Un sogno per non morire. Convegno Aifo a Lecce
“Siamo polvere di stelle, poiché proveniamo tutti dallo stesso astro che ha dato origine all’universo, possiamo così superare insieme la paura della morte e quella della perdita della nostra pelle”: questo il concetto più affascinante esposto da Aldo Morrone alla conferenza dell’Associazione italiana amici di Raoul Follereau(Aifo) dello scorso 8 febbraio, che prende il nome dal titolo dell’ultimo lavoro del medico Il mare e il sogno, oltre le dinamiche dei flussi migratori. Morrone è il presidente dell’ Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà (Inmp) e il suo messaggio esonda dal fascino poetico per divenire messaggio di speranza per chi incomincia il viaggio per la cura delle lebbre (quella fisica e quella psichica, la più difficile da curare e guarire).
In un’aula universitaria di Lecce, accompagnati dall’introduzione del presidente di Aifo Francesco Colizzi, numerose scolaresche hanno appreso le testimonianze di uomini del calibro di Raoul Follerau e del primo Ernesto Guevara, le cui esperienze sono accomunate da un senso di umanità profonda dinanzi alla sofferenza per malattie spersonalizzanti come la lebbra.
E alla domanda di Follerau,“Basta, per un malato, guarire?” potrebbe rispondere il pensiero di Aldo Capitini, con la tendenza dell’uomo, realtà a sé stessa insufficiente, ad aver bisogno di relazioni per accedere alla realtà liberata. Con queste premesse, sottolinea Colizzi, è necessario rifiutare il luogo comune del “clandestino”, di “colui che cela”, tipico di attività nascoste e illecite: nessuna persona è illegale, il mondo appartiene a tutti. L’ultima riflessione riguarda il 2011, quando Aifo compirà mezzo secolo di attività e la popolazione mondiale sarà cresciuta fino ai 7 miliardi di individui: come poter impedire a essi di cercare la fratellanza?
Qual è la spinta a operare che finora ha animato il lavoro del Inmp?
Il nostro impegno è quello di cercare di mettere al centro della società il modello di assistenza socio-sanitario e produttivo le persone più fragili e in particolare gli italiani senza fissa dimora, le persone vittime della tratta, le persone che vivono con pensioni di inabilità e inoccupazione, gli immigrati e le famiglie di tutti. Da qui anche l’impegno con l'Aifo nella lotta alla lebbra e a tutte le lebbre che oggi ci colpiscono, ma soprattutto per cercare di rilanciare il tema della fragilità delle persone e del diritto alla dignità posta al centro di una civiltà che voglia definirsi davvero civile in un paese come il nostro che poi è anche cristiano.
Qual è il giudizio di valore che assegna alla legislazione italiana per la medicina delle migrazioni e alle recenti leggi pugliesi?
A livello nazionale riteniamo che l’Italia sia dotata di una legislazione che garantisce l’accesso al Ssn a immigrati anche irregolari che è tra le più avanzate del mondo. Anche in Puglia la legislazione fa onore ai gestori della cosa pubblica.
Ora si tratta però di far sì che queste leggi siano effettive e dal diritto concesso si passi al diritto realizzato. Questo per tutti, perché investire sulla salute degli immigrati vuol dire anche investire sulla salute italiana ed europea. Non si può pensare di investire sulla salute dei soli immigrati senza impegnarsi a contribuire alle pratiche per la sanità nei paesi dai quali essi provengono. Stabilire rapporti di cooperazione internazionale è importante anche per evitare che le persone siano costrette a fuggire per trovare fortuna.
Oltre al diritto scritto, cosa serve per animare davvero questi propositi? Possiamo parlare di una cultura dell’attenzione?
Le leggi sono attuabili nella misura in cui sono coperte da un piano finanziario che le rende attuabili. D'altra parte le leggi Sono espressione di impegno culturale che è bene si diffonda sempre più, che è quello non solo della tolleranza ma anche dell'accoglienza, della salvaguardia della salute di tutte le persone a partire dalle più fragili. L'impegno verso gli immigrati e in parte verso gli irregolari divenuti tali per via di normative che devono essere modificate nel nostro paese, diventa elemento fondante per caratterizzare una società che culturalmente si voglia definire progressista, civile e capace di rispettare quei valori fondanti che si è data la civiltà occidentale.
Morrone presenta il suo libro raccontando di Lampedusa come di un luogo in cui la storia si è data appuntamento, per spiegare che il mondo non ha più confini, che l’ingiustizia e la necessità spingono uomini a essere sfruttati e spesso rinnegati da altri uomini.
Due dati su tutti colpiscono alla testa e allo stomaco: il cosiddetto “bicchiere di champagne della povertà” dove la coppa, più ricca, è il nord,mentre lo smilzo piede è il sud. E che dire degli otto Obiettivi del Millennio e dell’impegno dell’Occidente? Oggi in Africa muore di gravidanza una donna su undici, dato peggiorato negli ultimi sei anni.
Da qui la necessità per tutti di intensificare la cura per l’altro, del tentativo di aiutare il prossimo anche nella sua terra d’origine, dalla quale spesso è costretto a scappare contro la sua intima volontà. L’impegno dell’Inmp sta proprio nel diffondere nell’umanità quell’impulso alla cura che Morrone definisce la “carezza essenziale”, fatta appunto di tenerezza, attenzione e cura
La sessione pomeridiana del convegno è stata incentrata sulla medicina delle migrazioni e sulla mediazione transculturale. In questa occasione è stato presentato il progetto “Pass” dell’Inmp: un progetto teso a promuovere l’accesso della popolazione immigrata ai servizi sociosanitari e lo sviluppo delle attività di informazione ed orientamento socio-sanitario nelle Asl. Sono previste la realizzazione di un percorso formativo specialistico per mediatori linguistico-culturali, il supporto di servizi informativi socio-sanitari e di orientamento transculturali, il sostegno psicologico e di educazione sanitaria delle popolazioni migranti realizzato da uno staff multidisciplinare e, infine, la realizzazione di campagne informative e di sensibilizzazione.
- “bicchiere di champagne della povertà” http://www.worldmapper.org/display.php?selected=151
- http://www.aifo.it
- http://www.inmp.it
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