Gli "Indignados" italiani non sono il 99%, ma sono comunque tanti perché il corteo, anche se non è arrivato a Piazza San Giovanni, ha saputo difendersi e cacciare spontaneamente gli estranei

Boicottati, ma a testa alta!

Il 15 ottobre resta una giornata importante per chi voleva gridare la sua rabbia per sentirsi ostaggio di un sistema che ormai agisce come uno strozzino e da cui non ci si può liberare.
Ma per chi lavorano i black-block ?
15 ottobre 2011

Pronti per iniziare la Manifestazione degli Indignados del 15. ott.2011

E' stato un giorno importante, non soltanto per la Manifestazione degli "Indignados" che avrebbero voluto sfilare pacificamente e responsabilmente, armati solo della loro buonafede e del loro orgoglio ferito, ma perché il governo italiano ancora una volta ha mostrato tutta la sua pochezza nel non aver saputo prevenire i possibili pericoli di infiltrazioni tra i manifestanti di cui, da settimane erano a conoscenza tutte le istituzioni.

Altrettanto importante è stato l’impiego delle forze di Polizia con cui è stato isolato il corteo che ha visto bloccate tutte le vie adiacenti al suo percorso con agenti in assetto antiguerriglia con caschi, scudi, mezzi blindati e camion messi di traverso per vietare il passaggio di chiunque volesse entrare o uscire dal corteo.

Non sta certo a noi verificare quanti dei black-blocks che hanno provocato danni e feriti siano stati individuati, identificati, arrestati o rilasciati in quanto non costituiscono pericolo per la popolazione. Per questo ci sono i giudici e le leggi.

Non sta nemmeno a noi provare a immaginare chi può aver avuto interessi ad organizzare un’azione coordinata per infiltrare, lungo tutto il percorso, tanti piccoli gruppi di lugubri provocatori vestiti di nero, con passamontagna e sciarpe, quindi riconoscibili già prima di provocare danni, in un corteo pacifico formato prevalentemente da studenti e persone con i capelli bianchi.

Sta a noi invece capire quali sono stati i fattori esterni al corteo che hanno consentito alla cronaca e ai commentatori politici sul movimento degli "Indignatos" di occuparsi esclusivamente dei luoghi e della dinamica degli incidenti.

L’interesse del pubblico è stato deviato e focalizzato sugli incidenti e sui feriti.

Nessuno ha parlato di economia o di altra-economia o dei tanti movimenti per la pace, per le energie alternative, per il NO-TAV o dell’entusiasmo con cui una ragazzina strillava da un microfono tutti i motivi per cui il sistema finanziario ha portato al disastro economico tutti i paesi più asserviti alla finanza globale. Nessuno ha parlato di lavoro o di precariato o di scuola. Il corteo si avvia da Piazza della Repubblica

E' questo il risultato del boicottaggio della Manifestazione degli Indignados. Non è poco.

Ci hanno ripetuto più volte che il Governatore Draghi ha apprezzato la protesta dei giovani. Forse non capisce chi trasmette le informazioni, o il Governatore stesso, che il suo apprezzamento non può essere sincero, perché l’obiettivo della protesta è proprio il sistema che lui stesso da trent’anni rappresenta, sono le sue decisioni, i suoi metodi di lavoro, i risultati del suo lavoro, i suoi colleghi e collaboratori.

Forse nessuno dei politici o dei grandi finanzieri e banchieri del mondo ha ancora capito che gli “Indignados” ormai parlano una lingua differente dalla loro e forse per questo motivo non capiscono che le loro idee non rappresentano più il sintomo della loro esasperazione ma sono serie proposte di economia e di politica.

Loro, gli indignados, parlano chiaro anche se non in “politichese” e hanno un programma che chiede che chi ha rubato i soldi dell'uomo della strada se ne vada a casa. Ma a loro non conviene capire, almeno fino a quando sarà possibile.

Come ha fatto il Sole 24Ore che, per dovere di cronaca, ha dovuto riportare il programma dei ragazzi di Zuccotti Park a Wall Street e l’ha commentato come può fare un professore dopo aver corretto un buon tema scritto da uno studente che però non ha mai studiato prima, con scetticismo e molti dubbi.

Ma il comportamento del Governatore Draghi è coerente con quello dei suoi colleghi di Wall Street che, anche loro, si sono detti solidali con chi da un mese sta sotto i loro uffici per contestarli. Non capiscono neanche loro che parlano inglese.

Dimostrano disponibilità e affetto a chi li contesta, proprio come ha fatto giovedì scorso Berlusconi quando, al termine del suo discorso, ha accarezzato benevolmente , in mezzo alle orecchie, il testone spettinato di un Bossi che continuava a sbadigliare.

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