Canone Rai obbligatorio per chi paga bolletta elettrica

E luce fu!

25 novembre 2010

Il Belpaese avrebbe un gran bisogno di svilupparsi economicamente, ché oggi  ci par più in menopausa che in sviluppo, tenuto pur conto della somministrazione di ormoni ministeriale ad interim. Ora finalmente abbiamo il ministro, proveniente dal sottosegretariato allo sviluppo economico con delega alle comunicazioni. Quanto s'era affezionato a quei tagli e ridimensionamenti da telecomunicazioni! Aveva preso molto a cuore la Direttiva Europea (2007/65/CE) sugli audiovisivi seppur con qualche eccesso di zelo (a danno Sky) e qualche toppata col bavaglio al web (D.Lgs 169/2010),  perciò velocemente ritirato dal provvedimento finale. Per quanto riguarda poi la “banda larga”, il termine “banda” -diciamocelo- come impatto pareva brutto, per non parlare di “larga” che troppo ricorda il romanesco “nun t’allarga’!”. Perciò, a oggi,  siamo ancora tra color che son sospesi. Canone Rai Romani

Ebbene, Romani, finalmente ministro a tutti gli effetti, sentendosi probabilmente coinvolto nella veste tv da Res Publica Populi Romani -ché il primo amore non si scorda mai- ha pensato bene di inserire nel milleproroghe o comunque entro fine anno, la strategia da equiparazione  della tassazione da canone Rai alla bolletta della luce.  Per quelli che lo pagano da sempre molto probabilmente ci sarà un aumento. Per quelli che lo pagano da mai, s’abbarbica alle bollette elettriche. Chi risulta intestatario di fornitura di elettricità sarà soggetto al pagamento del canone TV. Vista così ci ricorda quella barzelletta della tipa che solitaria, a bordo di barchetta dotata d’attrezzi da pesca, se ne va in mezzo al lago giusto per leggersi un libro in santa pace. Le s’accosta una guardia forestale contestandole la pesca di frodo per il semplice fatto che a bordo ci sono strumenti da pesca utilizzabili alla bisogna. La tipa gli risponde che lo denuncerà per molestie sessuali. “Ma se non l’ho neppure sfiorata!” obietta l’agente. E la signora, di rimando: “Questo è vero, ma possiede tutta l'attrezzatura. Per quanto ne so potrebbe cominciare in qualsiasi momento”. Sotto altri punti di vista ci viene da pensare a)che dunque la sfangheranno quelli, si spera pochi, che ci sgamano l’elettricità, allacciandosi ai nostri fili b)quelli dotati solo di generatori elettrici -ma qui sorge un feroce dubbio: che la manovra sia stata pensata per lo sviluppo economico di chi li produce?!- dunque non fruitori della bolletta elettrica. canone Rai Romani

Certo è che tale manovra da “prendi uno, paghi due” va contro tutti i principi dell’onere della prova. Nella ratio: anziché importi il pagamento perché ti dimostro che lo devi, prima t’impongo il pagamento e poi sii tu a dimostrare che non è dovuto.

Nel merito: le seconde (terze ecc.) case del nucleo familiare, ma registrate a nome di uno solo dei componenti, hanno contratto elettrico intestato al componente stesso. Il nucleo però già paga il canone Tv intestato a un solo componente da nucleo di prima casa, non necessariamente lo stesso della seconda, già in regola col fatto che nel caso dell'abbonamento per uso privato il canone è unico e copre tutti gli apparecchi posseduti o detenuti dal titolare nella propria residenza o in abitazioni secondarie, o da altri membri del nucleo familiare risultante dallo stato di famiglia. Dunque non è così vero che a “bolletta elettrica” possa (e debba secondo Romani) corrispondere il canone tv. Per dimostrargli che così non è ci toccherà ottenere uno stato di famiglia, poscia recapitarglielo avendo l’accortezza di trovare un mezzo per dimostrare d’averlo fatto (timbro di protocollo o da raccomandata A.R.) ché altrimenti non c’è la prova. Nelle more però avremo già pagato quella bolletta gravata da canone TV -ché altrimenti rischiamo di vederci “tagliare” l’erogazione elettrica- per cui saremo poi obbligati a chiedere il rimborso previsto (forse) a distanza di anni e anni?

Se questo è il criterio strategico sviluppato per rientrare di una parte (risibile) dell’evasione fiscale, possiamo ben comprendere perché stiamo messi in un Paese che si sviluppa  per lo più nella parte restante.    

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