse libero22 marzo 2022 - Bernd Pickert - I militari chiudono Radio La Voz de Zacate Grande
Honduras: nuovo attacco alla libertà d'informazione
Dietro l’aggressione alla radio l’ombra del potente latifondista Miguel Facussé8 giugno 2010 - David Lifodi
Sociale.network